lunedì 19 maggio 2014

Un altro capitolo nella sagra della Nera Badb la Stout dal gusto forte è deciso

Dopo una settimana dalla cotta, si rende necessario il travaso della Foreign Extra Stout, nera dal carattere deciso.
Questa cotta ha segnato una modifica nelle abitudini nelle procedure, dal macinare i grani il giorno prima, l'utilizzo di acqua del rubinetto bollita, ma soprattutto l'utilizzo di una specie di sparge volante. Dispiace non essere riusciti ad inserire anche il rims, ma troveremo il tempo anche per lui.
Il travaso è di solito, un lavoro tranquillo, dove a volte, la mente corre veloce già alla prossima tappa e perchè no, alla cotta successiva.
Il timore era che con una densità così alta, 1070 e un fermentatore pieno, con ben 26 litri di mosto, non sapevamo come avrebbe reagito il nostro Wyeast Lonodon Ale o come lo chiamano "1028", visto che sulle istruzioni parlavano chiaro, OG non superiori a 1060 e per un litraggio di 5 galloni (23 litri), senza starter, mentre per i nostri parametri lo starter sarebbe stato obbligatorio, magari solo da un litro, ma necessario.
Invece il nostro 1028, ha fatto un gran lavoro, anche in un ambiente freddo come il garage, dove abbiamo spostato tutto, con un escursione termica da 15 a 17°C, che ci ha costretti a "coibentare" il fermentatore, con la classica coperta termica dorata, che ha mantenuto la temperatura, prima a inizio fermentazione a 24 °C, poi il giorno dopo a 22°C e alla fine, prima del travaso a 18°C.

  
Così la giornata di Domenica è iniziata tranquilla, con la sanificazione del fermentatore di travaso  e di tutti gli arnesi connessi, rubinetto, gorgogliatore, tubo di travaso.
Con estrema calma ho scartato il "pacco" che ha emesso anche un gorgoglio, come se desse il suo assenso, e ho prelevato un campione di mosto, per misurare la densità intermedia, con un pò di ansia, "Chissà come è andata?". In preventivo avevamo messo già la possibilità, in caso di densità alta oltre i 1025-1030, di inoculare un secco per dare una spinta ulteriore e trasformare gli ultimi zuccheri, più ostici.
Invece una volta inserito il densimetro, l'asta si ferma a 1020. Era perfetto, pensando che da programma dovevamo arrivare a 1018 e ripensando a tutti i parametri infranti, siamo più che soddisfatti.


Il colore è di uno splendido marrone scuro, e il profumo è intenso, si nota anche una leggera effervescenza con bolle piccole piccole che risalgono il tubo.
Intanto Andrea collega i due fermentatori, e nonostante non siamo più in abbiente casalingo, con estrema soddisfazione della moglie, il metodo non cambia, rubinetto-rubinetto.


Mi raccomando, il gorgogliatore! e poi via apriamo i rubinetti.


Il fondo del fermentatore evidenzia uno strato pulito di lievito dal colore rosa chiaro.


E qui nasce un idea, che fino ad ora non avevamo mai pensato di utilizzare, ma che diventerà prossimamente parte di una cotta, il lavaggio del lievito e il suo riutilizzo tramite starter.
Non si tratta semplicemente di utilizzare il fermentatore "sporco" della cotta precedente , ma di pulire il lievito da tutte le altre sostanze, proteine e farine compresi, una selezione del lievito, per ottenere il lievito più puro possibile. Ma ne riparleremo.
Nel frattempo siamo già proiettati verso domenica prossima, quando sarà di turno la Imperial Stout da 12%, Andrea si è già messo ha pesare il grist, con una massiccia dose di Maris Otter.


Finito di travasare, rimettiamo su il fermentatore con la sua coibentazione provvisoria, e do nuovamente un'occhiata alla provetta è al densimetro, e oltre a ricontrollare la densità noto che c'è anche poche farine, al contrario delle ultime cotte.
Non perdo l'occasione per dare un assaggiata al mini mosto. Subito è importante l'amaro, poi piano piano svanisce e il suo posto viene preso dal dolciastro sapore di malto, soprattutto dallo Special B che diffonde il suo aroma di cioccolato. Appena accennato il tostato, mentre il ginepro è quasi impercettibile, ma più presente nel retro gusto finale. Nel complesso la birra giusta che voleva Andrea, con un forte gusto di cioccolato, che comunque dovrebbe amalgamarsi meglio con gli altri tostati man mano che la birra maturerà.
Apro il fermentatore, per verificare il fondo di lievito, al contrario delle ultime cotte, si sono pochissime farine, se ne intravedono davvero poche, complice il fatto che essendo alla prima cotta con lievito liquido non sappiamo distinguerle ancora bene, ma mi sembra più un soffice letto, di colore marrone.


Particolare, si notano ancora le bolle di CO² che tendono a risalire tra il letto del lievito.


Il bordo del fermentatore evidenzia la schiuma solidificata della fermentazione.



Alla fine mi dispiace quasi pulirlo, versando il fondo nel lavandino, ma per ora non posso far altro. Ora non rimane che attendere domenica, dove riutilizzeremo il fondo di questo travaso come base per la Imperial.
Nella preparazione della prossima cotta decidiamo di sigillare tutti i malti per la Imperial, dosati, per trovarci all'ultimo momento con il meno possibile da fare.


L'acquisto di una macchina per il sottovuoto, non è da sottovalutare, sia per conservare a lungo il malto, soprattutto sacchi da 25 chili, che i luppoli, così sensibili, alla facile volatilizzazione degli aromi. Qui mentre preparo già i sacchetti dosati, per la Imperial.


Qui il grist al completo, da sinistra verso destra:
Il luppolo Target 250 gr. sopra i fiocchi d'orzo 600 gr, di fianco, 2 chili di zucchero di canna biologico, Black Malt 400 gr. e sotto lo special B 1 chilo, più 600 gr. di Choccolate e 500 gr. di Roasted, più 2 chili di estratto secco light, tutto torreggiato da 6 chili di Maris Otter, ma questa è un'altra storia.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti Disattivati

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...