domenica 6 novembre 2016

Il Fico Nero una nuova Stout

Dopo qualche settimana riprendiamo le attività brassicole. Il tempo sfugge, le temperature si alzano e le condizioni per brassare vengono meno. Non ci scoraggiamo, mi sono ripromesso che devo finire tutti i vecchi grani prima del termine della stagione, perchè rischiamo di ritrovarci ancora grani scaduti anche con l'inizio della nuova, a costo di brassare ogni domenica!
In queste settimane abbiamo provveduto a terminare alcuni lavori come l'etichettatura della Kashmir, la IPA di chiaro stampo inglese, riprendendo la vecchia etichetta per essere adattata al nuovo design.


22 litri di nettare ambrato che si sono aggiunti agli altri, nella nostra cantina.

Dopo l'etichettatura della Kashmir, abbiamo imbottigliato la Joe Alba 120, la bionda velenosa da 120 IBU. Sono rimasto sorpreso dell'incredibile aroma che sprigionava la birra, un aroma intenso di frutta tropicale. Anche l'assaggio della provetta del densimetro è stata una piacevole sorpresa, la birra è già piacevole, molto fruttata e amara ma non quanto avrei immaginato. I malti hanno contribuito a smorzare l'amaro rendendo una birra fresca, chiara e luppolata. Penso che sia una birra da bere velocemente per cogliere al massimo le sue qualità ed evitare che con il passare del tempo aumenti l'amaro e svanisca l'aroma.
Dopo oltre un mese torniamo a brassare una nuova birra. E' nuovamente il turno di una scura, una Foreign Extra Stout, Il Fico Nero. La scelta degli ingredienti ricalca un pò la precedente Athir, ma qui la presenza dei tostati è più importante, cercando di forzare un pò l'aroma torrefatto e la colorazione scura. Nell'insieme la percentuale dei malti tostati è stata aumentata passando dal 9% al 13%, ma abbiamo abbassato la percentuale del Crystal 150 L da 20% al 18%.

Vediamo la ricetta:
Il Fico Nero Foreign Extra Stout All Grainlt mash :22.5
lt sparge:22.5
OG preboil:1044
Min bollitura:60
Litri in fermentatore :25
OG :1068
ABV :6.8 %
Plato :16.6
IBU :89.2
BU/GU :1.31
EBC :130
Malti e Fermentabili
Maris Otter 5000 gr 65 %
Crystal 150L 1365 gr 18 %
Chocolate 400 gr 5 %
Roasted 350 gr 5 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 4
Black Malt 250 gr 3 %
Totale 7665 gr

Luppoli
Target (AA 12.17) 92 gr 60 min Coni
Saaz (AA 3.34) 25 gr 10 min Coni
Totale117 gr

Lieviti
SafAle English Ale S-04 23 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 66 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min
Fermentazione 18°C
Questa volta sono stato costretto a brassare da solo, vista la rinuncia da parte dei ragazzi per un impegno improvviso. Come al solito ho iniziato i preparativi il sabato mattina, sistemando le pentole, macinando i grani e a prelevare l'acqua alla fonte, non trascurando nessun particolare necessario per brassare questa stout.

La domenica mattina è cominciata molto presto, e visto che non ho dovuto attendere l'arrivo dei ragazzi, mi sono subito dedicato alla cotta. Nella pentola di mash e quella per lo sparge avevo già versato i quasi 23 litri stabiliti sabato e mi sono limitato quindi ad inserire la sacca biab che utilizziamo come filtro nella pentola da 100 litri e aggiungere mezzo limone nella pentola per lo sparge. Ho acceso i due fuochi e ho atteso di raggiungere la temperatura per la prima sosta a 66°C.
Ho portato la temperatura fino a 70°C, un pò più in alto del target, memore dell'ultima esperienza, e ho cominciato a versare e mescolare i grani. Alla fine la temperatura si è stabilizzata come preventivato a 66°C.

Per il mash ho effettuato una sosta di 45 minuti per le beta amilasi a 66°C, e una sosta di 15 minuti per le alfa amilasi a 72°C. Prima dell'ultima sosta di mash out, sempre di 15 minuti a 78°C, ho eseguito il test dello iodio con esito positivo. Con una birra scura come una Stout, non è proprio così semplice, visto la colorazione del mosto, ma facendo cadere qualche goccia in una zona dove c'è meno mosto si può vedere bene la colorazione che prende la tintura.
Terminata la fase di mash mi sono preparato per il lavaggio delle trebbie. Ho iniziato con il rifiltraggio dei primi litri, che di solito risentono delle farine depositate sul fondo della pentola. E' bastato un solo passaggio per ottenere un mosto già limpido. Ho trovato subito la tecnica giusta tenendo con la mano sinistra il mestolone e il colino in acciaio e con la destra ho versato l'acqua calda.
Nonostante non avessi mai provato a lavare le trebbie con questa tecnica, da solo, è stato meno
complicato di quanto avessi pensato. In venti minuti ho versato i quasi 23 litri. 
Il mosto è limpido e la sua colorazione ricorda molto un caffè molto carico.
Ecco il dettaglio della pentola dove ho fatto scendere il mosto filtrato, pronto per la fase successiva di bollitura.
Al termine dello sparge ho potuto verificare la quantità di mosto preboil, 34 litri abbondanti, e calcolando che avevamo immesso quasi 45 litri tra l'acqua per il mash e l'acqua di sparge, con 7,7 Kg di grani abbiamo lasciato indietro 11 litri, 8 nelle trebbie e purtroppo 3 sotto al livello del rubinetto. Nonostante la modifica lasciamo ancora troppo mosto in fondo alla pentola. Per questa stagione non faremo ulteriori modifiche ma con la nuova stagione ad Ottobre sarà un'altra cosa su cui riflettere.
Sistemato la pentola da 50 litri sul fornellone ho riacceso e portato il mosto il bollitura. La luppolatura è stata modificata durante la cotta a causa del ritrovamento di Target. 

Così ho deciso di inserirlo al posto del Pilgrim, più per terminare il sacchetto aperto che per necessità. Questa modifica ha però alzato notevolmente l'amaro a causa della percentuale di alfa acidi più alta, facendo cresce l'IBU fino a 90. Unica gittata a inizio bollitura per l'amaro. Mentre per dare un pò di aroma, ho deciso di utilizzare il Saaz, a 10 minuti dalla fine. Classico luppolo di origine Ceca, adatto sopratutto per le Pilsner.
A 15 minuti dal termine dalla bollitura ho inserito la serpentina per sterilizzarla. Con le temperatura che salgono, il metodo di raffreddamento con la serpentina non è certo un mezzo efficace per raffreddare velocemente il mosto, ma è un sistema pratico, semplice e veloce da utilizzare.
Ci è voluto più di un ora per portare la temperatura sui 20°C. Prima di versare il mosto nel fermentatore ho eseguito il mulinello (Whirpool) per cercare di concentrare tutti i coni di luppolo al centro della pentola, insieme a qualche farina sfuggita dalle trebbie in fase di sparge. 

Ho lasciato riposare il tutto per una quindicina di minuti.
Siamo alla fine, pronti per versare questo prezioso nettare nero, nel fermentatore e inoculare il lievito.
Prima però verso un pò di mosto nella provetta per la misura della densità finale.
1068 quattro punti in meno di quello preventivato in ricetta, anche se poi alla fine abbiamo ottenuto 2 litri in più di mosto, portando l'efficienza al 78%, ancora un buon risultato. Siamo davvero alla fine non mi resta che aprire il rubinetto e cominciare a versare il mosto nel fermentatore. Un consiglio, aprite sempre poco il rubinetto, per evitare di creare un flusso troppo veloce che potrebbe aspirare materiale indesiderato dal fondo. Mentre il mosto scende e si comincia a riempire il fermentatore ne approfitto per assaggiarlo. Il colore è molto scuro, al gusto si sente subito l'amaro del luppolo e il torrefatto, alla fine in retrogusto si sente un amaro simile al cacao. Anche il corpo è rotondo e deciso, ottime caratteristiche per un mosto, vedremo come lo trasformerà il nostro lievito.

E' il momento del lievito. Ho scelto per rimanere sul classico il secco della Fermentis S-04, dal suo
Da qualche cotta ormai verso il lievito direttamente nel fermentatore senza reidratarlo. Ho visto che alla fine non cambia niente, anzi mi crea meno problemi a prepararlo.
Terminato di riempire il fermentatore, questa volta non l'ho sistemato in cantina, nella cella riscaldante, ma lo lasciato in garage, complice il rialzo termico che mantiene l'ambiente ad una temperatura tra i 16 e 18 gradi.
aroma fruttato classico delle birre inglesi.

Lunedì al rientro dal lavoro ho potuto verificare l'avvenuta fermentazione, il residuo di una cappello di schiuma ormai svanito che ha toccato il coperchio e il segno tangibile del lavoro dei nostri amici lieviti, il gorgogliatore che cantava alla grande denotando la piena fase tumultuosa. La temperatura del mosto ha raggiunto i 21°C nonostante i 18 gradi dell'ambiente circostante.
Il Martedì la fase tumultuosa è terminata, il gorgogliatore ora più tranquillo ha cominciato a lavorarsi gli zuccheri meno fermentabili. 
La temperatura si è assestata sui 20°C, mentre la temperatura ambientale è costante a 18°C.
Ora non resta che attendere qualche giorno prima del travaso e un paio di settimane prima dell'imbottigliamento.
Rimangono ancora gli ingredienti per altre tre birre e visto l'inesorabile scorrere del tempo dobbiamo
affrettarci per evitare di trovarci poi con le temperature ambientali troppo alte, e molto probabile che brasseremo già questa domenica. Per queste ultime cotte continueremo con il metodo classico, così da incrementare l'esperienza in questa tecnica e cercare di affinarla, ma queste saranno altre storie.


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