mercoledì 30 gennaio 2019

Due chiacchiere con la Malteria del Monferrato

Come mio solito sono stato alla Malteria del Monferrato per fare incetta di malto base, Pils e Pale Ale.
Ho colto l’occasione per fare due chiacchiere con Davide, titolare dell’attività.
Durante i mesi di convalescenza, dopo un infortunio al ginocchio di Davide, nel 2015 nasce la malteria del Monferrato. Davide mi spiega che il processo di maltificazione lo ha sempre affascinato e durante quei mesi si è documentato meglio e ha preso la decisione di avviare questa attività.
Il percorso non è stato immediato, prima di attivarsi in Italia ha sostenuto diversi stage ed approfondimenti in varie parti del mondo, Canada, Stati Uniti, Germania ecc. da dove ha appreso spunti e “trucchetti” per la produzione del malto.
Una volta rientrato in Italia, e dopo aver preso contatti con il CERB, nell’estate del 2017 parte il progetto Malteria del Monferrato.
Un percorso non immediato in quanto si sono dovute individuare le aziende locali che fossero interessate a produrre l’orzo secondo un rigido capitolato tecnico.
Al momento una quindicina di aziende hanno aderito al progetto e producono orzo distico che, con le sue sapienti conoscenze, Davide lavora per grandi e piccoli produttori di birra.
Al momento la lavorazione avviene con appositi macchinari, ma il sogno e quello di realizzare parte del prodotto direttamente a terra come si faceva una volta.
Bene adesso che conosciamo l’azienda è giunto il momento di carpire anche noi qualche “segreto” del malto. 
Esiste la macinazione perfetta?
No, o meglio non credo. Ogni macinazione deve essere regolata in funzione del produttore da cui si compra il prodotto e dai diversi lotti. In ogni caso il chicco deve avere dimensioni minime di 2,5mm e quindi tarando il mulino, considerando questo valore, bene o male i chicchi vengono aperti. Ricordo di non esagerare per non polverizzarlo.

Meglio macinare a umido o a secco?
Ma guarda tutte e due le procedure hanno dei pro e dei contro. La macinatura ad umido ha una migliore reazione nello spezzamento ma va da se che una volta bagnato il malto deve essere utilizzato. Mentre a secco hai maggiori problemi di polverizzazione ma riesci a conservarlo meglio una volta macinato.

Perfetto, una volta macinato, a secco, il malto quanto si conserva e come?
Una volta macinato il malto deve essere conservato ben chiuso ed in un locale fresco ed asciutto, e comunque entro 48 ore deve essere utilizzato per evitare che si ossidi.

Come possiamo conservare in modo corretto il malto a casa Nostra?
Il grado di umidità del malto deve essere mantenuto tra il 4 e il 5%. Per fare ciò i birrifici hanno dei locali con temperatura e grado di umidità costantemente controllati. Capisco che in casa questo non sia possibile ma è sufficiente tenere sempre ben chiusa la confezione e ricoverare il prodotto in un locale fresco e asciutto. Nel caso in cui il malto dovesse prendere eccessiva umidità, tra il 6 e l’8%, si potrebbe avere una resa inferiore alle aspettative. Oltre cercate un parente con le galline.

Sicuramente queste due righe non possono essere esaustive sul mondo del malto, ma spero di aver chiarito alcuni dei dubbi che avevo anche io.

a cura di:

Corrado Angeloni 49 anni, professione progettista di impianti elettrici. Nel novembre 2017 organizzatore della manifestazione torinese Birrafacendo. Dal 2018 birrifica con il metodo classico 3 pentole. Si occupa della produzione di birra casalinga.

lunedì 28 gennaio 2019

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 3)

Disclaimer
In questo articolo vediamo come è possibile automatizzare un impianto di birra. Sono richieste competenze elettriche e si usa la corrente a 220 Volt, è molto pericoloso, fatelo soltanto se siete elettricisti o se siete assistiti da personale competente! 
SignorMalto non si prende nessuna responsabilità in caso di incidenti domestici.

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 3)

Entriamo ora nella terza ed ultima parte di questo processo di automazione ossia nell’implementazione di un software che possa leggere le temperature della nostra sonda e che possa leggere e scrivere sui nostri relè. Ovviamente in questa fase è necessaria una conoscenza di un qualsiasi linguaggio di programmazione e la scelta del linguaggio va un attimo pensata e ponderata. Io programmo da circa 30 anni (mamma mia come passano gli anni) e ho sempre avuto la convinzione che un linguaggio vale l’altro, l’importante è che il software faccia il compito per il quale è nato, tuttavia questa volta non è proprio cosi…
Vi riporto alcuni pensieri che ho fatto sulle diverse tecnologie, ovviamente sono pareri personali dove altri informatici potrebbero non essere d’accordo con me. 
  • Interfaccia WEB: oggi vanno molto di moda e molti sanno programmare per il web, tuttavia una soluzione del genere richiede l’installazione di un server web su un raspberry. Tecnicamente la cosa è possibile, sul raspberry è possibile un server LAMP (Linux Apache MySQL PHP) però pretendere che con l’hardware limitato che ha, abbia anche delle buone prestazioni sarebbe chiedere troppo. Dall’altra parte se per leggere la temperatura, valutare se spegnere la resistenza elettrica e successivamente spegnere la resistenza elettrica richiedesse del tempo di latenza alto, pensiamo anche solo 6 secondi (che sono 2 secondi per attività) per lo scopo che abbiamo potrebbe essere troppo. 
  • Python : E’ un linguaggio di programmazione molto usato in questi anni grazie alla sua semplicità, tuttavia ho scartato questa opzione perchè non ha la possibilità in maniera nativa di creare interfacce grafiche (a meno di non fare salti pirotecnici creando interfacce WEB ma si torna al punto precedente), altro vincolo, questo linguaggio rientra nella categoria dei linguaggi interpretati che richiede un framework per girare quindi anche in questo caso non è il massimo come performance. 
  • Linguaggi compilati: Cadono in questa categoria tutti quei linguaggi che una volta compilati generano codice macchina (i file .exe per Windows o binari per Linux). Sono linguaggi compilati linguaggi come il C/C++, Pascal etc. Va da sé che da un punto di vista delle performance questa sia la soluzione migliore. 
La mia scelta è caduta sull’uso del Pascal (che non è più il vecchio Pascal degli anni ‘90) appunto perchè è un linguaggio compilato e perchè ho usato questo linguaggio a livelli professionali per anni quindi lo conosco molto bene.
Per il mondo Linux (quindi per il raspberry) esiste un progetto open source clone del più famoso Delphi che si chiama Lazarus (link : https://www.lazarus-ide.org/) è un progetto maturo ed io lo uso tuttora al lavoro perchè mi permette di creare interfacce grafiche con estrema facilità e la libertà di programmare in Pascal. Un’altra alternativa valida potrebbe essere la programmazione C/C++, ma questa l’ho scartata perchè non ho esperienza nella creazione di interfacce grafiche con questo linguaggio. 

Entriamo nel merito dell’interfaccia grafica, all’avvio del software viene selezionata la ricetta (precedentemente inserita) e verranno visualizzati i vari step di Mash


nell’esempio, la mia Weiss esegue i seguenti step di mash: 
  • 5 minuti a 54 gradi 
  • 30 minuti a 63 gradi 
  • 30 minuti a 68 gradi 
  • 10 minuti a 78 gradi
La temperatura dell’acqua di sparge è settata a 78 gradi e il tempo di bollitura è 60 minuti.
Una volta che sono stati settati i parametri apparirà la seconda videata, quella della cotta


Nella parte superiore è visibile la temperatura dell’acqua o del mosto con il relativo valore settato. Cliccando il tasto a destra “Start Mash” inizierà la fase di mash portando la temperatura al valore settato (nell’esempio 54 gradi). Durante tutta la fase di Mash e bollitura verrà graficato la temperatura, questo è molto utile perchè si vedrà se ci sono dei cali termici
Non mancano ovviamente alcuni tasti fondamentali, come il tasto di emergenza dove si spengono tutte le resistenze, o pulsanti per accendere o spegnere la singola resistenza.
Altra caratteristica utile è la visualizzazione del tempo impiegato nella cotta, dal momento che si preme il tasto Start Mash fino alla fine del fase di bollitura. Io faccio cotte da 15 litri e ci metto 3 ore e 20 minuti, naturalmente poi va aggiunto il tempo di raffreddamento mosto e travaso nel fermentatore.

Codice
Mostrare e spiegare tutto il codice in un singolo articolo è una impresa impossibile, ad ogni modo per chi fosse curioso o volesse collaborare alla stesura di questo progetto mi può contattare privatamente, al momento attuale il codice è eternamente “work in progress” tuttavia ho una versione stabile e una in sviluppo che conta ormai oltre 1200 righe di istruzioni. Le parti fondamentali sono leggere la temperatura della sonda e scrivere il valore 0 o 1 sui relè (con 0 si apre il circuito quindi si spegne la resistenza con 1 l’opposto). Vediamo qualche pezzo di codice che reputo interessante al fine della birrificazione.
Per quanto riguarda la temperatura, io ho fatto una sola funzione che prende come input la sonda alla quale siamo interessati di leggere il valore, questo comporta che quando si chiama la funziona bisogna sapere quale pin della GPIO (trattato nel precedente articolo) vogliamo leggere.



In maniera analoga, quando vogliamo spegnere una resistenza ho implementato una funzione che prende in input la resistenza e il suo valore (OFF)








Caso diverso invece quando vogliamo accendere una resistenza, in un caso siffatto prima è necessario spegnere tutte le altre resistenza (ad esclusione della pompa), diversamente si supera il voltaggio che ho a disposizione in casa e questo mi farebbe saltare la corrente. 



Infine questo codice mostra come viene eseguito il controllo in fase di Mash, se la temperatura corrente è uguale o maggiore di quella impostata allora viene spenta la resistenza di Mash. Qua va tenuto presente un aspetto che forse migliorerà in futuro, al momento attuale ogni 20 secondi leggo la temperatura e valuto il da farsi, questo comporta che la resistenza potrebbe essere stata accesa per 19 secondi oltre la temperatura impostata, da aggiungere che al suo spegnimento esiste comunque un aumento della temperatura dovuto al fatto che la resistenza resta calda per un certo arco temporale. Al momento mi regolo ad occhio, se voglio impostare 53 gradi, io setto 52 o 51. 


Conclusioni
E’ una passione e un bellissimo passatempo, da soddisfazione vedere la produzione di birra in modo automatizzato e sapere di aver creato il tutto da zero. Come dicevo il software cambia di cotta in cotta e per testarlo, evitando di usare pentole e litri di acqua, alla presa attacco 4 lampadine che si accendono e spengono (simulando di fatto l’accensione o lo spegnimento delle resistenze). Per testarlo in tempi celeri, ho una cotta di test dove gli step di Mash sono solo 2 entrambi di un minuto e le temperature sono di 20 e 25 gradi (velocemente raggiungibili da una lampadina) e il boil è settato a 30 gradi dalla durata di un minuto. In questo modo la cotta di test dura 4 o 5 minuti e so se il software funziona o meno. Inutile nascondere che un po’ di agitazione il giorno della cotta c’è.

a cura di:
Stefano cresciuto in un paesino della provincia bergamasca, nella vita si occupa di Sicurezza Informatica ed ha voluto unire le sue competenze professionali con il suo hobby di Homebrewing. Birrifica dal 2017 con metodo All Grain classico con i tre tini. Da questa passione ha scoperto la bontà delle birre ambrate.
Ha un sito internet. http://www.stefanolorenzi.org/site/ 
Si occupa, all'interno del Gruppo, della parte informatica del processo di produzione e gestione della fermentazione con spiegazioni di programmazione e sviluppo di app.






sabato 26 gennaio 2019

Grainfather Controller Bluetooth - Il Video

Anche questo sabato ci tiene compagnia Michele con un nuovo video dedicato al Grainfather. 
Questa volta ci parla del controller bluetooth. Un video specifico sulla programmazione del controller con esempio pratico di impostazione di una cotta. Presentazione della modalità ritardata utile quando si vuole avere alla mattina a disposizione l'acqua alla temperatura di mash.
In realtà questa è una prima parte perchè sabato prossimo completerà il video con una importazione di ricetta dall'app Brewfather tramite il soft Grainfather direttamente nel controller.
Se avete dubbi scrivete a signormalto@gmail.com
Buona Visione.

Link diretto: https://youtu.be/vIcTpz4h78k



martedì 22 gennaio 2019

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 2)



Disclaimer
In questo articolo vediamo come è possibile automatizzare un impianto di birra. Sono richieste competenze elettriche e si usa la corrente a 220 Volt, è molto pericoloso, fatelo soltanto se siete elettricisti o se siete assistiti da personale competente! 
SignorMalto non si prende nessuna responsabilità in caso di incidenti domestici.

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 2)
In questa seconda parte entreremo nel vivo dello “smanettamento” hardware e nel prossimo post entreremo nel vivo nella parte software. Va da sè che smanettare con l’hardware del Raspberry richiede alcune nozioni sia del sistema operativo Linux sia di un po’ di elettronica, ad ogni modo chi necessita di chiarimenti può contattarmi. Resta chiaro che questa è la parte più “pericolosa” quindi ci tengo a sottolineare il Disclaimer sopra. In questa fase si lavora con la corrente, quindi non prendete sottogamba nulla, dovete lavorare in massima sicurezza. 
Come sappiamo la cosa più importante nella fase di birrificazione è garantire gli step di ammostamento, quindi la prima cosa di cui ci dobbiamo occupare è saper leggere le temperature dal nostro Raspberry. Dopo diverse ricerche io ho optato per le sonde ds18b20 dell’azienda AZDelivery facilmente reperibili su Amazon 
esistono principalmente due versioni, quella water-proof ( a prova d’acqua) e una versione che non resiste all’acqua, a noi ovviamente serve la prima. 
L’immagine sotto a sinistra mostra i collegamenti alla GPIO del raspberry (poi spiego cosa è), senza entrare in tecnicismi dovete mettere la resistenza da 4.7 OHM, semplificando al massimo (elettricisti perdonatemi per la superficialità) la resistenza ha il compito di trattenere della corrente, che se arrivasse tutta alla sonda verrebbe bruciata perchè non potrebbe reggere a quel carico (a me è successo), non entro nello specifico del perchè da 4.7 OHM, fidatevi. 
Mentre la foto qui sotto mostra il mio circuito saldato (non sono un bravo saldatore)

GPIO
Le GPIO sono collegate direttamente ai pin del processore e non sono protette.
In uscita forniscono una tensione di 3.3v e in ingresso non sono tolleranti ai 5v.
Fate molta attenzione, sbagliare i collegamenti può comportare danni irreparabili al vostro Raspberry.
Il cavo rosso, porta corrente, mentre il cavo blu è la massa infine il cavo giallo è dove si andrà a leggere il dato. Ripeto è fondamentale tra il cavo giallo e il cavo rosso mettere la resistenza di 4.7 OHM, diversamente brucerete la resistenza. 
In fase di test è possibile usare le basette elettriche, ma non pensateci nemmeno un secondo ad usarle per la birrificazione, usatele solamente in fase di test per leggere le temperature, poi sarà necessario saldare il circuito elettrico che darà maggior garanzie di tenuta. I fili dalle basette si staccano con troppa semplicità, mettendo a rischio la possibilità di leggere il valore, per questo motivo sarà necessario, finiti i test saldare il circuito. 
Fatto questo potete dare i comandi che vedete nell’immagine sotto, nel percorso /sys/bus/w1/devices verrà creata una cartella con nome 28-00000XXXXXXXX che riporterà il numero della vostra sonda. A questo punto viene creato un file w1_slave con la vostra temperature, sia in formato esadecimale che in formato “numerico” intero nel caso specifico il numero è 28625 che corrisponde a 28,625 gradi Celsius. Fate delle prove usando acqua calda e acqua fredda e vedete che la temperatura si aggiornerà (mi pare una volta al secondo)



I relay
Ancora una volta voglio ricordare la pericolosità di questa operazione, se nella parte precedente si rischia di bruciare una sonda o il raspberry, qua avremo a che fare con la corrente a 220 Volt per questo motivo fate moltissima attenzione!!!
I relè sono degli apparecchi che possono aprire o chiudere un circuito elettrico. Nel primo caso la corrente verrà interrotta, mentre nel secondo la corrente passerà, vengono chiamati Normalmente Aperti o Normalmente Chiusi. Quindi il primo consiglio è quello di usare relè normalmente aperti, in questo modo la corrente non passerà e il nostro impianto anche se attacchiamo la spina non funzionerà finchè non diremo al relè di chiudersi. Altra cosa importante, non tutti i relè sono uguali, esistono da diversi amperaggi, il relay che io ho usato è il seguente (25A/250V). Se ben ricordo costano 6 euro l’uno su Amazon.

Impianto Finito
L’immagine sotto mostra l’impianto finito, nella sua prima versione, al momento attuale sto lavorando sulla seconda versione che mostrerò le foto nel prossimo articolo. 
Come vedete in alto c’è il Raspberry e a sinistra i 4 Relays (Mash, Sparge, Pompa e Boil) e a sinistra l’impianto saldato per le sonde.
Per motivi di sicurezza sui relay ho messo del nastro isolante inoltre come doppia sicurezza ho messo una copertura in plastica. Questa doppia sicurezza serve per evitare che accidentalmente qualcuno tocchi la parte dove passa la corrente a 220V.
In realtà non sono strettamente necessari 4 relè, perchè quando inizia il boil, non vi serve più lo sparge e il Mash quindi ne basterebbero 3 (addirittura due se non avete la pompa).
Per questo motivo io ho due sonde, perchè per il boil uso la sonda dello sparge.
Insomma, c’è la possibilità di creare un impianto molto modulare e flessibile.



a cura di:
Stefano cresciuto in un paesino della provincia bergamasca, nella vita si occupa di Sicurezza Informatica ed ha voluto unire le sue competenze professionali con il suo hobby di Homebrewing. Birrifica dal 2017 con metodo All Grain classico con i tre tini. Da questa passione ha scoperto la bontà delle birre ambrate.
Ha un sito internet. http://www.stefanolorenzi.org/site/ 
Si occupa, all'interno del Gruppo, della parte informatica del processo di produzione e gestione della fermentazione con spiegazioni di programmazione e sviluppo di app.


lunedì 21 gennaio 2019

Aggiornamento organico Gruppo Signormalto

Cari Amici e simpatizzanti del Signormalto, sono qui a comunicarvi con questo breve post che c'è stato un cambiamento nell'organico del Gruppo Signormalto. 
Diego purtroppo per questioni di salute non può più fare parte del Gruppo, lasciando di fatto il posto a Corrado che si occuperà di produzione di birra casalinga.
A Diego va tutto il nostro augurio e un in bocca al lupo siamo certi che a breve riprenderai il Tuo posto.

sabato 19 gennaio 2019

Unboxing Grainfather il video

Michele torna a trovarci, dopo il video recensione del termoregolatore InkBird ITC 308-S ci presenta il Grainfather impianto All in One per la produzione di birra casalinga con metodo All Grain.
Il video presenta in ogni sua parte la macchina.
Può essere interessante per tutti ma soprattutto per chi non ha ancora deciso che impianto acquistare, Il Grainfather risulta ad oggi la migliore soluzione qualità prezzo presente sul mercato.
Naturalmente Michele ci presenterà in seguito cotte con il GF proprio per farci scoprire anche il suo funzionamento.
Non ci resta che goderci questo nuovo video di Michele ProjectZero.
Buona Visione.

link diretto al video https://youtu.be/LlEzQo4EGO8


giovedì 17 gennaio 2019

Sei un vero HB?










Secondo articolo del gruppo. Questa volta è Lorenzo a tenerci compagnia con qualcosa di insolito per il nostro blog, una simpatica presa in giro di noi birraioli casalinghi.


Iscrivi i tuoi figli ai BoyStout…..
Essendo stato al posto di Hitler avresti alzato il braccio destro e urlato “Rauch!!!”
Se fossi stato al posto di Gesù avresti preteso oro incenso e birra…..
Se fossi stato al posto di Che Guevara avresti urlato “Asta la victoria Sieerra Nevada"…
Se fossi stato un regista avresti girato "Il malto verde"…
Se fossi stato Kurt Vonnegut avresti scritto "Maltatoio n.5"
Se fossi stato un fumettista avresti disegnato Corto Maltosio….
Se fossi stato un musicista avresti cantato No Woman no Kriek
Quando sei dal benzinaio chiedi rigorosamente una verde alla spina….
Quando ti deodori l’ascella fai una gittata d’aroma…..tanto per stare tranquillo
….Ti sei graduato il pisello…...la famosa asta graduata……
Quando ti tuffi in piscina ti infili in una mega calza di cotone…
...Non trovando da nessuna parte il corpo dei BoyStout per i tuoi figli cerchi almeno gli Imperial Scout………...
.......Per freddare il brodo introduci una mini serpentina in rame
Quando vai a farti la doccia gridi a tua moglie: "Cara vado a fare un po’ di sparge!"
Quando vai a casa di amici te ne ritorni sempre con la bottiglia di spumantino vuota.
Quando alle due di notte di un freddo inverno ti ritrovi a mettere la copertina di pile al tuo fermentatore.
Quando alla terza IPA ne prendi una quarta giusto per capire il bilanciamento luppolo malto.
Quando sei malto da legare……
Quando fai colazione con i kellogs e pensi al loro potere estrattivo.
Quando vai al brico per comprare un sacchetto di terra ti ritrovi con qualche tubo inox e raccordi nuovi dimenticandoti della terra.
Quando le presine in silicone di tua moglie sono tutte bucherellate….
Quando dal muro di cinta del giardino togli la buganville regalata dalla suocera per il tuo matrimonio dicendo a tua moglie di aver trovato un nuovo tipo di siepe africana stupenda di nome humulus lupulus
Quando ti fai un joint con gli amici pensi se l’erba sarebbe meglio buttarla a 60” oppure a 15”
Quando ti fai una birra con gli amici pensi che l’erba di prima era meglio buttarla a 0”
Quando gli amici parlano della loro prima cotta e tu rispondi: la mia era rossa…….
Quando dovendo scegliere tra una pessima serata con buona birra e una ottima serata con peroni ti ritrovi a casa a compilare la scheda gustativa della tua ultima creatura a luppolatura continua. 
Quando scrivi idiozie con pretese comiche e con la mente stai valutando se aprire la Sierra Harvest o la imperial di Toccalmatto
Quando avendo deciso, aperto e scolato la Sierra Nevada pensi che non puoi di certo fare un torto alla imperial di Toccalmatto. Tutto sommato stai solo degustando…
Quando vuoi fare l’amore con tua moglie dici: cara ci inoculiamo?
Dopo che hai inoculato tua moglie apri le finestre per ossigenarla… 
Quando a fine pasti bevi un amaro tenti di calcolarne le ibu….
Quando a fine pasti bevi un altro amaro tenti di calcolarne gli srm
Quando ti fai una moka e burtonizzi l’acqua per estrarre più caffeina.
Quando ti fai un caffè e lo butti dentro un fermentatore mentre bevi una stout….
Quando ti chiedono la cittadinanza e scrivi “IPAlia”……
Quando ti chiedono il luogo di nascita e scrivi "ARoma"….
Quando guardi un campo fiorito e pensi al Sorachi Ace
Quando fai la colazione del campione ( io l’ho fatta e voi?)
Quando mora rossa e bionda hanno per te almeno due significati
Quando stai con una bionda e pensi se dio l’abbia mai lagherizzata….
Quando sei sorpreso esclami: “Opperbacco”!!!!
Quando è la tua mano i tuoi amici esclamano “Toccalmatto”!!!
Quando baci una donna tenti di calcolarne le ibu
Quando scrivi idiozie che solo una altro hb potrebbe trovare simpatiche...


Lorenzo

Scritto da: 
Lorenzo Romano, anni quarantadue lavora nel settore del trasporto aereo. Divide la sua vita tra mille hobby, dall’home brewing alle arti marziali, passando per la fotografia e la lettura….
All'interno del Gruppo Signormalto si occupa della letteratura del mondo della birra e di narrarci qualche storia.

martedì 15 gennaio 2019

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 1)

Primo articolo del Gruppo. E' toccato a Stefano cominciare con una interessante prima parte.
Che questo sia il primo di una lunga serie di post per una condivisione a 360°
In bocca al lupo Gruppo! 
                                                                                            - SignorMalto

Disclaimer
In questo articolo vediamo come è possibile automatizzare un impianto di birra. Sono richieste competenze elettriche e si usa la corrente a 220 Volt, è molto pericoloso fatelo soltanto se siete elettricisti o se siete assistiti da personale competente!
SignorMalto non si prende nessuna responsabilità in caso di incidenti domestici.

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 1)
E’ da circa un anno che sono passato al metodo All Grain con il metodo classico dei 3 tini, e come credo tutti gli homebrewer dopo diversi esperimenti (seppur più o meno riusciti) mi sono accorto che contrariamente a quello che pensavo, fare birra è relativamente facile, riprodurla è l’aspetto più complesso.
Facevo birra sul classico fornello di casa e mantenere la temperatura desiderata nei vari step, gioco-forza richiede l’accensione e lo spegnimento continuo del gas. Quindi è inutile negare che ripetere esattamente gli stessi passi, rispettando i tempi e la temperatura degli step è davvero impossibile, 5 minuti in più o in meno di uno step può influire parecchio sul prodotto finito, anche la temperatura rilevata in maniera non regolare mi portava facilmente ad errori sforando di un paio di gradi la temperatura prevista, incidendo sulla ricetta.
Mi sono guardato attorno e ho visto molte soluzioni, alcune già fatte, come la soluzione grainfather, che di fatto al suo interno ha un sistema Arduino che automatizza il processo. Su youtube ho visto che molti utilizzano un sistema PID, ma io volevo qualcosa di diverso, qualcosa che potesse andare oltre e soprattutto potessi riciclare nel momento in cui cambiassi impianto.
Che differenza c’è tra un Arduino e un Raspberry?
Si assomigliano e costano più o meno la stessa cifra (35 euro), ma sono due cose completamente differenti, Arduino è un microcontrollore mentre Raspberry è un microprocessore. Semplificando di molto possiamo sostenere che il primo gli si installa sopra un solo software e tramite l’hardware di Arduino è possibile controllare un circuito elettrico, mentre il secondo è un PC a tutti gli effetti, certo con prestazioni limitate rispetto ai vostri PC di casa, ma ha al suo interno un sistema operativo (basato su linux) e moltissime applicazioni. Come tutti i PC può eseguire più software contemporaneamente. molti di si chiederanno perchè non usare direttamente un PC normale che abbiamo già in casa? Risposta semplice, il Raspberry nonostante il suo basso costo ha un peculiarità che i PC tradizionali non hanno, ossia GPIO.
Le GPIO, sono quegli “spuntoni” che si vedono in foto e permettono attraverso dei cavi elettrici di comandare un impianto elettrico/elettronico cosa non possibile con i PC tradizionali.
Fu così che ho deciso di mettere insieme la mia esperienza di informatico e la passione brassicola automatizzando il processo. Inizialmente pensavo di automatizzare solo gli step di Mash, ma poi l’appetito viene mangiando ed allora ho continuato (e continuo tuttora) a inserire funzioni che ritengo comode.
Vediamo lo schema concettuale di come funziona dal “basso” verso “l’alto” questo sistema.
  • Le pentole hanno una resistenza elettrica al proprio interno 
  • La resistenza elettrica è collegata a una presa elettrica 
  • Un relay fa passare o meno corrente elettrica all’interno della presa 
  • Il Raspberry manda un segnale al relay che può essere 1 (acceso) o 0 (spento). Accendendo o spegnendo di fatto le prese elettriche. 
  • Un software che legge il valore della temperatura del mosto e in base ad essa decide se accendere o meno il relay 
Vediamo ora uno schema logico dell’impianto, ma stavolta dall’alto verso il basso.

Quindi se il software è sufficientemente intelligente (al momento non lo è ancora) a fine Mash in automatico parte la pompa prelevando il mosto dalla pentola di Mash e lo travasa nella pentola di Boil, finito questa operazione prende l’acqua di Sparge e la mette nella pentola di Mash per il risciacquo delle trebbie e dopo 10 minuti riporta quest’altro mosto nella pentola di Boil ed infine spegne la resistenza di Mash e accende quella di Boil.

Caratteristiche tecniche e vincoli
Partiamo dalle resistenze elettriche, quella di Mash e di Boil sono costose perchè devono avere la caratteristica che il mosto non si appiccichi alla resistenza elettrica, mentre quella di sparge può essere la classica resistenza dei boiler elettrici, qua nasce il primo vincolo, le resistenze di Mash e Boil sono da 2100 W mentre quella di Sparge è da 2500 W, come il 95% delle persone, il contatore di casa dopo i 3000W salta la corrente, che fare? E’ qua che entra in gioco il software che in maniera intelligente accende e spegne i relay. Durante la pausa di Mash, spegne la resistenza e accende quella di Sparge. La resistenza di Sparge entra in funzione SOLTANTO se la resistenza di Mash non è in funzione e viene interrotta soltanto durante le soste di step.
Facciamo un esempio.
A inizio cotta si accende soltanto la resistenza di Mash e la pompa per il ricircolo dell’acqua, arrivata a 52 gradi c’è una sosta di 10 minuti, durante questi 10 minuti la resistenza è spenta, quindi può partire la resistenza di Sparge. Ultimati i 10 minuti si spegne quella la resistenza di sparge e si attiva quella di Mash. Ovviamente se durante la pausa di Mash c’è dispersione termica la priorità l’ha sempre la pentola di Mash, quindi si spegne lo sparge e si riattiva quella di Mash. E cosi via…

Quali sono i costi?
Spero che mia moglie non legga mai questo post… Come tutte le passioni hanno dei costi, vediamoli in dettaglio.

MaterialeRivenditoreCosto
raspberryAmazon35
2 Resistenze elettricheGandolfi88
1 Resistenza elettricaBirramia10
4 relayAmazon24
PompaBirramia60
2 sonde per temperaturaAmazon12
Materiale elettrico

30

Siamo a 260 Euro (259 per la precisione) a questi soldi bisogna aggiungere altro come il pezzo di compensato per fissare il tutto, il pezzo di ferro per appenderlo al muro, etc.
Non vi so dire se economicamente vale la pena, certo quando io lo vedo funzionare e dico che l’ho fatto io, non ha prezzo. Penso che da un punto di vista economico, il vero risparmio sta che si ricicla qualora cambiassi sistema. Al momento, per via delle pentole che ho (riciclate dalla mamma) posso produrre 15 litri di birra da 5% meno se aumento la gradazione (diminuisce acqua e aumentano i grani). Ho messo in preventivo l’acquisto di una pentola da 50 L per il Mash (quella di oggi è di 20), ma mi basterà bucare la pentola e riciclare dalla vecchia la resistenza e il filtro Bazooka, poi l’impianto resta lo stesso. Da una mia personale stima penso che le resistenze elettriche presenti nella pentole vanno bene fino ad un litraggio di 50 litri che per essere una produzione casalinga dovrebbe essere più che sufficiente.
Conclusioni
Con il post di oggi abbiamo visto l’impianto di massima come lavora, Nel prossimo post entriamo nel merito di come leggere e scrivere i valori delle sonde di temperatura e come impostare i relay dal Raspberry, infine in una terza parte vedremo come funziona il software.
Per chi volesse contribuire allo sviluppo di questo impianto può ovviamente contattarmi.


Stefano cresciuto in un paesino della provincia bergamasca, nella vita si occupa di Sicurezza Informatica ed ha voluto unire le sue competenze professionali con il suo hobby di Homebrewing. Birrifica dal 2017 con metodo All Grain classico con i tre tini. Da questa passione ha scoperto la bontà delle birre ambrate.
Ha un sito internet. http://www.stefanolorenzi.org/site/ 
Si occupa, all'interno del Gruppo, della parte informatica del processo di produzione e gestione della fermentazione con spiegazioni di programmazione e sviluppo di app.


sabato 12 gennaio 2019

Video Birra - Recensione InkBird ITC 308-S

Michele torna a trovarci, dopo il video di presentazione dell’applicazione Brewfather, è il turno di una recensione. Si tratta del termoregolatore InkBird ITC 308-S.
Il video si sviluppa su tre piani: il piano iniziale di presentazione del termoregolatore, un secondo piano dedicato alla presentazione e all'illustrazione del funzionamento.
In anteprima ieri era uscito un post riassuntivo che potete trovare qui: https://signormalto.blogspot.com/2019/01/dopo-il-video-di-presentazione.html
Non ci resta che goderci questo nuovo video di Michele ProjectZero.
Buona Visione.


venerdì 11 gennaio 2019

Recensione InkBird ITC-308 S

Dopo il video di presentazione dell’applicazione Brewfather, oggi rivolgiamo l’attenzione verso uno strumento rivolto a coloro i quali pongono l’attenzione alla fase di fermentazione ed in particolare alla corretta gestione della temperatura. 
Si tratta del termostato ITC-308S dell’azienda Cinese InkBird.
In circolazione esistono numerose soluzioni per rilevare e gestire la temperatura del mosto in fermentazione e il più conosciuto e diffuso rimane l’STC-1000, che grazie al costo che si aggira attorno ai 15€ è molto apprezzato da chi ha un budget limitato ed è amante del “fai da te”. Infatti STC-1000 è si economico, ma necessita di un cablaggio completo.
Inkbird ITC-308S è un termostato termoregolatore digitale già interamente cablato. 
La semplicità d'uso e l'essere "Plug and Play" (pronto all'uso) unitamente alla doppia uscita, ne consente la connessione simultanea a dispositivi di raffreddamento e riscaldamento.
E’ dotato di un doppio display LED, con possibilità di scegliere la scala delle temperatura tra Centigrada e Fahrenheit e un intervallo di regolazione della temperatura: -50~99 °C.
L’ Inkbird ITC-308S è dotato di protezione per i refrigeratori a compressore, allarme di temperatura (minima e massima) e di un allarme per sensore guasto. Caratteristiche, queste, che lo rendono più affidabile e sicuro.
E’ disponibile nella versione con sonda standard da 1,97” con un costo che si aggira attorno ai 39€, oppure nella versione con sonda lunga da 12” in acciaio inossidabile al costo di circa 45€(Quest’ultima configurazione è quella visibile nella video recensione).
Dal nostro punto di vista il costo di questo strumento vale decisamente tutti i soldi spesi per le seguenti motivazioni:
Sistema già interamente cablato e pronto all’uso; 
Da alcune prove effettuate la rilevazione della temperatura sembra estremamente precisa; 
Possibilità di utilizzare una sonda lunga, molto più pratica rispetto a quella corta.
Domani andrà in onda il video della recensione sul canale video. https://youtu.be/tTeKgb_10R8




Michele giovane bresciano che ha sposato la mission del Signormalto, condivisione delle proprie esperienze. 
Si occupa della parte che mancava al gruppo, una parte più didattica, con post e video specifici sia delle proprie esperienze, sia di far conoscere argomenti basilari nella cultura birraria.

martedì 8 gennaio 2019

Gruppo Birrario Signormalto

Enrico
Cari Amici birraioli casalinghi, questo nuovo anno ci porterà un bel pò di novità. Qualcosa avete già scoperto con l'ingresso di Michele nel Signormalto, ma le novità non si fermano qui.
Andrea
Il nuovo anno ci ha portato altri amici che formano un gruppo di persone che condivideranno le loro esperienze con Voi. Si chiamerà GBS - Gruppo Birrario Signormalto.
Il gruppo avrà una pagina dedicata dal menu con la dicitura GRUPPO.
Michele
La pagina conterrà tutti gli articoli divisi per sezione a cui fa capo un argomento specifico.
Esempio Stefano (così cominciate a conoscere qualche nome) si occuperà dell'informatica applicata al processo brassicolo mentre Diego si occuperà di produzione con metodo BIAB. Antonio si occuperà della produzione di birra artigianale, visto che collabora con il Birrificio del Sannio. Lorenzo invece è il cantastorie del Gruppo e oltre a post su impianti All Grain ci terrà compagnia con le sue storie, qualcosa di diverso dai soliti post, naturalmente sempre a sfondo birrario, Joseph si occuperà di produzione con Kit e metodo E+G.
Stefano
Ognuno di loro si occuperà della propria sezione proponendo articoli e video. 
Antonio
Gli articoli saranno pubblicati nel blog e poi saranno archiviati nel menu GRUPPO dove potrete trovare così più facilmente tutti gli articoli del Gruppo.
Abbiamo altri amici che hanno dato la loro disponibilità stiamo vagliando le candidature per evitare di trovarci poi con troppo caos. Preferiamo non superare i 5 - 6 collaboratori oltre a Michele e noi.
Inizialmente farò da supervisore diciamo così poi quando le cose saranno ben oliate allora ognuno gestirà la propria sezione. Se la cosa decolla successivamente Michele sarà il referente del gruppo in caso di necessità e diventerà a tutti gli effetti il coordinatore. Ma questo dopo una fase di rodaggio di almeno un anno.
Lorenzo
Joseph
Pensiamo così di ampliare il nostro modo di condividere esperienze dando una nuova e più completa informazione, dove convogliare esperienze di altri sui nostri canali.
Le premesse per una nuova storia ci sono tutte, speriamo di avere un pò più di successo di altre iniziative mai decollate come la mostra fotografica o la sezione Birr@rte.
Ma le novità non finiscono qui, Andrea si occuperà di fare un pò di video tutorial rivolti ai neofiti puri con video dedicati a come iniziare a fare birra partendo dalle cose più semplici. Un corso di base 1° Livello tanto per capirci. Curerà direttamente lui lo sviluppo dei video.
Davide
Come vedete nonostante tutto stiamo cercando di ampliare il materiale condiviso e grazie al aiuto dei nuovi collaboratori siamo convinti di riuscire a portare avanti questo progetto.
Corrado
Vorrei ringraziare pubblicamente in prima luogo Michele, che con il tempo prenderà sempre più responsabilità all'interno del gruppo per raggiungere un livello gestionale
completo, poi ringrazio chi ha deciso di aiutarci dandoci il suo contributo, Stefano, Diego, Antonio, Lorenzo, Joseph e Davide, Corrado e Flavio per condividere nuove esperienze brassicole e metterle a disposizione di tutti.
Flavio
Pensiamo che sia una ottima iniziativa che possa così oltre che avvicinare sempre un numero maggiori di appassionati ma soprattutto di trattenere qualcuno in più a stare con noi.
Restate sintonizzati per gustare queste novità del nuovo anno, queste sono altre storie.... nuove.

sabato 5 gennaio 2019

Video Birra - Golden Ale Easy Grain con sparge

Le feste sono già finite si torna alla normalità sicuramente molto più leggeri di portafogli ma ricchi dei doni regalati e ricevuti, torniamo a Voi con un interessante cotta fatta con l'impianto All in One Easy Grain.
Si tratta di una Golden Ale dal profilo internazionale per gli ingredienti usati.
Questa volta l'Easy Grain è stato utilizzato, al contrario della American Stout fatta con il metodo BIAB,  con il metodo classico cioè con il lavaggio delle trebbie o sparge.
L'impianto non ha lavorato bene. Utilizzando volumi così bassi, non è stata una buona idea tenere la resistenza al massimo sempre. Andate a rileggervi la cronaca sul blog uscita martedì scorso qui:
http://signormalto.blogspot.com/2018/11/easy-grain-american-stout-metodo-biab.html
Sabato prossimo torna a trovarci Michele questa volta con un video inerente al Grainfather nello specifico l'uniboxing. Questo sarà il primo di una serie di video dedicati al GF, seguiranno video sia sulla macchina, sul controller sia su suo funzionamento.

Buona Cotta e Buona Visione.


martedì 1 gennaio 2019

Golden Ale - Easy Grain con sparge

E' un momento un pò particolare quello che stiamo vivendo noi del Signormalto. Dal nuovo look, alla collaborazione con Michele, al nuovo gruppo di collaboratori, una ventata di novità vi attende in questo nuovo anno.
In mezzo alle giornate dedicate al nuovo blog, e i montaggi dei video che vi tengono compagnia settimanalmente sul canale video, siamo riusciti a trovare una giornata dove brassare una nuova bionda.
Come dall'inizio della stagione continuiamo a proporre cotte fatte in ambiente domestico e anche quest'ultima non fa eccezione. Come per l'ultima cotta abbiamo utilizzato la Easy Grain impianto All in One, utilizzandolo con il metodo classico, cioè con il lavaggio delle trebbie. 
Abbiamo fatto queste due cotte un pò per capire quali differenze qualitative ci sono tra un utilizzo della macchina senza e con sparge. 
Per questa birra abbiamo utilizzato gli ultimi grani di Pilsner (c'è ne sarà giusto ancora un pò per fare un'altra cotta mini da 15 litri) e aggiunto come malti speciali il Biscuit e il CaraPils. Vediamo la ricetta:

Crispa Golden Ale Easy Grain All Grain
lt mash :16.7
lt sparge:7.1
OG preboil:1041
Min bollitura:70
Litri in fermentatore :15
OG :1056
ABV :5.6 %
Plato :13.8
IBU :19.2
BU/GU :0.34
EBC : 12

Malti e Fermentabili
Pilsner 3000 gr 78 %
Lolla di riso 300 gr 8 %
Fiocchi di Orzo 250 gr 6 %
CaraPils 150 gr 4 %
Biscuit 150 gr 4 %
Totale 3850 gr

Luppoli
Pilgrim (AA 10) 8 gr 60 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 30 min Pellet
Saaz (AA 4) 15 gr 10 min Pellet
Totale 33 gr

Lieviti
SafAle English Ale S-04 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 15 min
Beta-amilasi 63 °C 1 min
Beta-amilasi 64 °C 60 min
Alpha-amilasi 71 °C 1 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 18°C
Priming : 6 gr

La ricetta non deriva da vecchi progetti ma semplicemente un modo per impiegare gli ultimi grani. Abbiamo pensato di fare una birra un pò internazionale visto che di Golden Ale né esistono versioni diverse a secondo dei paesi. Qui abbiamo un pò di malti come il Pilsner con il Biscuit e per i luppoli abbiamo utilizzato il Pilgrim come amaro e il Saaz come aroma.
In linea con uno stile internazionale abbiamo utilizzato un lievito inglese ma con caratteristiche applicabili a stili diversi anche non inglesi. Grazie al suo modo di compattarsi sul fondo, creare birre limpide e rilasciare note leggermente fruttate.
Per le soste abbiamo mantenuto lo schema per l'inerzia termina. Questa volta non ha funzionato così bene, come quando lavora a pieno regime.
E' stato sicuramente l'esiguo litraggio all'interno della pentola a creare un'inerzia termica che è risultata devastante facendo salire la temperatura di saccarizzazione fino a 67°C, non proprio quello che pensavamo!
Inoltre rispetto ad altre volte abbiamo potuto verificare un disallineamento della temperatura all'interno della pentola con i valore riscontrato con il termometro esterno che a stabilito che la fase di beta amilasi se ne andata a farsi friggere a 69°C.
Avevamo notato subito le prime volte che la differenza di temperatura era piuttosto contenuta sotto lo 0.5 °C, questa volta la differenza è stata di 2 gradi ...troppi!
Purtroppo con piccoli quantitativi bisogna tenere le resistenze più basse.
Tutto si è svolto con regolarità nel funzionamento generale e sarebbe andato tutto alla perfezione se non fosse stato che al momento del travaso nel fermentatore, la pompa tappata e abbiamo versato il mosto dal rubinetto.
C'è da dire che questa volta il mosto era molto limpido in fase di mash, ma al momento di tirare su il cestello ed eseguire lo sparge ci siamo accorti della grande quantità di farine che sono finite nel mosto al momento del sollevamento del cestello, il solito problema che si riscontra anche nel BIAB. E' logico se muovi le trebbie....
Inoltre essendo tutti fondi di sacchi la quantità di materiale sfarinato era alto e nonostante l'avessi setacciata per la polvere, alla fine c'è siamo trovati cosi tanta che è andata a tappare il condotto della pompa. La curva a 90° in uscita dalla pompa non perdona.
Solo durante le fasi della pulizia della macchina siamo riusciti a ripristinarle il funzionamento.
La fermentazione è partita dopo 24 ore con un temperatura impostata sui 18°C e de salita fino a 19°C per un paio di giorni durante la fase tumultuosa. La cotta non prevede DH e quindi neanche travaso e tra 15 giorni cominceremo a verificare la densità per determinare il momento dell'imbottigliamento.
La particolarità della cotta è che è stata eseguita nella sua interezza da Andrea che ne ha seguito dalla progettazione della ricetta alla realizzazione finale.
Ora abbiamo ancora i grani base per fare due mini cotte da 15 litri. E' probabile che con l'anno nuovo brasseremo una Blanche Belga, birra di grano non maltato o birra bianca. Ma questa è un'altra storia.




In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...