sabato 10 gennaio 2015

2 Mü Maeve, Weizen in BIAB, la prima cotta dell'anno.


Per festeggiare l'arrivo del nuovo anno abbiamo pensato che fosse una buona idea, tanto per cambiare, brassare una nuova birra. Per questa nuova nata, abbiamo inaugurato la nuova pentola da 100 litri, anno nuovo, pentola nuova! 


La nuova pentola ci ha permesso di raddoppiare la produzione. Come in quella da 50 litri, l'unico intervento eseguito è stato praticare un foro da 20 mm. per l'inserimento del rubinetto. La pentola  ha il fondo saldato e siamo stati costretti a fare il foro leggermente più in alto, per evitare di compromettere l'integrità del fondo, ed inoltre non avrebbe permesso un buon accoppiamento tra la parete del fondo della pentola, leggermente svasata, la guarnizione di silicone e la rotella di supporto, rischiando di avere qualche perdita.


Nelle due settimane che sono passate dall'ultima cotta, Diana la birra alla Castagna, oltre a preparare la nuova pentola, abbiamo eseguito parecchi lavori birrofili, iniziati con l'imbottigliamento di Luna Rossa, la birra di classico stampo inglese, dove abbiamo diviso il mosto in due fermentatori, utilizzando due lieviti diversi, US-05 classico lievito neutro americano in uno e l'S-04 il lievito inglese nell'altro. La rifermentazione in bottiglia è stata fatta in casa, per il problema di temperatura della cella climatica, risolto in parte negli ultimi giorni, con l'aggiunta di un'altro cavetto riscaldante, questa volta da 50W, che ci ha permesso di raggiungere nuovamente i 20°C. Con un incremento di 50W, la cella riesce a mantenere una differenza termica, tra interno e ambiente, intorno ai 10 gradi, rispetto hai 6 - 7 gradi con la sola resistenza da 25W. Un altro fattore importante, è che la resistenza riesce a raggiungere la temperatura impostata, permettendo al termoregolatore di staccarsi ed evitare di continuare a consumare energia elettrica.
Rimanendo sulla cella, abbiamo anche deciso di effettuare una modifica importante, che riguarda la composizione dei ripiani. In questo momento i ripiani sono in legno, bloccando in parte il flusso termico che si crea all'interno della cella, con l'aria calda che sale e la fredda che scende, riscaldandosi di nuovo e risalendo in un ciclo infinito. Così abbiamo acquistato alcuni fogli di lamiera grigliata 100 X 45, (ci siamo dovuti recare in Piemonte) per sostituire i piani in legno con una struttura metallica traforata, che permetterà una migliore circolazione del calore, unificando la temperatura sui due piani superiori. Il problema è trovare il momento giusto per effettuare questo intervento: primo, per intervenire dovremmo lasciare la cella aperta per un paio ore e all'interno i fermentatori e le bottiglie rimarrebbero esposte per troppo tempo ai 10 gradi della cantina; secondo il tempo. L'unica soluzione è avere la cella vuota, insomma  dovremmo sospendere la produzione per oltre un mese. Se la temperatura interna si stabilizza sui 20°C, sposteremo il lavoro più avanti a fine primavera.
Un'altro lavoro svolto nel periodo santo è stato il travaso della birra alla castagna. La birra è risultata ancora molto torbida, dovuto alla grande quantità di lieviti ancora in sospensione, classico del WB-06, il classico lievito da weizen.  Durante il travaso abbiamo avuto la possibilità di assaggiare il  mosto/birra presente nella provetta del densimetro, utilizzato per la misura della densità, ed è stata una piacevole sorpresa. Dopo l'assaggio direttamente dalla pentola della cotta, eravamo rimasti un po' delusi, la birra era risultata stranamente amara e l'unico altro aroma che si sentiva era l'affumicato delle castagne essiccate, che copriva anche i sapori dei malti utilizzati. Ora invece, ad una settimana l'amaro iniziale si è miscelato splendidamente con l'aroma affumicato delle castagne essiccate, risultando molto meno amara e si sente oltre che il gusto di castagne, anche il classico aroma del frumento, diventando così una birra di grano aromatizzata alla castagna, proprio quello che volevamo. Anche il lievito a fatto la sua parte, con  il classico gustoso bananoso, anche se pensavamo che con una temperatura in fase di fermentazione intorno ai 19-20°C gradi,  avrebbe dovuto rilasciare meno esteri e più gusto di chiodi di garofano. Un esperienza da ripetere sicuramente il prossimo autunno, magari questa volta utilizzando un lievito più neutro come l'US-05 e la sostituzione del grano maltato, con malti speciali leggermente tostati, come il Crystal, per dare un maggiore aroma caramellato.


La misurazione della densità, ha decretato che i nostri amici lieviti hanno già quasi mangiato tutti gli zuccheri, visto che la misura si è attestata a 1008, un valore decisamente basso, ma in linea con il mash scelto, per creare una birra secca.


Nonostante tutto i lavori non sono terminati, abbiamo etichettato, prima la bionda dorata Oro, e poi negli ultimi giorni la bitter Luna Rossa.


Nel post precedente Vi ho illustrato a grandi linee come creare un etichetta, e anche queste due etichette sono state create con Gimp.


La Oro ha trovato posto in cantina, andando a rimpolpare la già nutrita schiera di birre, mentre la Luna Rossa è rimasta ancora in casa a terminare la fase di rifermentazione.
Piano piano stiamo tornando ai tempi d'oro, riempendo i ripiani, che si erano svuotati quest'estate.


Iniziamo con la cronaca di questa prima cotta dell'anno. Anche questa volta, per motivi diversi, non siamo riusciti a prepararci a dovere nei giorni precedenti, e la cotta è stata inserita nell'unica giornata libera di queste ultime due settimane. Siamo comunque riusciti a recati alla fonte il giorno prima, per prelevare l'acqua alla fonte, in un ambiente molto diverso dall'ultimi anni, uno scenario raro in questi periodi, visto che nonostante la stagione non c'è neve, che normalmente incornicia la fonte.


Naturalmente trattandosi di una cotta eseguita con una pentola più grande, serviva più acqua, e dai 50 litri che prelevavamo prima, abbiamo dovuto caricarci 90 litri, per fortuna ho un arma segreta, di nome Andrea. Bello vincere facile.....
L'acqua è stata depositata in garage in attesa della cotta del giorno dopo.


La giornata è continuata con la preparazione del locale per la festa serale, come sempre a base di pizza e birra. Prima di iniziare la cena siamo riusciti a macinare i 10 kg. di grani, una fetta importante del lavoro che ci avrebbe atteso la mattina successiva. Per la ricetta inizialmente avevamo deciso di utilizzare il Pilsner tedesco insieme al frumento maltato, ma poi abbiamo deciso di sostituire il Pilsner, di cui ne abbiamo poco e con una data di scadenza lontana, con il Maris Otter scaduto il mese scorso di cui ne avevamo ancora una decina di kg.
Ma vediamo la ricetta definitiva:

2 Mü Maeve ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :60
Litri in pentola :77
Litri in fermentatore :54
Efficienza :76 %
OG :1043
ABV :4.3 %
Plato :10.8 
IBU :9.4
BU/GU :0.22 
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Maris Otter 4700 gr 46 %
Wheat Malt 4700 gr 46 %
Fiocchi Orzo 400 gr 4 %
Fiocchi Frumento 400 gr 4 %
Totale10200 gr

Luppoli
Hallertauer Hersbrucker 60 gr 60 min
Buccia di Arancia essiccate 50 gr 15 min
Foglie di Limonetto essiccate 10 gr 10 min
Totale120 gr

Lieviti
SAFBREW WB-06 40 gr.

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 10 min
Beta-amilasi 63 °C 35 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min

Bollitura 120 min

Qui sotto il secchio con i 10 Kg di grani macinati e fiocchi, pronti da essere utilizzati la mattina seguente.



La serata è stata splendida, grazie all'ottima compagnia. La mattina siamo stati costretti a scendere molto presto, con la moglie che ha sistemato, lavato, riordinato, dal casino lasciato la sera dopo la cena, permettendomi di preparare tutto il necessario, fornellone, pentola e gli strumenti essenziali, lasciando da parte le complicazioni. Il riempimento della pentola ci ha portato via molto tempo, soprattutto perché, essendo la prima volta, abbiamo dovuto "tarare" la pentola. Come master abbiamo utilizzato la pentola piccola da 13 litri, quella che usiamo per le cotte di prova con il luppolo selvatico, versando 10 litri alla volta. Per la misura della pentola piccola abbiamo un asta graduata che ci indica i litri, e siamo sicuri dell'accuratezza dello rudimentale strumento.


Come successo per la pentola da 50 litri, abbiamo segnato, sul manico del mestolo di legno, dall'altro lato, i litri. Ogni dieci litri abbiamo fatto una tacca. Arrivati a 80 litri, ci siamo guardati in faccia con mia moglie, "Enrico ma non Ti sembra un po' troppo st'acqua, non ci stanno anche i grani","Già mi sa che abbiamo o misurato male i litri, o la pentola è più piccola!". E molto probabile, che per la fretta, abbiamo messo qualche litro in più, probabilmente confondendo le righe sulla asta piccola, bisognerà, la prossima volta, agire con più attenzione. Alla fine decidiamo di levare tre litri, portando il litraggio totale a 77 litri.


Come vedete, se questa pentola è da 100 litri (dichiarati dal produttore), e abbiamo versato 80 litri,  c'è qualcosa che non va. D'obbligo la prossima cotta di fine gennaio, la verifica del volume della pentola.
Andiamo avanti, tolti i tre litri, abbiamo acceso, la giornata è splendida, non ricordo un periodo simile, gli anni precedenti. Proseguiamo con l'inserimento del fondo, purtroppo non ho trovato un coperchio adatto a coprire tutto il fondo della nuova pentola, e ci siamo dovuti accontentare del vecchio, che per la pentola da 50 era perfetto, che invece ora, c'è troppo spazio tra il fondo e il bordo della pentola, diventando rischioso, la sacca si potrebbe infilare nello spazio, rischiando di bruciarsi sul fondo caldissimo della pentola, ma non abbiamo altro e siamo costretti ad accettare questo rischio.


Per diminuire le possibilità di bruciature non previste, al momento dell'estrazione della sacca, decidiamo di arrotolare un po' la sacca, accorciandola di una decina di centimetri.


Per migliorare la presa della sacca, abbiamo utilizzato anche qualche molletta da carta, per evitare che durante il mescolamento possa scivolare giù. Ora tocca al succo di limone che utilizziamo come acidificante naturale (acido citrico), visto il quantitativo di acqua ne mettiamo due.


Ci siamo, ora non resta che coprire la pentola e attendere che l'acqua raggiunga i 50°C per la sosta del proteine rest. L'utilizzo di Maris Otter non lo rende così necessario come con il Pilsner,  ma è consigliato per la presenza del Frumento, anche se maltato, pochi minuti renderanno sicuramente la birra più limpida.


Per la cotta sono attesi un po' di Amici che divideranno con noi gli oneri e i piaceri di questa prima cotta dell'anno. Più o meno arrivano tutti insieme, Andrea con Diego, e poco più tardi Fabio e sua figlia Maeve (a cui la birra è dedicata). Passa anche Alex, mio fratello, per fare un saluto, una bella comitiva, sono tutti curiosi di vedere la cotta, la compagnia è piacevole, porta un po' di serenità e di giovialità, che non guasta mai. Così mentre ci scambiamo qualche parole, ci distraiamo e la temperatura sale a 55°C, è troppo alta, decidiamo di spegnere e aspettare che cali da sola. Il grande volume dell'acqua non permette una abbassamento repentino e dopo un quarto d'ora, siamo costretti ad utilizzare la serpentina, per abbassare a 50°C. Eravamo già in ritardo, ci mancava ancora questa mezz'ora persa per distrazione. Iniziamo a versare i grani macinati appena arrivati a temperatura, "Ma pà, secondo me non ci stanno tutti", " Tranquillo, ci mettiamo quelli che ci stanno". In effetti ci stanno al pelo, se non avessimo tolto quei tre litri, su consiglio della moglie, avremmo avuto seri problemi a farceli stare tutti.


Come potete vedere, il mosto è arrivato sul bordo, facciamo fatica a mescolare i grani, con molta pazienza senza dare scossoni, cerchiamo di miscelarli al meglio.


Anche Diego guarda incredulo, pronto a balzare indietro a primo segno di tracimamento. Neanche il tempo di mescolare un po' che i 10 minuti passano, riaccendiamo per salire allo step a 63°C per la sosta di beta amilasi, ci diamo un po' di cambio.


Durante le fasi di rampa, per passare ad una temperatura più alta,  mescoliamo spesso, per evitare che: primo, si creino zone di temperature più alte in basso e secondo per evitare che la sacca si adagi sul fondo e possa bruciarsi a causa dello spazio tra il fondo e il bordo della pentola. Fabio non si è perso un secondo, sempre attento e curioso. Durante le fasi di pausa ho cercato di spiegargli tutte le fasi, e i motivi delle azioni compiute.
Durante la sosta a 63°C, la temperatura è rimasta praticamente costante per tutti i 35 minuti, si è abbassata di un solo grado, cosa che non accadeva con la pentola più piccola, e abbiamo mescolato solo un paio di volte per unificare la temperatura, anche Fabio ci ha dato una mano.


Il tempo corre quando la compagnia è piacevole, i 35 minuti della sosta di beta amilasi volano e proseguiamo con la rampa per arrivare a 72°C per la sosta di alfa amilasi. Anche questi 15 minuti passano in un attimo, per fortuna Andrea mi richiama sempre all'ordine. Siamo pronti per la verifica con la tintura di iodio, Fabio ci guarda allibito, gli spiego cosa stiamo facendo.


La prova è positiva, tutti gli amidi sono stati trasformati in zucchero, si può tirare su la sacca è passare alla fase di strizzamento della sacca. Sembra di stare a qualche dimostrazione pubblica, si guarda, si commenta e si dice la propria.


Lavoriamo piano piano per evitare di far fuoriuscire il mosto. Come la pentola, anche la sacca è nuova, e trattiene  molto mosto, e si fa fatica a tirare su la sacca, che peserà una ventina di chili.


Piano piano arrotoliamo la sacca, così da cominciare a comprimerla, scende molto mosto. La lasciamo un po' scolare prima di trasferirla nel secco con la bacinella bucherellata, e passare alla parte forzosa dello spremitura.


Alla fine recuperiamo ancora 5 litri di mosto. La sacca è intatta, per fortuna, ho temuto fino alla fine, tolto il fondo, misuriamo il mosto restante, 74 litri circa, siamo riusciti a strizzare parecchio e a recuperare la maggior parte del mosto intrappolato, nei grani c'è ne dovrebbero essere rimasti tre litri. Quindi non ci resta che aspettare che inizi a bollire, abbiamo così un bel po' di tempo per mangiare qualcosa. Indovinate un po' cosa c'è da mangiare??? Pizza della sera prima, e da bere?, la nostra birra, non manca anche il dolce, un tiramisù preparato da Danila, la moglie di Fabio, un dolce meraviglioso con panna vegetale, insomma un pranzo da Re!!


Intanto la temperatura, nella pentola, sale e cominciamo a separarsi le proteine, e con così tanti litri di mosto, lo strato è notevole, e ci tiene impegnati a schiumarle, in alcuni momenti sembra una panna grigiastra  piuttosto spessa.
Cominciamo a preparare il luppolo, con unica gittata da amaro a 60 minuti dalla fine della bollitura. Il luppolo scelto è il classico delle Weizen, l'Hallertauer Hersbrucker, uno splendido luppolo tedesco, varietà tradizionale bavarese dall’aroma molto buono, mediamente intenso, speziato e gradevole. 
Durante la fase di progettazione avevamo deciso di aggiungere anche qualche spezia, per caratterizzare la nostra birra di grano. Inizialmente avevamo pensato alla scorza di arancia, ma poi abbiamo inserito anche qualche foglie di Limonetto, scientificamente Aloysia Citrodora, pianta dai tanti nomi che ricordano il suo intenso profumo di limone. Per la quantità decidiamo di non esagerare, per la scorza di arancia 1 gr.lt circa, mentre per il limonetto, visto che è la prima volta che lo utilizziamo, ci accontentiamo di 10 gr. totali.


Per il lievito, preferiamo esaltare il gusto classico delle birre di grano tedesche, utilizzando il WB-06, anche perché ne abbiamo un paio di confezioni che scadono il prossimo mese.


Anche per questa cotta decidiamo di far bollire il mosto 120 minuti, soprattutto perché ne abbiamo parecchio in pentola e non vogliamo poi alla fine trovarci a buttarne troppo, a disposizione abbiamo soltanto due fermentatori in plastica da 25 litri, e poi così aumentiamo un po' la densità, migliorando anche l'efficienza.
Il tempo corre veloce, dopo un ora di bollitura gettiamo il luppolo, 60 grammi, non è molto, ma è per evitare di amaricare troppo la birra, considerando che anche il limonetto tende a rilasciare un leggero retrogusto amaro. 


Poi a 15 minuti dalla fine buttiamo la scorza e a 10 minuti il limonetto, naturalmente tutto libero nel mosto.


E' incredibile il profumo che si sprigiona dopo aver gettato il limonetto. Insieme mettiamo la serpentina, ma mi accorgo subito che è piccola in proporzione con la pentola nuova, capisco subito che sarà più complicato del solito raffreddare il mosto.
Intanto preparo il lievito, come sempre preparo un pentolino con l'acqua, 100ml ogni busta di lievito usata, la faccio bollire e poi una volta raffreddata fino a 25°C, la verso nei bicchieri. Successivamente sciolgo il lievito nei bicchieri fino a creare una crema, infine sigillo i bicchieri con pellicola trasparente. Dopo 15 minuti li riapro e ci verso dentro un grammo di zucchero, mescolando bene per scioglierlo, richiudo e dopo 30 minuti di solito è pronto per essere versato nel mosto.


Arrivati a 2 ore di bollitura, spegniamo e cominciamo la fase di raffreddamento. L'acqua dell'acquedotto è molto fredda, ma la serpentina è sottodimensionata. La temperatura scende lentamente, siamo costretti ad inserire anche le bottigliette ghiacciate. Si cerca di movimentare il mosto per aumentare il raffreddamento della serpentina, ci diamo un po' di cambio, anche Fabio ci aiuta. 


Visto il quantitativo di mosto, ci va un ora per portarlo a 20°C, dobbiamo pensare ad una soluzione per raffreddare più velocemente. Esistono scambiatori di calore che raffreddano in pochi minuti, in alternativa si potrebbe costruire una serpentina di rame più grossa. Esistono anche serpentine di acciaio inox dimensionate per pentole da 100 litri, più o meno tutti con lo stesso costo. Per la prossima volta possiamo provare a tirare un po' la serpentina, facendola diventare più alta, aumentando, in parte, il volume di contatto con il mosto, una soluzione tampone finché non troviamo l'idea giusta.
Arrivati a 20°C togliamo la serpentina e Andrea crea il vortice, per accumulare le scorie, luppoli, spezie e farine, al centro sul fondo della pentola. Di solito lasciamo vorticare il mosto finché non si ferma, dai 15 ai 20 minuti sono sufficienti.
Siamo alla fine, sistemiamo il fermentatore, precedentemente santificato, è apriamo il rubinetto.


Inizialmente il mosto è torbido, come sempre, nei primi litri ci sono ancora farine in sospensione che non si sono depositate sul fondo. Importante anche non aprire eccessivamente il rubinetto per evitare di creare un risucchio, che trascini le farine più vicine.


Ma man mano che scende si chiarifica, diventando di un bel giallo dorato. Quando il mosto raggiunge la meta del primo fermentatore, versiamo il primo bicchiere di lievito, e verso la fine la metà del secondo. Arrivati a 25 litri decidiamo di riempirlo ancora, all'interno della pentola c'è ancora molto mosto e abbiamo paura che alla fine ci rimanga troppo per il secondo, così arriviamo al massimo, 27 litri. Prima di sistemare il secondo preleviamo un campione di mosto, per misurare l'unico parametro importante, la densità iniziale. Inseriamo il densimetro e il valore letto è 1043, in linea con il progetto. Inseriamo l'altro fermentatore e prima di chiudere il primo, insuffliamo l'ossigeno con l'aeratore.


Ripetiamo le stesse operazioni con il secondo fermentatore. Verso la fine il mosto torna torbido, e non ci rimane che chiudere il rubinetto, raggiungendo anche in questo i 27 litri, ma nella pentola ci rimangono ancora almeno altri 5 litri, probabilmente la prossima cotta dovremmo diminuire leggermente l'acqua iniziale. Al centro della pentola c'è rimasta una montagnetta, il trub, la parte di scarto composta da luppoli, le spezie e le farine, di colore grigio, non certo un bel aspetto.


Come vedete dall'immagine c'è ancora molto mosto, ma complice anche il foro più in alto del rubinetto, dobbiamo lasciarlo nella pentola. Siamo proprio alla fine, ossigeniamo anche questo secondo fermentatore e lo chiudiamo. Grazie a Diego che aiuta Andrea, li portano nella cella climatica.


Giusto il tempo di riempire i gorgliatori e il beccuccio del rubinetto di grappa e ora non rimane che aspettare una settimana prima del travaso. Mi sembra di vedere doppio, no no sono proprio due, due fermentatori pieni!!


La giornata è finita, salutiamo e ringraziamo gli amici Fabio, Maeve e Diego per l'aiuto durante le fasi della cotta, e gli rinnoviamo l'invito. 
La mattina dopo, i gemelli andavano come un treno in corsa, fase tumultuosa partita alla grande con la temperatura salita a 22°C. Dopo le successive 48 ore, la fase tumultuosa è terminata e de iniziata la fase di trasformazione di zuccheri meno fermentabili, con una diminuzione dei borbottii da parte della nostra copia di gorgogliatori. Ora manca un giorno al primo travaso per la pulizia dai lieviti esausti, temperatura costante a 22°C e l'emissione di anidride carbonica e quasi azzerata, ma sappiamo quanto ancora lavora sotto sotto il nostro lievito.
Domani travaso ma questa è un'altra storia.


lunedì 5 gennaio 2015

Come creare un etichetta per le nostre birre

E' da molto tempo che ricevo esortazioni a scrivere un post, su come creare un etichetta per le nostre birre. L'etichetta di una birra non è solo un pezzo di carta che identifica la nostra birra, ma è anche il suo biglietto da visita, per tutti. Quante volte Vi è capitato di acquistare una birra, e non conoscendola assolutamente, non avendola mai acquistata, di solito cosa si fa? Si cerca lo stile che identifica il tipo di birra e poi? L'etichetta ci cattura, magari anche se non è il tipo che cercavamo, l'acquistiamo perché l'etichetta ci "acchiappa".
La prima cosa fondamentale per creare un etichetta, è l'idea. 
Di solito prima si cerca un nome, da li poi parte tutto. Il nome è influenzato da molti fattori, dallo stato d'animo di quel momento, ma anche dalle speranze di creare qualcosa di buono ed a volte unico. Noi di solito quando progettiamo una birra, in parallelo gli diamo un nome, che di solito poi rimane, ma è capitato di cambiarlo dopo aver creato la ricetta. 
Il soft che usiamo per creare le nostre etichette è Gimp, scaricabile gratuitamente al sito http://www.gimp.org., per le piattaforme principali Mac, Linux e Windows.


Questa è la videata principale all'apertura del soft. Vi ricordo che noi utilizziamo un MacBook Pro con l'ultima versione del SO, Yosemite, e la versione più recente di Gimp è la 2.8.14, ma anche con altri SO e versioni più datate di Gimp, le cose sono molto simili.
Prima di tutto bisogna decidere che forma vogliamo dare alla nostra etichetta. Logicamente le forme più semplici e regolari sono il quadrato, il rettangolo, il cerchio, o l'ovale. Esiste comunque, con maggiore difficoltà, la possibilità infinita di creare le forme più complesse e bizzarre, e qui l'unico limite è la nostra fantasia.
Nella parte sinistra c'è il pannello degli strumenti, la parte fondamentale dove trovate tutti gli strumenti necessari.


Questa è la finestra che inizieremo ad utilizzare per creare la nostra etichetta. Vi ricordo che questa non vuole essere una guida, ma semplicemente un passo a passo per creare un etichetta semplice che può fare anche chi non ha mai usato un soft di grafica, e non vuole rinunciare ad avere una sua etichetta, creata personalmente.
La Guida completa in Italiano la potete trovare qui http://docs.gimp.org/2.8/it/ . Non fateVi spaventare dal volume della documentazione, la guida è strutturata bene e divisa per argomenti, che potete consultare quando avete qualche dubbio. Per i più pigri, su Youtube potrete trovare una marea di video che Vi illustrano passo a passo, ogni funzione del soft.
Cominciamo, apriamo un nuovo progetto, clicchiamo in alto sulla barra, File e poi su Nuova..


Si aprirà una finestra dove potete scegliere le dimensioni e la risoluzione della Vs etichetta.


Queste sono le dimensioni in pixel ma potete modificarla andando sulle frecce e decidere a Vostro piacere.



Qui abbiamo impostato le dimensioni, abbiamo impostato su 90 x 63 mm, un buon rapporto base  altezza. Badate bene questo è semplicemente un esempio, più sarà grande l'immagine, più sarà rifinita e nitida. Sotto c'è la possibilità di impostare, se verticale od orizzontale. Più sotto, probabilmente il parametro più importante, la possibilità di migliorare la Risoluzione. Di default è impostato su 72 punti per pollice, ma alzandolo si migliora la definizione. Certo che più alta sarà la risoluzione, più grande sarà l'immagine e più sarà pesante e difficile da lavorarci, almeno che non abbiate un computer performante. Penso che per iniziare 100 punti per pollice può essere sufficiente. Noi lavoriamo di solito con 1000, ma abbiamo a disposizione un'ottima macchina.
Sotto c'è la possibilità di scegliere se volete lavorare su un immagine a colori oppure con sfumature di grigi. Più sotto c'è la possibilità di dare un colore di fondo; qui potete usare il colore in primo piano o in secondo piano, di quelli che Vi appaiono nella finestra dei pannelli o la possibilità di avere una superficie trasparente.


Di default abbiamo il nero in primo piano e il bianco di sfondo. Se volete potete modificare il colore e iniziare con il colore che avete in testa.


Questa è la finestra che appare se cliccate sui quadratini, nero o bianco, dandoVi la possibilità di scegliere il colore, modificarlo e successivamente salvarlo, cliccando sul cuneo che punta a destra, facendolo finire nei quadrati, che evidenziano i colori più utilizzati.
Comunque potete modificarlo successivamente come volete, con lo strumento Riempimento, il secchio con il colore che sta per colare.


Lo sfondo trasparente può essere utile quando vogliamo copiarci sopra qualche parte di immagine precedentemente trattata, ma per ora non è il caso di parlarne.
Infine potete inserire un Vs eventuale commento, quindi clicchiamo su OK


Ecco come ci appare il rettangolo di lavoro, la parte più semplice è fatta, ora bisogna realizzare l'idea che abbiamo avuto. Come Vi dicevo, la cosa importante è decidere un nome che abbia un significato per noi e per la nostra birra. Supponiamo che la nostra birra sia una bionda superluppolata con luppoli Americani e Neozelandesi, intorno ai 5% gradi, per i più legati agli stili, potrebbe essere un American Pale Ale. L'esempio di questo tutorial è legato al mio Mastro, che mi ha chiesto di aiutarlo nella creazione dell'etichetta per la sua nuova birra, appunto una bionda superluppolata, dal nome "Pacific Trash Vortex". Come molti di Voi sapranno, in mezzo all'Oceano Pacifico, esiste una zona in cui si accumulano tutti i rifiuti galleggianti, creando un vero e proprio mini continente, grande come la Francia in cui si concentrano, tramite un vortice creato dalle correnti oceaniche. Il desiderio a volte di racchiudere nel nome di una propria creazione, avvenimenti che ci circondano, sono alla base della nostra sopravvivenza, ed è questo che ci vuole comunicare.
Così dopo qualche giorno di studio ho avuto un idea. Ho paragonato il mini continente spazzatura, a una parte del nostro Io, dove all'interno si racchiude una concentrazione di emozioni. Una zona da ripulire dai sentimenti nocivi e superflui. Qualcosa da cui togliere il peso di un sudiciume infinito, dove l'enormità del mare, il 99,999999% che si trova sotto il pelo dell'acqua, vuole sbarazzare della minoranza, rappresentata dalla spazzatura galleggiante, che conduce alla distruzione e/o al contaminazione della maggioranza. E se tutto questo fosse mondato da un enorme onda che ripulisca tutti i cuori malvagi?
Un onda di emozioni e sensazioni buone, per lavare questa parte di noi.
Così ho pensato di utilizzare l'onda più famosa, "La grande onda di Kanagawa", trasformandola, modificandola, per cercare di creare un etichetta che esprima queste emozioni.
Il problema più grande quando si inseriscono immagini, è sempre se siano o no coperte da copyright, e de una vera propria giungla. Le immagini più antiche sono molto utilizzate, infatti dopo 70 anni dalla morte dell'autore, non sono più coperte da diritti d'autore, e possono essere utilizzate, per le altre in genere, bisogna cercare immagini nei siti di immagini libere, e c'e ne sono molti. 


Ecco qui l'idea, l'immagine madre su cui lavorare. La prima cosa da fare è aprire l'immagine da Gimp. Molto semplice, dalla barra in alto si sceglie Apri e si cerca l'immagine.


L'immagine si apre cliccandoci sopra due volte o evidenziandola e poi in basso a destra su "Apri"


Qui comincia il lavoro più difficile quello di trasformare l'immagine da com'è, a come sarà. A volte bisogna completare l'immagine con l'aggiunta di altri particolari, che rispecchino quello che vogliamo trasmettere. In questo caso, vogliamo inserire particolari che richiamino la magia del Pacifico, l'esoterismo dei paesi che bagna.
Prima di tutto si ripulisce l'immagine da quei particolari che non rientrano nel nostro progetto, qui abbiamo deciso di togliere il monte Fuji e le barche nel mare in tempesta, troppo significative. Quindi bisogna cercare di coprirle con altri pezzi dell'immagine stessa, copiando piccole porzioni dell'immagine e poi incollandole sopra a quello che vogliamo far sparire. Evidenziamo lo "strumento selezione rettangolare" se vogliamo copiare una parte rettangolare o quadrata o lo "strumento selezione ellittico", se vogliamo copiare una zona ellittica o rotonda.



Nella parte in basso dell'immagine c'è la possibilità di aumentare lo zoom per lavorare meglio, più nel particolare.


Decidiamo lo strumento da usare e clicchiamo due volte sullo strumento e poi spostiamoci sulla zona dell'immagine che vogliamo copiare, e clicchiamo tenendo premuto il tasto sinistro del mouse o usiamo due dita sulla trackpad un fisso e l'altro lo muoviamo fino ad ottenere la forma desiderata.


In questo caso visto la forma arrotondata della barca, e più appropriato utilizzare una forma ellittica.


Si copia e poi si incolla, tante volte quanto necessario, per coprire la maggior parte della zona da coprire. Poi si sovrappongono, fino a completare l'immagine. Naturalmente bisogna anche scegliere delle parti che combacino con i colori e le sfumature, nel limite del possibile.
Se ci sono dei particolari che possono essere aggiunti, in questo caso gli spruzzi della schiuma del mare, possono rendere l'immagine più vera.


Ecco qui, il monte Fuji è scomparso, e anche una parte della prima barca. Continuano a sovrapporre tutto quello che riteniamo fuori dal progetto, utilizzando, a secondo delle necessità, lo strumento rettangolare o/e ellittico.


Ecco l'immagine pulita. Ora se abbiamo da aggiungere qualcosa che rientri nel ritratto della nostra birra, è il momento. Al posto del Monte Fuji, inseriamo il Monte Uluru, il monte sacro degli aborigeni. Ho scaricato una foto è andrò a modificarla per renderla simile ad un disegno.


Innanzitutto trasformiamo la foto in un disegno tramite un filtro.  I Filtri si trovano in alto sulla barra.


Prima ho applicato un filtro per schiarire la foto con "Chiarore Sfumato" e poi ho applicato "Fumetto". C'è la possibilità di aumentare o diminuire gli effetti modificando i parametri di default.


Semplicemente alzato e diminuendo i valori, si modifica l'immagine. Ora dobbiamo ritagliare la parte che ci interessa, cioè solo il Monte Sacro "Uluru". Sicuramente sarà un elemento di risalto visto che l'immagine principale ha come colori principali gli azzurri e i blu con bianco, invece qui abbiamo un arancione intenso, sarà un bel contrasto. Qui utilizziamo lo strumento "Selezione mano libera"  e prendiamo il contorno di quello che ci interessa.



Facciamo il contorno, RicordateVi che lo strumento mano libera, per isolare un pezzo di immagine deve essere chiuso, cioè fare tutto il contorno e poi arrivare da dove si è partiti.


Qui tagliamo l'immagine con taglia dal menu del "tasto Destro" oppure con cmdx (per i mac) e apriamo un foglio nuovo e lo incolliamo sopra con cmdv (per i mac). Per i windows ctrlX- ctrlV.


Ora non rimane che posizionarla sull'immagine di base e adattarla al progetto. Prima di tutto copiamo una parte dell'immagine principale, ci servirà successivamente per mascherare i contorni della nuova immagine.


Poi incolliamo l'immagine del Monte Uluru, sull'immagine principale. Con lo strumento "Scala" lo ingrandiamo fino a raggiungere la dimensione voluta.

  
L'immagine mantiene la sua risoluzione, quindi non sgrana. 


Quindi diamo "scala" e poi cerchiamo di metterlo nella posizione esatta con lo strumento sposta


Non Vi preoccupate se sembra essere estraneo, deve essere qualcosa che emerge dall'immagine. Adesso cerchiamo di renderlo più veritiero. Riprendiamo la parte dell'immagine originale che abbiamo copiato.


Ritagliamo il bordo del contorno superiore, per poi incollarlo sull'immagine originale. Naturalmente dovete usare lo strumento mano libera e ritagliate il contorno dell'orizzonte.



Faccio il contorno e poi lo copiamo e lo incolliamo sull'immagine principale, coprendo gli spigoli dell'immagine sovrapposta.


Ecco fatto la prima parte è finita. Non è stato troppo complicato, certo non solo una semplice sovrapposizione, ma la possibilità di plasmare quella che si vuole davvero trasmettere.
Ora ritorniamo alla nostra forma dell'etichetta. A volte proprio in fase di creazione si cambia opinione, sono le sensazioni che ci circondano che ci guidano nelle modifiche, così la classica etichetta rettangolare viene modificata leggermente. Così creiamo una piccola cupola nella parte centrale dove inserire il logo della Birreria Casalinga.


Poi creiamo i contorni definitivi. Gli strumenti utilizzati sono selezione ellittica, per creare l'ellisse e poi  lo strumento matita.


Per tirare le righe perfettamente diritte, che a mano libera sarebbe impossibile, bisogna posizionarsi nel punto di partenza clicchiamo e poi rilasciamo, premete il stato maiuscole (quello con la freccia in alto) e poi sempre tenendo premuto il tasto maiuscola, Vi spostate nella direzione che avete deciso, quando siete arrivati dove volevamo, clicchiamo il tasto sinistro ( o la trackpad) e si formerà una riga diritta.


Una volta creato il contorno togliamo il superfluo, con la gomma, "Strumento Cancellino".


Ecco il contorno pronto!


Ora creiamo un bordo esterno bianco, praticamente leviamo questo e ne facciamo uno interno. Qui abbiamo bisogno dello strumento fuzzy.


Questo strumento fa delle selezioni a secondo delle sfumature di colore e evidenzia i contorni, nel nostro caso, cliccheremo all'interno del contorno per evidenziare il contorno interno.


Come vedete c'è una selezione, linea tratteggiata (sul soft si muove) che Vi dice che è stata fatta una selezione. Ora cliccate con il tasto destro ed evidenziate il menu a cascata.


Ed evidenziate "Delinea selezione".


Qui ci sono le impostazioni. Il parametro importante è lo spessore della linea. Ricordatevi che il soft delinea con il colore che avete in primo piano, scegliamo il colore oro.


Questo è il nostro contorno definitivo. Il bordo eccedente è stato cancellato utilizzando la matita con colore bianco. Questa seconda fase è finita, ora è il momento di trovare la posizione della nostra immagine. Per prima cosa bisogna ridurre la dimensione della nostra immagine principale, in modo che possa entrare nel nostro progetto. L'immagine originale era gigantesca in confronto alle dimensione reale dell'etichetta. Eventualmente si può fare un etichetta con una proporzione più grandi, che permetta l'inserimento dell'immagine, e poi a progetto finito, ridurla.


Non so se riuscite a vederla ma l'immagine che possa entrare all'interno della nostra etichetta e quel angolino evidenziato, ora ve la ingrandisco.


Una cosa molto importante quando modificate delle immagini, che Vi hanno richiesto un bel po' di lavoro, fate sempre delle copie in modo che se eventualmente l'evoluzione non Vi va, potete tornare indietro, rifarla, dopo tanto lavoro perdere tutto è davvero frustrante.


Ecco qui questa è il posizionamento dell'immagine principale all'interno dell'etichetta. E' stata mantenuta la stessa proporzione orizzontale-verticale. Lo strumento usato e lo strumento scala che abbiamo già usato. Ora dobbiamo decidere se usare il bianco come sfondo o utilizzare qualche altro colore. Lo sfondo bianco è dispersivo, o utilizziamo il nero o utilizziamo un colore ambrato o biondo.


Come Vi dicevo, capita spesso che i progetti mutino in fase di realizzazione. Girando su internet ho trovato questo splendido sole australiano, dove all'interno del sole c'è un vortice, simbolo aborigeno, così ho deciso di provare ad inserirlo nel progetto. E guarda un po', il colore rimbalza bene con il Monte Sacro Uluru, e da un tocco anche grafico piacevole.
Ecco qui, che prende forma il nostro progetto. Proseguiamo con il riempimento del colore di sfondo e le scritte principali.


Un tocco di colore, veramente effervescente questo arancione. Per le scritte si identifica un carattere che ci piace. Su Gimp ci sono decine e decine di caratteri, a volte è imbarazzante scegliere, alla fine si passa ore e ore a ricercare quello più giusto, che più ci piace, e Vi capiterà anche di cambiarlo in pochi minuti. Per scrivere dobbiamo attivare sul pannello degli strumenti, lo strumento testo, inconfondibile.


Una volta attivato si sceglie una zona sul foglio prescelto e si clicca (la posizione comunque può essere modificata dopo), si apre un opzione dello strumento.


Qui si sceglie il carattere cliccando sopra al quadrato con le lettere Aa, e si sceglie sul menu a tendina che appare.


Il carattere scelto è stato il Myanmar. E' stato poi applicato un effetto alle lettere evidenziando il contorno e colorando con lo stesso arancione dello sfondo. Per evidenziare si attiva lo strumento Fuzzy.


E si clicca sulla prima lettera e poi si tiene premuto il tasto maiuscole e si seleziona le altre lettere. Naturalmente è valido per tutte le parti con un colore identificabile da parte del soft, come il nero del logo.


Alla fine questo è il risultato.


Qui sono stati applicati due selezione con due colori un rosso per il logo e l'arancione dello sfondo per il nome della birra. Ora passiamo a riempire le parti spoglie laterali. Aggiungiamo qualche scritta, per esempio ingredienti e informazioni generali, grado alcolico, grado di amaro, colore e contenuto. Siccome è uno spazio verticale dobbiamo girare gli scritti in verticale.
Apriamo un'altro foglio e scriviamoci sopra quello che abbiamo deciso.


Poi attiviamo lo strumento ruota.


E cicchiamo sulla selezione delle parole si evidenzierà tutto il testo.


mettiamo i gradi di rotazione e cicchiamo su Ruota


E la scritta ruoterà.


Una volta ruotato, clicchiamo con il tasto destro e dal menu a tendina scegliamo copia.


Ci spostiamo sulla nostra etichetta e facciamo incolla.


Normalmente la parte incollata si posiziona al centro dell'immagine, nessun problema, selezioniamo lo strumento sposta


e con il cursore dobbiamo posizionarci almeno su una parola della scritta e la trasciniamo nella posizione desiderata.


Cliccando fuori dalla selezione il testo si fisserà in posizione. Basterà ripetere l'operazione sull'altro lato. Ecco qui il risultato finale.


Come sempre il progetto ha subito un ulteriore modifica, ecco qui con l'incremento anche di qualche simbolo.


Ora dobbiamo trasferire il progetto virtuale su carta. Scegliamo un soft di scrittura, noi usiamo pages, ma per Linux Open Office Writer, o per Windows c'è Word. Qui una volta aperto il soft si sceglie un nuovo progetto.


Si scegli vuoto verticale. Con Mac è facile inserire un immagine su un foglio di lavoro basta aprire il Finder evidenziare il file e trascinarlo dentro la finestra di lavoro di pages.


Una volta inserito l'immagine dalla barra di laterale si cerca "disposizione" e si danno le misure esatte.


Come avevamo deciso all'inizio 9 cm x 6,3 cm.


Siamo quasi alla fine, evidenziamo l'immagine e poi la copiamo e poi la incolliamo, tante volte quante saranno le etichette sul foglio, nel nostro caso sono 8 etichette quindi la incolliamo 7 volte.


Ora non ci rimane che stamparle. Se avete una stampante laser a disposizione, è il modo migliore di valorizzare le nostre etichette, anche perché le stampanti a getto d'inchiostro tendono, in ambienti umidi e in frigo a rovinare i contorni dei disegni e a volte a far colare in frigo il colore, se lasciate le bottiglie per qualche giorno. In alternativa potete trasformarle in file pdf e eventualmente recarVi o da amici che hanno la fortuna di avere una stampante laser a colori o presso un centro di stampa, di solito nei centri commerciali ci sono negozio per la stampa di foto, che Vi potranno stampare le etichette. Scegliete Stampa dal menu.


Quindi scegliere l'azione che preferite.


Questa avventura finisce qui, non semplicissima questa etichetta, ma così avete visto i comandi più utili per realizzare qualcosa di diverso, qualcosa di Vostro. Le dimensioni di queste etichette sono fatte per il mio Mastro per il suo progetto, ma nulla Vi vieta di modificare le dimensioni. Noi di solito, utilizzando un etichetta di dimensioni più grandi, che fascia quasi interamente la bottiglia, però prima di trovare le dimensioni giuste abbiamo fatto diverse prove, quindi armateVi di pazienza e con calma provate a stampare qualche etichetta con dimensioni diverse e vedete quella che ritenete migliore. Per farVi un esempio, le nostre etichette per le bottiglie da 66 e 50 cl. sono di dimensioni uguali, questa è l'ultima che abbiamo fatto.


Le dimensioni di 20,28 cm di larghezza e 9,46 cm di altezza, sono perfette per entrambi i formati. Per le etichette delle piccole da 33 cl. la misura, naturalmente è minore.


Qui le dimensioni sono 16,28 cm per la larghezza e 7,8 cm per l'altezza. Per le bottiglie da 75cl. che è un formato che usiamo esclusivamente per le birre molto carbonate, tipo weizen, le etichette sono leggermente più ampie sia in altezza che in larghezza di quelle da 66 e 50 cl., per mantenere una certa proporzione con la bottiglia.

In questo caso, visto la grandezza dell'etichetta, se ne puoi inserire soltanto una nel foglio. Questo è semplicemente un esempio per farVi capire le dimensioni, per le 75 cl. sono 22,28 cm di larghezza e 10,39 di altezza.


Queste sono le etichette applicate, così potete renderVi conto delle dimensioni reali, le 66 cl. sono quelle che rimangono un po' più "scoperte".
La carta utilizzata è quella per stampati laser, leggermente più spesse della norma, successivamente sono state incollate semplicemente con colla stick.


Qui il lato destro.


Le etichette di fronte


Qui il lato sinistro.
Siamo giunti alla fine, ora potete cimentarVi in qualche etichetta, non Vi scoraggiate, dopo qualche prova e qualche etichetta troverete quella dimestichezza che Vi permetterà di creare, oltre alla birra, anche il modo di presentare la Vs birra nel modo migliore.
Naturamente questo e solo un esempio, poi avrete la possibilità di fare etichette ovali o quadrate, etichette posteriori ed eventualmente etichette da applicare sui colli delle bottiglie, ma questa sarà un'altra storia.... ma un assaggino ve lo do.

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