Cari Lettori siamo nuovamente qui, nel nostro salotto virtuale, in compagnia di un nuovo Amico.
Abbiamo il piacere di avere con Noi Andrea Rogora in arte Rico, conosciuto da molti per il suo ruolo di Moderatore del Forum AreaBirra.it ma ai più sconosciuto nella sua veste privata di Mastro Birraio del birrificio THE WALL di Venegono Inferiore in provincia di Varese.
Nato a Busto Arsizio nel Dicembre 1981, fidanzato da 12 anni con Giulia. Hobby le moto stile cafe racer e i furetti, ne possiede 4.
Ciao Andrea o Ti devo chiamare Rico?
R:Facciamo Rico, molti mi conoscono con questo “Nickname”.
Presentati e raccontaci la Tua storia birraria.
R:Sono sempre stato un bevitore di birra, ma fino al 2008 mi sono limitato a birre industriali trovate nei classici pub.
In quell'anno il colpo di fulmine, Giulia (la mia compagna) mi regala il kit per fare la birra in casa e dopo qualche mese a studiare sul forum di Areabirra.it produco la mia prima birra fatta in casa (una vera ciofeca), ma non mi perdo d'animo e continuo a produrre. In meno di un anno passo all'E+G e successivamente all’All Grain col metodo BIAB scoperta su un forum Australiano e continuo a produrre con questa tecnica incrementando l'attrezzatura cercando di avere il più possibile controllo sul processo produttivo.
Nel 2013 vengo contattato da Stefano Barone imprenditore nel campo della cartotecnica il quale affascinato dal mondo della birra artigianale cercava una persona che lo aiutasse ad aprire un microbirrificio. Da li comincio a fare cotte pilota (per la maggiorparte prodotte col metodo BIAB) per testare ricette e mentre vengono fatti i lavori al capannone e viene montato l’impianto facciamo qualche cotta come beer firm.
Finalmente nel maggio del 2014 iniziamo a produrre col nostro impianto da 20 Hl (2000 lt) e a distanza di un anno e qualche mese abbiamo a catalogo 9 birre.
R:Sono sempre stato un bevitore di birra, ma fino al 2008 mi sono limitato a birre industriali trovate nei classici pub.
In quell'anno il colpo di fulmine, Giulia (la mia compagna) mi regala il kit per fare la birra in casa e dopo qualche mese a studiare sul forum di Areabirra.it produco la mia prima birra fatta in casa (una vera ciofeca), ma non mi perdo d'animo e continuo a produrre. In meno di un anno passo all'E+G e successivamente all’All Grain col metodo BIAB scoperta su un forum Australiano e continuo a produrre con questa tecnica incrementando l'attrezzatura cercando di avere il più possibile controllo sul processo produttivo.
Nel 2013 vengo contattato da Stefano Barone imprenditore nel campo della cartotecnica il quale affascinato dal mondo della birra artigianale cercava una persona che lo aiutasse ad aprire un microbirrificio. Da li comincio a fare cotte pilota (per la maggiorparte prodotte col metodo BIAB) per testare ricette e mentre vengono fatti i lavori al capannone e viene montato l’impianto facciamo qualche cotta come beer firm.
Finalmente nel maggio del 2014 iniziamo a produrre col nostro impianto da 20 Hl (2000 lt) e a distanza di un anno e qualche mese abbiamo a catalogo 9 birre.
In questo blog/diario si parla soprattutto di BIAB, e Tu che sei la persona con la maggior esperienza di questa tecnica che conosco, vorrei che spiegassi ai nostri lettori il Tuo punto di vista su questa tecnica un pò bistrattata.
R: Secondo me con questa tecnica si ottengono birre con la stessa identica qualità di quelle prodotte con impianti all grain tradizionali.
Anch’io all’inizio ero scettico ma avendo poco tempo e spazio a disposizione e producendo già in E+G mi è bastato acquistare una grain bag per provare/testare questa tecnica trovata sui forum Australiani (probabilmente sono stato uno dei primi in Italia). Non ci è voluto molto per capire che oltre ad ottenere birre identiche al metodo all grain ci si impiegava molto meno tempo e implicava molta meno attrezzatura.
Perchè in Italia la tecnica Brew In A Bag ha trovato tanta diffidenza, per non dire resistenza?
R: Mah non saprei, probabilmente perché lo zoccolo duro degli homebrewer storici sbeffeggia un pò questa tecnica, ma a mio parere molta gente si sta facendo trascinare dalla tecnica BIAB sia per il risparmio di tempo che per il risparmio in termini di attrezzatura.
R: Secondo me con questa tecnica si ottengono birre con la stessa identica qualità di quelle prodotte con impianti all grain tradizionali.
Anch’io all’inizio ero scettico ma avendo poco tempo e spazio a disposizione e producendo già in E+G mi è bastato acquistare una grain bag per provare/testare questa tecnica trovata sui forum Australiani (probabilmente sono stato uno dei primi in Italia). Non ci è voluto molto per capire che oltre ad ottenere birre identiche al metodo all grain ci si impiegava molto meno tempo e implicava molta meno attrezzatura.
Perchè in Italia la tecnica Brew In A Bag ha trovato tanta diffidenza, per non dire resistenza?
R: Mah non saprei, probabilmente perché lo zoccolo duro degli homebrewer storici sbeffeggia un pò questa tecnica, ma a mio parere molta gente si sta facendo trascinare dalla tecnica BIAB sia per il risparmio di tempo che per il risparmio in termini di attrezzatura.
Dalla Tua esperienza, ritieni che sia un sistema per produrre birra meno efficace del sistema tradizione delle tre pentole?
R:Se per efficacia parliamo di efficienza pensando alla mia prima birra prodotta col metodo BIAB ottenni un 75% di efficienza risparmiando parecchie ore di lavoro e di pulizia.
Nelle cotte successive rimasi stabile fra l’ 80 e l’85% perciò direi proprio di no.
E’ possibile utilizzare la tecnica BIAB, naturalmente non con una sacca da 2000 lt, per produrre professionalmente birra e quali accorgimenti ci vorrebbero per riuscire nell’impresa?
R: A livello professionale (parlando di birrifici industriali) esiste una cosa simile al BIAB che si chiama "filtro miscela", in pratica al posto del fondo filtrante del tino filtro ci sono dei teli a maglie fitte dove viene filtrato il mosto, in questo caso come nel BIAB ci si può permettere di macinare più fine ottenendo una maggiore efficienza.
Qual’è la birra che hai prodotto che Ti ha dato le maggiori soddisfazioni?
R: A livello professionale sicuramente la Mrs White, una White IPA da 4,5° e Firewitch un’American IPA da 6,5°.
Regala una ricetta ai nostri lettori
R:Ricetta super easy:Regala una ricetta ai nostri lettori
Per 20 lt (efficienza 75%)
OG:1.048
Malti
4,0 Kg Pils
0.1 Kg Cara120
0.1 Kg Cara120
Luppoli(40 IBU)
Perle 15 g @ 60 min
Columbus 20 g @ 10 min
Mosaic 20 g @ 10 min
Columbus 20 g @ 5 min
Mosaic 20 g @ Whrlpool (o a fuoco spento)
Columbus 20 g @ Dry Hopping
Mosaic 20 g @ Dry Hopping
Perle 15 g @ 60 min
Columbus 20 g @ 10 min
Mosaic 20 g @ 10 min
Columbus 20 g @ 5 min
Mosaic 20 g @ Whrlpool (o a fuoco spento)
Columbus 20 g @ Dry Hopping
Mosaic 20 g @ Dry Hopping
Lievito Safale US-05 o lievito tendenzialmente neutro
Raccontaci il percorso che Ti ha portato a diventare moderatore del forum di AreaBirra e il perchè hai deciso di prenderTi questa responsabilità?
R: Quando iniziai a smanettare con la prima birra in kit mi iscrissi al forum e fui da subito molto attivo, dopo qualche anno l’amministratore Reversi mi chiese se avessi voluto far parte dello staff del forum per dare una mano con la moderazione ed io naturalmente con grande piacere accettai l’incarico.
Cosa pensi dei forum italiani e a che livello siamo rispetto ai forum internazionali?
R: Sicuramente abbiamo molto da imparare dai forum Australiani ed Americani, sono molto “avanti” rispetto a noi, ma secondo me è solo una questione di tempo.
Tra il forum e il birrificio, Ti sarai fatto una notevole esperienza sul mondo degli homebrewer italiani, come li giudichi?
R: Sicuramente col passare degli anni e con l’aumentare del popolo di Homebrewers italiani la qualità negli anni è salita, avendo anche fatto il giudice per qualche concorso HB non posso che confermare il trend positivo.
Cosa diresti a chi vorrebbe intraprendere la strada di HB? Dai qualche consiglio per iniziare a produrre birra a casa?
R:Il mio consiglio è quello di cominciare con birre semplici e con pochi ingredienti in modo da poter individuare con facilità la causa di alcuni difetti che potrebbe avere il prodotto finito.
In molti agli inizi (me compreso) tendono a strafare cercando di produrre birre complicate e magari con spezie e ingredienti sconosciuti.
Quali sono le difficoltà che hai incontrato nel progetto che hai sviluppato prima come beer firm e poi come microbirrificio?
R: Le maggiori difficoltà sono state quelle burocratiche soprattutto per la parte birrificio.
Facci da cicerone virtuale e guidaci a visitare il vostro microbirrificio e dacci qualche informazione sulle birre che producete.
R:Il nostro birrificio ha una sala cottura da 20 Hl(2000 litri) a 3 tini automatica, abbiamo una cantina con 16 unitank (8 da 20 Hl e 8 da 40 Hl) che ci permette di soddisfare sia la nostra produzione che quella di alcuni conto terzi, inoltre abbiamo una linea di confezionamento per le bottiglie ed una infustatrice che ci permette di confezionare sia i fusti di plastica (kkeg, polykeg, petainer) che i fusti in acciaio inox.
Le nostre birre sono queste in ordine di presentazione:
Le nostre birre sono queste in ordine di presentazione:
Sunray: una golden ale con luppoli inglesi ed americani
Firewitch: un’American IPA profumatissima.
Mrs. White: una White IPA
Kubla Khan: Una Black IPA
Sjàvar Bjor: Una Salty Amber Ale fatta in collaborazione col birrificio Argo.
Il Barone: Un’American BarleyWine
Rebhell: Una Munich Helles
Billygoat: Una Doppelbock
Kamaleon: Ogni volta differente
Qual è il Tuo pensiero sul prodotto “birra artigianale”, quali sono le condizioni per tale definizione? E direttamente conducibile alla quantità prodotta, dal metodo utilizzato o semplicemente della qualità degli ingredienti?
R: Secondo me esiste solo la birra di qualità, ormai “artigianale” è un termine usato e abusato anche dai birrifici industriali che sfornano le cosiddette birre “crafty”.
Tu che hai vissuto in prima persona tutte le fasi della birrificazione da Homebrewer a professionista della birra artigianale, quali sono le differenze più importanti?
R: Sicuramente con un impianto professionale si ha un maggiore controllo di tutto il processo produttivo. Ma anche da HB si riescono a produrre delle signore birre, ci sono birre prodotte da alcuni HB che farebbero impallidire birre prodotte su impianti professionali.
Quali sono i Tuoi progetti per il futuro?
R: Far arrivare la nostra birra all’estero (anche se già stiamo muovendo i primi passi).
E spaziare con la produzione in altri stili, per esempio da poco è partito il progetto Kamaleon, ogni cotta sarà differente e le prime due sono state APA da 4,2° prodotte con varietà di luppoli differenti, la prossima sarà un nuovo stile (sorpresa).
Abbiamo finito Rico, Ti ringrazio per la Tua disponibilità, anche da parte dei nostri lettori. Spero di poterTi di nuovo rinnovellare tra le nostre file, magari per una nuova chiacchierata sul BIAB.
A presto.
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