mercoledì 25 giugno 2014

Travaso della Nera Luppolata Novaterra

Nonostante i continui impegni, si riesce sempre a trovarne un pò di tempo per la nostra birra. E' il caso del travaso della Nera Luppolata Novaterra.
Questa volta le operazioni si sono svolte in cantina, che sta diventando sempre più il punto di appoggio per le nostre operazioni birraie. 
C'era anche l'intenzione di un ulteriore lavaggio del lievito,  per essere poi riutilizzato per la prossima cotta una classica e amara IPA, ma le cose non sono proprio andate come speravamo.
Ma andiamo con ordine, il materiale necessario per il travaso e il lavaggio, è stato preparato e sanificato in garage il giorno prima, per ora dobbiamo ancora utilizzare le due zone, finchè non avremo trasformato completamente la cantina, anche se il garage rimarrà la zona dedicata alle cotte.


Sullo sfondo i fermentatori con la Imperial Stuot ancora da imbottigliare. 
Abbiamo iniziato con la misurazione della densità, per verificare lo stato di avanzamento della fermentazione, 1018 è un ottima densità, se si pensa alle peripezie che a dovuto subire questo lievito, derivante dal lavaggio del lievito della Imperial Stout, con temperature elevate sia durante la fermentazione della Imperial sia durante la settimana precedente, tanto da costringerci a spostare il fermentatore in cantina. 


Il travaso è stato eseguito come sempre con il metodo rubinetto-rubinetto, semplice veloce e senza il rischio di contaminazioni e ossigenazioni involontarie.


Il profumo è notevole, i luppoli utilizzati si sentono, al contrario non si sente affatto il torrefatto, ma dopo pochi giorni non si può certo dare un giudizio definitivo. Con l'occasione abbiamo assaggiato il mosto presente nella provetta utilizzata per la misura della densità, il gusto predominante è l'amaro, molto intenso che copre praticamente tutto, che andrà con il tempo a miscelarsi con gli altri aromi, successivamente si sente il dolciastro del Maris, c'è la sensazione che ci sia ancora qualcosa da fermentare, mentre sono quasi assenti gli aromi torrefatti del chocolate e del black malt, e alla fine si sente appena il gusto resinoso delle bacche di ginepro.


La birra è nerissima, qui durante le prime fasi del travaso. La temperatura è finalmente rientrata nei parametri giusti, intorno ai 20°C, dopo la settimana a oltre 26°C complice, oltre alle alte temperature di questo pazzo inizio di giugno, all'innalzamento dovuto alla fase tumultuosa della fermentazione. Il fermentatore rimane in cantina al fresco per le prossime due settimane, in attesa dell'imbottigliamento.


Con il pensiero di recuperare il lievito, mi sono anche portato il bottiglione da 5 litri e un paio di litri di acqua bollita e raffreddata, da versare nel fermentatore per sciacquarlo. La premessa era buona la quantità di lievito sul fondo era notevole.



Quasi due litri di lievito, notevole. Neanche nella cotta precedente ne avevamo così tanto. Il fondo si presentava molto compatto, e nonostante i due litri di acqua è stato difficile scioglierlo.


Con calma una volta sciolto completamente, lo abbiamo versato, tramite il rubinetto, nel bottiglione.


Terminato ho cominciato al mescolamento energico, che aiutare la separazione tra i tre componenti, acqua, lievito, residui e farine.
Dopo un bel pò di sbattimenti energici, decidiamo di trasferirci in garage sia per lavare a fondo tutto il materiale compreso il fermentatore, sia perchè in garage ci sono gli altri componenti necessari per il versamento del lievito nei barattoli.
Purtroppo, non so se per causa di un mescolamento non molto energico, o di un lievito esausto per le eccessive temperature a cui a dovuto lavorare, dopo tre ore ci siamo ritrovati con pochissima stratificazione.


Qui si vede bene che non si è stratificato, ma è presente molto sporco. Aspettiamo un ulteriore ora, ma la situazione non migliora, decidiamo di procedere lo stesso, cercando di raccogliere il maggior lievito presente appena sotto l'acqua.


Riempiamo tre vasetti, ma si intravede che è più lo sporco che la quantità di lievito presente.
Infatti dopo tre giorni di frigo ci siamo ritrovati con i vasetti con un filo di lievito e la maggior parte praticamente sporco, e anche se ha malincuore, abbiamo deciso che così non potevamo riutilizzarlo, sarebbe stato impossibile raccogliere solo il lievito, e di non utilizzarlo per la prossima cotta, prendendo, purtroppo la via del lavandino. 
Ma siamo lo stesso contenti dell'esperienza vissuta la volta precedente.
Ora non ci rimane che imbottigliare Juniperus la bestia, ma questa è un'altra storia.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti Disattivati

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...