sabato 30 novembre 2013

La Nostra Cantina.

Ciao a Tutti, siamo qui finalmente a raccontare questa storia infinita.
La nostra Cantina.
Abbiamo avuto problemi con la cantina da subito, anche se non c'è ne siamo accorti subito, ma già dopo un pochi mesi, dopo aver buttato via, perchè pieni di muffa, scarpe e libri, suppeletti vari, particolarmente sensibili agli ambienti umidi. 
C'è ne siamo accorti perché capitava spesso, soprattutto quando faceva molto freddo, di vedere il vetro del lucernario, colare di acqua, e non c'era verso di lasciare niente di utile a parte qualche pala, persino i manici di legno marcivano.
Non parliamo dei muri con un umidità di risalita notevole con buchi nell'intonaco, e il pavimento di cemento sempre umido se non bagnato, con a volte pozze.
Abbiamo chiesto agli altri inquilini, e ci hanno confermato il tutto, dicendoci che c'è una falda che passa sotto alla casa, e che è capitato anche una volta che le cantine si fossero allagate.
L'anno scorso, il nostro vicino a completamento raso al suolo e rifatto il garage e abbiamo notato che l'impresa di costruzione, ha rifatto il fondo scavando in profondità e utilizzando i famosi "vespai areati" o come vengono comunemente chiamati iglù.
Sono stato folgorato da un idea pazzesca, una delle tante!
E se lo facessimo anche noi?
Nello stesso giorno in poche ore, per mi conosce lo sa che la pazienza e le riflessioni non fanno parte della mia vita, piuttosto mi fanno compagnia le ossessioni, mi sono messo in contatto con il mio muratore di fiducia e con la ditta che aveva fatto i lavori al vicino per avere un preventivo. Dopo qualche giorno sono andato a prendere i preventivi, e all'apertura delle buste mi sono sentito male.
"Non è possibile, non si può spendere tanti soldi così per fare questo lavoro e se c'è lo facessimo noi?" gli dico ad Andrea, che con entusiasmo "dai così facciamo la micro birreria".
Così ignari dell'immensa impresa che stavano per cominciare, ho iniziato a girare i rivenditori di materiali edili e una volta scelto il più conveniente, ho parlato con il muratore chiedendo se ci poteva dare qualche consiglio e se avessimo avuto bisogno, se era disponibile a venire a farci vedere. Nessun problema, una grande persona che ci ha dato un grande supporto e una grossa mano, per pochi soldi, ma un bel rifornimento a vita, di birra!!!
E così verso febbraio abbiamo cominciato con i lavori.


Andrea si è subito dato da fare cominciando a togliere scaffali, muretti, tavole, quasi del tutto marcio e fradicio.
Qui potete vedere, una volta tolti i muretti che ospitavano alcune tavole che facevano da scaffali, completamente marci e con una strato di muffa arcaica, che parevano alberi. 
Come potete vedere, l'umidità è arrivata fino al soffitto e l'inquilino di sopra a dovuto fare alcune iniezioni di schiuma 
poliuretano  per fermare l'umidità che si era passata in casa, questa ha bloccato l'umidità nella cantina cominciando ad intaccare l'intonaco, spaccandolo e facendo penetrare la muffa all'interno del muro.
Impossibile risolvere la cosa, non sarebbe servito mettere dei panelli ci carton gesso, dopo poco tempo sarebbe rifiorito tutto, ma soprattutto non avremmo risolto l'infiltrazione di acqua. L'unica cosa da fare sarebbe stato spostare le fondamenta, infilare uno o più strati sotto, di materiale impermeabile e poi rimettere le fondamenta. Eh!??!! 
Certo non si può fare. 
Allora... bisognava creare una bolla separata da tutto!!! Facile da dire ma estremamente faticoso da creare, come al solito tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Prima lavoro da fare, togliere tutto lo strato di cemento che ricopre il pavimento.

 Inizialmente abbiamo cominciato con la mazzetta (abbiamo iniziato completamente ignari della attrezzatura fosse necessaria, certo che se avessimo saputo cosa ci aspettava non so se l'avremmo fatto) pensando che lo strato di cemento, magrone, fosse più sottile.
Il fatto è che, si che c'era uno strato sottile di qualche centimetro di cemento puro, che però posava su uno strato di cemento, calce e pietrine di fiume, duro ma duro che sembrava cemento armato.
Così piano piano ci siamo resi conto che rompere lo strato ci sarebbe servito un martello pneumatico.
Non pensavo fosse così difficile e stancante tenere un martello pneumatico, dopo pochi minuti ero distrutto, per fortuna Andrea ha fatto il lavoro, facendosi un notevole bip!
Qui potete vedere il particolare del martello conficcato nello strato, e potete vedere la composizione a strati del pavimento.
Questa foto mette bene in risalto che dopo una decina di centimetri di cemento-cemento calce e pietrine- e pietre piccole e pietre grandi, c'è uno strato di terra argillosa compatta come pietra.
Il martello è inutilizzabile ,
rimane piantato nella argilla, l'unico molto è il picco. Qui le bolle nelle mani la fanno da padrone, e son dolori e cerotti. 
Se fosse stata tutta argilla sarebbe stato faticosa si ma, niente in confronto a quello che ci sarebbe aspettato, pietre ovunque e sono manici che saltano e mani che sanguinano.

Si continua a scendere, ma tutto il materiale di risulta dove?
Lo abbiamo fatto passare dalla finestrella, da dentro, al livello strada e poi nel furgone.
Si scava in continuazione obbiettivo 50 cm. sotto il livello originale.

E più si scende, e più ci sono pietre grosse, un fondo perfetto fatto negli   anni 50.

Peccato che fosse per più di trequarti, soprattutto le zone verso i muri perimetrali, molto umide e ricche di acqua.







Questo è uno dei massi che abbiamo trovato, forse il più grosso, nonostante tutti gli sforzi per sollevarlo, per farlo passare dal finestrino, che tra l'altro si trovava, man mano che scendevamo, sempre più in alto, abbiamo dovuto lasciare nella cantina.







 
Alla fine diventerà il testimone dell'impresa.













Finalmente arrivati a ground zero, 55 centrimetri sotto il livello originale del pavimento, peccato che la foto evidenzi solo un angolino sotto la porta, il resto era ancora da fare!











Piano piano giorno dopo giorno siamo andati avanti.
Una fatica che alla fine abbiamo pagato caro, è stata quasi la spesa più grande, lo smaltimento di pietre e terra.
Ad un certo punto ci siamo stancati di fare fatica a caricare un furgone  e poi ancora pagare per rovesciarlo in una cava dove veniva triturato e mescolato con altre pietre per essere puoi rivenduto ad altri.
Gli ultimi 10 quintali sono finiti nel orto, anche se questo a causato un notevole indurimento del terreno, modificando la capacità di filtrazione dello stesso, rendendolo molto più argilloso e impermeabile.


Ecco qui il masso che ci farà da macchina del tempo, visto che abbiamo fatto una buca e c'è lo abbiamo messo dentro sotterrando vicino anche una scatola con la nostra foto, con qualche oggetto, e una lettera per i posteri che troveranno questi oggetti, una piccola navicella nel futuro.



Successivamente siamo passati alla pulizia delle pareti, raschiamo bene tutto e cercando di livellare al meglio il terreno.





Particolare del dislivello e dell'altezza della finestra

  





Il muro completamente scrostato a nord







Il muro completamente scrostato a est





Qui si può vedere bene il livello che ha raggiunto l'umidità di risalita, praticamente aveva intaccato l'intera parete fino al soffitto. 








Il lavoro più lungo e stancante era stato fatto, ma era stato il lavoro che ci siamo fatti completamente da soli, spendendo relativamente pochi soldi visto che avevamo solo speso per smaltire.
Così ho cominciato ad acquistare la ghiaia, un pozzetto, per convogliare le eventuali acque che sarebbero venute dal suolo, e che sarebbe servito in un secondo tempo come pozzetto per la punta per la messa a terra dell'impianto elettrico.


Qui si comincia a fare sul serio.
Con calma abbiamo steso un paio di mq di ghiaia bella grossa, da creare un cuscinetto tra il cemento del basamento e l'argilla sottostante. Non è stato difficile e non era obbligatorio avere un piano in bolla, abbiamo solo cercato di renderlo il più piano possibile.
Poi ci siamo fatti prestare la betoniera dal nostro amico muratore e abbiamo fatto l'impasto da stendere sopra la ghaia.
L'impasto non andava troppo solido e se non ricordo male la proporzione che abbiamo fatto con un sacco di cemento da 25 Kg / 75 kg. di sabbia, proporzione 1/3.
L'acqua aggiunta è stata di circa due secchi d'acqua da 10 litri, ma li bisogna dosare secondo la necessità, per avere, in questo caso, un consistenza morbida ma non liquida.


Qui potete vedere come abbiamo applicato il cemento, creando due strisce laterali parallele di cemento e poi riempiendo lo spazio tra loro, il tutto cercando di tenere il piano prima sulle strisce, posizionando una livella lunga.

Il lavoro finito. Come vedete non è perfettamente liscio, ma in questo momento non è importante, questo sarà il basamento degli iglù.
Ci è voluto molto per asciugare, anche se lo strato non superava i 5-6 cm e rimasto umido per 10 giorni,

anche se in superficie era asciutto il giorno dopo, si vedeva dalla colorazione, che all'interno era ancora umido.

Poi abbiamo acquistato gli iglù, che visto l'altezza che avevamo da ricoprire abbiamo optato per quelli alti 25 cm. Qui li vediamo presentati sul basamento per vedere se quelli che avevamo preso erano sufficienti.
Gli iglù poi sono stati montati, sono molto semplici da inserire uno dentro l'altro, lateralmente, l'unica cosa è rispettare il verso, ci sono comunque delle frecce da seguire.


E' stato lasciato uno spazio tra il vecchio muro e il bordo degli iglù, questo sarà l'intercapedine, che eviterà di avere il nuovo muro a contatto con quello vecchio.


A sinistra il lato verso il muro più impregnato, dove sono stati lasciati 12 cm. mentre a destra il lato del finestrino, 10 cm., i due muri esterni, mentre di lato lo spazio minimo per il muro interno, 4 cm. che confina con la cantina accanto.










Vista della zona del pozzetto, dove sono stati tagliati tutto intorno.


Il lavoro non è stato complicato, anche se deve essere eseguito con calma e assicurarsi che gli iglù siano incastrati alla perfezione.
Le difficoltà maggiori sono state, quelle legate agli iglù tagliati che non aventi più le quattro gambe di appoggio sono stati necessari l'inserimento di blocchetti di gasbeton per consentire un appoggio solido agli iglù, che non ci dimentichiamo dovranno sostenere tutta la struttura sovrastante.
Una volta terminato la sistemazione degli iglù, è stata creata l'armatura tutto intorno al perimetro degli iglù, dove all'interno sarà gettato il cemento che diventerà la base del nuovo pavimento, lasciando tutto intorno uno spazio vuoto che permetterà la circolazione d'aria sotto al pavimento.
Una volta terminata la sistemazione dell'armatura è stata stesa una rete elettrosaldata sopra, per permettere un ulteriore robustezza del pavimento e così legare ancora più saldamente gli iglù tra loro.



Nella foto sopra si può vedere anche la sistemazione di un paio di guaine, una di scorta, che verrà utilizzato per portare la corrente nella zona che sarà dedicata al banco bar. Naturalmente, la rete è legata tra i vari pezzi, per aumentare la resistenza e che durante la gettata di cemento non si possa spostare.



  


Il cemento posato, prima di tutto negli spazi creati dagli iglù, così che il cemento che verrà posato sopra, possa avere un maggior numero di punti di aggancio.




Andrea durante la fase di riempimento






Con cura ed entusiasmo a seguire tutti i profili e i bordi





La fatica e lo stress si cominciamo a farsi sentire, non è tanto la fatica, che c'è ma si supera, ma l'insicurezza di fare il lavoro bene.










                                                                                                                                La cura dei particolari.
E' importante in questa fase evitare di formare delle cunette, che vanno spianate.


                                                     Lavoro terminato


























In attesa che lo strato di 10 cm di cemento asciugasse molto bene, fondamentale per stendere il massetto per le piastrelle, sono stati posate le guaine dell'impianto elettrico che passano nell'intercapedine tra i due muri. Qualche immagine.









I punti più critici sono quelli dove le guaine escono dal pavimento e non essendoci altra possibilità devono entrare nel gasbeton del futuro muro interno. Particolare qui sotto.

     




Successivamente abbiamo cominciato la costruzione del muro interno.
Qui abbiamo chiesto aiuto al nostro amico muratore che ci ha messo a disposizione le stanghe molleggiate da mettere nei quattro angoli per poi tendere le lenze da seguire per l'esecuzione dei muri.
Certo non è stato facile, e se devo essere sincero il muro più lungo non è proprio venuto dritto, ma a vista non si percepisce.
E venuto comunque un lavoro quasi perfetto.

Qui le foto in sequenza della costruzione del muro interno.










Una nota estremamente importante, esternamente, nei muri a nord e a est, sono stati effettuati due fori larghi 10 cm. che permettono la comunicazione dell'aria all'interno dell'intercapedine, tra l'esterno e l'aria presente negli iglù, creando così una corrente d'aria, che permette di mantenere la bolla asciutta, separando completamente i muri esterni, con la cantina all'interno.
Alla fine ci sono stati un paio di lavori più difficili.
La zona più difficile in assoluto è stato senz'altro il lavoro eseguito intorno al finestrino, per creare dei blocchi tagliati su misura ed inoltre anche inclinati per far proseguire l'inclinazione che aveva il muro esterno. Il lavoro si è rivelato estremamente complesso tanto che è stato rifatto un paio di volte.
Inoltre è stato inserito un nuovo piano di marmo che doveva, anch'esso, mantenere la vecchia inclinazione.


Inoltre il muro una volta arrivato al soffitto, non permetteva di inserire un blocco interno anzi è rimasto uno spazio di 6 cm, che a richiesto la pazienza del taglio di tutto il perimetro di blocchetti di gasbeton, alti 5 cm, per poterli inserire, perchè se fossero stati di misura non sarei riuscito ad infilarli.



Il modo più semplice, che permette di avere anche una mobilità del muro, che con il tempo avrà degli movimenti naturali, è stato l'utilizzo di schiuma espansa che poi è stata tagliata quella in eccesso.







Il tutto è stato lasciato asciugare per 15 giorni per avere anche la conferma che eventuali assestamenti del gasbeton si potessero assestare.
Nel frattempo è stato sistemato tutto l'impianto elettrico con il passaggio dei cavi e la sistemazione di prese ed interruttori e dei punti luce.
Tutto è andato bene, la schiuma a permesso di avere una certa libertà per il muro che si è assestato senza creare crepe.
Dopo i 15 giorni è stato preparato il massetto per la posa delle piastrelle.
Qui il lavoro è stato affidato al nostro amico professionista, perchè fare un piano per le piastrelle non è un lavoro semplice, e se non è eseguito alla perfezione si rischia poi di dover rompere tutto per essere rifatto.
Avete mai visto piastrelle che si staccano dopo poco tempo? Questo è causato dalla non permetta preparazione del massetto che non ha permesso un perfetto appoggio di tutta la piastrella.








Il lavoro terminato, perfettamente piano e liscio.
Il tutto è stato nuovamente fatto asciugare molto bene, anche grazie alle temperature estive.
I primi giorni è stato leggermente bagnato tutti i gironi per evitare che si seccasse troppo velocemente e si potessero creare crepe.

Nell'attesa della sistemazione delle piastrelle sono stati eseguiti i classici lavori di rifinitura, come la tinteggiatura del soffitto e di una parte dei muri, dove è stato fondamentale l'aiuto della moglie, che esegue sempre lavori precisi e splendidi.
Successivamente sono stati sistemati, tramite tasselli speciali per gasbeton, listelli di abete precedentemente impregnati dove saranno inchiodate le perline da 1 cm.  





















I listelli sono stati messi sfalsati per favorire il passaggio dell'aria dietro alle perline.




Una volta tutto pronto, le piastrelle sono state applicate dal nostro amico muratore, il lavoro è venuto davvero bene, alla fine stentavo a riconoscere la cantina, anche se naturalmente lo spazio interno è stato diminuito.












Alcuni giorni dopo è stato applicato lo stucco tra le fessure, di colore grigio nel tentativo di simulare la posa di piastrelline di cotto.












Favoloso!




Ultimo grosso lavoro, la sistemazione delle perline per tutto il perimetro, ma lasciando una striscia in alto, per poi dipingere un motivo di foglie frutti di luppolo.








Le perline sono state prima impregnate con un impregnante all'acqua incolore, per creare con il tempo quella colorazione bruna naturale del legno quando invecchia. 




Deliziose anche le cornicette create intorno a interruttori, prese e al quadro.









Inoltre è stata posata una cornicetta sopra e sotto le perline e le angoliere.
L'impresa era quasi terminata, mancava il dipinto sul soffitto e intorno.
Una carrellata di foto.

                                                               






                                                        
 Ho cominciato con tracciare le linee        che rappresentato gli ipotetici rami          rampicanti del luppolo

                                                               
 Poi con degli stencil sono stati creati foglie frutti












Particolare del frutto che è uno dei protagonisti nella fabbricazione della birra.









Dopo circa sei mesi siamo riusciti a creare qualcosa di grande, quasi da soli e con un notevole risparmio. Alla fine stentiamo a riconoscere questa cantina, che di fatto è diventata una nuova stanza, dove abbiamo trasformato un luogo umido e malsano in una stanza confortevole e sana.
Ma la storia non finisce qui.
Ora c'è da costruire l'interno di questa splendida scatola e siamo, dopo quasi un anno in dirittura d'arrivo. 
Ma questa è un'altra storia che Vi racconterò quando conclusa .... tra non molto.
A presto.




















giovedì 28 novembre 2013

La Terza Una Scura Stout


Ciao Ragazzi, questa volta mi sono dedicato molto di più a fare la birra che ha fare foto, quindi mi dispiace per gli amanti della fotostoria che questa volta rimarranno sicuramente delusi, ma così sono riuscito a fare molto meglio il lavoro.
La cotta di ieri è stata sicuramente la migliore da tutti i punti di vista.
La preparazione del garage di Sabato, ci ha permesso di iniziare e continuare con più tranquillità tutta la cotta, penso che sia fondamentale arrivare al mattina è trovare il campo di battaglia, già con le truppe schierate.
Come Vi dicevo, ho limitato la mia enfasi fotografica, che andava a discapito della mia tranquillità, permettendomi di concentrarmi maggiormente sulle azioni da compiere.
Nel frattempo in settimana ci siamo dotati di un attrezzo per poter lavorare più tranquilli, un semplice banco di ferro su cui appoggiare il fornellone e pentola, la pompa il mulino, insomma per non lavorare sempre piegati, si è rivelato un semplice ma utile strumento.












I dati sterili ma sono quelli che contano, velocemente:
La ricetta Iniziale era questa:



Eaglolf Stout ALL Grain BIAB

Minuti ammostamento : 90
Litri in pentola : 39
Litri in fermentatore : 25
Efficenza : 65 %
OG : 1049
ABV : 4.9 %
IBU : 46.5
EBC : 59

Fermentabili
Maris Otter      5200 gr 80 %
Crystal 105L      550 gr 8 %
Roasted            250 gr 4 %
Fiocchi di Avena 200 gr 3 %
Chocolate         200 gr 3 %
Black Malt         100 gr 2 %
Totale            6500 gr

Luppoli
Target 50 gr 10,0 aa 60 min coni
Totale 50 gr

Lievito
2 SafAle English Ale S-04

Mash Protesi      50°C 10 min.
Mash Betamilasi  64°C 20min.
Mash Alfamilasi   70°C 60 min. o fine a conversione completata
Mash Out           78°C 0 min.

Nel frattempo abbiamo cambiato le soste di ammostamento pensando insieme ad Andrea che fossero più consone, ma vediamo in dettaglio.
39 litri di acqua, 6,5 kg di grani e fiocchi e pH dell'acqua 6,3 , dopo l'aggiunta del limone.



Prima sosta per il protein rest a 53°C abbiamo buttato i grani e come l'altra volta la temperatura non è scesa neanche di un grado, anzi nei 10 minuti di sosta non abbiamo neanche accesso, la temperatura è rimasta sopra i 52°C, pH 5,75.
Dopo i 10 minuti abbiamo acceso e in 12 minuti siamo arrivati a 68°C e abbiamo buttato i fiocchi e mantenuto la temperatura da 67,5 a 68,4 tramite il controllo scrupoloso dell'intensità della fiamma, che praticamente è sempre stata accesa, anche al minimo possibile, e una sistema che ci ha permesso di mantenere maggiormente costante la temperatura. pH 5,5.
Quindi prima differenza tra la ricetta che avevamo pensato e quello che poi realmente abbiamo fatto e di alzare la temperatura di betamilasi da 64°C a 68°C avendo così a disposizione più destrine rispetto a 64°C e il tempo lo abbiamo allungato di 5 minuti.
Dopo 25 minuti abbiamo acceso, pensando che per raggiungere i 70 minuti ci avremmo messo 5 minuti, così con la fiamma poco potente siamo arrivati a 71°C dopo 4 minuti con fiamma leggermente più alta e qui abbiamo di nuovo con il sistema del controllo della potenza della fiamma 69,8 a 70,6 per 35 minuti.
Seconda differenza il tempo di ammostamento per le alfamilasi che è passato da 60 minuti a 35 minuti, perchè l'ultima volta abbiamo notato che la birra è venuta troppo secca, dovuto probabilmente dal fatto che prolungando il mash, una già alta percentuale di maltosio abbia distrutto molte delle destrine, causando un eccessiva fermentabilità del mosto.
Piccolo inghippo al momento di verificare la conversione degli amidi, il colore del mosto era molto scuro, anche se non proprio nero, così non eravamo sicuri dell'avvenuta conversione, così volevo fare una foto per guardare, tramite la foto stessa che evidenzia i viraggi di colore, e mi è finito il telefonino dentro al piattino, tutto in terra e addosso con il telefono completamente rosso, ho capito che era tutto ok.
7 minuti per arrivare a 78°C.
Tiriamo su la sacca strizziamo e schiacciamo, litri preboil 36 Litri, OG preboil 1044 mezz'ora per arrivare a bollitura e 10 minuti di bollitura, "a vuoto" per la concentrazione mosto.
Al momento di gettare il luppolo ci sono accorti che non avevo i 50 gr. di target ma solo 39 e così avevo del fuggle aperto e ci ho buttato altri 20 grammi per arrivare al IBU prevista.


Nessuna altra aggiunta ne di altro luppolo ne di Irish moss.
Finito bollitura un bel mulinello, ma ci rendiamo subito conto che c'è molta meno farina nel mosto, pensiamo che il maris otter sia stato meno polveroso non sappiamo bene da cosa dipenda, perchè il numero di posizionamento dei rulli del mulino di macinazione non è stato modificato, forse la qualità della muntons e superiore a quella della dingermans.


Reidrato le due bustine di S-04, come al solito con una punta di zucchero in mezzo bicchiere di acqua a 25°C, una mezz'oretta e c'era una bella schiuma.
Raffreddiamo molto velocemente l'acqua nei tubi, qui ormai è già sotto i 10 gradi e in 20 minuti portiamo l'acqua a 20 gradi, tra l'altro non facendo scorrere eccessiva acqua nei tubi della serpentina.
Apriamo il rubinetto e travasiamo nel fermentatore, creando una bella schiuma marrone 25 litri e un pò, di nettare marrone scuro, pensavamo venisse più nera.
Controllo la densità 1056, calcolo velocemente l'efficienza, ancora salita 74% benissimo. Diamo un assaggiata, è già davvero buona, poco amara e si sente bene i sapori dei torrefatti ma soprattutto dei tostati con quel sapore caratteristico dei caramellati, alla fine lascia un pochino di lepego, penso che sia il roasted, la prossima volta ci piacerebbe usare il Carafa III.
Verifica della temperatura con il digitale, visto che non si riusciva a capire la temperatura sul termometro a cristalli dell'adesivo attaccato, 20°C spaccato, perfetto, versiamo i due bicchiere e un paio di minuti per mescolare e dare ancora una bella ossigenata. Chiusura e trasporto in casa visto che la cella climatica non è ancora attiva, anche se abbiamo tutto non ho ancora avuto tempo di fare delle prove per vedere il settaggio del STC-1000.
Intanto dopo 4 ore dalla inoculazione già gorgogliava e la temperatura è salita a 22°C.
Per la cella climatica, in settimana, dopo aver finito lo scaffale dispensa reclamato dalla moglie, e dobbiamo ancora iniziare il mobile bar, in cantina, Sabato siamo andati a prendere le tavole e sono appena riuscito a dare una mano di impregnante, dal un lato solo, spero di finire il mobile nel fine settimana prossimo, anche se sabato sera abbiamo di nuovo una bella rimpatriata a basi di pizza e birra, adoriamo avere gente in casa.
Alla fine è venuta così:

Eaglolf Stout ALL Grain BIAB

Minuti ammostamento : 70
Litri in pentola : 39
Litri in fermentatore : 25
Efficienza : 74 %
OG : 1056
ABV : 5.6 %
IBU : 40.3
EBC : 59

Fermentabili
Maris Otter       5200 gr 80 %
Crystal 105L       550 gr 8 %
Roasted             250 gr 4 %
Fiocchi di Avena  200 gr 3 %
Chocolate          200 gr 3 %
Black Malt         100 gr 2 %
Totale 
            6500 gr 

Luppoli
Target 39 gr 60 min Fiore
Fuggle 20 gr 60 min Fiore
Totale 52 gr 60 min
Inserisco qualche foto della giornata
Qui sotto potete vedere il banco con gli strumenti necessari, preparato il giorno prima, indubbiamente un bel salto di qualità nel lavoro.

















Qui una serie di foto del carretto che
è risultato estremamente utile sia per effettuare tutte le fasi di macinatura dei grani, sia per l'alloggiamento della pompa, la soprattutto per portare la pentola ad una altezza decente per permettere le operazioni di versamento dei grani e mescolatura.



Utilissimo anche il vaso sotto dove riporre bacinella e fondo se in mezzo.













Particolare del secchio con il mulino e dei grani macinati.
Sotto in basso si può vedere anche la piccola la utilissima pompa per il riciclo del mosto durante la fase di ammostamento.











Andrea nella fase di travaso dell'acqua di fonte dalle taniche alla pentola.


















Sotto potete vedere il fornellone, in evidenza anche il rubinetto.




Particolare del mestolo, dove nel manico sono state segnate delle tacche per vedere la quantità di acqua versata, l'ultima tacca segna 40 litri qui potete vedere che si tratta di 39 litri. 













Bene siamo arrivati alla fine di questa scura avventura, ci rivediamo presto con un nuova birra, una weizen o birra di grano.
A presto.





giovedì 14 novembre 2013

La Nuova Avventura In BIAB Un American IPA


Ciao a Tutti, anche questa nuova avventura è giunta al termine, si è consumata Domenica, ed è stata molto più dura della precedente, complice una mega cena la sera prima, in garage, proprio nel luogo adibito alla cotta, a base di pizza e birre, che è scesa nelle gole delle gente senza esitazione, neanche la minaccia di qualche posto di blocco nella zona li ha fermati.
Il problema che verso l'una tutti belli allegri, abbiamo lasciato il garage in condizioni pietose, e la mattina dopo sarebbe già stato complicato alzarsi dal letto figuriamoci pulire tutto per accingersi a eseguire la seconda cotta in AG BIAB American IPA da nome Quanah.
Ho cercato di fare qualche foto per documentarVi l'accaduto ma dopo poco dall'inizio ho perso la cognizione del tempo e diciamo che potete veder solo l'inizio dell'orgia gogliardica a base di pizze condite alla faccia del colesterolo e a fiumi di birra che sono scesi dal collo delle bottiglie, alle gole arse dei commensali.
La formazione è:

Andrea al forno, io stendo la pasta (preparata alla mattina presto 2,8 litri di acqua, 4 chili di farina 00, 1,5 chili di manitoba, 100 grammi di sale fino, un cucchiaino di zucchero, due cucchiai di oliva extra vergine di olivo, 3 grammi di lievito di birra e 100 grammi di pasta madre o impasto di riporto, e ... tanto olio di gomito), e la moglie prende le ordinazioni.


Ma siamo qui per parlare della nostra nuova cotta, era solo per farVi capire che il giorno prima bisogna prepararsi, spiritualmente  ma anche fisicamente.

La Ricetta Originale
American IPA ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 90
Litri in pentola : 39
Litri in fermentatore : 23
Efficienza : 60 %
OG : 1055
ABV : 5.5 %
IBU : 59.3
EBC : 15

Fermentabili

Pale Ale 6000 gr 86 %
CaraPils  400 gr 6 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 4 %
Crystal 150L 300 gr 4 %
Totale 7000 gr

Centennial         20 gr 60 min
Amarillo Gold 20 gr 30 min
Cascade         20 gr 30 min 
Irish Moss         10 gr 15 min
Cascade         20 gr 15 min 
Amarillo Gold 20 gr 15 min
Amarillo Gold 10 gr 10 min
Cascade         10 gr 10 min 
Amarillo Gold   5 gr 5 min
Cascade           5 gr 5 min
Cascade         25 gr 0 min
Citra                  50 gr DH
Totale       215 gr 60 min

Lieviti
2  SafAle US - 05

Mashing 90 min. 66°C
Mash out 0 min 78°C  

Invece è un pò cambiato ed è venuta così

American IPA ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 90
Litri in pentola : 39
Litri in fermentatore : 25
Efficienza : 71 %
OG : 1060
ABV : 6.0 %
IBU : 52.2
EBC : 12

Fermentabili

Pale Ale 6000 gr 86 %
CaraPils  400 gr 6 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 4 %
Crystal 150L 300 gr 4 %
Totale 7000 gr

Centennial         20 gr 60 min
Amarillo Gold 20 gr 30 min
Cascade         20 gr 30 min 
Irish Moss         10 gr 15 min
Cascade         20 gr 15 min 
Amarillo Gold 20 gr 15 min
Amarillo Gold 10 gr 10 min
Cascade         10 gr 10 min 
Amarillo Gold   5 gr 5 min
Cascade           5 gr 5 min
Cascade         25 gr 0 min
Citra                  50 gr DH
Totale       215 gr 60 min

Lieviti
2  SafAle US - 05

Mashing 5 min 53°C + 70 min. 66°C + 20 min. 70°C
Mash out 0 min 78°C 

Importantissimo, dopo il mashing e lo strizzaggio della sacca di CustomBIAB (fantastica) 

morbida ma rigida, incredibile! sono rimasti in pentola per la bollitura 36 litri!!! e a fine bollitura 28 litri di cui 3 di trub (fondo della pentola).

Cronaca:
Dopo una nottata in ottovolante, mi alzo tardissimo appoggiandomi a stento a destra e sinistra, e penso tra me e me "il solito coglione!".
Andrea dorme ancora, ma ormai sono le 10, e devo ancora preparare tutto. Una colazione veloce, per far scendere il tasso alcolico e mi fiondo in cantina per la pesa del malto Pale, comincio a versare, alla fine rinuncio a contare mi sono perso alla terza o quarta sassuolata, prendo il ciotolone lo ficco nel sacco e ne prendo quello che ci sta.


















In bella vista il sacco di Pale ormai più vuoto che pieno. 












Arrivo in garage, apro la porta e....."Belin, ma tutto sto casino abbiamo lasciato ieri sera" evito di dilungarmi, ma potete immaginare.
Nel frattempo mi raggiunge mia moglie che mi da una mano, più che altro lei rimettete a posto tutto e io comincio a tirare fuori il materiale per la cotta, sante donne!!
Comincio ad assemblare il rubinetto della pentola, arriva Andrea, " ma sei sveglio mi sembri uno zombie" non ride neanche, non c'è la fa neanche a rispondermi.
Primo problema e mi scaldo subito cacciando un urlo in direzione della mia dolce metà " il nastro di Teflon dove?" " l'abbiamo preso per riparare quel tubo in bagno" "Ok ma dove l'hai messo" " Deve essere a casa nel cassetto in corridoio" " Vado io" dice Andrea.
Dopo qualche minuto telefona "Non lo trovo" entro in panico e sbotto " siete sempre i soliti e adesso come facciamo a mettere su il rubinetto, fai un salto dallo zio c'è l'ha sicuramente". Intanto il tempo passa, cerco di calmarmi e vado avanti a preparare il mulino e comincio a pesare i grani. Dopo cinque minuti, ricomincio da capo, non ero sicuro se avevo messo 6 kg o 7 kg. Chiamo mia moglie e gli dico "conta quante sassuolate ci butto", delirio!!!!
Intanto arriva Andrea con il rotolino di teflon, e nel silenzio mia moglie esce con "adesso mi ricordo dove lo messo è nella scatola dei fiocchi in cantina!" AAARGHHHH!!!!!!! "Ma non li avevi portati qui in garage come Ti avevo detto?" Andrea " va bè ci vado io tanto devo andare a prendere anche il pH metro che mi sono dimenticato".
Monto il rubinetto, ritorna Andrea in mi da una mano.


Mettiamo su il fornellone e lo spargi fiamma , mettiamo su la pentola e Andrea comincia a metterci l'acqua  dentro. (ieri nell'ora di pranzo sono andato a prendere l'acqua, per riempire due taniche da 25 litri dalle 12,50 alle 14,40 !!!!! non ne veniva)


Non c'è ne!!!! 
Tante vale leggersi qualche pagina!















Scenario della Fonte di Micié


Al primo tentativo barcolla e esce tutta fuori, i postumi della serata sono ancora presenti, si inventa allora con un tubo il metodo "ruba benzina e scappa", ma dopo qualche secondo l'acqua esce dal rubinetto che avevamo lasciato aperto "Belin, possibile" tira su il tubo e acqua dappertutto, mia moglie urla disperata" ma siete nesci!", "Ooooohh!", no siamo ancora un pò carichi EhEhEh !!!  chiudiamo il rubinetto e riempiamo la pentola, misuro 39 abbondanti, va bene.


Mettiamo il fondo, la sacca nuova di pacco arrivata venerdì, un mese in tutto per averla dall'ordine, e accendiamo il fuoco.
Intanto maciniamo i grani  e prepariamo i fiocchi d'orzo.
Mettiamo la pompa e il termometro dentro e cominciamo a fare girare l'acqua, facciamo una prova del pH tanto da provare a vedere quanto è, 7,7 anche se il valore non è stabile continua scendere man mano che il tempo passa, non penso funzioni bene questo strumento.
Ho pensavo che sarebbe interessante, provare a fare una breve sosta a 50 °C (protein rest), così a 55°C buttiamo i grani senza i fiocchi per 5 minuti. Purtroppo la temperatura non scende sotto i 53°C e dopo i 5 minuti si riaccende e preleviamo un campione di mosto, lo facciamo raffreddare a 25°C misuriamo il pH 6,2, ci butto mezzo tappo di acido lattico e si sale per i 65°C . A 65°C  buttiamo i fiocchi. I tempi di attesa circa 35 minuti per arrivarci e ogni tanto mescolo il mosto arriva quasi all'orlo, e siamo attenti a non far fuoriuscire il mosto.


Arrivati a temperatura spegniamo e copriamo con la coperta termica, misuriamo il pH 5,8 ci butto un altro mezzo tappo di acido lattico, mescolo e mi attacco a preparare le gittate di luppolo. Andrea preso dall'entusiasmo "Papa prendo un campione di mosto così vediamo a quando sta il pH" alza il coperchio e....il tubo della pompa parte "Belin!" il mosto comincia a fluire in terra, mia moglie mi guarda, raccolgo il tubo e lo ficco dentro, il neurone mi scuote " Ehi pirla ma per terra è sanificato??" ormai è dentro. Intanto misuriamo il pH 5,5, ci guardiamo "dai che va bene"
Accendiamo due volte nei 70 minuti per rimanere tra i 64-66°C (betamilasi per ottenere birre più secche) e dopo si fa uno step a 70°C di 20 minuti (alfamilasi per ottenere birre più corpose).




Intanto le gittate sono pronte. 


Prepariamo la bacinella forata sopra al fermentatore e facciamo passare la corda nel gancio, siamo pronti per il sollevamento. 

Accediamo una volta quando arriviamo a 68°C per tornare a 70°C.
Fuoco alle polveri per portare il tutto a 78°C e appena arrivati, rullo di tamburi, tiriamo su la sacca e comincia a sgocciolare alla grande "sarà bucata papa?" ma ad un occhiata più attenta e tutto in ordine e comincio a ruotare la sacca fino ad attorcigliarla. E semplice la sacca non oppone resistenza e si strizza che è un piacere.

















Dopo qualche minuto ci spostiamo sulla bacinella, opportunamente modificata dopo l'altra volta (più fori intorno e non solo sotto) e cominciamo a comprimerla con un coperchio da cucina piatto e Andrea si inventa una acrobazia, con i piedi sulla scaletta ci fa le flessioni sopra, uno spettacolo, gocciola che è un piacere, recuperiamo ancora un altro litro.

Buttiamo tutto nel pentolone, e mentre aspettiamo di arrivare all'ebolizione, Andrea fa due conti e cerca di capire come mai questa volta abbiamo 36 litri di mosto prima della bollitura, in poche parole abbiamo perso solo tre litri per 7 Kg di grani e fiocchi, assorbimento di 0,4, è già un ottimo risultato, forse si può migliorare.



 Intanto mia moglie scalpita "Allora quando mangiamo?" ormai sono le due passate da un pò "un attimo quando comincia a bollire mangiamo" Detto, fatto!!!
"Indovinate cosa c'è per pranzo... pizza... di ieri sera".
Beh con una pizza ci va una birra, Andrea mi guarda e mi dice" ma io bevo cola" " Cosa!!!!" gli urlo" non se ne parla abbiamo ancora un paio di bottiglie di ieri sera , c'è quella brown che ha portato Alberto".
Mia moglie "Dai così vediamo se è più bravo di Voi", penso "curiosa!! ma allora ci tiene anche lei".  Cmq se c'è da farsi una birra (una!!) non si tira indietro.
Intanto io continuo con le gittate, preparo anche l'irish moss (alga irlandese utilizzare per far precipitare le proteine e che permettono un'ottima coagulazione e sedimentazione), e tiro fuori il lievito dal frigo, questa volta mi sono ricordato.

















A 15 minuti oltre ai luppoli e irish moss, butto anche la serpentina per il raffreddamento.

Alla fine spengiamo e buttiamo i 25 grammi di cascade a zero e Andrea mette il bastone nel pentolone 28 litri!!!! "Ma papa ma come mai c'è tutto sto mosto???"" Boh!!!!"  e cominciamo a raffreddare.
Reidrato i lieviti, acqua a 25 °C e una punta di zucchero nei due bicchieri e verso, mescolando i grani secchi. Poi sciolgo i grani creando molto ossigeno.
L'acqua è molto fredda, e anche se c'è più mosto dell'altra volta,  raffreddiamo velocemente anche per un intuizione di mia moglie che, per evitare di sprecare acqua, abbassare il flusso, che ricicliamo con un bidone da 200 litri, sia per lavare tutto, sia per altro.










In men che non si dica la temperatura scende in 20 minuti, siamo a 23°C, sbattendocene del intorbimento Andrea mescola la serpentina all'interno nella pentola sicuramente ha aiutato molto al raffreddamento. 
"Papa proviamo a fare il mulinello visto che e molto torbido?" "Lo credo che è torbido, hai mescolato alla stragrande, avrai tirato su anche particelle di metallo della pentola!!!, va bé dai prova" 
Così armato del fidato e vecchio mestolino di plastica (non ci siamo fidati di infilare il Reale Mestolo di legno nel fermentatore, visto il continuo planare di mosche e moscerini a succhiare il dolce nettare attaccato al Reale Mestolo) e via. Ad un certo punto "Andrè basta che decolla!!!" Cinque minuti e il mosto e quasi trasparente "favoloso sto whirpool" dice Andrea, "che Wirpul? ma parla come mangi".


Dopo aver tolto la serpentina, e strizzato bene tutti i sacchetti di luppolo, e whirpool compreso, mettiamo la pentola su una sedia e sotto il fermentatore e vai incuranti dell'ossidazione, ma paladini dell'ossigenazione, facciamo cadere direttamente dal rubinetto nel fermentatore il mosto.
Arrivati a 25 litri ci fermiamo, comincia a tirare giù farina, i tre litri finali li lasciamo li sul fondo.




Intanto i due bicchieri hanno prodotto una abbondante schiuma, guardo il  fermentatore e il termometro a cristalli, segna 20 - 22 misuriamo con il digitale 20,8°C, ottimo inoculiamo.
Andrea comincia a ossigenare il mosto (ancora!!!), e ci butto i bicchieri di spuma marrone ricchi di esseri senzienti che ci daranno tante buone bevute ehhhh!!! una bella mescolata e siamo apposto.
Coperchio, e gorgogliatore.



Siccome non ho ancora adibito il freezer come cella climatica, "il Morto" come lo chiama mia moglie lo dobbiamo portare su in casa.
Il breve tratto di strada e le scale per arrivare in cucina sembrano un eternità, mille dubbi ci assalgono "Ehi papa, ma sto freddo non è che ci blocca la fermentazione???" Io sono tutto sudato e non sento niente (sono ormai sderenato e in fase di collasso mentale e fisico, in beata calma dopo lo stress continuativo di tutto il giorno), "no vedrai nessun problema, i nostri Amici sono ancora un pò frastornati nel casino che c' è nel fermentatore, e non hanno ancora attaccato a moltiplicarsi e a mangiare".
Arriviamo su e abbiamo quasi le mani tagliate dalla plastica dei manici (chi li ha disegnati non ha pensato ad un trasporto oltre qualche metro). Per un attimo abbiamo rischiamo il casino, alzo io o alzi tu e nessuno ha alzato anzi stavamo mollando tutti e due. Sono stremato, anche la mente è offuscata, ma di istinto afferro il fermentatore e evito una tragedia.

La cronaca finisce qui.

Ora il bambino (come lo chiamo io) e li che emette i suoi vagiti intesi e costanti temperatura del termometro a cristalli, e tra i 22-24°C, penso più 22°C il 24 °C e blu e molto sbiadito, mentre il 22 è verde mentre il 20 è marrone sbiadito.
Per concludere, dobbiamo dire che i luppoli Americani sono molto diversi e molto più intensi e aromatici, molto "agrumati", almeno quelli che abbiamo usato, rispetto a quelli inglesi, che sono più "terrosi".
Alla Prova del gusto nel cilindro della densità, si sente già molto il luppolo e anche l'amaro ma non eccessivo, mentre molto più attenuato, quasi nullo, il gusto caramellato, presente anche se leggero, il dolciatro del malto.
Torno indietro e mentre mia moglie è già sotto a sciacquare, io mi attacco alla pentola e smonto il rubinetto, è sempre pieno di farine, e ci metto un pò perchè ho anche la mania di pulire il fondo nero dalle fiamme. (lavoro inutile) Insomma per farvela breve, sono le 9 e abbiamo lavato tutto. "Andiamo a casa che mettiamo in ordine domani".




Serata finita, a casa faccio mente locale, ripasso tutto passaggio per passaggio, rifaccio la cotta mentalmente e mi sembra che sia venuto tutto bene. 
Mi attacco al Mac e verifico la cotta, e con sorpresa salta fuori un 71% di efficienza, siamo contenti è un bel salto dalla prima a 55%.
Siamo convinti che sia già un buon traguardo e saremmo contenti di mantenere questa percentuale per le prossime cotte.
La prossima avventura sarà un Stout, Nera, Schiumosa e Amara dal Nome Morrigan.


In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...