mercoledì 12 novembre 2014

Nuove Ricette in BIAB

Purtroppo in questo periodo, abbiamo avuto poco tempo da dedicare alle nostre attività brassicole, anche se comunque sono stati eseguiti lavori in sospeso, come travasi e imbottigliamenti, e  come l'etichettatura della PallaRE, la birra fatta con il luppolo selvatico che ora attenderà almeno 4 mesi  di fermentazione in cantina, prima di poter nuovamente respirare.


Il momento non è dei migliori, la situazione climatica la sta facendo, ahimè,  da padrona con piogge continue e di notevoli intensità, che hanno creato disagi. Per fortuna noi non siamo stati colpiti più di tanto, ma la situazione è difficile, ormai l'acqua non sa più dove confluire, i due fiumi che attraversan il paese sono colmi, se la situazione non migliora rischiamo qualche straripamento. Oltre a questo, ci sono dei disagi minori, ma che hanno la loro importanza, prima di tutto la corrente elettrica che va e viene, e avendo come fonte principale di riscaldamento il gas, senza corrente la centralina non va. Molte apparecchiature potrebbero risentire di questi continui sbalzi di corrente,  come è accaduto al modem, e siamo rimasti isolati per una settimana.
Ma la vita continua e bisogna andare avanti. Abbiamo imbottigliato la 6Figlio, una splendida birra con frumento, che diventerà sicuramente una grande birra.

  
La birra è risultata di un bel colore dorato, con riflessi ramati, dal gusto intenso grazie alle spezie utilizzate. La densità finale si è attestata sui 1012, corposa avendo subito un mash di 20 minuti a 66°C e 25 a 72°C che hanno estratto maggiore destrosio creando una proporzione tra gli zuccheri, sbilanciata verso i meno fermentabili.


Poi abbiamo travasato la PallaREvenge, e oggi infine abbiamo messo il sigillo finale alla PallaRE con l'etichettatura. Piccoli lavori che ci tengono impegnati, come la realizzazione della nuova etichetta per la 6Figlio.


Nei momenti di tempo libero, tappati in casa, mentre fuori diluviava, abbiamo già approntato una serie di ricette, per le birre che verranno, cercando di utilizzare il più possibile i malti e i luppoli ancora a disposizione, mentre è già stato eseguito un ordine, con alcune novità come il malto affumicato e il nuovo lievito della Fermentis Safbrew Abbaye, un lievito secco dalle caratteristiche speziate e fruttate, adatte soprattutto per le birre di abbazia, dalla grande resistenza all'alcool, è il lievito che mancava nella serie della Fermentis. Purtroppo non siamo riusciti ad ordinare i luppoli americani e neozelandesi, non si sono, la richiesta alta e la nuova raccolta 2014, non li hanno ancora resi disponibili, e dovremmo attendere almeno fino a gennaio prima di fare qualche IPA superluppolata come ci piace tanto. In compenso siamo riusciti ad ordinare un buon numero di luppoli europei e qualche avanzo della stagione precedente di Nelson Sauvin e Galaxy, mentre per Il Simcoe abbiamo dovuto accontentarci del formato pellets.
Così abbiamo tirato giù un paio di ricette interessanti, la prima una biondina semplice semplice, cercando di utilizzare gli ultimi luppoli Oceanici come il Galaxy e il Pacific Jade.

Oro ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :55
Litri in pentola :41
Litri in fermentatore :27
Efficienza :75 %
OG :1049
ABV :4.9 %
Plato :12.2
IBU :51.9
BU/GU :1.06
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale 5000 gr 85 %
CaraPils 600 gr 10 %
Fiocchi Frumento 300 gr 5 %
Totale 5900 gr

Luppoli
Pacific Jade 10 gr 60 min
Galaxy 10 gr 30 min
Pacific Jade 10 gr 20 min
Galaxy 10 gr 15 min
Pacific Jade 10 gr 15 min
Galaxy 10 gr 10 min
Pacific Jade 10 gr 10 min
Pacific Jade 10 gr 5 min
Totale 80 gr 

Lieviti
SafAle US 05 17 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 66 °C 40 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min

Questa ricetta è un clone della Oro fatta a gennaio di quest'anno, e visto che avevamo ottenuto un buon risultato, abbiamo pensato di rifarla mantenendo quasi intatta la stessa ricetta, modificando soltanto i luppoli che non abbiamo più.
La successiva è una altro clone o quasi della Uluru, un APA con luppoli australiani fatta lo scorso dicembre, una birra che ha dato il meglio di se dopo 7 mesi di maturazione.

Uluru ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :55
Litri in pentola :41
Litri in fermentatore :27
Efficienza :75 %
OG :1050
ABV :4.9 %
Plato :12.4
IBU :41.5
BU/GU :0.83
EBC : 10

Malti e Fermentabili
Pale 3000 gr 51 %
Pilsner 2000 gr 34 %
Biscuit 400 gr 7 %
Fiocchi Frumento 300 gr 5 %
Crystal 150L 200 gr 3 %
Totale 5900 gr

Luppoli
Galaxy 10 gr 60 min
Nelson Sauvin 10 gr 30 min
Pacific Jade 10 gr 30 min
Nelson Sauvin 10 gr 15 min
Pacific Jade 10 gr 15 min
Nelson Sauvin 10 gr 10 min
Pacific Jade 10 gr 10 min
Nelson Sauvin 10 gr 5 min
Pacific Jade 10 gr 5 min
Nelson Sauvin 50 gr DH
Totale140 gr 

Lieviti
SafAle US 05 23 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 40 min.
Alpha-amilasi 72 °C 15 min.

Infine la ricetta più importante ed elaborata, quella che avevamo intenzione da fare da un pò di tempo, è quella alla castagna. La birra alla castagna la riteniamo, la birra dallo stile italiano, insomma la birra italiana a tutti gli effetti. Questo primo tentativo prevede l'utilizzo di castagne essiccate in fase di mash e di caldarroste in fase di bollitura. Vedremo dal risultato se successivamente apportare delle modifiche.

Diana ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :60
Litri in pentola :40
Litri in fermentatore :26
Efficienza :75 %
OG :1051
ABV :5.1 %
Plato :12.7
IBU :17.5
BU/GU :0.34
EBC : 5

Malti e Fermentabili
Pilsner 3000 gr 45 %
Castagna Essiccata 2000 gr 30 %
Wheat Malt 1300 gr 20 %
Fiocchi Frumento 200 gr 3 %
Rauchmalz 100 gr 2 %
Totale 6600 gr

Luppoli
Hallertauer Hersbrucker 20 gr 60 min
Hallertauer Hersbrucker 20 gr 30 min
Hallertauer Hersbrucker 20 gr 15 min
Hallertauer Hersbrucker 20 gr 5 min
Castagna Caldarrosta 500 gr 5 min
Totale 580 gr 

Lieviti
Safbrew WB-06 23 gr.

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 10 min.
Beta-amilasi 63 °C 25 min.
Alpha-amilasi 72 °C 25 min.

La particolarità di questa birra, sarà l'utilizzo di castagne essiccate con il vecchio metodo, ormai in abbandono, anche se sono riuscito a trovare ancora l'ultimo signore che utilizza ancora il metodo all'essiccazione attraverso l'affumicamento con legna bagnata. Se riesco, cercherò di fare un articolo su questa antica tecnica, con una breve intervista e qualche foto, ma questa sarà un'altra storia.

mercoledì 5 novembre 2014

Ancora Luppolo Selvatico, una Bionda Speciale, Revenge, la Rivincita.

La prima birra con luppoli selvatici, non ci ha entusiasmato, poco amaro, appena percettibile, aroma inesistente o quasi anche se c'è ancora tempo per maturare e migliorare, ne riparleremo tra qualche mese per dare un giudizio definitivo. Abbiamo così fatto un altro tentativo,  la rivincita, questa volta utilizzando una coppia di luppoli diversi rispetto all'altra volta. I luppoli di questa birra, ribattezzati "Campo" e "Bormida", risultavano già diversi durante la raccolta rispetto ai suoi vicini, sia per le dimensione dei coni, molto più grandi, sia per il profumo, molto più intenso, sia per l'abbondante amaro durante la degustazione sul campo, tanto amaro da non riuscire a masticarlo per più di qualche secondo. Così presi dall'entusiasmo del turno calcistico infrasettimanale, ci siamo detti, "stà partita sà da giocare subito".
Sarà stato perchè fatta in settimana, ma questa cotta è stata eseguita con estrema rilassatezza, e con l'utilizzo ridotto al minimo di strumenti e accorgimenti, cercando di cogliere lo spirito più profondo del BIAB.
Quale occasione migliore per inaugurare il gioiellino di custombiab, la micro sacca per la nostra pentola da 13 litri, costruita da mamma Mareth, con un gran passione, come si può notare dal suo lavoro preciso, e gli ottimi materiali usati per costruite le sue sacche made in Ireland.


Un capolavoro, che calza a pennello la nostra piccola pentola, di diametro 28 cm. per 25 cm.  


Anche se abbiamo ridotto al minimo le operazioni, la preparazione in garage del giorno prima è stata, come sempre, un prezioso aiuto, questa volta molto più semplice e veloce. Anche la minore quantità di acqua, 12 litri, ha ridotto notevolmente i tempi di attesa alla fonte. L'unica operazione importante effettuata, è stata la preparazione dei grani, pesatura e la macinazione.


Nell'ultime cotte abbiamo notato, nonostante l'ulteriore chiusura dei rulli del mulino, la presenza di grani interi. Così con pazienza e con l'utilizzo di pochi grani all'interno del mulino, abbiamo potuto verificare un difetto nella costruzione della tramoggia. Infatti dove la tramoggia incontra i rulli, sono presenti quattro fessure che si formano durante l'assemblaggio, per la piega del metallo, per permettere il montaggio all'interno.


Questo spazio, in condizioni particolari, tende a far cadere i grani all'indietro, passando dietro ai rulli e finendo direttamente nel secchio, senza essere macinati. Abbiamo così creato dei semplici cunei di carta, che impediscono che ci finiscano i grani. E questa volta di grani interi neanche l'ombra.
Per la cottura abbiamo optato per utilizzare la piccola cucina a gas che abbiamo in garage, e che abbiamo tutti in casa, motivo in più per poter seguire questo articolo, e per tutti quelli che vorrebbero provare a fare una birra con il metodo BIAB in casa, ora non ci sono più scuse, moglie e madri permettendo...


Abbiamo preparato il mini fermentatore da 13 litri, la provetta per la misura della densità e il densimetro, i due indispensabili termometri, l'aeratore, il mestolo di plastica, la tintura di iodio, e pochi altri accessori minori, attrezzatura ridotta all'osso.

  
Per evitare di danneggiare la sacca nuova, sul fondo della pentola in alluminio, e stato sistemato un cestino per la cottura a vapore, spogliato degli piedini.


Il cestino lo abbiamo sistemato sul fondo e poi c'è ne siamo andati a casa.


Il giorno dopo, complici i turni di lavoro di Andrea, è toccato a me in mattinata preparare le prime cose, come aggiungere la sacca, l'acqua nella pentola e cominciare a scaldare l'acqua, per poi permetterci di brassare, nel pomeriggio, con l'acqua già calda e avere così una rampa più breve per arrivare in temperatura di mash.
Così abbiamo potuto cominciato piuttosto tardi nel pomeriggio inoltrato.
Questa volta la ricetta è stata scelta con più calma e con l'intenzione di creare una birra chiara, dalla abbondante schiuma, e con poca invadenza da parte dei malti speciali. E' nata così PallaRevenge, la vendetta dei luppoli selvatici.

La ricetta 

PallaREvenge ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :60
Litri in pentola :12
Litri in fermentatore :9
Efficienza :77 %
OG :1052
ABV :5.2 %
Plato :12.9
IBU :43.7
BU/GU :0.84
EBC :10

Malti e Fermentabili
Pale 1600 gr 80 %
Munich Malt 1 200 gr 10 %
Fiocchi Frumento 100 gr 5 %
Crystal 150L 70 gr 3 %
CaraPils 40 gr 2 %
Totale 2010 gr

Luppoli
Pallare Campo 40 gr 60 min
Pallare Campo 40 gr 30 min
Pallare Bormida 40 gr 15 min
Pallare Bormida 40 gr 10 min
Pallare Bormida 50 gr 5 min
Totale 210 gr

Lieviti
SafAle US 05 6 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 68 °C 60 min

Questa volta non abbiamo utilizzato il limone per acidificare l'acqua, ma questa è solo la prima delle rinunce di questa seconda cotta di prova. Per il mash è stato deciso un mono step a 68°C, per ottenere una birra più corposa, sperando che questo aiuti a creare un ambiente migliore per l'esaltazione dell'amaro del luppolo selvatico.
La cronaca.
Dopo pochi minuti dall'accensione del gas arriviamo a 68°C e versiamo i grani.


I grani tenuti in garage, in un ambiente così freddo, fanno scendere di un paio di gradi la temperatura, dobbiamo riaccendere per tornare in temperatura. 


Non utilizzando la pompa, decidiamo di mescolare ogni 15 minuti, per amalgamare la temperatura in ogni zona della pentola, anche se grazie alla pentola più spessa e al coperchio, abbiamo acceso il gas, soltanto una volta, e la temperatura è rimasta piantata a lungo sui 68°C. E' inevitabile notare che una pentola spessa mantenga meglio la temperatura, tutto a favore di una birra migliore.


I 60 minuti a 68°C, passano in fretta e prima di passare alle fasi di strizzatura della sacca e poi della bollitura, verifichiamo se ci sono ancora amidi da trasformare con la prova della tintura di iodio.


Il mosto si colora di un bel marroncino rossastro, segno che è tutto a posto e si può procedere con la fase successiva.


Visto l'esiguo peso dei grani, l'operazione di strizzatura si svolge velocemente e quasi completamente sopra la pentola, solo una piccola parte del mosto viene estratta con il solito metodo della bacinella forata sopra al secchio. La piccola sacca e il peso esiguo permettono di eseguire questa operazione da soli, ancora un punto a favore degli amici casalinghi che si vogliono cimentare in casa. Finito misuro la quantità di mosto preboil, e rimangono 11 litri e mezzo, non misuriamo la densità preboil, non la riteniamo importante per questa cotta. Come non abbiamo ritenuto importante la misura del pH nelle varie fasi, e l'eventuali correzioni con acido lattico.
Come accade sempre in fase di avvicinamento alla bollitura, vengono in superficie le proteine, non molte per la verità, che si dividono dal mosto mano a mano che sale la temperatura.


Per la fase di bollitura abbiamo scelto una tempistica di 60 minuti, invece dei 90 minuti, per  evitare di caramellare troppo il mosto, ma comunque una durata sufficiente ad una buona estrazione dell'amaro del nostro luppolo selvatico. La quantità di luppolo selvatico, utilizzato per le gittate sono importanti rispetto alla quantità di mosto, ma non siamo sicuri dell'effettiva percentuale di Alfa Acidi del luppolo, non avendo avuto tempo di preparare qualche tisana e aver fatto qualche prova comparativa, che ci avrebbe dato un indicazione più precisa.


Ecco qui il nostro luppolo, durante le fasi di pesa. 

  
La prima gittata con 40 grammi di luppolo "Campo", raccolto vicino al campo sportivo, un luppolo dai coni di grosse dimensioni, e dall'amaro potente.


Il luppolo utilizzato per l'aroma, è stato raccolto lungo il Bormida, il fiume che costeggia la parte meridionale del paese, mentre per la birra precedente è stato raccolto lungo il suo affluente a nord, il Miciè. I coni del "Bormida" sono più tondi, più aromatici, rispetto ai precedenti, molto fruttati, con un'aroma simile alla banana.
Nel frattempo Andrea sanifica tutto il necessario compreso il fermentatore.


Terminati i sessanta minuti necessari per la bollitura del luppolo, procediamo allo strizzamento delle calze, per recuperare, il più possibile di mosto ricco di aromi e amaro, trattenuto dai coni inzuppati.


Mentre Andrea strizza le sacche di luppolo, preparo il lievito, che come la prova precedente, sarà l'americano US-05, un lievito secco prodotto dalla Fermentis, casa francese leader nella produzione dei lieviti secchi. La caratteristica principale di questo lievito è quella di attenuare senza apportare gusti ed aromi particolari, se si riesce a mantenere una temperatura intorno ai 19 - 21 gradi, rendendo così più facile l'esaltazione degli gusti e degli aromi dei grani, ma soprattutto dei luppoli.


I lieviti secchi possono essere utilizzati così come sono, direttamente del fermentatore, lasciandoli reidratare nel mosto per una mezz'oretta e poi dando un'energica mescolata per creare molto ossigeno e sciogliere bene il lievito, oppure reidratare a parte il lievito in un bicchiere d'acqua a 25°C, con l'aggiunta di un grammo di zucchero, e poi versato nel fermentatore quando è già reidratato e attivato. Noi preferiamo questa seconda soluzione.
La fase di raffreddamento, con una pentola così piccola, è semplice e veloce, complice anche la temperatura dell'acqua dell'acquedotto che sta scendendo, raffreddando molto più velocemente di qualche settimana fa.


Per aumentare il potere di raffeddamento e velocizzare al massimo l'abbassamento della temperatura del mosto, abbiamo aggiunto all'acqua le famose bottigliette che di solito infiliamo nella pentola più grande. Una ventina di munti sono sufficienti per portare la temperatura intorno ai 24°C. Non è necessario raffreddare ulteriormente, visto che saranno aggiunti due litri di acqua della fonte,  intorno ai 15 gradi e abbasseranno ulteriormente la temperatura.
Versiamo il mosto nel fermentatore facendo splashare il più possibile, per aumentare il contenuto di ossigeno del mosto, che aiuterà il lievito a crescere nelle prime fasi.


Naturalmente in questo caso nel fermentatore, ci finisce anche il thrub o fondo, ovvero le farine e gli eventuali residui di proteine e luppolo, che di solito rimangono sul fondo delle pentole con rubinetto. Non è proprio un cosa da fare, ma per ora non abbiamo altro mezzo. In seguito una volta individuato il luppolo più consono, può essere utile, prima eseguire un whirpool (mulinello), utilizzando il mestolo, facendo ruotare velocemente il mosto intorno ad un asse centrale, per convogliare tutte le farine e i residui del luppolo, al centro della pentola, sul fondo.  Poi lasciando la pentola coperta si attende che il mosto smetta di ruotare, di solito una quindicina di minuti, e poi con una semplice sistema di aspirazione, tipo vino per esempio, si travasa il mosto senza tirare giù anche il fondo.
Tempo di aggiungere i due litri per portare la quantità da 7 litri a 9 e abbassare la temperatura da 24°C a 22°C e procediamo con l'inoculo del lievito. Forse la temperatura di inoculo è un pò alta, e meglio rimanere sui 20°C.
Importante. Prima di procedere all'inoculo, bisogna misurare la densità finale, dato utile per i calcoli su estrazione e alla fine per il calcolo del volume alcolico. Nel nostro caso abbiamo raggiunto una buona estrazione, 1052, contando che non abbiamo aggiunto niente per la modificazione del pH è migliorare l'estrazione. 


Siamo alla fine, ancora una bella ossigenata con l'aeratore per qualche minuto e poi siamo pronti per chiudere il coperchio e portare il fermentatore in cantina, metterlo nella cella climatica e aspettare che cominci la prima fase di fermentazione. 
Non si è fatta attendere molto, già nella mattinata successiva cantava alla grande il nostro gorgogliatore e nel pomeriggio, è partita la fase tumultuosa facendo schizzare la temperatura a 24°C. Dopo 48 ore la fase tumultuosa è finita e i nostri amici lieviti sono passati agli zuccheri meno fermentabili, più difficile da digerire, mantenendo la temperatura a 24°C.
Ieri dopo 6 giorni abbiamo effettuato il primo travaso.


La birra ha un bel colore biondo dorato, anche se non è proprio limpida, complice la presenza di molto lievito in sospensione. Il leggero odore di zolfo, denota che non siamo riusciti a tenere una temperatura bassa durante la prima fase di fermentazione, ma sparirà in fase di maturazione. Certo che gli aromi del malto e del luppolo, ne risentiranno.


Abbiamo provveduto a misurare la densità del nostro mosto/birra, 1016, un pò più alta rispetto alla cotta di prova precedente, ma in linea con il mash eseguito.


Naturalmente abbiamo dato un'assaggiata al campione nella provetta. Come dicevo prima all'olfatto si avverte soprattutto l'odore dello zolfo dello lievito, e poco altro. Al gusto l'amaro è importante, anche se si è molto amalgamato con il dolce dei malti, mentre l'aroma pepato è sparito, lasciando posto ad un'aroma molto erbaceo. Siamo ancora all'inizio ma dovrebbe essere meglio del primo tentativo, anche se non ci sembra ancora il luppolo giusto.
Per la conformazione del fondo di questo piccolo fermentatore, ci rimane sempre un bel pò di mosto sul fondo, e questa volta perdiamo più di mezzo litro.

 
Ora non ci rimane che aspettare almeno un'altra settimana per imbottigliare. Se non fosse per la conformazione del fermentatore faremmo un altro travaso tra 4 - 5 giorni, ma non possiamo perdere un ulteriore mezzo litro, visto il già esiguo quantitativo. E' probabile che attenderemo la fine della prossima settimana, ma questa è un'altra storia.


venerdì 31 ottobre 2014

Liquore al Luppolo.... non solo birra!

Mi ricordo che i primi pensieri di creare un liquore al luppolo, mi vennero in mente, quando scopri il DHEA, luppolatura a freddo con estrazione alcolica.
Cominciai ad informarmi sulla tecnica fin dai tempi delle prime birre fatte con i kit, per migliorare e intensificare l'aroma del luppolo. Le esperienze di amici e conoscenti, diverse tra loro, alla fine non mi hanno mai dato quella sicurezza su quello che avrei dovuto fare, tanti timori e per evitare di trovarsi poi una birra troppo amara e che prendesse troppo gusto e aroma di alcool, dopo qualche tentativo lasciai perdere. Fu in quel periodo mi venne in mente di creare un liquore al luppolo, ma come sempre dubbi su dubbi, quantità di alcool al 95%, quantità di luppolo, tipo di luppolo, formato, in poche parole quasi tutto.
Il tempo passava, e a parte qualche prova con birre in barattolo, che non ci entusiasmo, la cosa si spense e passò nel dimenticatoio. Finché un giorno, venni a sapere da un amico che in rete vendevano un liquore al luppolo, ne comprai una bottiglia, per cercare di comprendere, capire e gustare quali potevano essere gli aromi. Il liquore era più simile ad un amaro, che ad un liquore vero è proprio, non molto alcolico, circa 20% vol., ma ricchissimo di profumi e aromi. L'americano Cascade, con il suo aroma agrumato, molto invadente; il neozelandese Nelson Sauvin dal classico aroma di Savignon splendido vino; e il giapponese Sorachi Ace da un'aroma inconfondibile alla citronella, erano i luppoli utilizzati per questo amaro. Un'ottima combinazione, anche se l'estrazione degli aromi è notevole e deve piacere il gusto del luppolo. Le proprietà del luppolo sono riconosciute dal mondo erboristico, come una pianta medicinale, utilizzato spesso per creare ricette, per le sue proprietà digestive, perchè stimola la produzione dei succhi gastrici,  per stimolare l’appetito, per la presenza di un alto contenuto di magnesio e potassio, associato ad un basso contenuto di sodio, che lo rendono un ottimo rigenerante e diuretico, ma la funzione principale è sicuramente l’azione sedativa, ipnotica, calmante e spasmolitica, e quindi indicato per  la preparazione di preparati per stati di eccitazione, insonnia e disturbi del sonno, tensione emotiva e ansietà.
Così mentre lo gustavo, mi venne in mente il limoncello, che prepariamo con i limoni della Riviera Ligure di Ponente, che nulla hanno da invidiare ai più nobili Sorrentini, il famoso "femminiello Sorrentino" o ai parenti siciliani. Così mi balenò l'idea: "e se invece di metterci la buccia dei limoni, ci mettessi il luppolo??". Fu un fulmine a ciel sereno. Acquistato il litro di alcool 95%, e utilizzando un bottiglione da 5 litri, decisi di fare una prova.
Per la ricetta, seguii le proporzioni del limoncello. Il dubbio riguardava le quantità di luppolo da utilizzare e il formato, mentre il litro di alcool, il chilo di zucchero e il litro d'acqua, erano la base per raggiungere un grado alcolico consono a realizzare liquore intorno ai 40%. A disposizione avevamo del luppolo in pellets, un pò datato, che avevamo acquistato per fare DHEA, ma poi mai utilizzato. I luppoli tra cui scegliere erano due, il Willamette, un luppolo d'aroma, speziato con un aroma floreale, di origine americana, nello specifico dell'Oregon, alfa acidi 4,7, e del Challenger, luppolo da aroma, delicato, speziato, fruttato, utilizzato anche per l'amaro di origine inglese, alfa acidi 6,7.


La scelta è caduta sul luppolo americano, più indicato per dare più aroma floreale e meno amaro. Il passo successivo è stato decidere la quantità da utilizzare. Il luppolo in pellets, rispetto al quello in coni, risulta essere più concentrato, visto che viene macinato e pressato, mentre i coni vengono confezionati così come sono, mettendoli solo sotto vuoto. Il quantitativo giusto era importante per evitare il rischio di ottenere un liquore troppo amaro, che sopraffacesse l'aroma.


Ho così calcolato la proporzione tra un prodotto fresco e un prodotto essiccato e successivamente macinato e pressato. Se avessi utilizzato dei coni essiccati che perdono circa 80% del peso di un prodotto fresco, e visto che per i liquori in infusione alcolica che prepariamo utilizziamo un chilo di materiale fresco, di solito frutta, con ottimi risultati, avremmo dovuto usarne 200 grammi. Ma il luppolo in pellets ha un potenziale doppio rispetto ai coni solo essiccati, ho deciso di utilizzarne la metà, un etto. Così mantenendo la proporzione delle nostre infusioni alcoliche abbiamo utilizzato un litro di alcool a 95%, e un etto di luppolo in pellets con una percentuale di Alfa Acidi del 4,7%.


Il tempo di infusione, varia a secondo delle varietà di erbe e/o frutta utilizzata, per questa ricetta ho deciso di lasciare il luppolo immerso nell'alcool per 15 giorni, cercando di evitare tempi più lunghi che potrebbero aumentare l'estrazione di amaro.
Passiamo alla cronaca. Appena versato l'alcool, in pochi secondi si è colorato di verde, il verde classico della clorofilla, un bel verde intenso.


Una energica agitata, per mescolare bene il tutto prima di riporlo in un ambiente al buio, per evitare che la luce solare possa danneggiare il nostro luppolo.


Era il 24 luglio. Dopo 15 giorni, siamo passati alla fase due che prevede, la preparazione dello sciroppo con un chilo di zucchero in un litro di acqua. Si fa bollire il litro di acqua e poi si aggiunge il chilo di zucchero, lo si scioglie bene e si lascia bollire 5 minuti. Si spegne e si lascia raffreddare a temperatura ambiente. Quindi si passa alla filtrazione del luppolo, per separare la parte solida dall'alcool, dove poi viene unito allo sciroppo. E qui che ho capito che il formato pellets mi avrebbe creato dei problemi di filtrazione. Per la filtrazione ho utilizzato un colino di tela, che utilizziamo per le tisane, dove filtriamo le erbe prima di berle.


Nonostante la maglia molto stretta, la parte più fine del pellets, che praticamente è polvere, e riuscita a passare attraverso il colino, rendendo necessario la ripetizione dell'operazione. Ma nonostante il doppio passaggio alla fine ci siamo ritrovati con parecchi residui di polvere di luppolo nello sciroppo.


Non potendo far altro, e nonostante la presenza di molti residui, decido di lasciare a macerare il tutto per tre giorni, (tempo che utilizziamo sempre prima di imbottigliare), e poi filtrare ancora prima di imbottigliare.


Dopo i tre giorni passiamo alla fase di imbottigliamento. Versando molto lentamente per evitare di smuovere troppo il fondo, purtroppo è tutto inutile come inclino il bottiglione, il liquore si intorbidisce e  notiamo che molta polvere finisce nelle bottiglie.


Alla fine ci ritroviamo con due bottiglie da un litro e la piccola bottiglia Corona da 35cl.


Il colore è simile all'olio extra vergine d'oliva, che vira tra il giallo e il verde, niente male, ma il liquore è molto torbido e opaco.


Al contrario, per esempio, del limoncello, dove il liquore risulta opaco per il processo di infusione degli oli essenziali del limone contenuto nella buccia, qui si possono vedere diverse particelle in sospensione.


Abbiamo sperato per tutti questi mesi che la polvere si depositasse sul fondo, ed un eventuale travaso avrebbe eliminato la polvere. Invece una parte consistente delle polveri è venuta a galla creando un colletto.


Anche sul fondo erano presenti polveri, ma di dimensioni più grosse. L'altra settimana abbiamo provato a fare un primo tentativo di travaso per pulire il liquore, e siamo riusciti a toglierne una parte, le parti più pesanti, quelle depositate sul fondo, ma purtroppo la polvere più fine ha passato il doppio filtro utilizzato.
Così in settimana mi sono recato in farmacia ad acquistare un foglio filtrante.


Sono fogli 40x40, utilizzati come filtri. che vengono usati oltre che in farmacia per preparati a base oleosa o alcolica, anche per pulire olio di oliva e vini. La grammatura della cellulosa acquistata è intorno ai 20 µm.
Così ne ho tagliato un pezzo e inserito in un imbuto.


Poi ho cominciato a versare il liquore. Come potete immaginare, il liquore passa a livello molecolare, per capillarità, e quindi scende praticamente goccia a goccia.


Praticamente per filtrare un litro, per gravità, ci vogliono più di 8 ore, ma alla fine esce limpido come acqua.


E la volta dell'assaggio. Il profumo che sale dal naso è potente, da padrona la volatilità alcolica, ma importante il profumo floreale particolare di questo luppolo americano. Una volta in bocca, il primo impatto è il calore che sprigiona per il suo grado alcolico, si sente subito che è un alcolico forte, molto forte, poi si apprezza l'amaro, ma molto gentile e non aggressivo, e alla fine rimane in bocca quella fragranza aromatica particolare del luppolo.


Come primo tentativo mi ritengo soddisfatto, anche se tutti questi travasi e filtraggi hanno sicuramente ossidato il liquore. Il rischio è quello che durante la degustazione, il liquore abbia poco equilibrio nel mantenere il formato alcolico e tenda ad ossidarsi velocemente nel bicchiere diventato torbido e prenda un gusto metallico orrendo. Dovrei provare a versarlo e lasciarlo nel bicchiere e vedere cosa succede, ma sono quasi certo che dopo poche ore diventi imbevibile.
Per il prossimo tentativo, utilizzerò un luppolo in coni, in quantità di 200 grammi, e sempre con Alfa Acidi bassi, pensavo ad un Cascade con AA tra 4% e 5%, mentre continuerò con un solo luppolo. Interessante l'utilizzo del filtro che testerò ancora la prossima volta.


Ora non resta che degustacelo alla grande, senza esagerare, e magari far assaggiare a qualche buongustaio di mia conoscenza, per avere un giudizio definitivo.

In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...