Siamo arrivati alla fine di questa trilogia di birre in E+G. Iniziato tutto per mancanza di tempo, alla fine è diventata una sfida per riuscire a vedere le altre strade che portano alla birra.
In queste ultime due settimane abbiamo eseguito il travaso e poi l'imbottigliamento della Lola II, e etichettato la Lola. In settimana sono state anche abbozzate le etichette per la Lola II e Lola III, in tinta unita e con colori appariscenti.
Il travaso della Lola II è stato eseguito con il classico metodo rubinetto-rubinetto.
La densità si è attestata intorno ai 1010.
Il profumo e l'aroma richiamano principalmente il Carafa III con il classico aroma leggermente tostato, ma sono presenti anche gli altri malti, mentre il luppolo appena percettibile, più presente alla fine.
La settimana ha portato anche consigli sulle etichette, sia di questa Lola II sia della prossima Lola III, praticamente fatte insieme, e sono una l'evoluzione l'una dell'altra.
In questa etichetta sono state tolti alcuni simboli e sostituiti da scritte sul lato destro. Anche la bozza della Lola III, presenta le stesse modifiche.
Rispetto alla Lola II, la grandezza dei font sono tornati alla dimensione precedente, per il resto qualche leggera modifica di posizione dei simboli. Naturalmente sono due bozze è possibile che vengano ancora leggermente modificate.
L'imbottigliamento, che è stato eseguito nella stessa giornata della cotta. In mattinata ho iniziato con il travaso e poi Andrea a terminato l'imbottigliamento vero e proprio.
La birra è risultata certamente meno secca rispetto alla Lola, visto che la densità si è posizionata sui 1006.
Piacevole la sorpresa all'assaggio del contenuto della provetta, denota già un certo corpo e un aroma di tostato misto al caramellato. L'amaricante del luppolo è percettibile ma non invadente e da il meglio di se alla fine.
Eccoli qui posizionati nella cella, insieme alla MataMua che attende ancora l'etichettatura.
Infine prima di iniziare questa nuova cotta abbiamo eseguito l'etichettatura della Lola.
Queste tre cotte in E+G stanno riportando il livello delle bottiglie ad un livello più consono alle nostre necessità.
Piano piano stiamo riempiendo di nuovo lo scaffale, ma veniamo alla nuova cotta.
Al contrario di tutte le precedenti birre, per questa ultima nata non è stato fatta alcuna preparazione, a parte la ricetta e il prelievo dell'acqua, tutto il resto è stato improvvisato e deciso al momento.
La ricetta è l'evoluzione delle precedenti, con l'aumento dei numeri dei tipi di grani, con l'aggiunta del Bisciut e l'esclusione delle zucchero candito. Il luppolo utilizzato è stato l'Hallertau Hersbrucker, più delicato, dall’aroma unico, mediamente intenso, speziato, un luppolo dalla storia importante, con molte varietà americane che derivano da questo.
La modifica principale ha riguardato il lievito, anzi i lieviti utilizzati. Infatti per la prima volta abbiamo deciso di mescolare due lieviti diversi il T-58 e S-33, per vedere quali aromi e gusti potrà prendere, alla fine, questa birra, ma vediamo la ricetta:
Lola III Golden Ale E+G
Minuti ammostamento :60
Litri in pentola :11
Litri in fermentatore :26
Efficienza :89 %
OG :1047
ABV :4.7 %
Plato :11.7
IBU :18.2
BU/GU :0.39
EBC : 7
Malti e Fermentabili
Extra Light 3000 gr 83 %
Biscuit 200 gr 6 %
CaraPils 200 gr 6 %
Maris Otter 100 gr 3 %
Fiocchi di Orzo 100 gr 3 %
Carafa III 20 gr 1 %
Totale 3620 gr
Luppoli
Hallertauer Hersbrucker (AA 4) 20 gr 20 min
Hallertauer Hersbrucker (AA 4) 30 gr 15 min
Hallertauer Hersbrucker (AA 4) 40 gr 10 min
Hallertauer Hersbrucker (AA 4) 50 gr 5 min
Hallertauer Hersbrucker (AA 4) 65 gr 0 min
Totale205 gr
Lieviti
SafbrewT-58
SafbrewT-33
Profilo Mash
70 °C 60 min
Bollitura 60 minuti
Ma iniziamo con la cronaca. Abbiamo messo su la pentola, posizionato il doppiofondo, la sacca, versato l'acqua, il mezzo limone e abbiamo acceso il fuoco.
Anche questa volta abbiamo deciso di procedere con un mash di 70°C, anche se abbiamo aumentato il tempo fino ad ora, con il seno di poi, è stato inutile, meglio mantenere massimo i 45 minuti, sono comunque sufficienti 30 minuti.
Arrivati in temperatura abbiamo versato i grani.
Nonostante i pochi grammi di Carafa III, il mosto si è subito scurito, forse troppo.
L'ora passa veloce e abbiamo mescolato e acceso un paio di volte, scaduto il tempo abbiamo tirato su la sacca, strizzato leggermente e riacceso per arrivare in bollitura.
In attesa che il mosto cominci a bollire, abbiamo preparato il luppolo. Come luppolo è stato scelto l'Hallertau Hersbrucker, classico luppolo bavarese, tanto famoso per i suoi tanti ibridi.
Il risparmio del tempo è dovuto anche alla quantità di mosto, e non ci mette molto a bollire.
La quantità di mosto preboil, dopo aver tirato su la sacca, e di circa 10 litri, e la fase di bollitura farà evaporazione almeno altri 2 litri. Per evitare di amaricare troppo il mosto, abbiamo deciso ancora di incominciare a gettare il luppolo dopo 40 minuti dall'inizio della fase di bollitura, e così avere più aroma.
Finito la fase di bollitura, abbiamo iniziato la prima fase di raffreddamento, immergendo la pentola nella lavandino e abbassando la temperatura tanto da permettere poi la miscelazione con acqua ghiacciata per portare alla fine la temperatura del mosto a 20°C.
Arrivati in temperatura abbiamo versato i grani.
Nonostante i pochi grammi di Carafa III, il mosto si è subito scurito, forse troppo.
L'ora passa veloce e abbiamo mescolato e acceso un paio di volte, scaduto il tempo abbiamo tirato su la sacca, strizzato leggermente e riacceso per arrivare in bollitura.
In attesa che il mosto cominci a bollire, abbiamo preparato il luppolo. Come luppolo è stato scelto l'Hallertau Hersbrucker, classico luppolo bavarese, tanto famoso per i suoi tanti ibridi.
Il risparmio del tempo è dovuto anche alla quantità di mosto, e non ci mette molto a bollire.
La quantità di mosto preboil, dopo aver tirato su la sacca, e di circa 10 litri, e la fase di bollitura farà evaporazione almeno altri 2 litri. Per evitare di amaricare troppo il mosto, abbiamo deciso ancora di incominciare a gettare il luppolo dopo 40 minuti dall'inizio della fase di bollitura, e così avere più aroma.
Un quantitativo così alto di luppolo in una pentola così piccola, può creare qualche problema, ma con calma e pazienza, mescolando lentamente siamo riusciti a permettere a tutto il luppolo di essere immerso completamente nel mosto.
Intanto mentre aspettiamo che la temperatura scenda, prepariamo il lievito e il fermentatore con il colino che ci permetterà di filtrare il luppolo nella pentola.
Per recuperare il mosto intrappolato all'interno dei coni, versiamo l'acqua fredda sopra al colino finche non esce limpida. Alla fine non ci rimane che aggiungere verificare il lavoro svolto con la misurazione della densità del mosto.
Alla fine il valore è di 1047, un ottimo risultato se pensiamo che una cotta così improvvisata non l'avevamo mai fatta, praticamente anticipata di 24 h. Non ci è rimasto che versare i due lieviti, ossigenare energicamente un paio di minuti, chiudere il fermentatore e portarlo giù in cantina. Il fermentatore è stato inserito nella cella, naturalmente con la resistenza spenta, visto che comunque è il posto migliore dove procedere con la fase di fermentazione.
Già al mattino, la fermentazione era già molto sostenuta, denotando l'avvenuto inizio della fase tumultuosa, che nel giro di poche ore, ci ha costretti a rabboccare il gorgogliatore. Il T-58 è famoso per fermentazioni tumultuose molto violente, poi con la presenza del S-33 non ha fatto altro che implementare la forza, che andrà a scemare velocemente per continuare poi in silenzio. Con la presenza del S-33 è molto probabile che la fine della fermentazione debba essere spostata in avanti di una settimana, infatti tende rallentare e poi riprendere molto lentamente. Bisogna anche tenere presente la presenza del T-58 che comunque potrebbe fare parte del lavoro del S-33, e non necessitare di ulteriore tempo. L'S-33 è stato utilizzando soprattutto per smorzare l'aroma pepato del T-58 e cedere un aroma floreale molto gradevole.
Anche se questa è stata la nostra cotta conclusiva della stagione, (Andrea proseguirà almeno con un'altra bionda superluppolata in compagnia del Suo Amico Alby), non Vi lasceremo soli quest'estate, il blog continuerà a sfornare articoli, soprattutto verrano pubblicate le interviste che tanto tempo ci hanno occupato sia a noi che agli Amici che hanno aderito e probabile qualche articolo specifico sulle ricette dell'anno passato, che riscuote tanto successo.
Prima di lasciarVi, l'anteprima della prossima storia, una chiacchierata con un altro personaggio importante del panorama del movimento birrario italiano, non mancate uscirà la prossima settimana.
Per recuperare il mosto intrappolato all'interno dei coni, versiamo l'acqua fredda sopra al colino finche non esce limpida. Alla fine non ci rimane che aggiungere verificare il lavoro svolto con la misurazione della densità del mosto.
Alla fine il valore è di 1047, un ottimo risultato se pensiamo che una cotta così improvvisata non l'avevamo mai fatta, praticamente anticipata di 24 h. Non ci è rimasto che versare i due lieviti, ossigenare energicamente un paio di minuti, chiudere il fermentatore e portarlo giù in cantina. Il fermentatore è stato inserito nella cella, naturalmente con la resistenza spenta, visto che comunque è il posto migliore dove procedere con la fase di fermentazione.
Già al mattino, la fermentazione era già molto sostenuta, denotando l'avvenuto inizio della fase tumultuosa, che nel giro di poche ore, ci ha costretti a rabboccare il gorgogliatore. Il T-58 è famoso per fermentazioni tumultuose molto violente, poi con la presenza del S-33 non ha fatto altro che implementare la forza, che andrà a scemare velocemente per continuare poi in silenzio. Con la presenza del S-33 è molto probabile che la fine della fermentazione debba essere spostata in avanti di una settimana, infatti tende rallentare e poi riprendere molto lentamente. Bisogna anche tenere presente la presenza del T-58 che comunque potrebbe fare parte del lavoro del S-33, e non necessitare di ulteriore tempo. L'S-33 è stato utilizzando soprattutto per smorzare l'aroma pepato del T-58 e cedere un aroma floreale molto gradevole.
Anche se questa è stata la nostra cotta conclusiva della stagione, (Andrea proseguirà almeno con un'altra bionda superluppolata in compagnia del Suo Amico Alby), non Vi lasceremo soli quest'estate, il blog continuerà a sfornare articoli, soprattutto verrano pubblicate le interviste che tanto tempo ci hanno occupato sia a noi che agli Amici che hanno aderito e probabile qualche articolo specifico sulle ricette dell'anno passato, che riscuote tanto successo.
Prima di lasciarVi, l'anteprima della prossima storia, una chiacchierata con un altro personaggio importante del panorama del movimento birrario italiano, non mancate uscirà la prossima settimana.