lunedì 19 marzo 2018

Una Chiacchierata con .....Gianluca Jean Luc Rossi

Dopo qualche mese ritorna la rubrica “Una chiacchierata con…”. 
Per rafforzare il connubio tra Signor Malto e Birramia abbiamo pensato di invitare Gianluca Rossi alias Jean Luc Patron di Birramia, anni 60, nato a Viareggio, sposato, mastro birraio, tecnico ed inventore, per una chiacchierata a 360° sul mondo imprenditoriale della birra artigianale italiana e per cominciare a presentarVi in prima persona chi è Birramia e conoscere meglio colui che ne è stato il fondatore. Questa è l’iniziativa che ci porterà Venerdì ad un incontro in prima persona con lui e con i suoi collaboratori presso la sede di Birramia a Querceta (LU) per presentarvi la professionalità e la passione che Birramia mette a disposizione di tutti noi, ricercando, curando i materiali e gli ingredienti per dare il meglio che offre il mercato. Di questo incontro sarà fatto un video che verrà pubblicato Sabato 31 Marzo sul nostro canale video YouTube.


Jean Luc
Caro Jean Luc, benvenuto nel nostro umile blog, a nome di tutti i lettori e affezionati. Cominciamo con qualche domanda di carattere generale e raccontaci qualcosa di Te presentati ai nostri lettori.
J: Vivo a Querceta, sono nato a Viareggio e ho vissuto a Massarosa. Mi sono risposato l'anno scorso dopo 20 anni di convivenza e ho una figlia biologa che attualmente lavora in Inghilterra. Mia moglie Mimma e sua figlia Samara sono invece mie collaboratrici e socie in azienda. 
Ho iniziato a lavorare nel periodo estivo come garzone del macellaio all'età di 12 anni. Da allora ho fatto diverse cose: ho lavorato alla radio, ho fatto il postino, riparavo televisioni, mi sono sempre dato da fare, finché non ho fondato la mia prima azienda nel 1983. Ho sempre cercato la qualità in quello che facevo, infatti in origine facevo attrezzature che andavano a bordo degli yacht e vi effettuavo anche riparazioni. Da ditta individuale è diventata Snc fino a trasformarsi in una Srl. Ho lavorato sempre nell'ambito della tecnologia, fino al punto che la grande passione che avevo maturato per l'homebrewing mi ha portato a lasciare quello che avevo fatto fino a quel momento per tuffarmi nel mondo della birra artigianale. Per la tecnologia però avrò sempre una grande passione, che è quella che mi spinge a testare ogni attrezzatura, a perfezionarla e molte volte a progettarne di nuove in prima persona. Ci sono dei prodotti realizzati interamente da noi, oppure progettati da noi e fatti assemblare da ditte di fiducia, dal più semplice termostato alla progettazione del tino di ammostamento e della Easy, la prima macchina All-In-One di produzione interamente Italiana e costruita in Toscana.

Quando hai pensato di creare una struttura commerciale che potesse portare in Italia, gli ingredienti, gli strumenti e gli accessori necessari per poter fare birra?
J:Nel 1999, quando ancora avevo il negozio di elettronica a Massarosa. Avevamo allestito un piccolo spazio dedicato alla birra fatta in casa che, nel giro di un anno, si è trasformato nella nostra attività principale con la creazione di uno dei primi siti per homebrewers e microbirrifici.

Cosa Ti ha spinto ad investire in Italia, in particolare in Toscana, dove non abbiamo una tradizione birraria, ma piuttosto una terra ricca di vigne e di vino?
J:Per valorizzare il territorio in cui sono nato.

Malti Luppolati Birramia
Raccontaci un pò di storia della Tua azienda, ripercorri insieme a noi le tappe fondamentali di questa Tua avventura.
J:Siamo attivi online dal 2000 con il primo sito “giallo” di questo settore. La costante ricerca della qualità ci porta, nel 2006, a stringere una diretta collaborazione con White Labs, della quale Birramia diventa l'unico importatore ufficialmente riconosciuto in Italia. 
Nel 2007 creiamo i primi Kit All Grain e Kit Partial Mash, che non sono solo una novità per le pagine di Birramia.it, ma per tutta l'Italia, dando il via ad un fenomeno oggi largamente diffuso.
Ogni giorno importiamo prodotti e materie prime da oltre dieci paesi del mondo, così da offrire a ogni cliente una scelta ampia e sempre nuova. Il nostro concept però rimane prevalentemente “Made in Italy”, in quanto vive di tradizione, di attenzione ai dettagli, di qualità assoluta; per questo nel 2008 abbiamo lanciato la linea di Beermalt®, il primo estratto di malto interamente italiano, mentre nel 2013 atterrano le nuovissime linee di malti luppolati Mitica e Cosmica, i primi e tutt'ora gli unici kit italiani “all inclusive”, cioè che contengono al loro interno oltre all'estratto di malto e al lievito, anche luppolo, erbe, spezie e/o altri ingredienti specifici per ogni stile.
Nel 2014, grazie a un mio progetto, nasce “Easy”, la prima macchina a marchio Birramia per la produzione della birra con metodo All Grain All-in-One interamente prodotta in Toscana. Successivamente, nel 2016, grazie a una collaborazione diretta con il produttore, nasce Easy Grain, la cugina della Easy che viene incontro alle esigenze economiche degli homebrewers italiani. Nel 2017 viene inaugurato il primo Birramia Store in Italia e quest'anno invece a BerrAttraction abbiamo annunciato la nostra collaborazione con Lab4Beer, progetto che in questi giorni è in fase di avviamento.

Con il passare del tempo hai avuto la necessità di creare una struttura snella, ma capace di esaudire i desideri dei Tuoi clienti, verificare l’operato dei Tuoi fornitori e di operare correttamente nel settore amministrativo, e soprattutto rimanere competitivo, raccontaci in breve la struttura della Tua azienda e la difficoltà di tenere tutto questo coeso?
J:Grazie alla passione che ci contraddistingue e l'attenzione che ognuno di noi mette verso i nostri fornitori e clienti. In una parola: organizzazione.

Quali sono i valori ha cui Ti sei ispirato, fin dall’inizio e che hai poi trasmetto ai tuoi collaboratori?
J:Precisione, puntualità e collaborazione, ma soprattutto non fare al cliente quello che non vorremmo venisse fatto a noi stessi. Ho sempre detto al mio team di immaginare quel pacco come proprio, e quindi di spedirlo nelle stesse condizioni in cui vorrebbero ricevere un ordine fatto da loro.

Magazzino 1
In un paese dove diventa sempre più difficile creare un prodotto italiano che porti profitti, quali difficoltà stai riscontrando in questi periodi di difficoltà economica per molti. E rispetto a quando hai iniziato quali sono le cose che maggiormente hanno cambiato il modo di fare birra-business?
J:Innanzitutto per noi non è birra-business ma è passione. Cerchiamo nel nostro piccolo di accontentare sempre i clienti, scegliendo le migliori materie prime, cercando e, in alcuni casi (come abbiamo fatto per la macchina all-in-one Easy), progettando noi stessi le attrezzature più all'avanguardia, ma soprattutto tenendoci al passo con i tempi e le nuove tendenze, seguendo in prima persona le discussioni sui social media, sugli altri blog e ascoltando le richieste specifiche dei clienti.

Cos’è che, con tutte le difficoltà che le aziende italiane devono superare oggi, Ti fa andare avanti con l’impegno di sempre?
J:Ripeto, la passione.

Dall’alto della Tua esperienza, sarebbe possibile ripetere oggi quello che hai fatto Tu, e quali consigli daresti a chi ci volesse intraprendere la Tua strada?
J:È diventato sempre più difficile in Italia. È necessario rimanere a galla nel mare di burocrazia necessaria per un'azienda. Inoltre ormai l'attenzione si è spostata quasi totalmente sui social, per cui è aumentato anche il carico di lavoro: non è più solo importante gestire al meglio il proprio sito e offrire al cliente prodotti nuovi e un'assistenza costante, ma è necessario seguire Facebook, il blog, Instagram, il Forum, Youtube e molto altro.

In tutti questi anni, Ti sarà capitato di pensare alle scelte che hai fatto, quali sono le cose che avresti fatto diversamente?
J:Rifarei tutto esattamente come ho fatto.

L’ambiente è caldo, entriamo un pò più nello specifico dei prodotti che proponete, sicuramente la parte più interessanti per i nostri lettori. Quali sono state le prime difficoltà a reperire gli ingredienti e gli accessori, visto che in Italia, soprattutto per quello che riguarda malti, luppoli e lieviti, non esisteva niente?
J:Si facevano ricerche all'estero. 
I primi malti li abbiamo importati dalla Muntons, i luppoli in Inghilterra e siamo stati i primi a importarli dall'America. Per i lieviti abbiamo stretto dopo poco una collaborazione con la White Labs, una delle migliori ditte di produzione di lieviti, con una vastissima selezione e sempre al passo con i tempi. Era relativamente facile reperire i prodotti, la cosa un po' più complicata per me era la comunicazione con l'estero, ma grazie ai miei collaboratori e spesso anche sfruttando il linguaggio dei gesti ci siamo sempre intesi alla perfezione!

Quali sono le difficoltà, oggi, di reperire ingredienti e gli accessori di qualità, ad un prezzo competitivo?
J:Bisogna starci dietro e cercare, cercare e cercare. La nostra ditta valuta, acquista e propone ai suoi clienti delle novità quasi ogni settimana.
Magazzino 2
Quali sono i parametri più importanti nella scelta dei fornitori?
J:Affidabilità, qualità e reperibilità dei ricambi, dato che Birramia offre un'assistenza diretta ai suoi clienti.

Quali sono i metodi di controllo della qualità dei vostri prodotti?
J:Abbiamo una stanza apposita dove proviamo tutte le nostre ricette e testiamo tutto il nuovo materiale che importiamo, e lo facciamo non solo per valutare l'effettiva qualità dei prodotti ma anche perché ci diverte fare la birra.

Periodicamente fate visita hai vostri fornitori, per assicurati sempre della migliore qualità?
J:Certo, annualmente andiamo a trovare ognuno dei nostri fornitori.

Quali sono le metodologie che adottate per conservare e mantenere al massimo la qualità organolettiche dei vostri prodotti?
J:Prodotti freschi, asciutti e per quelli che ne hanno necessità c'è la cella frigorifera. Inoltre quando dobbiamo spedire del materiale conservato al freddo, come i lieviti liquidi, li mettiamo all'interno dei pacchi in confezioni refrigerate poco prima di essere caricati sul camion e spediti, per far in modo che rimangano fuori dalla cella frigorifera il minor tempo possibile.

In tutti questi anni come sono cambiati i clienti, quali sono le diversità delle richieste di oggi rispetto a quelle di quando hai iniziato?
J:I clienti si sono evoluti e sono diventati più critici. Grazie all'avvento di internet e dei social ci sono molte più informazioni e i clienti hanno molte più esigenze rispetto al passato. Inoltre sono nate nuove tecniche e nuove attrezzature che le persone vogliono sperimentare. Le persone acquistano da noi anche perché siamo sempre reperibile telefonicamente, per rispondere a qualsiasi dubbio in merito a tutte le fasi del processo di birrificazione, alle strumentazioni o al materiale che hanno acquistato o vogliono acquistare.

Magazzino 3
I vostri clienti sono in maggior parte italiani o vendete anche all’estero?
J:La maggior parte sono italiani ma vendiamo molto anche all'estero. Dall'anno scorso abbiamo anche aperto due Birramia Store in Italia, negozi ufficiali rivenditori dei nostri prodotti. Inoltre ti do una piccola anticipazione: a breve probabilmente apriranno due centri Birramia all'estero.

In una classifica di vendite, quali sono gli ingredienti più richiesti e gli accessori e gli strumenti più ricercati?
J:Le materie prime sono sempre ricercate, soprattutto quelle di qualità e che offrono una vasta scelta. A livello di attrezzature vanno per la maggiore le macchine “All-In-One”. La nostra Easy Grain in particolare è stata realizzata con una collaborazione diretta con il produttore: anche in questo caso ho testato il macchinario personalmente e ho stilato un elenco di modifiche che volevo apportare e di accessori aggiuntivi per raggiungere l'eccellenza, rendendo la Easy Grain un macchinario unico rispetto ai suoi simili presenti su altri siti. Grazie a questo abbiamo avuto un notevole successo sia in Italia che all'estero.

Quali sono i progetti futuri per migliorare ancora di più il rapporto con i Tuoi clienti, sia che siano professionisti sia che siano semplici birraioli casalinghi?
J:Vorremmo avere una sempre più crescente collaborazione diretta con i nostri clienti. Li invitiamo infatti a contattarci per qualsiasi dubbio o problema, anche per quelli che ritengono insignificanti, perché soltanto grazie a loro possiamo comprendere i nostri errori e correggerli, per poter garantire un servizio quanto più ideale possibile.

Logo
Quali sono i progetti per il futuro della Tua azienda?
J:Lavorare sempre meglio e continuare ad espanderci. Come già detto ci sono diversi progetti attualmente in corso che prevediamo di espandere in futuro. Vorremmo riuscire ad avere un Birramia Store in ogni regione, elaborare guide sempre più accurate che gli homebrewers possano consultare per garantire un servizio sempre migliore ed espanderci ancora di più all'estero.


Siamo alla fine Jean Luc, innanzitutto Ti ringraziamo per aver accettato questo incontro, che prelude presto ad una nostra visita presso Birramia a Querceta in provincia di Lucca per rendere prima di tutto ancora più forte il legame che ci unisce, ma soprattutto per far conoscere ai nostri lettori la Tua azienda, la professionalità dei Tuoi collaboratori e la cura che dedicate a tutti i materiali e gli ingredienti che mettete a disposizione di tutti gli homebrewer italiani e d'oltralpe.
Ancora grazie per la disponibilità e cordialità ci vediamo presto magari per approfondire qualche aspetto che porti qualche altro vantaggio ai nostri affezionati lettori.
J:Grazie a te per il tempo che ci hai dedicato e grazie a tutti i lettori del blog del Signor Malto :-)












sabato 17 marzo 2018

Video BIAP - Cotta di Prova 2ª Parte

Cari Amici birraioli casalinghi, dopo la prima parte della cotta di prova con il nostro impianto All-in-One, torniamo con la seconda parte. 
Come avete già potuto leggere nel post uscito martedì, https://signormalto.blogspot.it/2018/03/brew-monk-cotta-di-prova.html non tutto è andato per il meglio. 
Questo video  è la parte più portante dell'intera esperienza dove traspare chiaramente la delusione per l'esperienza maturata.
L'abbiamo chiamata cotta di prova, perchè abbiamo provato ad inserire la capienza massima o quasi per mettere sotto pressione la macchina. Alla fine la macchina si è comportata bene siamo noi ad aver sbagliato qualche calcolo.
In questa seconda parte potrete seguire le fasi di mash, sparge, boil e raffreddamento.
Molti ci hanno scritto chiedendoci il motivo per cui abbiamo fatto questi due video, e noi abbiamo risposto semplicemente "perchè siamo noi" e siamo disposti a metterci in gioco anche nei momenti meno felici e nelle cotte meno riuscite.
La prossima settimana andrà in onda una video degustazione della ORO Heavy la birra estremamente luppolata parente ma un po' alla lontana dell'indimenticata Extreme Pale Ale Joe 120 IBU.
Buona visione


lunedì 12 marzo 2018

BIAB 2.0 con ricircolo a cura di Diego Tornese

Ci è tornato a trovare Diego Tornese. Dopo il post di metà Dicembre dove Diego ha condiviso la sua prima esperienza BIAB e tornato a trovarci per condividere l'evoluzione del suo impano BIAB.
Grazie Diego e Raffa la vostra genuinità e passione è contagiosa, speriamo che contagi anche qualche nostro lettore.

La pompa e la centralina
Cari amici Enrico ed Andrea, e del blog del Signormalto, vi mando questo post per farvi partecipi e mostrare le ultime modifiche che ho apportato al mio impianto Biab.
Come voi, sperimento e provo nuove soluzioni, non tanto per migliorare l'efficienza in se per se, ma per conoscere a fondo, le varie tecniche e cercare di trovare quella che più mi piace, e diciamolo anche quella che mi diverte di più.
Non fa per me, fossilizzarmi su un singolo aspetto o modo di fare la birra, perciò considero il mio impianto un work in progress, mai definitivo, e sempre alla ricerca di soluzioni migliori e anche un po' strane. 
Come potete ricordare nel precedente post vi ho mostrato il mio impianto, composto semplicemente da una pentola e dalla sacca.
Cotta dopo cotta ho notato che avevo 2 grossi problemi:
-1) la mancanza di rubinetto alla pentola;
L'impianto 2.0
-2) la mancanza di un sistema che mescolasse le trebbie per avere una temperatura uniforme in tutta la pentola.
La cosa che più mi ha sorpreso è che, se sul letto delle trebbie, rilevavo ad esempio una temperatura di 67 gradi sulla superficie del mosto potevo avere anche 59 o 60 gradi.
La soluzione di mescolare il mosto prima di effettuare le misurazioni mi convinceva poco, perciò essendo vincolato dalla presenza della sacca e non potendo prevedere un sistema di mescolamento meccanico attraverso l'utilizzo di pale ho optato per una soluzione di mescolamento più dolce e meno invasiva, cioè il ricircolo del mosto
Il principio di funzionamento è semplicissimo come già sapete: una pompa pesca il mosto dalla parte bassa della pentola e lo immette nuovamente dalla parte alta, creando così un ciclo continuo di mescolamento.
Da lì, all'acquisto della pompa il tempo è stato brevissimo.
La lista della spesa è abbastanza corta, in quanto comprende dei raccordi, una pompa e dei componenti elettrici e altre sciocchezze che già avevo in casa.
Per prima cosa ho fatto un buco dove inserire il rubinetto ed eliminare il fastidioso e scomodo sifone che più di una volta si è otturato, costringendomi a smontarlo pulirlo e sanitizzarlo nuovamente.
Dopo sono passato alla realizzazione del pannello di controllo e al montaggio della pompa.
Naturalmente, tutti i raccordi e i componenti usati sono in inox e food grade.
Il pannello di controllo è costituito da 2 interruttori, un Itc 1000 della Inkbird e da 4 spie luminose, il tutto alloggiato in una scatola stagna, fissata infine su una vecchia mensola.
Pannello di controllo 
La pompa che ho utilizzato, l'ho acquistata su Birramia, https://www.birramia.it/pompa-a-trascinamento-magnetico.html e sembra essere quella usata nelle macchine all in one ed ha una tensione di esercizio di 220 volts.
Per quanto riguada i collegamenti elettrici, sono piuttosto semplici.
La spia che vedete in alto a destra conferma presenza di tensione 220v, l'interruttore al suo fianco serve per accendere o spegnere l'Itc 1000, e la spia azzurra indica che il controller è acceso e funzionante.
L'interruttore in basso comanda l'accensione e lo spegnimento della pompa e la spia verde si accende quando la pompa è in funzione, mentre quella rossa l'ho collegata all'uscita del riscaldamento dell'Itc 1000 perciò si accende quando quest'ultimo rileva che la temperatura è al di sotto di quella target perciò devo accendere il fornellone. 
La scelta di comandare la pompa con un alimentazione separata è data dal fatto che se più avanti volessi acquistare un raffreddatore in controflusso ho la possibilità di escludere tutto il resto e far funzionare autonomamente la pompa. 
Utilizzando un controller digitale ho avuto la necessità di creare un alloggiamento per la sonda, perciò ho fatto un'altro foro alla pentola dove inserisco il pozzetto inox da 65 millimetri.
Sul pozzetto, ho montato anche un pressacavo per evitare l'entrata accidentale di mosto bollente o di acqua che poi andrebbe a danneggiare la sonda.
Le guarnizioni sono state realizzare tagliando e sagomando un vecchio coperchio in silicone alimentare perciò non mi sono costate niente.
Ho dovuto forare anche il coperchio per far entrare il tubo di mandata del mosto al quale ho montato un portatubo ed un gomito per rompere il getto del ricircolo ed evitare che il flusso “buchi” il letto delle trebbie.
Naturalmente i tubi sono in silicone adatti alle alte temperature ed al loro interno hanno un rinforzo in acciaio per evitare che il tubo si schiacci in fase di aspirazione del mosto.
Per provare il funzionamento del ricircolo e verificare se tutto ciò è stato utile, ho fatto una cotta di prova.
Ho volutamente lasciato invariati i parametri del software che utilizzo per creare le ricette, per verificare se realmente questo sistema porta anche benefici in termini di efficienza.
Durante la cotta ho fatto diverse misurazioni e la differenza di temperatura tra il fondo della pentola e la parte alta è stata di max 0,3 gradi.
Tubo di mandata
Un'altra cosa che ho notato è che alla fine del mash, il mosto dalla pompa usciva molto più limpido rispetto all'inizio, perciò quando ho tolto i grani, non ho strizzato la sacca, ma l'ho semplicemente l'ho lasciata sgocciolare un po' e poi l'ho tolta.
Una volta misurata l'efficienza ho avuto anche una gradevole sorpresa, passando dal 65% al 75%.
Direi che per la prima cotta posso ritenermi molto soddisfatto, in quanto il tutto mi ha portato ad avere un buon mescolamento dei grani durante il mash, un mosto più pulito a fine della bollitura e un'aumento dell'efficienza, non andando ad aumentare il tempo totale della cotta.
Il prossimo step sarà quello di coibentare la pentola di mash per evitare di accendere molte volte il fornellone .
Ho già qualche idea, che mi frulla per la testa e che non esiterò a condividerla con voi e con gli amici del blog.
Un caro saluto a tutti voi e buona birra a tutti.

Grazie Diego da parte nostra e tutti i lettori del blog del Signormalto della Tua testimonianza attendiamo il Tuo prossimo post, ma questa è un'altra storia.





AGGIORNAMENTO.
Ringraziamo tutti quelli che ci hanno scritto per avere informazioni e ci hanno costretto ad inserire alcune foto dell'interno e lo schema elettrico.


venerdì 9 marzo 2018

Video BIAP - Cotta di Prova 1ª Parte

Cari Amici birraioli casalinghi, dopo la prima esperienza con il nostro impianto All-in-One, torniamo con una nuova cotta anche se solo una nuova prova. 
Come avete già potuto leggere nel post uscito martedì, https://signormalto.blogspot.it/2018/03/brew-monk-cotta-di-prova.html non tutto è andato per il meglio. 
Questo video diviso in due parti è la cronaca dettagliata della cotta.
L'abbiamo chiamata cotta di prova, perchè abbiamo provato ad inserire la capienza massima o quasi per mettere sotto pressione la macchina. Alla fine la macchina si è comportata bene siamo noi ad aver sbagliato qualche calcolo.
In questa prima parte potrete seguire le prime fasi: l'allestimento della macchina, la programmazione in automatico del controller, e il versamento dei grani.
La seconda parte andrà in onda il prossimo sabato.
Buona visione


lunedì 5 marzo 2018

Brew Monk Cotta di Prova

Cari Amici birraioli casalinghi, dopo la cotta pilota servita per cominciare a prendere confidenza con l'impianto All-in-One, non con qualche difficoltà, (vedi qui https://signormalto.blogspot.it/2018/02/brew-monk-cotta-pilota.html  ) ritorniamo con la prima cotta di prova a pieno regime con quasi 12kg di malti.
Il Brew Monk Pronto
Vi dico da subito che non tutto è andato per il meglio, anzi diciamo pure che abbiamo commesso qualche errore e questa volta la macchina non c'entra.
Il sensore ha fatto il suo dovere segnando la temperatura anche se durante le fasi mash, nonostante l'abbassamento della potenza delle resistenze, la temperatura misurata ha variato anche di due gradi, ma pensiamo che non sia dovuto al sensore ma alla poca quantità di mosto presente nella parte inferiore a contatto con il fondo e le resistenze.
Come per il RIMS le resistenze sono on/off quindi quando si accendono incrementano velocemente la temperatura e quando il sensore "sente" la temperatura impostata si stacca ma nel frattempo la resistenza è ancora calda e la temperatura continua a salire. Bisognerebbe modulare con un sistema tipo PID la potenza delle resistenze quando è necessario mantenere solamente la temperatura.
L'autoaggancio una volta sistemato l'angolo di piegatura del beccuccio si inserisce meglio e non ha perso.
All'inizio si è sempre presi dall'entusiasmo e non si vede l'ora di fare ma il troppo entusiasmo a volte può causare brutti scherzi, come la disattenzione e la sufficienza.
Tutti i preparativi sono stati eseguiti nei giorni precedenti, un po' dilazionati a causa soprattutto del tempo metereologico ma non solo. 
Acqua prelevata alla fonte due giorni prima e il giorno antecedente la cotta macinazione dei grani e sistemazione di tutte le attrezzature. Per lo sparge vista la quantità di acqua maggiore abbiamo preparato la pentola da 50 litri sul gas della piccola cucina che abbiamo in garage. Questo ci ha permesso anche di migliorare il pescaggio della piccola pompa.
La mattinata è iniziata molto presto in garage luogo abituale per le nostre cotte, faceva davvero freddo. Nel BMK già preparato il giorno prima era già contenuta l'acqua di mash 30 litri così come nella pentola si sparge. In attesa dell'arrivo di Andrea ho acceso il BMK con il programma manuale per scaldare l'acqua a 50 gradi per il mash-in e avere già l'acqua in temperatura per l'impostazione del programma automatico.
Essendo una cotta di prova non volevamo rischiare una ricetta consolidata, così nei giorni precedenti ho tirato giù un ricetta con grani che non avremmo utilizzato da qui alla fine della stagione. Avevamo parecchio Vienna e così lo abbiamo utilizzato come malto base aggiungendo un pò di pilsner per mettere qualche enzima in più in circolo e del CaraHell avanzato da due cotte di prova di qualche mese fa.
Vediamo insieme la ricetta

Futura Underground Ale BIAP
lt mash :30
lt sparge:30
Litri in pentola :30
OG preboil:1037
Min bollitura:60
Litri in fermentatore :38
Efficienza :61 %
OG :1055
ABV :5.5 %
Plato :13.6
IBU :45.7
BU/GU :0.83
EBC : 6

Malti e Fermentabili
Vienna 10000 gr 88 %
Carahell 500 gr 4 %
Fiocchi di Orzo 500 gr 4 %
Pilsner 360 gr 3 %
Totale11360 gr

Luppoli
Pilgrim (AA 10) 50 gr 60 min
Saaz (AA 4) 30 gr 15 min
Totale 80 gr

Spezie
Foglie di Biancospino 70 gr. 15 min

Lieviti
New world strong ale M42 20 gr

Profilo Mash
Mash in 50 °C 5 min
Beta-amilasi 63 °C 30 min
Alfa Beta-amilasi 68 °C 20 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 mini

Fermentazione 20°C
Priming : 6 gr

Alle 9 siamo partiti. Acceso la camera per le riprese e via verso questa nuova avventura! Mai più avremmo pensato che si sarebbe trasformato in un incubo ad occhi aperti, ma vediamo con calma la cronaca.
Lo sparge con la doccetta di Bac Brewing
Arrivati a 50 gradi abbiamo attivato il programma automatico con le soste di mash, la luppolatura e la fase di bollitura. Con la dimestichezza della seconda cotta la programmazione del controller è stato semplice e veloce. Terminata la programmazione siamo partiti immediatamente con il versamento dei grani. Andrea versava e io mescolavo. Nel tubo nel troppo pieno è stato piazzato il tappo bianco per evitare che i grani finissero nella acqua sottostante il cestello. Mentre parlavo per la cronaca video e mescolavo mi sono accorto quasi subito che i grani macinati più che essere fini erano tantissimi non avevamo mai fatto una cotta con tanti grani così, se si esclude due cotte in BIAB tre anni fa dove alla fine avevamo ottenuto 50 litri di mosto utilizzando la pentola da 100 litri.
Ma mi sono tranquillizzato pensando che avevo calcolato la proporzione di circa 2,7 litri per chilo che erano un po' pochi ma con l'acqua di sparge avremmo dovuto avere 48 litri in bollitura.
Primo errore:
I grani non si sarebbero mai mescolati con i 30 litri perchè non avevo tenuto conto che il cestello non poggia sul fondo della pentola ma rimane sollevato di un bel po'. Non abbiamo ancora misurato ma da contatti con amici che utilizzano macchine simile è uscito fuori che i litri che rimangono sotto il cestello sono oltre 7 litri, Quindi se pensate che dai 30 litri bisogna sottrarre altri minimo 7 litri alla fine avevamo a contatto con le trebbie 23 litri con una proporzione di meno di 2 litri per chilo.
Arrivati a metà del versamento dei grani già la cosa si faceva complicata. Il pastone era diventato quasi solido. Andrea continuava a versare, sembrava veramente di preparare del cemento a grana fine ci saremmo dovuti fermare. Invece con presunzione abbiamo continuato versando l'intero contenuto nel cestello. Di acqua manco l'ombra!!!
Io non riuscivo più a mescolare così si è messo Andrea ma anche lui si è reso conto che i grani erano davvero troppi. Il fatto che poi fossero macinati finemente non ha fatto altro che aumentare la densità del pastone che è finito per diventare praticamente un blocco unico.
Non sapevamo cosa fare avremmo dovuto al limite aggiungere dell'acqua, ma non lo abbiamo fatto. Abbiamo deciso di continuare e sarebbe stata comunque esperienza anche questa. 
Abbiamo tolto il tappo bianco e inserito il disco filtrante superiore, attaccato il beccuccio della pompa e inserito il coperchio e attaccato la pompa. 
Inizialmente abbiamo reinserito il tappo bianco pensando che il sistema del troppo pieno non  permettesse un corretto filtraggio visto che il mosto invece di passare tra le trebbie, sarebbe finito immediatamente di sotto tramite il tubo del troppo pieno. Ma alla fine abbiamo capito che il filtraggio sarebbe stato ben poco e anche  parzializzando parecchio la pompa il mosto tracimava. Non ci è rimasto che togliere il tappo bianco ed  inserire il troppo pieno.
Al temine dello sparge 
La macchina ha continuato a seguire il programma. La pompa continuava a fare il suo lavoro.
Terminato il mash e verificato l'avvenuta conversione degli amidi, siamo passati alla fase di sparge.
Alzando il cestello ci siamo accorti che la parte superiore del cestello era ricoperta di uno strato di melma creata dalle farine dei grani che impediva il passaggio dell'acqua di sparge. Ci siamo armati di pazienza abbiamo tolto questo strato per permettere il passaggio dell'acqua. 
Lo sparge è stato infinito, non ricordo quante ore ci abbiamo messo. Avete mai provato a far passare dell'acqua attraverso del cemento .....uguale!
Durante l'attesa abbiamo riflettuto un po', ma l'idea preponderate che avevamo in quel momento era che la causa principale fosse stata la macinazione troppo fine. Non abbiamo pensato immediatamente al fatto che il quantitativo di acqua fosse ancora più ridotto rispetto a quello che pensavamo a causa della quantità di acqua sotto il cestello e che non si era mescolata con i grani. E' stata una concomitanza di questi due fattori che ha causato il problema. 
Poi c'è da aggiungere che essendo un sistema di filtraggio continuo con la pompa che ricicla il mosto facendolo passare tra le trebbie, la fase di sparge ha un compito meno gravoso che in Ag classico. Quindi può essere utile sbilanciare il rapporto dell'acqua a favore del mash e lasciare meno acqua per lo sparge. Alla fine può diventare tranquillamente quasi un BIAB (anche se mi ripeto ancora una volta:  nel BIAB non si fa sparge, se si fa sparge allora non è più BIAB).
Fasi finali di bollitura sterilizzazione della serpentina
Riprendiamo la cronaca. Al termine dello sparge abbiamo posizionato il cestello sulla bacinella forata posizionata sopra il secchio che usiamo per contenere i grani macinati e abbiamo lasciato gocciolare ancora un po' il cestello con le trebbie.
Per il resto la cotta è filata liscia, se non fosse che all'interno del mosto c'era un po' di tutto, dalle farine ai grani ai fiocchi che non si sa come erano finiti dal cestello nel mosto. Abbiamo notato che come l'altra volta il disco filtrante superiore era posizionato in diagonale causando così una fuoriuscita dei grani e fiocchi dal versante alzato. Non abbiamo capito per quale motivo si inclina, forse è necessario premere maggiormente il disco sulle trebbie invece di appoggiarlo semplicemente, oppure avendo collegato un tubo in silicone all'uscita del beccuccio della pompa il flusso scavi sotto al disco spostando le trebbie e facendo inclinare il disco. La soluzione potrebbe essere dotare il disco, come già avviene per il Braumeister di una guarnizione intorno al diametro del disco per renderlo più fisso.
La bollitura è partita in fretta abbiamo schiumato una marea di proteine venute a galla.
Dopo un minuto dall'inizio della bollitura abbiamo inserito l'hop basket e la prima gettata. Abbiamo notato che il controller non permette di fare la prima gettata a 60 minuti se il timer della bollitura è impostato a 60 minuti, arriva fino a 59. La prossima volta metteremo 61 minuti di bollitura per vedere se si può impostare il tempo del luppolo oltre i 59 minuti, pensiamo proprio di si.
A 15 minuti dalla fine abbiamo inserito la serpentina (probabilmente della prossima cotta utilizzeremo il controflusso) e la seconda e ultima gettata.
Al suono del fastidiosissimo cicalino del BMK abbiamo aperto il rubinetto dell'acqua dell'acquedotto  è iniziato la fase di raffreddamento. Nonostante la oltre mezz'ora di tempo necessario per portare il mosto a 20° gradi ci è sembrato un lampo. 
Travaso del mosto con il sifone
Al momento del whirpool ci siamo accorti che sarebbe stato impossibile far passare il mosto dal rubinetto per il notevole quantitativo di residui, abbiamo così deciso di utilizzare il sifone per travasare il mosto. Questa volta avevamo l'intenzione di utilizzare il beccuccio, terminale delle pompa, per riempire i fermentatori ma sarebbe stato impossibile far passare tutta quella robaccia dalla pompa anche perchè il Brew Monk, al contrario per esempio del Easy Grain, non ha il filtro in entrata, e  la pompa si sarebbe oltre che intasata dopo pochi secondi, anche riempita di residui che avrebbe reso la pulizia un impresa difficile.
Per migliorare la filtrazione abbiamo aggiunto un sacchetto filtrante all'uscita del sifone. A questo punto abbiamo verificato la densità 1055 con un efficenza dell'impianto del 61%. Decisamente bassa, ma ringraziamo che siamo riusciti alla fine a mettere in "cascina" 38 litri di mosto ambrato.
Dobbiamo dire che questa cotta ci è stata molto più utile della precedente nonostante il mezzo disastro combinato, perché abbiamo capito alcune cose:
  1. E molto più vicino ad un sistema BIAB di quanto sembri;
  2. Non tutta l'acqua inserita contribuisce alla miscelazione dei grani ma un parte rimane separata in fase di mash;
  3. Non serve utilizzare tanta acqua per fare sparge visto che la maggiorate del lavaggio avviene durante le normali fasi di mash grazie al continuo utilizzo della pompa;
  4. Se si utilizzando grandi quantitativi di grani meglio macinare meno finemente.
Alla fine abbiamo utilizzato due fermentatori uno con 20 litri e l'altro con 18. Durante il riempimento abbiamo inoculato il lievito ad una temperatura di 20°C e inseriti in cella climatica a 19°C.
La fermentazione è partita dopo circa 24 h con una fase tumultuosa importante che ha fatto schizzare la temperatura per un paio di giorni fino a 22°C per poi tornare dal terzo giorno a 19°C.
Ora aspettiamo un decina di giorni e poi cominceremo a controllare la densità finale che dovrebbe aggirarsi intorno ai 1010.
Dopo questa cotta abbiamo ancora in programma 6 cotte che ci serviranno per aggiustare il tiro e cercare di tirare fuori qualcosa di meglio dall'impianto.
Dobbiamo decidere se fare qualcosa di semplice, forse meglio, tipo Kölsch oppure buttarci a capofitto in una nuova Porter.
Ma questa è un'altra storia.
  






sabato 3 marzo 2018

Braumeister Video Degustazione APA Oro Original

Cari birraioli casalinghi e simpatizzanti, dopo tante birre ritorniamo a degustazione quello che abbiamo prodotto. La degustazione di oggi riguarda l'American Pale Ale fatta con Alessandro Simonetta alias Alesim prodotta con il suo impianto automatico Braumeister 20 litri.
La birra ha subito alcuni modifiche rispetto alla versione originale, per permettere di ottenere le stesse caratteristiche con un impianto diverso e meno quantità di acqua.
La cronaca di questa cotta la potete trovare qui https://signormalto.blogspot.it/2017/10/braumeister-dimostrazione-di-una-cotta.html  
Della giornata sono stati fatti due video che potete trovar sul nostro canale YouTube in due parti:
1ª https://youtu.be/4ARrImY9ys0
2ª https://youtu.be/HRGh004mijk
Alla fine la birra è rimasta più corposa della sua cugina fatta in AG classico, forse per il minore quantitativo di acqua utilizzata per il mash anche se il quantitativo dei malti era inferiore, forse per le caratteristiche del processo della macchina. Un ottimo aroma di malto meno aroma di luppolo.
Nel complesso un'ottima birra ricca di aromi, non pensavamo che questa macchina lavorasse così bene.
Il prossimo sabato andrà in onda la prima parte della cotta di prova a pieno regime fatta con il Brew Monk.
Bene non Vi resta con gustare insieme a noi questa splendida bionda.
Buona visione.


sabato 24 febbraio 2018

Brew Monk Video Birra - Cotta Pilota 2ª Parte

Cari Amici birraioli casalinghi, dopo la prima parte ecco a voi la seconda parte della cotta pilota eseguita con il Brew Monk.
In questa seconda parte potrete vedere il mash, lo sparge, la bollitura, luppolatura, raffreddamento e le fasi finali.
Vi ricordiamo il post del blog dove trovate tutte le informazioni sulla cotta pilota alla pagina https://signormalto.blogspot.it/2018/02/brew-monk-cotta-pilota.html .
Consideriamo questi due video interessanti non solo per chi ambisce ad acquistare un impianto All-in-One, ma per tutti quelli che amano le esperienze nuove e anche per i curiosi che credono poco in questo metodo, ribattezzato BIAP abbreviazione di Brew In A Pipe, birrificando in un tubo (inteso come cestello).
Imperdibili!
Martedì usciranno in contemporanea un post sul blog ed un video sul canale video per comunicare gli ultimi sviluppi dello sconto perpetuo del 10% su Birramia.
Un ringraziamento a tutti, per acquisti eseguiti con lo sconto precedente del 10% una tantum, che ha permesso di trasformarlo in uno sconto annuale rinnovabile ogni anno per sempre.
Un primo ed importante passo per rendere ancora più forte il rapporto tra Signormalto e i suoi lettori con Birramia.
Seguiranno importati iniziative, ma ne parleremo in seguito.
Buona visione


sabato 17 febbraio 2018

Brew Monk Video Birra - Cotta Pilota 1ª Parte

Cari Amici birraioli casalinghi, finalmente dopo una serie di video dedicati alle ultime cotte fatte in All Grain Classico, pubblichiamo oggi il video tanto atteso da molti di Voi.
Si tratta della prima cotta con il Brew Monk.
L'abbiamo chiamata cotta pilota, perchè è stata una cotta che è servita a saggiare l'impianto e per registrare quei dati importanti per le future cotte.
Come avrete già letto nel post uscito qualche giorno fá, https://signormalto.blogspot.it/2018/02/brew-monk-cotta-pilota.html abbiamo avuto qualche problema, ma alla fine siamo riusciti a portare la nave in porto.
In questa prima parte potrete seguire le prime fasi: l'allestimento della macchina, la programmazione in automatico del controller, e il versamento dei grani.
La seconda parte andrà in onda il prossimo sabato e comprenderà: il mash, lo sparge, la bollitura, luppolatura, raffreddamento e le fasi finali.
Consideriamo questi due video interessanti non solo per chi è ambisce ad acquistare un impianto All-in-One, ma per tutti quelli che amano le esperienze nuove e anche per i curiosi che credono poco in questo metodo, ribattezzato BIAP abbreviazione di Brew In A Pipe, birrificando in un tubo (inteso come cestello).
Imperdibili!
Buona visione


venerdì 9 febbraio 2018

Video Birra - All Grain Raven Porter

Dopo i video della Extreme Pale Ale la Oro Heavy e della Italian Grape Ale Le Foglie Secche, è la volta dell'ultimo video con il metodo classico All Grain della stagione, una Porter la Raven.
Dopo parecchi mesi abbiamo prodotto una birra scura si tratta di una Porter, più marrone che nera. 
La birra ha un particolarità che potrete vedere nel video. I malti tostati sono stati aggiunti in fase di mash out per evitare quel senso di allappata che a volte capita con l'utilizzo di malti scuri. 
Da Sabato prossimo partiranno invece i video riguardanti la nuova avventura con il Brew Monk con anche una novità sul formato video con la possibilità di scegliere oltre che la classica visualizzazione HD in 720p anche il formato full HD a 1080p per migliorare ancora di più la risoluzione video.
Il primo video, che sarà diviso in due parti, riguarda la prima cotta.
Riteniamo di fondamentale importanza questo video, che vuole essere oltre che la cronaca dettagliata della prima cotta eseguita con l'impianto All-in-One Brew Monk, anche una recensione precisa del funzionamento e delle problematiche riscontrate. Da vedere assolutamente.
Buona Visione.

martedì 6 febbraio 2018

Brew Monk cotta pilota

La postazione del Brew Monk
Cari Amici birraioli casalinghi, siamo finalmente riusciti a trovare il tempo per mettere in azione il nostro Brew Monk. 
I "vecchi" come me sanno che con avanzare dell'età si cerca di avere più certezze e si è refrattari a cambiare strada, al contrario dei "giovani" rivoluzionari desiderosi di cambiare sempre le cose.
Così mentre io ero un po' restio ad utilizzare il BMK (lo abbreviamo così evitiamo di digitarlo sempre e per differenziarlo dal Braumeister ci ho aggiunto una K) Andrea era entusiasta di cominciare ad utilizzarlo.
I miei dubbi riguardano l'aspetto costruttivo dell'impianto secondo il mio modesto parere sono un po' deficitari o comunque potrebbero causare dei problemi con un utilizzo intensivo. Le mie riflessioni sono probabilmente influenzate dall'aver visto in azione il Braumeister che a parte il prezzo è decisamente un'altra cosa. Comunque se c'è questa differenza di prezzo un motivo ci sarà.
L'interno del fondo
La cosa che mi ha colpito negativamente è la poca cura dei particolari e il fatto che sembra montato in fretta. Facciamo qualche esempio:
- L'asta esterna che porta il mosto all'autoaggancio e poi tramite il beccuccio all'interno della pentola  è stata saldata storta comportando così una rotazione dell'autoaggancio che lavora male e secondo come viene posizionato, tende a perdere;
- Il beccuccio è stato piegato troppo causando l'impossibilità di chiudere il coperchio di vetro una volta inserito;
- Sull'ingresso della pompa non è posizionato nessun filtro, causando la possibilità di intasamento della pompa stessa. E' facile che possano finire dei pezzi di grani o dei chicchi all'interno;
La scheda madre
- La sonda è posizionata troppo vicino alle resistenze causando dei picchi di temperatura quando sono in azione;
- L'assemblaggio della parte elettrica, soprattutto dei contatti nella scheda madre del controller hanno portato fin dall'inizio ad errori della centralina;
- La protezione in plastica sotto alla macchina è deformata. Quindi il coperchio sede della scheda madre si chiude male;
 - La presenza di questa copertura inferiore impedisce un circolazione di aria sotto la pentola creando una zona calda per la scheda madre.
Queste sono alcuni degli aspetti che reputo negativi. Per il processo di funzionamento è un semplice e banale, ricircolo del mosto con un filtraggio continuo delle trebbie, e almeno li sembra che funzioni bene.
Il beccuccio che preme sulla parte bassa del foro coperchio
Un'altra cosa che abbiamo notato che ci è sembrato strano è stata la presenza, a fine mash, di molte giumelle e fiocchi sopra al primo disco filtrante. Siccome la cotta pilota aveva un quantitativo basso per l'impianto in sé, e per fortuna il mosto non ha mai tracimato nel tubo troppo pieno, non abbiamo avuto problemi. Ma se fossero finiti nel troppo pieno sarebbe finiti nella pompa e soprattutto i fiocchi l'avrebbero sicuramente intasata. Non abbiamo idea se per colpa nostra visto che il disco superiore non ha compattato le trebbie ma è rimasto più sollevato a causa del giunto che collega i tubi e potrebbe essere successo  che non essendo un blocco compatto il disco si sia messo di traverso permettendo la fuoriuscita di alcune trebbie e fiocchi.
Mash
Per questa prima cotta pilota, non avevamo idea di quali fossero per caratteristiche del processo di produzione di questo impianto, e come per le prime volte in AG siamo andati alla cieca, prendendo i parametri del vecchio impianto 3 tini.
Non potevamo far altro che riproporre la nostra ricetta di punta, semplice ed efficace, la Oro Original. Abbiamo discusso parecchio su quali modifiche sarebbero andate apportate per adattare la ricetta al nuovo impianto, ma poi alla fine abbiamo deciso di proporre la normale ricetta AG, avremmo visto durante la cotta quali sarebbero stati i parametri da modificare e da memorizzare per le prossime cotte.
L'unica modifica che ho voluto fare è stata quella di aggiungere una prolunga al beccuccio, 20 cm di tubo in silicone per evitare il continuo splashare del mosto sopra il disco filtrante.
Questo impianto ha un po' scombussolato le nostre vecchie abitudini nella preparazione della cotta che hanno subito qualche leggera modifica.
Il controller durante il mash
Prima cosa la macinazione dei grani. Avremmo voluto macinare meno finemente per evitare di trovarci poi con il bazooka intasato, visto che noi maciniamo molto fine. Ma non avendo idea di come si sarebbe comportato il filtraggio tramite i dischi, abbiamo preferito mantenere la macinazione fine, frutto di tanta fatica e di decine di prove, e ci siamo detti "vediamo cosa succede", se avremo problemi nel filtraggio le prossime volte allargheremo un po' i rulli, fino a ritrovare una misura che sia un ottimo compromesso tra estrazione e filtraggio.
Per l'acqua non è cambiato molto, ne abbiamo semplicemente preso un po' di più, pensando in modo errato che forse ne sarebbe servita di più.
Invece per il resto dei preparativi abbiamo avuto una notevole semplificazione visto che non c'è stato bisogno di preparare le pentole e tutta la rubinetteria risparmiando una buona oretta. Gli strumenti invece sono sempre gli stessi.
La ricetta ha subito una leggera modifica, abbiamo inserito 200 grammi di Pilsner per mancanza di malto Pale, per il resto abbiamo mantenuto tutto uguale, vediamo la ricetta:

Oro Originale American Pale Ale - Brew Monk
lt mash :22.4
lt sparge:23.8
Litri in pentola :22
OG preboil:1027
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :29
Efficienza :88 %
OG :1040
ABV :4.0 %
Plato :10
IBU :40.3
BU/GU :1.01
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale 3500 gr 80 %
Maris Otter 300 gr 7 %
Pilsner 200 gr 5 %
Biscuit 200 gr 5 %
Fiocchi di Orzo 200 gr 5 %
Totale 4400 gr

Luppoli
Simcoe 15 gr 30 min Pellet
Amarillo 20 gr 20 min Pellet
Galaxy 15 gr 15 min Pellet
Galaxy 15 gr 10 min Pellet
Amarillo 25 gr 5 min Pellet
Galaxy 70 gr Dry-Hop Pellet
Totale 160 gr

Lieviti
Safale Dry US-05 11,5 gr

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 50 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Bollitura 90 minuti
Temperatura di inoculo 18°C
Fermentazione a 19°C

Il Brew Monk
La cosa che salta subito agli occhi è l'efficenza della cotta. Questa volta l'abbiamo inserita proprio per verificare come ha lavorato la macchina ma soprattutto se la macinazione fine ha funzionato. E visto che non abbiamo avuto, questa volta, problemi nel filtraggio e il mosto è risultato non torbido pensiamo di mantenere anche per la prossima cotta la stessa grana di macinazione.
Ma veniamo alla cronaca della giornata.
La mattinata è passata veloce nei preparativi della macchina. Nonostante avessimo preparato tutto il giorno prima, abbiamo speso molto tempo per decidere dove posizionare il BMK. In un primo tempo lo avevamo piazzato sul nostro carretto, poi per due motivi abbiamo deciso di metterlo in terra. 
Primo perchè sollevare il cestello in posizione elevata è decisamente scomodo e faticoso (pesa davvero tantissimo), secondo siccome abbiamo attivato il nuovo sistema di sparge con la doccetta e avendo una misera pompa non autoadescante, se avessimo posizionato la macchina più in alto della pompa avremmo fatto fatica a farla partire (ma abbiamo fatto fatica uguale).
La doccetta in azione
Poi, visto che il coperchio non chiudeva bene a causa di una eccessiva piegatura del beccuccio, siamo stati costretti ad modificare la piega. Qui con un po' di improvvisazione Andrea è riuscito a modificare l'angolo.
Deciso il posizionamento a terra, abbiamo versato l'acqua e preparato il cestello all'interno della pentola. Anche qui abbiamo perso un po' di tempo per decidere come strutturare il cestello, prepararlo per una configurazione minima di grani oppure optare per un montaggio completo. Alla fine lo abbiamo montato tutto, rimanendo dell'idea che le modifiche sarebbero state fatte la prossima volta. Con il senso di poi con una configurazione minima di grani sarebbe stato meglio (come riportano le istruzioni) la configurazione 1 quella con un solo pezzo di tubo.
Infine abbiamo impostato il controller. Questa volta abbiamo impostato tutto perfettamente con le varie soste e le gittate di luppolo. Tutto è andato bene e il controller a svolto molto bene i compiti assegnati. 
La sonda in basso
Durante la salita per raggiungere la temperatura di mash, abbiamo avuto un po' di problemi o meglio c'è l'ha avuti la macchina, mi spiego. Ad un certo punto la macchina a comincia a suonare e ha segnalare un errore. Sul display è apparsa la scritta ERR1 lampeggiante con nessun'altra indicazione. L'errore andava e veniva. Sul display una volta che la macchina ripartiva si vedeva che la temperatura che "sentiva" la sonda era addirittura sotto zero.
Poi non sapendo cosa fare, abbiamo controllato sul manuale nella pagina degli errori a cosa corrispondeva l'errore Err1. Il manuale riporta al 5° punto la seguente dicitura:
ERR-1 visualizzato sul display 

A: La temperatura è inferiore a -20 °C, questo è un avviso di temperatura bassa. 
B: Il connettore del sensore è allentato.
C: Aprire sotto e controllare il sensore. Ricollegarlo se è allentato.

Qui abbiamo perso un bel po' di tempo. Dopo aver controllato che fosse ben fisso il sensore all'interno della pentola, abbiamo dovuto svuotare il BMK e aprire la parte inferiore della macchina per controllare il sensore. Apparentemente era tutto a posto. Abbiamo seguito il filo è una volta giunti al collegamento alla piastra madre ci siamo accorti che uno dei due contatti non era ben inserito all'interno del morsetto, complice uno stampaggio della plastica che contiene i contatti, eseguito male. Con un po' di pazienza Andrea è riuscito a sistemare in qualche modo il contatto. Non escludiamo che ci possa dare altri problemi in seguito, bisognerà trovare un morsetto idoneo da sostituire. Non ci ha dato poi più fastidio.
Disco di filtraggio inferiore
Una volta giunti in temperatura abbiamo voluto verificare la differenza di temperatura tra la macchina e il nostro termometro, per capire l'affidabilità della sonda interna, visto che avevamo avuto segnalazione da amici che ci sarebbe potuti essere una differenza anche oltre 3 gradi. Invece la misurazione ha rivelato una differenza accettabile di circa mezzo grado che abbiamo deciso di non correggere, anche per evitare di perdere ulteriore tempo. Comunque ricontrolleremo nelle prossime cotte per successivamente affinare la temperatura misurata dalla sonda.
La cosa un po' fastidiosa è che il controller arrivato a temperatura invia un segnale acustico continuo e finché non date la conferma che avete inserito e mescolato i grani, non parte il programma di mash. Si può fare in due modi o si sopporta il cicalino e alla fine delle operazioni di versamento e mescolamento grani si schiaccia il pulsante AUTO e parte il mash oppure si schiaccia subito AUTO e ci calcola il tempo che si mette per versare e mescolare. Noi abbiamo preferito sopportare il fastidioso cicalino e abbiamo versato i grani e mescolato prima di premere il tasto. Una cosa importante è prima di versare i grani mettere il tappo bianco a chiusura del tubo del troppo pieno.
Il cestello smontato si possono vedere i due tubi in fondo
Terminato di versare i grani abbiamo tolto il tappo posizionato il disco superiore, pressato ( non potevamo andare oltre per il raccordo centrale) e posizionato il raccordo superiore del troppo pieno.  La pompa era stata stoppata per versare i grani, è stata riaccesa.
E' così partita la fase di mash di 80 minuti, in cui l'unica azione fatta è stata verificare l'avvenuta convezione degli amidi in zuccheri, poco prima del passaggio al mash out.
Abbiamo sfruttato il tempo che avevamo a disposizione oltre che per i preparati successivi, sanificazione del fermentatore e di tutti gli attrezzi necessari per le successive fasi, preparazione delle gettate dei luppoli ma soprattutto per tirare giù un inventario di tutti gli ingredienti che abbiamo in casa per programmare la seconda parte di questa stagione 2018.
Terminato lo sparge 
Qui non c'è molto da dire la macchina ha fatto il suo dovere. Ad un minuto dal termine della fase di alfa amilasi, abbiamo prelevato un campione di mosto. Volevamo prenderlo dal rubinetto ma non abbiamo capito come mai non è uscito niente, come se il rubinetto non pescasse il mosto, bloccato dal disco filtrate o la pompa girando troppo forte ha creato uno spazio vuoto tra l'entrata della pompa e la parte inferiore del cestello. Forse è meglio parzializzare la pompa e diminuire il flusso per permettere il riempimento della zona bassa. La cosa può essere stata creata anche dalla macinazione fine che impediva un corretto passaggio del mosto.
Vorrei aprire una parentesi sulla questione dell'inerzia termica del BMK. Per le fasi di mash abbiamo mantenuto la potenza delle resistenze a 2000W, ma dai picchi che dava il display, sicuramente è troppo alta. I motivi sono due:
Boil
Primo la resistenza si accende e si spegne, la sua potenza non viene modulata e questo crea i picchi. Il sensore essendo così vicino alle resistenze "sente" troppo l'innesco delle resistenze. E' un po' il motivo che ci fece abbandonare il RIMS tre anni fa. Per avere un buon funzionamento bisognerebbe avere un sistema di modulazione della potenza tramite PID e così evitare di avere tutta la potenza in una botta. Si può ovviare in parte a questo problema abbassando la potenza necessaria per il mash (è pensare che c'è lo aveva detto Alesim ma in quei momenti c'è ne siamo dimenticati) 
Abbiamo così alzato il coperchio e prelevato un po' di mosto sotto la schiuma che si era formata in superficie. L'esito del prova della tintura di iodio ha dato esito positivo e abbiamo lasciato la macchina proseguire con il mash out.
Luppolatura e raffreddamento 
Terminato il mash out la macchina va in standby e attende che sia eseguito lo sparge. Avviso classico del cicalino che non smette finché non premete il tasto AUTO per confermare l'avvenuto lavaggio delle trebbie.
Il sollevamento del cestello, almeno per me, sarebbe un problema. Pur essendoci nel cestello solo i 4,4 kg di grani più naturalmente il mosto assorbito dalle trebbie, più il mosto presente nella pentola, il cestello pesa un esagerazione. Non oso pensare a pieno carico (12kg) quanto sia difficile estrarre il cestello, sia per il peso sia perchè il mosto tende a trattenere il cestello.
Qui abbiamo messo in azione, con mille difficoltà, il nuovo sistema di lavaggio delle trebbie con la doccetta acquistata da Francesco Teboni in arte Bac tramite il suo negozio online che trovate all'indirizzo http://www.bacbrewing.com dove potete trovare materiale per homebrewer in acciaio inox, prodotti di qualità e precisione che denotano passione e professionalità.
La doccia funziona alla grande. Anche la regolazione del flusso tramite alimentatore a corrente continua a permesso di far uscire un litro al minuto (anche se con questo sistema ci sembra meno importante dell'AG). Il problema è stato innescare il flusso della pompa. Non vi spiego i particolari (bestemmie) per far pescare la pompa, alla fine dopo parecchi minuti e l'atto eroico di Andrea siamo risulti a far partire lo sparge. Qui bisognerà trovare il modo di far funzionare al meglio la doccia anche perché l'irrorazione è davvero perfetta spargendo su tutta la superficie l'acqua a 78°C. Per accelerare le fasi di bollitura durante lo sparge abbiamo dato il consenso per la fase dei bollitura, anche per eliminare quel fastidioso cicalino. 
Raffreddamento 
Terminato lo sparge abbiamo tolto il cestello, smontato e pulito.
Abbiamo misurato il mosto preboil e potuto verificare che l'assorbimento dei grani e lo stesso anche con il BMK cioè un litro ogni chilo di grani. Naturalmente il cestello e stato lasciato sopra la pentola per scolare completamente. Si potrebbe in futuro sistemare il cestello sopra la nostra bacinella forata all'interno di un secchio (o fermentatore) per poter recuperare il mosto in separata sede.
Quindi ai 46 litri di acqua tra mash e sparge alla fine della fase di sparge sono rimasti poco più di 41 litri.
Durante la salita per arrivare in bollitura abbiamo coperto la pentola e verso i 97-98 gradi abbiamo schiumato le poche proteine in superficie. In bollitura abbiamo spento la pompa.
Non abbiamo in mente bene i tempi, ma non ci ha messo molto ad arrivare in bollitura. Complice anche l'aumento della potenza della resistenza a 3000W. Non abbiamo avuto nessun problema con la potenza erogata dal contatore. 
Arrivati in bollitura, quando sul display appare 100 gradi è partito anche il conto alla rovescia. La bollitura non è male se pensate che nella pentola c'erano 40 litri, pensavamo meno sinceramente. Secondo noi non si può fare un raffronto con il gas dove la bollitura è molto più vigorosa, ma è tutto sommato accettabile. Abbiamo provato qualche volta a coprire con il coperchio è naturalmente la bollitura diventa molto più vigorosa ma si crea anche molta schiuma. Potrebbe essere interessante creare un oggetto come l'amico Alesim, che si è costruito un camino con pochi euro. Se non avete visto i video della cotta del Braumeister di Alessandro Simonetta andate a darci un'occhiata capirete di cosa di tratta.
Il riempimento del fermentatore
A 30 minuti dalla fine siamo stati avvisati dal solito cicalino della prima gettata di luppoli. Questa volta il cicalino ha smesso da solo dopo pochi tocchi. Di seguito tutte le altre gettate quindi a suonato a 20 poi a 15 poi a 10 e infine a 5 minuti dalla fine.
Per il luppolo abbiamo sistemato sul bordo l'hop basket (sempre acquistato da Francesco) e versato dentro il luppolo mano a mano che ci veniva segnalato dal controller. A 10 minuti dalla fine abbiamo inserito la serpentina per il raffreddamento.
Naturalmente essendo la pentola molto più piccola rispetto alle nostre pentole AG un volta inserita la serpentina l'hop basket è stato posizionato all'interno della serpentina.
Terminato la bollitura la macchina segnala la conclusione dei suoi compiti con la scritta lampeggiante END.
Non ci è restato che spegnere la macchina e aprire il rubinetto dell'acqua per l'inizio della fase di raffreddamento. Purtroppo non ne capiamo il motivo la fase di raffreddamento è durata molto di più del solito, ci abbiamo messo un ora per arrivare a 20°C e poi abbiamo ancora atteso qualche minuto per raggiungere i 18°C.
Densità finale 1040
In parte per la maggiore quantità di mosto visto che alla fine del raffreddamento avevamo in pentola quasi 35 litri di mosto. Un parametro molto importante, è stato il calcolo dell'evaporazione oraria intorno a 5 litri. Infatti in 90 minuti abbiamo avuto un evaporazione di circa 7 litri.
Dopo il whirpoll (mette male in uno spazio più stretto della solita pentola AG) abbiamo aperto il rubinetto per il versamento nel fermentatore. 
Il rubinetto è un'altra nota dolente del BMK, perchè se non lo aprite completamente il mosto esce tipo spargisale (avete mai visto in azione una macchina spargisale.... insomma spantega in tutte le direzioni meno che dentro al fermentatore) e come sapete il rubinetto va aperto piano per evitare di risucchiare i residui sul fondo della pentola. Purtroppo non è stato possibile e siamo stati costretti ad aprire molto il rubinetto con relativo risucchio della polvere il luppolo.
Alla fine abbiamo fatto i conti e abbiamo capito che abbiamo usato troppa acqua lasciando, oltre ad aver riempito a tappo il fermentatore (oltre 28 litri, speriamo che non fuoriesca schiuma dal gorgogliatole durante la fermentazione) abbiamo lasciato dentro la pentola altri 5 litri di cui 2,5 di thrub (cioè la parte che non pesca il filtro bazooka).
L'esperienza maturata con questa cotta pilota ci permetterà già dalla prossima cotta di aggiustare il tiro per quello che riguarda soprattutto il quantitativo di acqua.
Il fermentatore
Durante le fasi di versamento nel fermentatore abbiamo inoculato il lievito US-05 direttamente nel mosto. Terminato abbiamo portato il fermentatore in cella riscaldante a 19°C. La fermentazione è partita dopo 24 ore, più lentamente del solito. C'è da dire che di lievito secco ne avevamo una busta e con un quantitativo di mosto più vicino ai 30 litri che hai 20, nonostante la densità raggiunta fosse di 1040, sarebbe stato meglio inoculare due buste, ma non avevamo altro. La fermentazione è proseguita anche oggi con molta calma e (per ora) la temuta fase tumultuosa non c'è stata scongiurando così il temuto effetto vulcano. Tornati in garage abbiamo effettuato un ciclo di lavaggio con 10 litri di acqua con 50 grammi di PBW a 60 gradi per 10 minuti. Successivamente abbiamo risciacquato con acqua altri 10 litri a 60 gradi per 5 minuti.
Alla fine il giudizio sulla prestazione dell'impianto è positivo, condizionato dal risultato finale quando sarà maturata e assaggeremo le nostre bionde. Per quello che riguarda un giudizio globale sulla macchina, soprattutto per i problemi riscontrati all'avvio e alla costruzione non può essere che negativo.
Della giornata è stato eseguito un video che sarà diviso in due parti dove potrete vedere in ogni momento la prima cotta eseguita con il BMK. Potete così apprezzare tutti i passaggi e le difficoltà che abbiamo riscontrato.
Ora ci aspettano almeno un paio di cotte, la prossima una Kölsch, ma con un quantitativo maggiore per vedere cosa cambia inserendo molti più gradi per la situazione del filtraggio tramite i dischi filtranti.
Ma questa è un'altra storia.



sabato 3 febbraio 2018

Video Birra - All Grain Le Foglie Secche Italian Grape Ale

Dopo il video della Extreme Pale Ale, la Oro Heavy, questo sabato presentiamo la nostra Italian Grape Ale, Le Foglie Secche, brassata alla vigilia di Natale. Per la produzione è stata usata uva fragola bianca argentina del nostro giardino.
Una birra particolare dal ricco gusto fruttato, dall'aroma inconfondibile di uva fragola. La birra ha anche un buon carattere alcolico con i suoi 7% gradi.  
Sabato prossimo avremo il terzo video di questa miniserie, vi mostreremo la cotta della Raven la Porter.
Stiamo allestendo il Brew Monk e domani dovremmo riuscire a fare la cotta pilota. Vedremo se riusciremo a girare un video essendo occupati a controllare e verificare tutte le situazioni che ci capiteranno durante la cotta. Sicuramente uscirà un breve articolo riassuntivo.
Buona Visione.


In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...