martedì 2 luglio 2019

Il Meglio Parte I - Come riutilizzare il lievito esausto


Parte oggi il Meglio del Signor malto. Abbiamo pensato di proporre uno dei post che ha riscosso maggior successo, una guida passo a passo su come riutilizzare il lievito esausto che rimane in fondo ai nostri fermentatori una volta che imbottigliamo o travasiamo. L'articolo è uscito nel 2015. Buona Lettura!

Da tempo, parecchi lettori, ci hanno chiesto cosa fare con il lievito che rimane sul fondo del fermentatore, ho pensato di scrivere questo post, su come fare.
Fin dall'inizio della nostra attività brasicola, quel fondo sul fermentatore ha sempre destato in noi l'amletico dubbio: "Ma è lievito perchè buttarlo?".  Le prime volte non facevamo altro che essere dispiaciuti di tanto spreco, ma alla fine finiva nel lavandino.
Poi decidemmo che comunque lo si poteva utilizzare per far fermentare nuova birra, anche se bisognava utilizzarlo nel minor tempo dopo aver svuotato il fermentatore dalla birra precedente. Imbottigliare la vecchia e brassare la nuova nello stesso giorno, può essere impegnativo, soprattutto se si è soli.
Così cominciai ad informarmi su come recuperarlo, per poterlo riutilizzare successivamente e provammo un paio di volte "a lavarlo", con buoni risultati, potete trovare la cronaca in un post diviso in due parti http://signormalto.blogspot.it/2014/06/lavaggio-lievito-london-ale-1028-e.html e http://signormalto.blogspot.it/2014/06/lavaggio-lievito-fase-finale-e.html.
Sinceramente è un lavoro impegnativo, prima di iniziare dovete essere consci di quello che fate, il rischio di infettare la futura birra è reale, tutto deve essere ben pulito e sanificato e le fasi del lavoro devono essere ben pianificate, potrete così ottenere lievito gratis, e birre dalle caratteristiche simili, stessi aromi anche per le nuove.
C'è da aprire una parentesi, il fatto che dopo ogni cotta, il lievito possa modificarsi, penso sia normale, anche se non è il caso di affrontare qui un discorso chimico, per noi HB è difficile mantenere costante un processo relativamente semplice come rifare la stessa birra, potete capire mantenere intatte le caratteristiche di un lievito.
Solo dopo oltre un anno, decidemmo di recuperarlo per produrre la nostra amata pizza e farci il pane. Inizialmente lo utilizzavamo lo stesso giorno del travaso o del imbottigliamento, ma poi diventava impegnativo, capitava spesso di avere altri impegni e non riusciamo ad utilizzarlo subito. Così dopo un pò di prove, abbiamo creato una specie di pasta lievitante, da utilizzare quando necessario.
Il processo è semplice ma ha bisogno di un pò di attenzione.
Prima di tutto è importante decidere quando raccogliere il lievito, cioè dopo il primo travaso o il secondo. Essendo una raccolta per far lievitare della farina, la purità del lievito non ci interessa più di tanto, non ci interessa mantenere delle caratteristiche di aroma e gusto ma semplicemente far lievitare la nostra pasta.
Chi fa All Grain Classico tre tini, ha meno problemi, perchè il lievito del primo travaso non è "inquinato" dalle farine e dai residui, mentre chi, come noi, fa BIAB, sul fondo del fermentatore nel primo travaso, è ricco di residui. C'è un ulteriore complicazione, chi esegue la luppolatura a freddo o DH nel secondo travaso, e il luppolo lo utilizza libero, ci si ritroverà, dopo il travaso per l'imbottigliamento, sopra al lievito, uno strato di luppolo, che rende difficile la raccolta, e quasi impossibile da utilizzare.
Per noi che facciamo quasi sempre DH libero con il formato pellets, dobbiamo scendere ad un compromesso utilizzando il lievito raccolto dal fermentatore dopo il primo travaso. A volte abbiamo utilizzato il lievito del secondo travaso senza DH, bisogna dire che il lievito è molto più pulito e, soprattutto per il pane, si sente anche quando si mangia. Per la pizza invece è meno marcata la differenza perchè comunque vengono aggiunti altri ingredienti che coprono molto l'aroma apportato dal lievito.
Una altra cosa che è bene ricordare e che nel lievito del primo travaso c'è anche una componente di residui di luppolo che tendono ad amaricare la pasta e non è difficile poi ritrovarsela un pò amara.
Quindi se si puoi, meglio il lievito del secondo travaso.
Fatta questa precisazione, andiamo con il procedimento.
Di solito raccogliamo 5 cucchiai abbondanti, naturalmente il lievito più compatto è più semplice da raccogliere, come il secco S-04, ne raccogliamo intorno ai 50 grammi, invece con lieviti meno compatti è più difficile raccogliere la quantità esatta, visto che il lievito è più liquido mescolato al mosto, e quindi la concentrazione sarà più bassa, meglio raccoglierne almeno 100 grammi.
Sul quantitativo di raccolta non c'è un limite, noi facciamo così perchè abbiamo un contenitore ermetico da chilo, ma se avete la possibilità di tenerlo in più contenitori, potete raccoglierlo anche tutto e vi garantisco che c'è ne tanto!
Il lievito estratto lo sistemiamo in una terrina e poi aggiungiamo acqua fino a scioglierlo bene, naturalmente con quello meno fluido servirà molta meno acqua, qui prendiamo il caso del lievito più denso, mescoliamo bene fino a renderlo quasi completamente fluido, un fluido più cremoso dell'acqua.
A questo punto aggiungiamo piano piano farina, noi utilizziamo il tipo Manitoba, una farina più "forte" adatta per la creazione della pasta madre, ma utile anche per l'impasto per pizza, aggiungiamo fino a creare un panetto piuttosto duro, il punto di pasta deve essere poco prima che la pasta si spacci durante il mescolamento.
Vi consiglio una volta che il panetto diventa più solido, di terminare di impastarlo su una tavola di legno o di marmo, per dare ancora più forza. Una volta pronto, lo riponete in una ciotola capiente e lo coprite bene con pellicola trasparente per evitare che prenda aria e si secchi in superficie, che è la cosa che non deve accadere, e lo lasciate lievitare a temperatura ambiente per un paio di ore.
Dopo la prima lievitazione, a causa della grande proporzione tra lievito e farina, la pasta diventerà molto più morbida e appiccicosa, è il momento giusto per riporla dentro un contenitore ermetico e posizionarla in frigo. Il contenitore ermetico serve soprattutto per evitare che il lievito si contamini con muffe e funghi, di cui il nostro frigo ne è ricco, dispiacerebbe dopo tanta fatica doverlo buttare. Come accorgersene se dovesse essere contaminato.... ve ne accorgerete!
Per mantenere un buon ceppo di lieviti si consiglia di non lavare il contenitore, ed aggiungere la pasta tutte le volte nello stesso.
In queste condizioni la pasta lievitante può stare in frigo, dai 7 a 10 giorni, mantenendo le sue caratteristiche, poi inevitabilmente i lieviti cominceranno ad indebolirsi e la forza lievitante scendere.
Se non si utilizza in questo lasso di tempo consiglio, per mantenerlo in "forza", di "rinfrescarlo". Procedimento: tirare fuori dal frigo il contenitore, estrarre la nostra pasta lievitante, metterla all'interno di una terrina, aggiungere un paio di cucchiai di acqua a temperatura ambiente e cominciare a sciogliere la pasta. Una volta miscelato bene l'acqua alla pasta lievitante, aggiungere farina finché si ricrea il panetto e riporlo nel contenitore all'interno del frigo.
Questo processo può essere ripetuto diverse volte, naturalmente ogni volta che si rinfresca, la pasta lievitante aumenta di volume e puoi capitare, se non avete amici a cui cedere parte del panetto, di ritrovarsi con un quantitativo eccessivo che non riusciremo più a far stare nel nostro contenitore, o avete altri contenitori o sarete costretti a buttarne una parte. Se ne utilizzate una parte, diciamo 200 - 250 grammi alla settimana, non avrete problemi.
Naturalmente lo potete reintegrare con altro lievito, estratto dopo una nuova birra, rimpastandolo insieme alla pasta lievitante che avete da parte. Vi consiglio di creare un nuovo panetto, come vi ho illustrato sopra e poi dopo la fase di lievitazione a temperatura ambiente, impastate il panetto nuovo e la pasta lievitante che avete nel barattolo, avendo cura di tirare fuori il panetto in frigo, un paio di ore prima.
Ma il metodo migliore per rinfrescare la vostra pasta lievitante, se non avete a disposizione del lievito esausto, perchè per qualche motivo non avete fatto la birra, e quello che di utilizzare un pezzo di pasta nuova avanzata dall'impasto.
Nella foto potete vedere, sopra la pasta lievitante del barattolo e sotto un pezzo da 100 grammi della pasta per pizza appena preparata, che successivamente saranno mescolati, per far si che i lieviti all'interno della "vecchia" pasta lievitante si possano cibare dei nuovi zuccheri presenti nella pasta nuova.
Ricetta, ricetta, ricetta..... mi sembra di sentirvi, calma, facciamo un esempio di impasto così potrete capire meglio, facciamo l'esempio di pasta da pizza utilizzando una macchina del pane.
La macchina che abbiamo è semplice e l'avevamo pagata davvero poco in uno dei tanti discount sparsi per l'Italia, e per una trentina di euro, non c'è la siamo fatta scappare.

Ricetta per la pasta da pizza, 8 pizze da 220 grammi
600 ml di acqua tiepida
3 cucchiaini di zucchero
2 cucchiaini rasi di sale
1 cucchiaino di malto d'orzo
1 cucchiaio di olio EVO (facoltativo)
650 grammi di farina tipo 00
350 grammi di Manitoba
250 grammi di pasta lievitante

e se avete fretta, ma solo se non avete tempo da dedicarci, 1 cucchiaino raso di lievito secco.
L'utilizzo di ulteriore lievito, può essere utile se non avete tempo, magari arrivate tardi, nel primo pomeriggio e avete voglia di farvi una pizza in serata.
Infatti l'utilizzo della sola pasta lievitante e un pò limitante, perchè necessità di più tempo per agire, normalmente ci vogliono almeno 12 ore, tra inizio dell'impasto e la cottura.
Per la lievitazione è necessaria un pò di esperienza per gestirla al meglio, che però alla fine vi permetterà di creare pizze più consone ai vostri desideri e dei vostri amici, più croccanti, o più morbide, più sottili, o più spesse, insomma per tutti i gusti.
L'utilizzo della macchina del pane è semplicemente una scorciatoia, mi sono accorto che così ho più tempo per me, e posso fare altri lavori, per esempio preparare il pomodoro tagliare la mozzarella, grigliare le verdure, nelle due ore che la macchina impasta e lievita.
Nel caso non possediate una macchina del pane, e siate costretti a impastare a mano, cominciate mettendo tutta l'acqua in una terrina, noi utilizziamo una bastardina in acciaio, poi sciogliete lo zucchero e il malto d'orzo, con calma sciogliete la pasta lievitante il più possibile, il glutine tende a formare dei filamenti che non si sciolgono facilmente, va bene lo stesso se non sono proprio tutti sciolti, a questo punto iniziate ad aggiungere la farina setacciata, se possibile, se avete fretta prima di aggiungere la farina, sciogliete il cucchiaino di lievito secco, oppure 1 grammo di lievito di birra (a volte lo aggiungo lo stesso, specialmente se la pasta lievitante e un pò datata) e cominciate a mescolare.
Quando l'impasto raggiunge la consistenza di un semolino molto denso, aggiungete il sale, mescolate bene prima di aggiungere l'olio, se avete deciso di usarlo, e poi l'altra farina.
Quando la pasta si stacca dai bordi la rovesciate sulla tavola di legno e aggiungete la restante farina piegando e ripiegando la pasta. Può capitare che la consistenza sia diversa, basta una maggiore umidità nell'aria che vi rimarrà più molla, potete aggiungere un pò di farina in più, ricordate comunque che il punto di pasta e quando toccate l'impasto e non vi rimane appiccicato il dito, e la pasta rientra e poi torna su, come un materasso in memory.
Per il pane la ricetta è leggermente diversa, prima di tutto il programma utilizzato non deve solo impastare ma poi anche cuocere il pane. Noi normalmente prima di iniziare la fase di cottura estraiamo la pasta dalla macchina che mettiamo in pausa e lasciamo la pasta a lievitare un paio di ore in più prima di riposizionare la pasta nella macchina e poi riattivare la macchina.

Ricetta per pane da 750 grammi.
200ml di acqua tiepida
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaino raso di sale
1 cucchiaino di malto d'orzo (lo trovate nei supermercati e quello usato dai panettieri) 
1 cucchiaio di olio EVO (facoltativo)
200 grammi di farina integrale
200 grammi di farina Manitoba
200 grammi di pasta lievitante
1 cucchiaino raso di lievito secco o in alternativa un grammo di lievito di birra fresco.

Ma torniamo alla nostra amata pizza, per la fase di impasto e lievitazione nella macchina ci vogliono da programma 1h e 50 m, ma io la lascio ancora una mezz'oretta al caldo, o almeno finché la pasta non tocca l'oblò.
E' uno spettacolo quando alzate il coperchio, ho sempre amato la sofficità della pasta lievitata, sarà che è stato il mio primo mestiere per tanti anni in gioventù, vuoi per il profumo che sprigiona, ma soprattutto perchè so già cosa diventerà!
A questo punto verso la pasta sulla tavola e la piego un pò di volte per aumentare la forza della pasta, per qualche minuto, e creo un palla.
Poi la copro con la bastardina, per evitare che si secchi e crei la crosta, che causerebbero la formazione di pezzetti di pasta secca che durante la fase di stesura, romperebbero la pasta. Se non avete la bastardina cercate di coprila in modo di non farla venire a contatto con l'aria.
Lascio lievitare una prima volta per un ora e poi ripeto la fase di piegatura per due volte. Dopo la seconda volta faccio le palle da 220 grammi.
Come potete vedere a lato la pasta avanzata che poi impasteremo con la pasta lievitante nel barattolo. Naturalmente copro le palle per 30 minuti prima di iniziare a stenderle.
Nei 30 minuti che attendo che la pasta si snervi un pò, mi dedico alla pasta lievitante impastandola con quella avanzata.
Per migliorare la miscelazione utilizzo anche un pò di farina, alla fine rimetto l'impasto così ottenuto nel barattolo e lo posiziono nel frigo.
Siamo alla fase finale dopo i 30 minuti si comincia a stendere le palle e metterle nelle teglie. Io preferisco quelle di alluminio, rispetto a quelle di acciaio, cuociono più uniformemente, non bruciano sotto e rimangono più morbide.
Per stenderle uso il mattarello, è l'ideale per preparare la pasta da mettere nelle teglie.
Ecco fatto questa è la base per creare la nostra deliziosa pizza. L'utilizzo di pasta cotta come piatto su cui poi mettere gli ingredienti, nasce nella Roma Antica, e poi con il passare del tempo ha raggiunto la fama che ha oggi.
Il bello di questo pezzo di acqua e farina lievitata è la versatilità di creare quello che si vuole, il limite è solo la nostra fantasia, questa volta l'abbiamo preparata semplice, pomodoro, origano, olive e mozzarella.
Eccole qui in attesa dell'ultima fase di lievitazione, ancora un ora abbondante e poi saremo pronti a gustare il risultato di tanta fatica. In questa ultima fase è importante che l'ambiente sia caldo, sui 22°C o più, per accelerare la fase di metabolismo dei lieviti, prima di infornarle.
Per la cottura dipende da forno a forno, innanzitutto si accede il forno al massimo, oltre i 250°C (più caldo è più cuoce velocemente e più rimane, contemporaneamente, morbida dentro e croccante fuori, il top).
Quando si arriva in temperatura, si mettono due pizze una in mezzo e l'altra sul fondo, 4 minuti e si invertono e dopo altri 4 minuti sono pronte per essere gustate.
Il massimo una fumante pizza innaffiata da un ottima birra.... la nostra! Sicuramente il nostro piatto preferito. Ora tocca a voi.


Il meglio del Signor Malto vedrà due uscite settimanali, dove al martedì verrà riproposto uno degli articoli più ciccati di sempre, mentre al giovedì un post che ha riscosso meno successo ma che riteniamo sia solo sfuggito ai più. Ma questa è un'altra storia.

sabato 29 giugno 2019

Il meglio del Signor Malto.

Stamattina il programma prevedeva la pubblicazione sul nostro canale YouTube del video della cotta fatta in E+G. Come per molti altri progetti di questa stagione, l'improvviso (e auspicato) aumento delle temperature ci impedisce di birrificare. 
Come sa chi ci segue da anni che uno dei problemi che non abbiamo mai avuto la necessità di correggere è l'impossibilità di birrificare in estate a causa della mancanza di un sistema di climatizzazione del mosto durante la fase della fermentazione.
Siamo dispiaciuti ma non possiamo far altro e così siamo costretti a rimandare a Settembre la continuazione del programma "Come iniziare a fare birra in casa".
Come Vi avevamo già annunciato nel post precedente in questo periodo verranno proposti una serie di post. 
Ci sarà di tutto da come fare la pizza con il lievito esausto che rimane sul fondo del fermentatore a come preparare l'uva per una Italian Grape Ale, gli articoli più cliccati ma anche quelli che sono passati in sordina, insomma il meglio del Signormalto!    
Ora non ci resta che salutarVi augurarVi una buona estate ricca di gioia, salute e serenità.... e buona birra!
A Settembre!

martedì 25 giugno 2019

Riflessioni & Progetti per il futuro

Un caro e affettuoso saluto a tutti gli Amici del Signor Malto.
Come molti di Voi si saranno accorti questa ultima stagione è stata travagliata da imprevisti che ci hanno impedito di continuare la nostra costante missione di condivisione delle pratiche brasicole casalinghe.
Buona parte dei progetti non sono stati realizzati è il programma originale a subito continuamente modifiche nel tentativo di mantenere un palinsesto sufficiente. 
Quello che ci avrebbe dovuto dare una mano per mantenere anzi incrementare le speranze e i video, Il Gruppo, non è andato avanti molto. Ci rendiamo conto che è un impegno, e vogliamo ringraziare gli Amici che ci hanno inviato materiale.
Alla fine abbiamo deciso di sciogliere il Gruppo.
Un anno ridimensionato non vuol dire rinunciare la missione, Signormalto va avanti! magari con meno articoli e video ma sempre presente ad aiutare gli Amici che chiederanno un aiuto.
Vorremo ringraziare tutti quelli che ci scrivono più assiduamente in particolare Francesco, Daniele, Giuseppe, Antonio, Francesco D., Corrado, Diego, Lorenzo, Luciano, Giuseppe M., Stefano, Joseph, Lorenzo F., Alessandro, Massimo, Roberto, e spero di non dimenticare qualcuno...
Un sentito ringraziamento a Michele per tutto il tempo passato ad aiutarci, e gli auguriamo buona fortuna ai suoi progetti e al suo Blog e canale video.
Nonostante tutti i problemi che abbiamo avuto il progetto pilota che da qualche anno cerchiamo di realizzare "Come iniziare a fare birra in casa", ha visto la luce e gode ottima salute.  
Con tutte le difficoltà siamo riusciti a portare avanti una prima parte dedicata ai malti prepararti dall'attrezzatura alla degustazione della birra e stiamo lavorando per iniziare la parte dedicata al metodo Estratti + Grani.
La stagione terminerà con la dimostrazione pratica di una cotta con metodo E+G.
Saremo costretti a lasciarvi in parte senza novità fino a settembre quando dovremmo ripartire.
Non Vi lasceremo soli sotto l'ombrello (per i fortunati che riusciranno ad andarci) ma anche chi rimmarrà a casa, quest'estate ogni settimana pescheremo dall'archivio gli articoli più cliccati per riproporli sia come ripasso ai vecchi Amici ma soprattutto ai nuovi Amici che si sono avvicinato da poco, e da poco hanno scoperto in nostro Blog e canale Video.
Ringraziamo tutti per l'affetto che ci dimostrate è importante sapere che dall'altra parte del terminale ci sono persone che apprezzano il nostro modo di condividere le nostre esperienze.
Siete il nostro carburante!
Grazie.

sabato 15 giugno 2019

Video Birra - Come iniziare a fare Birra Puntata 6 Degustazione Kit

Prosegue il viaggio nel mondo della birra dedicato a chi inizia o ha iniziato da poco questa splendida passione della produzione e consumo di birra casalinga.
Il progetto ha subito un rallentamento è il video della degustazione va in onda una settimana dopo.
Il video vuole essere un messaggio forte su come per fare birra decente non servano attrezzatura professionale o qualche alambicco particolare. Una pentola, un barattolo con il malto luppolato, un chilo di estratto di malto da sostituire allo zucchero ( di solito ma le proporzioni potrebbero variare in base al tipo) e una manciatina di luppolo per ottenere una birra fresca piacevole e dissetante che risulta di qualità enormente superiore delle birre classiche che si acquistano nei supermercati e a volte anche di birre più blasonate.
Il percorso proseguirà nelle prossime settimane con una cotta dimostrativa con il metodo E+G. Il metodo migliore, a nostro avviso, per fare birra in casa di qualità eccellente.
Ma adesso andiamo a vedere e "gustare" quello che si può ottenere con alcuna attrezzatura specifica.
Buona visione.


sabato 25 maggio 2019

Video Birra - Come iniziare a fare Birra Puntata 5 Ingredienti

Con questo video iniziamo ad addentrarci in un mondo più complesso rispetto al semplice kit. Iniziamo con gli ingredienti. Abbiamo pensato che far vedere a chi non ha mai visto i principali componenti potesse aiutare a capire, comprendere le differenze e imparare il loro apporto alle nostre birre. 
Abbiamo cercato di non fare un video lungo, ma alla fine le cose da dire sono state molte. Per evitare di fare due parti abbiamo deciso di condensare tutto in un video trattando gli ingredienti principali e quelli normalmente più utilizzati in ambiente casalingo. Per farvi un esempio non abbiamo parlato dei lievito liquido ma solo di lievito secco, perchè pensiamo che chi si avvicina al mondo della birra casalinga debba avere a disposizione strumenti semplici e solo in seguito ampliare i propri obbiettivi.
Il video non voleva essere una lezione scolastica, ma una semplice chiacchierata. Tratta in modo semplice ma approfondito l'argomento principale che è l'acqua seguito dai malti base e speciali, cereali non maltati e il lievito. C'è anche un accenno alle spezie, ma le tratteremo in maniera più approfondita in seguito quando parleremo di metodo All Grain.
Le informazioni contenute in questo video sono informazioni che abbiamo appurato con la nostra l'esperienza.
La prossima settimana stiamo decidendo se proporvi il primo assaggio della birra che abbiamo fatto con i malti preparati al termine della fase di carbonazione oppure la degustazione della American Stout fatta con impianto All in One.
Rimanete Sintonizzati!
Se avete dubbi scrivete a signormalto@gmail.com
Bene non ci resta che guadare il video, buona visione.


In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...