Ciao a Tutti, in attesa domani di brassare la replay della American IPA, oggi ci siamo dedicati all'imbottigliamento della Blanche.
Come sempre abbiamo iniziato il giorno prima con la sterilizzazione delle bottiglie, utilizzando la lavastoviglie con programma ad alta temperatura, e naturalmente, senza utilizzo di detersivi.
Una volta terminata la fase di sterilizzazione, le bottiglie vengono lasciate raffreddare all'interno della lavastoviglie e solo successivamente posizionate sullo scolabottiglie, in attesa di essere sanificate con il bisolfito di potassio.
Stamattina, la giornata è iniziata presto con la sanificazione di tutti i materiali necessari al travaso, Andrea è l'addetto che normalmente si occupa di questo passaggio molto delicato.
Intanto io preparo lo zucchero per il priming. Eravamo indecisi se fare 6 o 7 grammi litro, alla fine abbiamo optato per 6,5 gr./lt che rientra perfettamente nello stile della belga bianca. Così con l'aiuto della nostra fedele bilancia elettronica, abbiamo pesato i 160 grammi di zucchero bianco da cucina.
Nel frattempo ho preparato un pentolino con 300 ml di acqua e messo sul fuoco a bollire. Giunto a ebollizione ho versato lo zucchero, mescolato bene e lasciato bollire per qualche minuto, per caramellare leggermente lo zucchero.
Per aiutare Andrea, ho iniziato a sanificare le bottiglie con il cosiddetto avvinatore, dove viene versata la soluzione di bisolfito, in dose di 4 cucchiaini rasi in un litro di acqua.
Una volta sanificato il fermentatore per l'imbottigliamento, si comincia a travasare la birra dal secondo fermentatore al terzo. L'operazione viene effettuata per evitare di ritrovarsi a miscelare lo zucchero del priming, con il fondo di lievito e finire per riportarlo all'interno della birra intorbidendola, anche se comunque con questa blanche di lievito sul fondo c'e ne era ben poco visto che parecchio era in sospensione, caratteristica della birra bianca chiamata proprio così per la sua torbicità dovuta al lievito.
La birra nonostante le foto che non rendano giustizia, è di un bel colore biancastro, tendente leggermente al giallo paglierino. Al travaso era molto forte l'odore zolforoso classico di questo lievito S-33 della fermentis, utilizzato per birre bianche e trappiste belghe. Odore che tende a scomparire con la maturazione della birra.
In mezzo a tutte queste operazioni si trova il tempo anche per sanificare tappi, sia quelli a corona che i meccanici.
Il tempo corre veloce e Andrea è impaziente di terminare, e così si occupa del raffreddamento dello zucchero. Nella foto si può ancora vedere i postumi dell'infortunio alla mano, e non contento proprio ieri ha pensato bene di rifarsi male alla stessa mano.
Mentre Andrea raffredda, io prelevo un campione di birra per verificare la densità finale, che non si è mossa da due giorni, 1014. Importante per imbottigliare è che la densità rimanga uguale per almeno due giorni. Anche se non ha raggiunto i 1013 della ricetta, decidiamo di imbottigliare lo stesso, al massimo potrà essere leggermente più gasata. Finito di raffreddare, si passa al versamento della soluzione, acqua e zucchero, all'interno del fermentatore e mescolando molto delicatamente, per evitare di ossigenare la birra.
Quindi si passa all'imbottigliamento vero e proprio.
La posizione non è delle migliori, ma efficace. Importantissimo mescolare bene ogni 5 - 6 bottiglie per evitare che lo zucchero si stratifichi, che può causare bottiglie super gasate e altre completamente lisce. Una cosa che ci era stato chiesto in un articolo precedente, era dove appoggiavamo il mestolo tra una mescolata e l'altra.
Ecco quà, una volta finito di mescolare, di solito mescolo contando fino a trenta, appoggio il mestolo e sopra ci metto il coperchio e continuo a riempire le bottiglie.
Qui potete vedere come facciamo, prendiamo le bottiglie che servono ogni volta, con le 33 cl ne riempiamo 6 e dopo averle riempite, mescolo e Andrea le prende e le tappa.
Normalmente riempio la bottiglia fino a quando sta quasi per fuoriuscire, una volta sollevata l'asta rimangono un paio di centimetri, non lasciate tanto spazio tra il tappo e la birra, va bene anche un pò più basso, diciamo che 4 centimetri sono il limite minimo.
Questa volta finito l'imbottigliamento abbiamo raccolto il lievito per preparare una pasta di riporto per la prossima pizza.
Come vedete il lievito presente sul fondo non era per niente compatto e sono bastati i pochi millilitri di birra rimasta imbottigliata, per renderlo completamente liquido.
Successivamente è bastato unire un paio di etti di farina 00 per creare un panetto.
Nel giro di pochi minuti il panetto è stato lasciato lievitare, naturalmente durante la giornata, il panetto è stato, ogni due tre ore rimpastato, unendo altra farina per fargli prendere forza.
Stanotte sarà lasciato lievitare a temperatura ambiente, possibilmente fresca intorno ai 18°C, poi domani sarà messo in un contenitore ermetico e infilato in frigo. Mercoledì o giovedì, il panetto sarà "rinfrescato", con un cucchiaio di acqua e un pò di farina, fatto nuovamente lievitare e il giorno successivo rinfilato nel frigo, sabato sera potrà essere utilizzato insieme a farina fresca e gli altri ingredienti per creare l'impasto della pizza. Sarà fatto lievitare tutta la notte al fresco, per poi fare le pizze a mezzogiorno. Pizza a mezzogiorno e una buona birra, combinazione perfetta!!!
Ma intanto alla fine rimane solo da pulire!!!
E siccome non mi fido di nessuno, mi pulisco tutto io.
sei un grande Bec!
RispondiEliminagrande stima
pepperepe