venerdì 29 agosto 2014

Realizzazione di una cella climatica

Finalmente dopo più di tre mesi siamo riusciti a terminare la cella climatica, che sarà per ora, una cella riscaldante, utile anche per la rifermentazione in bottiglia.


L'idea nasce dall'esigenza di trasferire il più possibile in cantina, il materiale come sacchi di grani, i vari sacchetti sottovuoto, le spezie, i luppoli, l'attrezzatura, pentole & co., ma soprattutto le fasi di fermentazione e rifermentazione, che in questi due anni erano state eseguite in casa, con notevole sopportazione della mamma-moglie.
È stato posto notevole attenzione alla melodia della fermentazione, la gorgogliazione. Vi spiego. La cantina è ubicata sotto la camera da letto del vicino di sotto, e non volendo assolutamente disturbare nessuno, l'idea principale era stata quella della creazione di un contenitore che attenuasse il più possibile l'ipnotico gorgoglio che emette il nostro gorgogliatore alla fuoriuscita della CO². 
Solo successivamente si è pensato di lasciare anche durante l'inverno, i fermentatori in cantina (8-9 gradi di media, quando fuori spesso di giorno non sale oltre lo zero).
Oltre alla fase di fermentazione, e le operazioni di primo travaso ed eventuale Dry-Hopping (luppolatura a freddo o inserimento di tisane di spezie e/o altro), secondo travaso e imbottigliamento, avere anche la possibilità di lasciare le bottiglie durante la fase di rifermentazione, fase importantissima per la creazione di un ottima carbonazione.
Così il passo è stato breve, da scatola insonorizzante, a cella climatica.
Il progetto iniziato a marzo, si è protratto oltre i 3 mesi stabiliti inizialmente, e troverà il suo primo utilizzo a Settembre, quando riprenderemo l'attività brassicola.
Così alla fine la scatola che doveva contenere il nostro misero fermentatore da 32 litri, è diventata un armadio alto 1900 mm, largo 1080 mm, profondo 580 mm , con una superficie utile di utilizzo di 870 cm cubici, quasi un metro cubo, in grado di contenere tranquillamente due fermentatori da 50 litri più un centinaio di litri in bottiglia.
Internamente la cella misura 1740 mm di altezza, 1000 mm di larghezza e 500 mm di profondità. 
Il primo dubbio a interessato la parte di refrigerazione, che avrebbe previsto l'inserimento di una serpentina refrigerante collegata ad una pompa, come avviene in un frigorifero. A disposizione avevano un vecchissimo freezer funzionante, da poter squartare e mettere a nudo i suoi tubi, da posizionare all'interno del materiale isolante dell'armadio. Sono state diverse le motivazioni che ci hanno fatto desistere da questa operazione, rinviando la refrigerazione della cella in una fase successiva. Il freezer in questione era stato inizialmente individuato come il contenitore giusto per creare la cella, ma le piccole dimensioni, la guarnizione vecchia che non isolava perfettamente e la fame energetica di quel piccolo mostro ci aveva scoraggiato ad utilizzarlo. Con l'armadio avremo sicuramente eliminato il piccolo spazio e la chiusura non ermetica, ma sarebbe stato sempre affamato di energia. Ricordo che le volte che avevamo provato a collegarlo al STC-1000, termostato per il controllo della temperatura in grado sia di attaccare e staccare la pompa, sia la resistenza, il contatore sembrava essere preda di qualche demone, che neanche il migliore degli esorcisti, sarebbe riuscito a calmarlo. Ma la cosa che ci ha più scoraggianti nell'effettuare l'operazione di espianto e rimpianto, è stato lo smontaggio della serpentina, riuscendo a fare a pezzi il freezer, senza danneggiarla, un operazione tutt'altro che semplice. Su internet si trovano comunque pazzi più di noi che invece lo hanno realizzato, apparentemente senza difficoltà.
Superato questo primo momento di indecisione siamo partiti con decisione.
Abbiamo acquistato il legnane, quadrelli di abete 50x40 mm che sono stati utilizzati per costruire lo scheletro, e perline spessore 10 mm, tavole sempre di abete larghe 180 mm alte 30 mm per incorniciare le porte. Inoltre sono state acquistate perline spessore 20 mm da utilizzare come ripiani.
La prima fase è stata la costruzione delle pareti laterali.


Per migliorare la tenuta della struttura, sono stati inseriti cunei tagliati dai quadrelli. Tra i loro i pezzi sono stati uniti con viti e colla, ed esternamente sono state fissate delle perline, avendo cura di lasciare scoperto i montanti dove poi abbiamo fissato i travetti principali.


Le perline servono anche per creare un base di appoggio per il materiale isolante.


Il materiale utilizzato sono stati fogli di polistirolo alto 40 mm perfetto per essere inserito nella struttura, della stessa misura. Il polistirolo è stato incollato con silicone.



La fase successiva ha interessato la copertura termica del l'isolante utilizzando la classica coperta termica di primo soccorso. 


La coperta termica è stata tagliata con un cutter della misura utile per ricoprire l'isolante e un pezzetto di montante, e fissata con silicone.


I lavoro è stato veloce e pulito, inoltre abbiamo colto l'occasione per sigillare anche le fessure tra il polistirolo e la struttura di legno.
Infine abbiamo ricoperto il tutto con un foglio di melamina, laminato bianco dal lato interno. Il pannello è stato prima incollato con silicone e poi inchiodato con i chiodini ai legni della struttura.



Applicato il pannello.


Sucessivamente abbiamo rifilato la coperta termica e ulteriormente sigillato il pannello, è inserito i supporti che serviranno di appoggio alle tavole delle mensole.


Sigillato tutto il perimetro del pannello.


Una volta finito il lavoro sulle due paratie laterali, dovranno essere uniti tramite i tramezzi superiore ed inferiore.  
Siamo poi passati alle due ante che abbiamo costruito con lo stesso procedimento.


Intelaiatura senza l'inserimento dei cunei visto che non avranno alcun peso da sorreggere, al parte il proprio peso.


Sono state ricoperte completamente da perline.


Qui durante la prima fase di fasciatura delle perline leggermente fuori misura, saranno successivamente rifilate per eliminare la parte di perline eccedenti. Come per le due paratie all'interno ha trovato posto il polistirolo, per l'isolamento. 


Per non sprecare niente è stato utilizzati i ritagli di polistirolo avanzati dall'isolamento delle due paratie: Anche loro sono state ricoperte da coperta termica e foglio di melamina laminata bianca.
L'ultimi componenti sono stati i due tramezzi che terranno insieme la struttura.


I due tramezzi, superiore ed inferiori sono stati, anche loro, isolati con polistirolo e coperta termica, anche se l'operazione, per maggiore facilita di montaggio, è stata eseguita dopo essere stati assemblati alla struttura.


Qui le due paratie sono state unite con i due tramezzi. In quello inferiore sono stati inseriti anche quattro perline di 20 mm di spessore per creare la base di appoggio per la griglia con resistenza, dove verranno appoggiati i fermentatori. Naturalmente al di sotto è stato inserito il foglio termico e l'isolante, oltre che per isolare l'interno, anche per cercare di bloccare l'aria fredda del pavimento.


Qui si vede bene lo spazio lasciato nella paratia, per poter fissare con viti e colla i tramezzi che le uniscono. Per proseguire con i lavori, la cella è stata adagiata in terra per permette di terminate le fasi di copertura e isolando dei due tramezzi.


Oltre ai tramezzi superiori ed inferiori, sono stati inseriti due quadrelli nella parte posteriore della cella, dove sono stati rinforzati con l'inserimento di cunei, sia sopra e sotto i quadrelli, per aumentare la resistenza alle forze laterali, che saranno create nel posizionamento della cella.



Come per la parte inferiore e superiore, anche nella parte posteriore sono state inchiodate le perline da 10 mm, che offriranno hanno offerto il supporto per l'inserimento dell'isolamento e per la copertura termica.
Prima di riportare in posizione verticale la cella, abbiamo provveduto a impregnarle con un prodotto all'acqua.



A questo punto c'è stato un momento di panico, quando abbiamo deciso di riportarlo in posizione verticale. Non c'era verso di rimetterlo in piedi, il soffitto misura due metri e l'inserimento di una cornice nella parte superiore, aveva leggermente alzato la misura non permettendoci di rimetterlo più in piedi. È stato necessario ruotarlo sulla parte anteriore, dove l'angolare non era stato ancora fissato, per poterlo alzare.


Dopo il posizionamento dell'isolante e della copertura termica, abbiamo posizionato il foglio di melamina laminato bianco. Il pannello è stato incollato e poi inchiodato nei tramezzi orizzontali posteriori. Una volta applicato e fatto asciugare, la coperta termica è stata rifilata e gli angoli sigillati con silicone, naturalmente bianco antimuffa.
Terminata la struttura principale, siamo passati a posizionare le porte, sicuramente il lavoro più complesso di tutta la cella. La struttura principale alla fine è risultata precisa e ci ha permesso di inserire facilmente le porte. È molto importante che le porte abbiamo le misure giuste. Troppo strette non permetteranno di aprirsi e troppo larghe, non riusciremo a trattenere il calore per la fessurazione che si creerà al centro.
Una volta presentate, per essere sicuri che tutto fosse a posto, alle porte sono state inserite le cornici, che oltre l'estetica più bella, serviranno anche per l'installazione dei cardini, per permettere l'apertura e la chiusura.


Qui la parte importante è l'inclinazione a 45 gradi del taglio delle tavole. Per far prima le avevano fatte tagliate al momento dell'acquisto, ma alla fine abbiamo deciso di rifarle perchè non risultavano precise, un lavoro da fare con calma e estrema precisione.


Un modo sicuro è quello di preparare una maschera che poi sarà riportata sulla tavola per poi essere tagliata.


Eventualmente se il lavoro non venisse proprio preciso, si può rimediare con un pó di stucco per legno.


Qui la cornice finita. Di seguito le abbiamo impregnate con la soluzione all'acqua.


Qui le porte pronte.


Prima di passare al montaggio delle porte sui cardini, è stato finito il lavoro di rifinitura l'interno della cella, chiudendo tutte le eventuali fessure tra le pareti di melamina laminata, con silicone bianco.


Il silicone a fatto il suo compito egregiamente sigillando ogni piccola fessura o imperfezione, isolando completamente la cella.


Il silicone è stato applicato anche  nella parte inferiore tra le tavole che formano il piano di appoggio, in poche parole non passa un filo d'aria.


Prima di fissare le porte abbiamo posizionato i ripiani su cui troveranno posto le bottiglie per la rifermentazione. 



Per i ripiani sono state utilizzate 3 semplici perline da 20 mm di spessore inserite una nell'altra. È stato lasciato appositamente uno spazio dietro e davanti ai ripiani per non bloccare l'aria calda che tenderà a salire, creando così una circolazione di aria calda dal basso verso l'alto.
Il lavoro strutturale sta per terminare, siamo arrivati al momento del montaggio delle porte. Abbiamo posizionati le porte cercando di lasciare lo stesso spazio sopra e sotto, (operazione non semplice) posizionando uno spessore per mantenere la porta in posizione. Una volta sistemata, sono stati fissati i cardini, sia al montante della cella e successivamente alla porta. Un consiglio, fissate prima i cardini alla porta.


Il lavoro strutturale è terminato.


Ancora alcuni passaggi per l'inserimento dei pomelli, i cricchetti di chiusura dell'anta a sinistra, e il cricchetto di chiusura delle ante.
I pomelli sono stati inseriti nella cornice, semplicemente avvitandoli in due bulloncini senza testa e poi dopo aver eseguito un paio di fori nel legno, di un diametro minimo, li abbiamo inseriti a martellate.


Poi abbiamo posizionato i cricchetti di chiusura dell'anta sinistra. Il lavoro complicato è stato fare i fori precisi sopra e sotto, per farli combaciare con i cricchetti, senza lasciare gioco.


Una sopra l'altro sotto.


Infine il cricchetto di chiusura generale.


Successivamente abbiamo praticato un foro nella paratia di destra, per il passaggio del cavo di alimentazione dell'alimentatore della resistenza e per il passaggio della sonda. 


Entrambi saranno collegati al termostato esterno. Questa non è sicuramente la soluzione migliore ma una soluzione provvisoria, in attesa di testare la cella che se soddisferà le nostre necessità, verrà sistemato uno termostato direttamente nella paratia.


È venuto il momento della sigillatura delle ante rispetto alla cella. Sono stati utilizzate strisce adesive, normalmente utilizzate per gli spifferi delle finestre. 


Soluzione semplice ed economica, ma efficace, anche se con il tempo, le strisce adesive tenderanno a perdere elasticità, e si renderà necessario la sostituzione nel giro di pochi anni. Più consono l'inserimento di guarnizioni di gomma normalmente utilizzate per coibentare le porte dei frigoriferi, certo che però il costo è più alto, e per il posizionamento delle porte, bisogna calcolare la giusta fessura, per evitare di metterle troppo vicine e poi avere problemi nella chiusura.
Sono state così sistemate più strati sovrapposti, sia sul mobile, sia sulle porte per ottenere un contatto perfetto.


Particolare del contatto mobile-porta 


L'isolamento è stato applicato su tutto il perimetro sia delle porte, che del mobile.


Lato destro 


Sotto.


Lateralmente è stata inserita una sola striscia, le evitare di fare perno e rendere più difficile la chiusura, comunque sufficiente a sigillare.
Un consiglio, per evitare che le strisce adesive si stacchino dopo poco dal legno, abbiamo steso un strato di colla sopra al legno e poi l'abbiamo lasciata asciugare, l'adesivo delle strisce così farà più presa e durerà di più.
Ci siamo quasi, ora non rimangono che due cose, la resistenza e la tenda per bloccare il calore all'apertura delle ante.
Per la resistenza è stata utilizzato un vecchio cavo sotto sabbia di un nostro vecchio acquario, l'unico dubbio è l'esigua potenza della resistenza, 25 W.
La resistenza è stata inserita in un grigliato 400 x 800 mm.


Non è stato semplice trovare questo grigliato da 2 mm di spessore. Normalmente viene venduto in fogli da 2000 x 500, ma siamo stato fortunati a trovare un paio di ritagli.


Visto che si arrugginivano a vista d'occhio, abbiamo pensato di verniciarle. Prima una pulita con uno sgrassante e poi le abbiamo leggermente scartavetrate. Una volta puliti abbiamo applicato una vernice per ferro di colore nero lucido, per evitare la crescita di ruggine in un ambiente che potrebbe essere umido.


La verniciatura è risultata un pó complicata, la presenza dei fori nella grigliato, tendevano a catturare la vernice e poi a farla cadere in terra gocciolando. Alla fine l'abbiamo applicata non con la classica pennellata, ma semplicemente picchettando con il pennello la superficie.
Dopo tre giorni, complice il tempo infame di questa insolita estate, la vernice si è asciugata e abbiamo potuto inserirci la resistenza, che è stata inserita tra i due grigliati, tramite distanziali altri 10 mm.


Bucati al centro e poi con dei bulloncini e rondelle li abbiamo fissati al grigliato.
.

Successivamente è stata fissata la resistenza, qui con l'alimentatore con delle fascette nere.


La posizione della resistenza è stata verificata un paio di volte per cercare di coprire l'intera superficie della griglia.


Qui potete vedere un particolare dell'assemblaggio della resistenza con la griglia, tramite delle fascette nere.




Una volta fissata la resistenza, é stata posizionata sopra l'altra griglia e fissata ai distanziati con i bulloncini.


Lavoro terminato, ora non resta che verificarne il funzionamento e posizionarla all'interno della cella, collegarla alla presa interna che a sua volta è collegata con il termostato esterno.


L'alimentatore è stato lasciando all'interno della cella perché anche lui provvederà al riscaldamento, visto che sarà un ulteriore fonti di riscaldamento. 
Il termostato utilizzato è un semplice STC-1000 incassato in una scatola elettrica con all'interno due relè da 10A e due fusilli, come vi dicevo, inizialmente creato per il freezer, quindi con possibilità anche di attaccare e staccare una pompa refrigerante, oltre alla resistenza.


È stata eseguita una prova a vuoto, per verificare che tutto funzionasse e se riuscisse a mantenere la temperatura. All'interno della cella è stato posizionato un sensore di un termometro con cui abbiamo tarato il termostato.


Il sensore poi comunica la temperatura al display principale.


Le due temperature fanno riferimento a quella del sensore in grande, e quella dell'ambiente in piccolo in basso a sinistra.
Dopo poche ore i termometri della sonda e del termostato combaciavano, e con i normali parametri impostato sul STC-1000 il tutto funziona perfettamente.
Già a vuoto la frequenza di attacco-stacco, è bassa, anche perchè la differenza di temperature con l'ambiente circostante non è molta. Una volta riempita, sia le bottiglie che i fermentatori, faranno effetto tampone mantenendo più a lungo la temperatura.
Per concludere non ci rimane che installare la tenda blocca calore.
La tenda è stata realizzata con del semplice materiale plastico semi-rigido, una tovaglia di plastica, che poi abbiamo tagliato a listoni.


Questa è la tovaglia


Questi sono i listoni di larghezza 200 mm. Sono stati fissati sovrapponendoli, ogni dieci centimetri circa, per diminuire le fessure tra un listone e l'altro.
I listoni sono stati poi fissati nella parte superiore della cella con colla.


E voilá il gioco è fatto.


Questo semplice espediente servirà durante l'apertura delle porte mantenere all'interno il più possibile la temperatura.
Ora non ci rimane che cominciare a riempirla.

sabato 16 agosto 2014

Primi Progetti Stagione 2014-2015

L'estate sta finendo, come cantavano ai miei tempi i Righeira, e si avvicina il momento di riprendere le attività brassicole. A dire il vero, visto l'andamento delle temperature qui al nord, la sosta poteva essere evitata, ma il tempo non utilizzato per la birra è servito per continuare lavori alla casa e al orto, che quest'anno non ci ha dato molte soddisfazioni.
Una parte del tempo è stato dedicato allo studio delle nuove etichette, un evoluzione continua nella ricerca di un buon equilibrio tra design e utilità.
La prima modifica ha interessato la larghezza, che è stata leggermente incrementata per aumentare la "fasciatura" della bottiglia, ma soprattutto per avere più spazio, per ampliare le informazioni.
Secondo sono stati inseriti una serie di simboli, che hanno reso l'etichetta più leggibile e più "professionale".
Terzo è stata levata la banda inferiore, che riportava la scritta "Eaglolf Home Brewer - Pallare Savona", per aumentare l'altezza utile senza modificarne le dimensioni. 
Quarto è stata eliminata la Scritta alta "Birra Eaglolf", per lasciare posto ad una parte della scritta nella parte inferiore "Eaglolf Home Brewer".
Quinto la scritta di sinistra in verticale, grazie al maggiore spazio orizzontale, è stata girata in orizzontale è stata snellita e sono state aggiunte altre parole per evidenzia la assoluta assenza di ingredienti artificiali. Di sotto hanno trovato spazio: gli ingredienti, aggiunta di nuovi parametri della birra come l'amarezza con l'IBU, International Bitterness Unit è un'unità utilizzata per misurare l'amarezza del loro prodotto, EBC  European Brewer Convention, il parametro del colore della birra utilizzato in Europa (in America si utilizza SRM Standard Reference Method) e l'alcool è stato rinominato con ABV%, abbreviazione di Alcool By Volume, cioè la percentuale di alcool in volume. Sotto hanno trovato posto il simbolo di peso netto e i due simboli di riciclaggio, e alla fine una descrizione precisa sui produttori e e sul luogo di produzione ed imbottigliamento.
Sesto, nella parte destra in basso, c'è una zona delimitata rossa, dove trovato posto simboli di divieto: non bere in gravidanza, non guidare, vietato ai minori, e il più importante "attenzione contiene glutine". Salendo Il simbolo QR Code, che indirizza a questo blog, il simbolo della temperatura a cui dovrà essere servita la birra, e la simbologia di tenere la bottiglia in verticale e non in orizzontale.
La settima modifica è sicuramente la parte più importante di queste nuove etichette, il motivo per cui la larghezza è stata modificata, una descrizione metafisica della birra.
L'ultima modifica riguarda lo stile della birra che di solito veniva inserita sotto il nome, è stato eliminato, per essere più sereni e liberi nella creazione delle ricette e non essere vincolati ad uno stile preciso, e sono stati aggiunti due aggettivi, colore ed aroma.
Questa è stata la prima bozza.


Questa è stata la base per la costruzione delle prime due etichette, anche se sono tre, perchè l'etichetta del primo progetto della nuova stagione, è una birra che sarà divisa in due, fatta fermentare in due fermentatori separati con due lieviti diversi, la Kashmir U con Safale US-05 per esaltare i gusti dei lieviti inglesi, e S con Safale S-04 più floreale per aumentare i sapori dei malti. Ha preso così gli aggettivi di Ambrata Amara diciamo pure una Indian Pale Ale, una rivisitazione della prima cotta in BIAB, ma diversificando i lieviti.

Kashmir Ambrata Amara AG BIAB

Minuti ammostamento :65
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :25
Efficienza :70 %
OG :1058
ABV :5.7 %
Plato :14.3
IBU :74.2
BU/GU :1.28
EBC : 19

Malti e Fermentabili
Maris Otter 6000 gr 87 %
Crystal 150L 500 gr 7 %
Barley Flaked 400 gr 6 %
Totale 6900 gr

Luppoli
Target 40 gr 60 min Coni
Goldings East Kent 20 gr 30 min Coni
Fuggle 20 gr 30 min Coni
Fuggle 25 gr 15 min Coni
Goldings East Kent 25 gr 15 min Coni
Goldings East Kent 30 gr 10 min Coni
Fuggle 30 gr 10 min Coni
Goldings East Kent 30 gr 5 min Coni
Fuggle 30 gr 5 min Coni
Goldings East Kent 50 gr DH Coni
Totale 300 gr

Lieviti
SafAle English AleS-04 (1° fermentatore)
SafAle US 05 DryUS-05 (2° fermentatore)

Profilo Mash
Beta-amilasi 66 °C 50 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min (o fino a fine conversione)

Questa è la prima bozza dell'etichetta, ma sembra troppo scenografica, e ricalca la vecchia etichetta, probabilmente sarà modificata, estremizzando la natura dell'elefante indiano, simbolo di questa birra.


Etichetta della birra che utilizzerà il lievito Safale US-05


Questa invece sarà l'etichetta di quella con il lievito Safale S-04.
Come secondo progetto della nuova stagione, faremo ancora una Ambrata Amara, anche se con caratteristiche diverse, sia per i volumi di malti e dei tipi, e la diminuzione e la modifica dei tempi e delle temperature di ammostamento.
Questi due progetti iniziali andranno a ripopolare velocemente la cantina che ha visto un dissanguamento di questi tipi di birra.

Raj Ambrata Amara AG BIAB

Minuti ammostamento :55
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :25
Efficienza :75 %
OG :1065
ABV :6.5 %
Plato :15.9
IBU :72.0
BU/GU :1.11
EBC : 14

Malti e Fermentabili
Maris Otter 5600 gr 79 %
Cara 20 900 gr 13 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 4 %
Crystal 150L 300 gr 4 %
Totale 7100 gr

Luppoli
Target 60 gr 60 min Coni
Goldings East Kent 30 gr 30 min Coni
Goldings East Kent 40 gr 10 min Coni
Fuggle 50 gr 5 min Coni
Fuggle 50 gr DH Coni
Totale 230 gr 

Lieviti
SafAle US 05 23 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 40 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min 

Come avete notato in entrambe le ricette non è previsto il mash out a 78°C, visto la politica di riduzione dei tempi di ammostamento, in BIAB non ha senso visto che la fase di lavaggio delle trebbie o sparge viene saltata.


Questa è la prima etichetta definitiva della nuova stagione, al contrario della Kashmir, qui il progetto ha convinto subito.
Dopo queste due prime birre, sono già chiare le successive birre, una Bionda Luppolata, una Bionda aromatica, un Ambrata Luppolata e.... seguiteci e lo scoprirete 

venerdì 25 luglio 2014

BIAB un anno di Ricette & Etichette

Questa prima stagione in BIAB è terminata, da Ottobre a Giugno abbiamo prodotto circa 300 litri di nettare prezioso in AG BIAB, una leggera flessione rispetto alla stagione precedente dove avevamo prodotto circa 350 litri, ma con la tecnica dei kit.
Questa stagione è stata lunga e faticosa, iniziata con tante paure e insicurezze, ma che alla fine ci ha regalato tante gioie e tante soddisfazioni.
Ricordo la prima cotta in BIAB, Andrea era stato occupato tutta la stagione estiva, come bagnino, passando praticamente da Giugno a Ottobre fuori casa, lasciandomi da solo, alla ricerca di informazioni e qualche consiglio per fare il salto da kit a AG. La parte da leone lo hanno fatto i forum, dove passavo ore e ore cercando ci capire i primi passi da fare, e facendo un sacco di domande, a volte stupide, a volte ingenue, apparendo a volte anche pedante, ma sempre desideroso di percepire tra le righe le cose vere e quelle gonfiate, quelle costruite e quelle esagerate, ma anche semplici trucchi.
Già in primavera, avevamo cominciato acquistando la pentola e il rubinetto, complice una dimostrazione di un cotta in BIAB, fu un fulmine a ciel sereno. Li ci convincemmo di provare a fare questo passo.
Ricordo come adesso quando abbiamo forato la pentola, la paura più grande era quella di fare il foro nel punto giusto, ne troppo in basso, ne troppo in alto. Alla fine quando provammo a montare il rubinetto, l'altezza era perfetta, stranamente avevamo calcolato bene l'altezza del centro del foro.



Poi Andrea fu costretto dal lavoro ha lasciami solo a proseguire la raccolta degli altri accessori necessari. Prima di tutto la sacca, così importante nel BIAB, il primo problema, il più grande.
La scelta della Bag, la sacca, la cosa fondamentale per la Tecnica All Grain "Brew In A Bag", tecnica nata in Australia, con l'utilizzo di un sola pentola, dove vengono eseguite tutte le fasi, ammostamento, filtraggio, lavaggio delle trebbie e bollitura. (La fase di lavaggio delle trebbie non viene eseguito in BIAB)
Molti mi consigliarono di acquistare la sacca via internet, su un sito in Irlanda dove costruivano su misura le sacche. La difficoltà maggiore è stata la lingua, che sempre ostica mi è stata, e cercare di capire tutti i passaggi per acquistare la sacca, non fu semplice, addirittura si crearono dei malintesi, e incomprensioni, e per ottenere la sacca ci andarono oltre sei mesi. Così inizialmente costruì, con l'aiuto di mia madre,  una sacca utilizzando il tessuto visto durante la dimostrazione, la maglina un poliestere 100%.


Il problema di questa sacca si rivelo che tratteneva troppo il mosto, risultando poi un eccessivo rapporto di assorbimento dei grani. Un altro passo importante fu la costruzione del fondo, per evitare che la sacca tocchi il fondo della pentola, rischiando di bruciarla rompendola, immaginate cosa significherebbe avere i grani liberi nella pentola. Il fondo è stato creato con un coperchio di una pentola, facendo più fori possibile, per migliorare al massimo la circolazione del mosto.


Poi il mestolo, il mulino, la serpentina per il raffreddamento, e alla fine la pompa. Sulla pompa c'è da aprire un piccolo inciso. La tecnica BIAB non prevede l'utilizzo di pompe, essendo un sistema che riduce al minimo l'utilizzo di materiali e i tempi per la produzione del mosto, ma dopo giorni di discussioni e di confronti con gli Amici sui forum, dove una parte era a favore e l'altra contro, ho preferito acquistarla.


Questo il nostro primo impianto, il cosiddetto 1.0


Il punto cruciale fu la strizzatura della sacca e dopo la prima cotta, dove non eravamo riusciti a strizzare bene, abbiamo acquistato una bacinella che poggiata sopra al secchio del fermentatore, schiacciavamo la sacca fino all'ultima goccia. Non è stato semplice bucherellarla così, la punta tendeva sempre a scivolare.


Le cose migliorarono con l'arrivo della nuova sacca, quella autocostruita non andava bene, tratteneva troppo mosto nelle trebbie e il tessuto era eccessivamente elastico.


L'ultima attrezzatura acquistata in ordine cronologico, è stato il RIMS, un sistema di mantenimento della temperatura nella fase di ammostamento, geniale direi.


Il RIMS (Recirculating Infusion Mash System) è andato alla grande, lo abbiamo usato per la Tripel AbjT & AbjS, e abbiamo mantenuto la temperatura di ammostamento in meno di 0,5 gradi, un sogno, fino a quando non si è bloccata la piccola pompa.
Oltre alla pompa troppo poco potente per gestire il flusso di passaggio attraverso il RIMS, il problema principale è stato che avremmo dovuto dotarlo del suo sistema di controllo, da acquistare separatamente, ma come al solito per risparmiare abbiamo posticipato.
Per la nuova stagione, se vogliamo riutilizzare il RIMS e d'obbligo l'acquisto di ua pompa nuova più potente e robusta e il sistema di gestione beercontrol con PID e soft da collegare al PC, per una gestione perfetta oltre che delle temperature, della potenza della resistenza all'interno del RIMS. Alla fine questo è stato il nostro impianto 2.0.


Prima di iniziare ad elencarVi Ricette & Etichette, Vi volevo ricordare che potete approfondire ogni cotta, cercando il post relativo, qui è semplicemente un riassunto.

La prima cotta è stata un pò un salto nel buio, visto che con tutte le prove eseguite con la sola acqua, non eravamo sicuri dei parametri del nostro impianto, soprattutto dell'evaporazione durante la bollitura. Così abbiamo avuto qualche problema nel calcolare l'acqua iniziale, dove nel BIAB, comprende tutta l'acqua, anche quella del lavaggio delle trebbie dell'All Grain Classico. Anche la sacca ci ha messo del suo, trattenendo una grande quantità di mosto e ci siamo ritrovati alla fine con 5 litri in meno, però alla fine è uscita una IPA super concentrata da quasi 8 gradi.
Il nome viene dalla regione più nord dell'India, terra tanto martoriata da guerre di confine, dove si mescolano le razze. 
La ricetta della nostra prima cotta, Kashmir

Kashmir English IPA ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 90
Litri in pentola : 33
Litri in fermentatore : 18
Efficienza : 55 %
OG : 1074
ABV : 7.8 %
IBU : 66.5
EBC : 25

Malti e Fermentabili
Pale Ale 7000 gr 88 %
Crystal 150L 600 gr 8 %
Barley, Flaked 400 gr 5 %
Totale 8000 gr

Luppoli
Target 30 gr 60 min
Goldings East Kent 25 gr 30 min
Fuggle 25 gr 30 min
Goldings East Kent 25 gr 15 min
Fuggle 20 gr 15 min
Goldings East Kent 25 gr 5 min
Goldings East Kent 12 gr 0 min
Fuggle 13 gr 0 min
Goldings East Kent 50 gr DH
Totale 235 gr

Additivi
Irish Moss 10 gr 15 min

Lieviti
SafAle English Ale S-04 23 gr.

Profilo Mash
Monostep a 64°C 75 min.
Mash out 78°C 15 min.

Le etichette di questa prima cotta in BIAB si portava dietro l'esperienza delle etichette dei kit, con una sul fronte e una sul retro, e quella del collo della bottiglia.


Questa è l'etichetta sul fronte creata tramite un mosaico di immagini, poi modificate, ritagliate virtualmente ed inserite in più livelli per creare quello che vedete. Certo non ha nulla a che vedere con quelle precedenti, qui c'è uno studio e una pianificazione accurata, dei particolari, ogni parte è studiata e posizionata come dallo studio eseguito.
Inoltre c'è stato un lavoro accurato e preciso nella creazione del nuovo logo, uno studio dedicato che ci ha portato via tante notti, il corpo di un lupo sormontato dal busto di un aquila, Eaglolf appunto dalla fusione della traduzione inglese di aquila eagle e lupo wolf.
L'etichetta posteriore ha mantenuto le stesse dimensioni delle precedenti anche le caratteristiche di colore unico e elementi decorativi come le precedenti.


Questa è l'etichetta del collo.



Dopo la prima cotta e prima di iniziare con la seconda, ci sono stati notevoli miglioramenti sia nella tecnica, sia nell'utilizzo della nuova sacca che ci ha permesso di recuperare molto più mosto intrappolato tra le trebbie, aumentando notevolmente anche l'efficienza del nostro impianto, l'esperienza della prima cotta è stata preziosa, per comprendere meglio i meccanismi che governano le basi di questo fantastico hobby.
E' nata così Quanah, una American IPA, luppolata alla grande, con tanto aroma, differente in tutto da Kasmir.
Quanah fu l'ultimo capo Comanche.

Quanah American IPA All Grain BIAB
Minuti ammostamento : 90
Litri in pentola : 39
Litri in fermentatore : 25
Efficienza : 71 %
OG : 1060
ABV : 6.7 %
IBU : 52.2
EBC : 12

Fermentabili
Pale Ale 6000 gr 86 %
CaraPils 400 gr 6 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 4 %
Crystal 150L 300 gr 4 %
Totale 7000 gr

Luppoli
Centennial 20 gr 60 min
Amarillo 20 gr 30 min
Cascade 20 gr 30 min
Cascade 20 gr 15 min
Amarillo 20 gr 15 min
Amarillo 10 gr 10 min
Cascade 10 gr 10 min
Amarillo 5 gr  5 min
Cascade 5 gr  5 min
Cascade 25 gr  0 min
Citra 50 gr  DH
Totale 215 gr

Additivi
Irish Moss 10 gr 15 min

Lieviti
SafAle American Ale US - 05 23 gr

Ammostamento
Proteasi  53°C  5 min
Betamilasi 66°C 70 min.
Alfamilasi  70°C 20 min.
Mash out 78°C   0 min



Anche in questa seconda etichetta lo studio a preso spunto dalla precedente con l'inserimento di più immagini su più livelli, più complicata e difficile la sua realizzazione rispetto alla precedente.


Mentre l'etichetta del retro non ha subito variazioni, è risulta identica alle precedenti. 
Dopo la American IPA abbiamo deciso di cambiare e di buttarci su una nera, una Stout, ricca di schiuma nocciola e quei gusti unici di liquirizia e caffè con un leggero retrogusto di cioccolato, una favola, Morrigan la fata nelle fredde notti inglesi.

Morrigan Eaglolf Stout ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 90
Litri in pentola : 39
Litri in fermentatore : 25
Efficienza : 74 %
OG : 1056
ABV : 5.6 %
IBU : 40.3
EBC : 59

Fermentabili
Maris Otter 5200 gr 80 %
Crystal 105L 550 gr 8 %
Roasted 250 gr 4 %
Fiocchi di Avena 200 gr 3 %
Chocolate 200 gr 3 %
Black Malt 100 gr 2 %
Totale 6500 gr

Luppoli
Target 39 gr 60 min
Fuggle 20 gr 60 min
Totale 52 gr

Lievito
SafAle English Ale S-04 23 gr

Profilo Mash
Mash Protesi 50°C 10 min.
Mash Betamilasi 64°C 20min.
Mash Alfamilasi 70°C 60 min.
Mash Out 78°C 0 min.


L'etichetta è venuta scura e non è delle migliori. Anche qui continua la stessa metodologia di collage con immagini sovrapposte. Lo sfondo è stato creato con Terragen, un soft gratuito per la costruzione di scenari. Dopo questa etichetta che non ci ha soddisfatto, abbiamo aperto un nuovo studio e progetto per cercare qualche altra soluzione.


L'etichetta sul retro prosegue la tradizione classica delle precedenti, nessuna modifica a parte carattere del font.
Dopo la scura siamo passati dall'altra parte dell'emisfero atterrando in Australiana e cercando di produrre una Australian Pale Ale, con un ricco gusto biscottato, classico dello stile, con l'utilizzo di luppoli locali.
Uluru la montagna sacra agli aborigeni.


Uluru American Pale AleALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :70
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :26
Efficienza :74 %
OG :1056
ABV :5.6 %
IBU :40.5
EBC : 11

Fermentabili
Maris Otter 3000 gr 46 %
Pils 2500 gr 38 %
Biscuit 500 gr 8 %
Barley, Flaked 300 gr 5 %
Crystal 150L 200 gr 3 %
Totale 6500 gr

Luppoli
Galaxy 10 gr 60 min
Nelson Sauvin 10 gr 30 min
Pacifica 10 gr 30 min
Nelson Sauvin 10 gr 15 min
Pacifica 10 gr 15 min
Nelson Sauvin 10 gr 10 min
Pacifica 10 gr 10 min
Pacifica 10 gr 5 min
Nelson Sauvin 10 gr 5 min
Nelson Sauvin 25 gr 0 min
Pacifica 25 gr 0 min
Galaxy 50 gr DH
Totale 190 gr

Lieviti
SafAle US 05 American Ale 23gr.

Profilo Mash
Mash Protesi 50°C 10 min.
Mash Betamilasi 66°C 35min.
Mash Alfamilasi 70°C 25 min.
Mash Out 78°C   0 min.


Il nuovo studio ci ha portato un pò indietro nel tempo, anche se la nuova etichetta è molto più elaborata, sicuramente la più complessa e difficile nella realizzazione. Anche il ritaglio per l'incollaggio ci ha impegnato eccessivamente, progetto nato ed abbandonato. Però al termine del lavoro ci ha dato tanta soddisfazione.



Le caratteristiche delle etichette sul retro mantengono dimensione e layout, modificando, di volta e in volta, l'utilizzo di nuovi caratteri.


Abbandonato lo studio dell'etichetta ovale, siamo stati attirati da una nuova forma, lo scudo. Lo scudo è di solito la forma classica delle birre in generale, e abbiamo rivisitato lo stile creando l'etichetta per la Weizen, birra di grano maltato, caratteristica della birra tedesca. Una con gusto particolare e molto frizzante, adatta ad un estate calda (non questa), da servire fresca.
Questi tipi di birra di solito sono più amate da chi non gradisce le birre amare e molto amate anche dal gentil sesso. 

Muhle Weizen ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :70
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :25
Efficienza :69 %
OG :1055
ABV :5.5 %
Plato :13.6
IBU :18.9
BU/GU :0.34
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Wheat Malt 3800 gr 58 %
Pils 2500 gr 38 %
Flaked Barley 300 gr 5 %
Totale 6600 gr

Luppoli
Hallertauer Hersbrucker 50 gr 60 min
Totale 50 gr

Lieviti
Safbrew WB-06 23 gr.

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 10 min
Beta-amilasi 63 °C 50 min
Alpha-amilasi 70 °C 10 min
Mash Out 78 °C 0 min

L'etichetta della Mühle segue una naturale evoluzione, in cerca di strade nuove, nuove forme e nasce questa etichetta a forma di scudo.

Questo alla fine è il risultato di questo nuovo studio, con l'inserimento di una nostra foto, scattata in Sicilia, nelle saline vicino a Trapani. Mühle è il nome tedesco di mulino, semplice ed efficace.
L'etichetta del retro della bottiglia mantiene le caratteristiche delle precedenti, con l'inserimento di un nuovo bordo e la solita modifica dei font.


Dagli studi effettuati sulle modifiche delle ultime etichette, nasce il desiderio di migliorare ancora, cresce la voglia di cambiare. Innanzitutto l'esigenza di ridurre i tempi di applicazione delle etichette, il lavoro di ritaglio e di incollaggio delle tre etichette comprensiva dell'etichetta del collo. Un lavoro lungo e noioso. Così abbiamo deciso di creare un unica etichetta che abbracci la bottiglia. Subito sarebbe stato impossibile creare e applicare le modifiche, siamo partiti con  un nuovo lavoro di studio per la creazione di una etichetta che preveda l'inserimento di tutti quei dati necessari alla lettura delle caratteristiche della birra. Così abbiamo cominciato da questa etichetta con l'inversione dello sviluppo da verticale a orizzontale.
La birra in questione è un scura, Dark IPA, Terranova, una birra ibrida dove si mescolano aromi che normalmente sono separati, in birre diverse ma nasce in questo periodo il desiderio di fare un tentativo di salire uno scalino in più e creare birre scure, più vicine hai nostri gusti, ma più impegnative, e de proprio questo spirito che ci anima per creare questa birra un pò particolare, da gusto deciso e dall'aroma inconfondibile. Anche il nome deriva da una scoperta nuova, di una terra nuova.

Terranova Dark IPA ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :70
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :25
Efficienza :70 %
OG :1056
ABV :5.6 %
Plato :13.8
IBU :90.1
BU/GU :1.61
EBC : 59

Malti e Fermentabili
Pale 5500 gr 79 %
Fiocchi di Orzo 400 gr 6 %
Brown Malt 400 gr 6 %
Crystal 150L 300 gr 4 %
Chocolate 200 gr 3 %
Black Malt 200 gr 3 %
Totale 7000 gr

Luppoli
Chinook 30 gr 60 min
Citra 20 gr 30 min
Amarillo 20 gr 30 min
Cascade 20 gr 30 min
Citra 10 gr 15 min
Amarillo 10 gr 15 min
Cascade 10 gr 15 min
Amarillo 5 gr 10 min
Cascade 5 gr 10 min
Citra 5 gr 10 min
Citra 50 gr DH
Totale 185 gr

Lieviti

SafAle US 05 American Ale 23gr.

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 5 min
Beta-amilasi 63 °C 40 min
Alpha-amilasi 70 °C 25 min
Mash Out 78 °C 5 min


Come potete vedere lo sviluppo orizzontale è evidente rispetto alle precedenti. Al contrario l'etichetta posteriore, per fare spazio all'allargamento della frontale, si è ristretta e allungata .


I giorni successivi sono stati dedicati allo sviluppo della mono-etichetta, quella applicata alla Pale Ale Oro è la prima versione. Una birra nata nella spensieratezza di creare qualcosa di semplice, poco impegnativa in compagnia del mio Amico Massimo. Il luppolo è stato utilizzato esclusivamente da aroma, inserendolo solo a 20 minuti dalla fine della bollitura, una birra davvero buona, da rifare sicuramente. Il nome era nato oltre per far capire la preziosa birra, anche per il colore, centrato in pieno. 

Oro American Pale Ale ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :90
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :26
Efficienza :78 %
OG :1063
ABV :7.0 %
Plato :15.5
IBU :31.6
BU/GU :0.5
EBC : 5

Malti e Fermentabili
Pale 6000 gr 86 %
CaraPils 600 gr 9 %
Fiocchi di Orzo 400 gr 6 %
Totale 7000 gr

Luppoli
Nelson Sauvin 10 gr 20 min
Pacifica 5 gr 20 min
Cascade 15 gr 20 min
Pacifica 8 gr 15 min
Nelson Sauvin 4 gr 15 min
Cascade 20 gr 15 min
Saaz 10 gr 15 min
Cascade 10 gr 10 min
Saaz 10 gr 10 min
Nelson Sauvin 10 gr 10 min
Pacifica 10 gr 10 min
Saaz 20 gr 5 min
Nelson Sauvin 50 gr DH
Totale 182 gr

Lieviti
SafAle US 05 DryUS-05 23 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 5 min
Beta-amilasi 66 °C 60 min
Alpha-amilasi 69 °C 20 min
Mash Out 78 °C 5 min.


Nonostante la notevole differenza con le etichette precedenti, questa prima mono-etichetta non ci soddisfaceva ancora e abbiamo deciso di sviluppare un ulteriore etichetta-base da applicare alle successive, modificando semplicemente i colori e le immagini da inserire.
Questa è stata la base per le ulteriori modifiche se seguiranno.


La prima birra su cui inserire questa nuova ulteriore modifica è stata la birra di grano Rosaura, una Blanche Belga, fatta con grano non maltato e con l'inserimento di spezie come la scorza di arancia e coriandolo. Un birra complicata dall'inizio alla fine, dove la fase di ammostamento deve essere minuziosa, fondamentale il lavoro per il controllo delle temperature e del tempo necessario per ogni step,  e poi l'utilizzo di un lievito difficile da gestire e un DH finale particolare, fino all'imbottigliamento. Rosaura è una tipica maschera veneziana, c'è sempre qualcosa che si nasconde sotto la maschera.

Rosaura Blanche ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :120
Litri in pentola :39
Litri in fermentatore :25
Efficienza :72 %
OG :1052
ABV :5.0 %
Plato :12.9
IBU :33.4
BU/GU :0.64
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pilsner 3400 gr 49 %
Frumento non maltato 2800 gr 41 %
Fiocchi di Avena 400 gr 6 %
Fiocchi di OrzoFiocchi 300 gr 4 %
Totale 6900 gr

Luppoli
Citra 25 gr 60 min
Hallertauer Hersbrucker 20 gr 30 min
Saaz 15 gr 10 min
Citra 20 gr DH
Totale 80 gr

Spezie
Buccia di Arancia 33 gr 15 min
Coriandolo 20 gr 15 min
Buccia di Arancia 10 gr DH
Coriandolo 10 gr DH
Totale 73 gr

Lieviti
SafBrew Specialty AleS-33 23 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 20 min
Beta-amilasi 63 °C 70 min
Alpha-amilasi 70 °C 30 min
Mash Out 78 °C 5 min


Oltre alla mono-etichetta è stato deciso di rivisitare l'etichetta del collo, visto che praticamente non era più cambiata, cercando di amplificare le origini italiane.


L'evoluzione continua, anche se non abbiamo avuto tempo per applicarle subito, ci siamo concentrati maggiormente sulle dimensioni vere e proprie dell'etichetta, riguardante l'aumento della larghezza dell'etichetta per permettere ancora di più di fasciare la bottiglia, da applicare alla nuova birra, Chua una American IPA, simile alla Quanah, ma modificata, una bomba super-luppolata, complice anche la presenza di particelle di luppolo all'interno della birra, creato dall'utilizzo di pellets in DH, che è rimasto in parte in sospensione nella birra. Azzeccatissimo il nome, Chua, in indiano è il nome del serpente a sonagli, simile a questa birra così pungente e aromatica.

Chua American IPA ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 115
Litri in pentola : 40
Litri in fermentatore : 23
Efficienza : 64 %
OG : 1058
ABV : 6.6 %
Plato : 14.3
IBU : 82.2
BU/GU : 1.42
EBC : 18

Fermentabili
Maris Otter 6200 gr 89 %
Crystal 150L 420 gr 6 %
Fiocchi di Orzo 380 gr 5 %
Totale7000 gr

Luppoli
Simcoe 30 gr 60 min
Centennial 30 gr 30 min
Cascade 20 gr 20 min
Centennial 10 gr 15 min
Cascade 20 gr 10 min
Centennial10 gr 5 min
Cascade 20 gr 5 min
Centennial 30 gr 0 min
Cascade 40 gr 0 min
Simcoe 70 gr DH
Totale280 gr

Additivi
Irish Moss 15 gr 15 min

Lieviti
SafAle US 05 23 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 66 °C 100 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 0 min


Finalmente cominciano a prendere la forma definitiva le nostre etichette. Nelle ultime fasi di modifica sono stati aggiunti dati fondamentali che hanno trovato di nuovo posto, come la data dell'imbottigliamento, ma soprattutto la necessità di modificare il nome del birrificio per evitare di incorrere in qualche problema burocratico.
La birra a cui sono stati applicati questi nuovi dati è stata la Tripel Abjt & AbjS, "i gemellini", così soprannominati perchè la stessa cotta è stata divisa in due fermentatori inoculando due lieviti diversi. Le birre ottenute sono completamente diverse, questa denota che è il lievito a fare la birra. I lieviti utilizzati il T-58 ha dato un tocco aromatico più speziato, con note di pepe e invece l'S-33 ha dato un tocco molto più fruttato floreale, ripeto incredibile la differenza.

AbjT & AbjS Belgian Tripel ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 125
Litri in pentola : 38
Litri in fermentatore: 27
Efficienza : 68 %
OG Ricetta: 1073
ABV Ricetta: 8.2 - 8.7 %
Plato : 17.8
IBU : 33.1
BU/GU : 0.45
EBC : 7

Fermentabili
Pilsner 5000 gr 53 %
Wheat 1000 gr 11 %
CaraVienna 1000 gr 11 %
Munich Malt 1000 gr 11 %
Zucchero Candito, Clear 1000 gr 11 %
Fiocchi di Orzo 500 gr 5 %
Totale 9500 gr

Luppoli
Citra 25 gr 60 min
Citra 20 gr 30 min
Fuggle 20 gr 10 min
Fuggle 70 gr DH

Additivi
Irish Moss 15 gr 15 min
Nutrimento per lievito 3 gr 10 min

Spezie
Buccia di Arancia 30 gr 15 min

Lieviti
SafBrew Specialty Ale T-58
SafBrew Specialty Ale S-33

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 20 minuti
Beta-amilasi 64 °C 90 minuti
Alpha-amilasi 72 °C 15 minuti
Mash Out 78 °C 0 minuti



Naturalmente le etichette sono due per diversificare bene le differenze che oltre al nome, dove è presente la lettera della sigla del lievito utilizzato, e presente anche la striscia colorata che richiama il colore della busta.
Le ultime birre di stagione sono state le tre scure brassate con lo stesso lievito, nel vero senso della parola, eseguendo anche un lavaggio del lievito, il London Ale n°1028, della Weayst, Sicuramente a livello di esperienze dobbiamo dire che queste ultime tre cotte, ci hanno messa a dura prova, ma il tutto è servito per crescere ancora.
La prima delle tre è stata Badb Foreign Extra Stout, una scura con qualche grado in più. Nella mitologia irlandese , la Badb significa "corvo ", è la dea della guerra che prende la forma di un corvo.

Babd Foreign Extra Stout ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :120
Litri in pentola : 35
Litri in fermentatore : 26
Efficienza : 78 %
OG : 1070
ABV : 6.7 %
Plato : 17.1
IBU : 66.7
BU/GU : 0.95
EBC : 86

Fermentabili
Maris Otter 5900 gr 74 %
Special B 1000 gr 13 %
Roasted 400 gr 5 %
Fiocchi di Orzo 400 gr 5 %
Chocolate 300 gr 4 %
Totale 8000 gr

Luppoli
Pilgrim 75 gr 60 min Coni
Citra 25 gr 60 min Coni

Spezie
Bacche di ginepro 60 gr. 60 min.

Lievito
London Ale yeast1028

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 70 minuti
Alpha-amilasi A 68 °C 20 minuti
Alpha-amilasi B 72°C 15 minuti
Mash Out 78 °C 15 minuti


L'etichetta è stata ulteriormente allargata.
La seconda nera, la Bestia, come l'abbiamo ribattezzata dopo la sorpresa del giorno dopo, quando ci siamo ritrovati con 5 litri in terra, fuoriusciti dal gorgogliatore per l'enorme carica zuccherina che ha sprigionato un volume di CO² eccessivo, unito ad una temperatura alta di fermentazione.
Imperial Stout, Juniperus, sicuramente la birra più impegnativa, arrivata a 12% che ci metterà un bel pò a maturare. Come nella Badb, abbiamo provato ad eseguire una specie di biab-sparge  o lavaggio delle trebbie, per aumentare ulteriormente l'estrazione di zuccheri.
Il nome latino per richiamare la gran quantità di spezia utilizzata, in specifico bacche di ginepro. 

Juniperus Imperial Stout ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento : 125
Litri in pentola :30 + 6 di sparge
Litri in fermentatore :25
Efficienza :72 %
OG :1121
ABV : 12 %
Plato :28.2
IBU :134.0
BU/GU :1.11
EBC : 171

Fermentabili
Maris Otter 6000 gr 46 %
Zucchero di canna 2000 gr 15 %
Extra Light Estratto Secco 2000 gr 15 %
Special B 1000 gr 8 %
Fiocchi di Orzo 600 gr 5 %
Chocolate 600 gr 5 %
Roasted 500 gr 4 %
Black Malt 400 gr 3 %

Luppoli
Target (AA 11) 250 gr 60 min

Spezie
Bacche di ginepro 100gr 30 min

Additivi 
Nutrimento per lievito 10 gr 10 min

Lieviti
2 Starter di 2 litri di London Ale yeast 1028 + fondo della Babd

Profilo Mash
Beta-amilasi 64 °C 90 minuti
Alpha-amilasi 72 °C 20 minuti
Mash Out 78 °C 15 minuti


Per commemorare la particolarità di questa birra speciale da 12%, è stato deciso di rivisitare anche l'etichetta del collo con l'aggiunta di due ali per allargarla e renderla meno "pesante".


Infine concludiamo questa splendida carrellata di etichette e ricette, con l'ultima cotta della stagione, la terza nera, NovaTerra una Scout luppolata, più simile ad una American Dark IPA che ad una Stout, ma vista la imponente presenza di malti tostati, rientra in una Stout, e abbiamo coniato il nome di Hop Stout. In questa birra abbiamo utilizzato il lievito recuperato dalla Imperial Stout, tramite lavaggio, nel blog trovate un post specifico sull'argomento.
Anche il nome, che ultimamente a trovato posto nei sogni dei viaggiatori stellari, richiama questo carattere di scoperta, di ricerca di nuovi sapori.


NovaTerra Hop Stout ALL Grain BIAB
Minuti ammostamento :85
Litri in pentola :37
Litri in fermentatore :25
Efficienza :70 %
OG :1062
ABV :6.0 %
Plato :15.2
IBU :84.0
BU/GU :1.35
EBC : 101

Malti e Fermentabili
Maris Otter 5500 gr 71 %
Chocolate 500 gr 6 %
Brown Malt 400 gr 5 %
Crystal 150L 400 gr 5 %
Fiocchi di Orzo 400 gr 5 %
Black Malt 300 gr 4 %
Fiocchi di Avena 200 gr 3 %
Totale 7700 gr

Luppoli
Chinook 40 gr 60 min
Cascade 30 gr 30 min
Fuggle 20 gr 30 min
Goldings East Kent 20 gr 30 min
Goldings East Kent 10 gr 15 min
Fuggle 10 gr 15 min
Cascade 20 gr 15 min
Cascade 10 gr 10 min
Goldings East Kent 5 gr 10 min
Fuggle 5 gr 10 min
Fuggle 10 gr 5 min
Goldings East Kent 10 gr 5 min
Cascade 10 gr 5 min
Totale 200 gr

Lieviti
London Ale yeast 1028 derivato dal lavaggio del lievito della Imperial Stout

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 60 min
Alpha-amilasi 72 °C 20 min
Mash Out 78 °C 0 min


Queste sono le etichette e le ricette di questa prima stagione BIAB, in cantiere ci sono già le primi 5 cotte per la nuova stagione che inizierà con i primi di Settembre, e sono già quasi pronte l'ulteriore modifica delle etichette, con la scomparsa dello stile sotto il nome e l'aggiunta di alcuni parametri come l'IBU, l'indice dell'amaro, ma non sarò l'unica sorpresa.
Anche se la produzione è sospesa continuano i lavori di sviluppo e miglioramento, del nostro mondo homebrewer, come la cella climatica quasi terminata, ma ne riparliamo prossimamente, questa è un'altra storia.


In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...