lunedì 5 novembre 2018

Una Chiacchierata Con ..... Davide Cantoni

Cari lettori è passato un po’ di tempo dalla nostra ultima chiacchierata. Sono successe molte cose, alcune piacevole altre no, ma come sempre le situazioni non cambiano e non sono cambiate neanche le nostre abitudini di incontrare nuovi Amici. Così riprendiamo una rubrica che ha riscosso tanto successo nel passato “Una Chiacchierata con .....” 
Questa volta abbiamo avuto l’occasione di incontrare un amico di vecchia data anche se non ci consociamo personalmente Davide Cantoni birraiolo casalingo nonché creatore e curatore del sito http://www.rovidbeer.it

Ciao Davide o Ti devo chiamare RovidBeer?
D: Ciao Enrico, va benissimo Davide. 

Dammi una mano presentati e racconta brevemente la Tua storia birraria.
D: Sono di Cesena, in Romagna ed ho 36 anni. Ho iniziato a fare birra con i kit ormai 7/8 anni fa. A quei tempi era difficile evolversi, mancava l’attrezzatura, mancavano le informazioni, quindi il modo che ho trovato per farlo è stato con la tecnica del BIAB. Ho fatto birra “con la sacca” dapprima sul fornello da cucina, passando poi per una piccola pentola elettrica da 30 litri, per finire con una da 40. Quando ha iniziato a prendere piede la tecnica BIAP mi sono costruito, assieme all’amico Luca, un cestello per
creare un sistema All-In-One fatto in casa. Dopo un anno e mezzo di felice utilizzo ho deciso, quest’estate, di semplificare ulteriormente il tutto e ho comprato un All-In-One completo da 50 litri, identico a quello che hai tu. Ci ho già fatto 5 cotte e devo dire che funziona a meraviglia, lo sto consigliando a tutti gli amici e sto cercando di applicare alcune tecniche per l’aumento di efficienza, nell’ultima cotta mi sono assestato su un ottimo ed insperato 80%. 

Quale è stato il motivo che ti ha spinto ad appassionarti al mondo della birra casalinga? 
D: Sinceramente quando ho iniziato ero un completo “babbano”, ho iniziato perché mi hanno regalato il kit per fare birra, ma a quei tempi bevevo Moretti, Heineken e birre Weizen ed è quelle che, ahimè, puntavo a produrre. Poi dopo alcuni anni ho scoperto il luppolo e le birre IPA ed è stato subito amore. Capendo che non era possibile produrne in kit ho deciso di iniziare con il BIAB. Negli ultimi anni l’amore è virato verso le produzioni sour e ormai non riesco più a fare senza una Gueuze o un Lambic quando esco a bere. 

Quali sono le persone, professionisti e non, che hanno maggiormente influenzato il Tuo modo di fare birra?
D: La persona a cui devo di più è, forse inaspettatamente, Corrado di Zelig Planet, youtuber che tra i primi ha portato in Italia la tecnica del BIAB condividendola e spiegandola sui suoi video in maniera semplice e diretta. Un altro a cui devo tanto è ovviamente Salvatore di Brewing Friends, i suoi video sono divertentissimi e allo stesso tempo professionali e sono felice che abbia trovato la sua strada lavorativa in questo splendido mondo.  

Qual è la tecnica maggiormente hai usato e usi che  per produrre le Tue birre? 
D: Come già detto la tecnica che ho utilizzato di più è stato il BIAB, tecnica in passato denigrata da molti (spesso per invidia), ma che garantisce, se ben applicata, ottimi risultati in poco tempo e spazi ridotti. La naturale evoluzione del BIAB è il BIAP, che ne mantiene velocità e piccole dimensioni, aggiungendo però la possibilità di fare sparge e di produrre più litri. 

Quali sono le birre che produci che ti danno le maggiori soddisfazioni?
D: Non posso non citare la Gose, che è lo stile che mi ha dato
storicamente più soddisfazioni. Assieme all’amico Luca ne abbiamo brassata una che arrivò prima al concorso Southern Homebrewers del 2017, con un punteggio, udite udite, di 49,5/50. Da poco ne ho prodotta un’altra dove ho aggiunto poi separatamente Passion Fruit e Fico D’India. Me la cavo bene anche con i lieviti bretta, li sto studiando e mi stanno veramente appassionando. 

Quando hai pensato di condividere le tue esperienze e la tua passione? 
D: Quando sono passato dai kit al metodo BIAB ho deciso di aprire un piccolo blog, dove raccontare le mie esperienze ed illustrare le tecniche che utilizzavo, perché sui forum c’era molta incertezza e confusione su questa tecnica. 

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la strada di autore e più in specifico blogger?
D: Quello che mi ha spinto a trasformare il blog in un vero e proprio sito internet è stata la volontà di provare a portare in Italia alcuni tipi di articoli e argomenti che fino ad allora esistevano solo in inglese. Più in particolare, non ho mai trovato nulla di completo riguardante gli stili di birra, con informazioni sulle materie prime, temperature e consigli per produrli al meglio, ho quindi deciso di inaugurare il sito inserendo alcune guide di quel tipo. Poi col tempo ho iniziato a tradurre articoli interessanti e a crearne di miei. Quello che più mi da gioia e voglia di continuare è vedere che gli homebrewers apprezzano ciò che faccio e che mi contattano spesso in cerca di consigli e informazioni. 

Una regola delle chiacchierate che facciamo a cui, di solito, tutti si adeguano. Regala una tua ricetta ai nostri lettori.
D: Chi mi conosce sa che non è nella mia filosofia dare ricette complete, non per gelosia, ma perchè penso che sia giusto che ognuno arrivi alla propria birra perfetta tramite guide e consigli, in modo da “imparare” e non “copiando”. Questa volta mi pare comunque giusto fare un’eccezione. La ricetta della Gose è troppo semplice e in qualche modo è già ben spiegata sul mio sito, quindi vi propongo quella di una BLACK IPA che ho prodotto qualche mese fa e che arrivò prima ad un concorso per homebrewers della mia zona. 

BLACK IPA (Cryo hops) 

OG: 1.063
FG: 1.013
IBU: 58
EBC: 62,2
Litri in fermentatore: 25
ABV: 6,7% 

MALTI:
Pale Ale – 90%
Carafa Special III – 4%
Crystal T50 (Simpsons) – 4% 
Chocolate – 2% 

LUPPOLI:
Hallertau Magnum (Pellet) – 31g – 60 min. 
Cascade (Pellet) – 15g – 10 min.
Simcoe (Pellet) – 15g – 10 min.
Cascade (Pellet) – 25g – 5 min.
Simcoe (Pellet) – 25g – 5 min.
Cascade (Pellet) – 30g – 0 min.
Simcoe (Pellet) – 30g – 0 min.
Cascade (Cryo Pellet) – 50g – Dry-Hop 5 giorni 
Simcoe (Cryo Pellet) – 50g – Dry-Hop 5 giorni 
Cascade (Pellet) –30g – Dry-Hop 2 giorni 
Simcoe (Pellet) – 30g – Dry-Hop 2 giorni 

LIEVITO:
Fermentis US-05 – 2 Bustine 

PROFILO MASH
Mash monostep a 66 gradi per 60 minuti 

Fermentazione a 18 gradi per 3 giorni, poi salire gradualmente fino a 20 nel giro di altri 3 giorni. 

PROFILO DELL’ACQUA:
Il profilo dell’acqua è importantissimo soprattutto per le birre scure e per quelle luppolate, in questo caso lo è ancora di più dato che la Black Ipa racchiude entrambe le caratteristiche.
CALCIO: 90ppm
MAGNESIO: 7ppm
SODIO: 45ppm
SOLFATI: 75ppm
CLORURI: 100ppm
BICARBONATI: 110ppm 

PROCEDIMENTO MASH:
Ho diviso a metà le aggiunte di malti scuri (Carafa Special III e Chocolate) e ne ho messi metà in mash e l’altra metà li ho messi poco prima di iniziare a scaldare l’acqua per fare il mash-out. L’idea era di limitare la possibilità di astringenza dovuta a malti scuri. A conti fatti direi che ha funzionato, il tostato si sente, ma lascia comunque ampio spazio alla generosa luppolatura di dryhop successiva.
DRYHOP:
Per quanto riguarda il dryhop, dopo 4 giorni di fermentazione ho aperto il fermentatore e inserito i 100 grammi di luppolo in formato pellet cryo. Dopo 3 giorni ho riaperto nuovamente e ho inserito i 60 grammi di pellet (a quel punto ero praticamente arrivato ad FG). Ho atteso 2 giorni e ho poi lagerizzato prima di imbottigliare. 

Hai mai viaggiato per la birra? 
D: All’estero purtroppo ancora no (mi piacerebbe andare in Belgio ma attendo che mia figlia cresca, ora ha quasi 4 anni). In Italia, quando posso, partecipo a raduni e festival. Ogni anno sono immancabili l’Arrogant Sour a Reggio Emilia e il Beer Attraction a Rimini. Qualche settimana fa siamo scesi nelle Marche per una grigliata/birrata assieme al gruppo degli MCB, bravissime persone e ottimi birrai casalinghi. 

Raccontaci il percorso della Tua crescita, se hai programmato le tappe che ti ha portato prima a condividere le tue esperienze birrarie e poi a diventare un personaggio del panorama dell’informazione birraria italiana o è stata la passione che ti ha indicato la strada? 
D: Sinceramente no, nulla di programmato. La birra mi piace
tantissimo, amo produrla, berla e raccontare quello che so. È
sicuramente la passione che mi porta a continuare a scriverne, senza di
essa sarebbe difficile andare avanti in questa strada e probabilmente
smetterei, ma vi assicuro che per ora non c’è nessun motivo di preoccuparsi, anzi spesso ci sono troppe idee e cose da studiare e scrivere, ma troppo poco tempo per farlo purtroppo.

Quali sono le difficoltà che hai incontrato nell’applicare sul web i tuoi pensieri? 
D: Sono sincero, mi piace scrivere e leggere, non trovo grosse difficoltà nella stesura degli articoli, anzi forse questo è il modo giusto per unire due mie passioni, la scrittura e la birra. Quello che fatico a trovare è invece il tempo, ma cerco sempre di coniugare i miei hobby con il tempo dedicato alla famiglia, ma penso sia un problema comune. 

Il mondo della birra ha cambiato la tua vita? 
D: Certamente, soprattutto negli ultimi anni, sto iniziando a sperimentare sempre più cose diverse e ormai ho damigiane e fermentatori sparsi in ogni dove, tra casa mia e quella dei miei genitori. Prima ero appassionato di videogiochi e passavo ore davanti a PC e console, ora ho per forza di cose dovuto ridurre il tempo speso in giochi, passo invece molto più tempo a sciacquare bottiglie e a fare travasi ed imbottigliamenti. 

Cosa pensi del panorama dell’informazione birraria italiana articolata attraverso siti, blog, forum, social e canali video?
D: Penso che gli americani siano ancora avanti a noi anni luce, ma ci stiamo attrezzando e ci arriveremo. Loro hanno iniziato molto prima di noi la loro opera di catechizzazione del popolo alla birra, qua in Italia sono solo pochi anni che il fenomeno è nato, ma la crestita è veloce e continua. Per quanto riguarda l’homebrewing penso che ci siano già tanti esponenti di spessore, sia a livello scritto (blog e siti) che video (youtube), bisogna però sempre fare una cernita tra l’informazione giusta e quella non corretta e per chi è alle prime armi non è sempre semplice purtroppo. A volte mi fermo a pensare a quando ho iniziato a fare birra. Se avessi avuto tutte le risorse e attrezzature che ci sono ora avrei risparmiato tantissimo tempo e denaro, ma sono contento del mio percorso di crescita, spesso si impara di più sbagliando che facendo tutto a modo; non cambierei una virgola di ciò che ho fatto nel campo casalingo-brassicolo, errori compresi. 

Quali sono i tuoi rapporti con il mondo della birra artigianale italiana?
D: Amo bere birre italiane, quando posso scegliere spesso le preferisco alle straniere. In Italia abbiamo ottimi birrifici, alcuni premiati anche a livello europeo e mondiale. Spesso mi capita di fare due chiacchiere con i birrai e quasi tutti sono ex-homebrewers, è bellissimo quando parlando con un professionista del settore capisci che quello che fai tu per produrre 30 litri è esattamente ciò che fanno loro per infustarne ettolitri. Ultimamente, chiacchierando con un birraio marchigiano, abbiamo passato decine di minuti a discutere sulle varietà preferite di malti e luppoli e ciò mi ha fatto capire che la passione e la voglia di migliorare e migliorarsi è tanta anche quando di questa passione ne fai un lavoro. 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? 
D: Per quanto riguarda il sito Rovidbeer ho in mente una serie di articoli
a tema e sono già al lavoro assieme ad un grande amico per portarli
avanti, spero di riuscire ad uscire a breve con il primo di essi. Vi anticipo che tratteranno un argomento molto attuale, ma anche molto complesso.
Un altro progetto molto importante è il canale Discord “Homebrewing Experience”, (qua tutte le info http://www.rovidbeer.it/nuovo-canale-discord/ ) aperto assieme all’amico James, dove è già possibile entrare per connettersi via chat scritta e vocale assieme ad altri homebrewer italiani e di tutto il mondo. Ogni sera ci ritroviamo per fare due chiacchiere davanti ad una birra, proprio come fosse il bancone di una birreria, è qualcosa di eccezionale ed unico in Italia.
Per quanto riguarda il futuro abbiamo in mente un progetto incredibilmente interessante ed innovativo, che speriamo possa partire a breve su quel canale e che coinvolgerà alcuni tra i più famosi Homebrewers, blogger e professionisti italiani del settore. L’idea c’è, i protagonisti anche, manca solo qualche settimana di organizzazione e partiremo sicuramente, verrà creato un sito ad- hoc e la serata di esordio verrà pubblicizzata sul mio sito e sui social, quindi restate sintonizzati, vi prometto che non ve ne pentirete!!! 

Ti ringraziamo Davide è stato davvero un piacere poterti ospitare nel nostro salotto virtuale e scoprire qualcosa di te.
Ti ringrazio per la Tua disponibilità, e del tempo che hai voluto regalare a noi e ai nostri lettori. 

sabato 3 novembre 2018

Video Birra - Dry Hopping con spezie

Questo sabato vi teniamo compagnia con un video un pò diverso dal solito. L'occasione è venuta durante la preparazione per il travaso e relativo Dry Hopping della Saison l'ultima cotta fatta con il pastorizzatore. Abbiamo pensato che avreste gradito conoscere la nostra metodologia nel Dry Hopping quando abbiamo delle birre che gradiscono qualche aroma particolarmente speziato.
Così è stato girato un video dove potete vedere come utilizziamo le spezie nel Dry Hopping.
Vi ricordo che martedì è uscito un post con le dosi esatte per la preparazione delle tisane da unire poi al fermentatore prima del travaso qui https://signormalto.blogspot.com/2018/10/un-dry-hopping-un-po-particolare.html

Buona Visione.


mercoledì 31 ottobre 2018

Dry Hopping un pò particolare

In occasione del travaso della Saison, abbiamo effettuato una luppolatura a freddo o Dry Hopping con l'aggiunta di spezie oltre al classico luppolo all'interno del fermentatore.
Sono stati utilizzate le spezie della cotta, scorza di bergamotto, scorza di arancia amara e il coriandolo.
La tecnica è semplice, si tratta di fare delle tisane con gli aromi e poi unirli al luppolo nel fermentatore.
Abbiamo così preparato tre pentolini con 300 ml di acqua e le spezie. Normalmente le spezie le utilizziamo in proporzione tra 1- 2 grammi a litro a seconda del tipo.
Questa volta abbiamo inserito 15 grammi di coriandolo (1gr/lt) e 25 grammi di arancia e 25 di bergamotto (1.6gr/lt).
Oltre alle spezie abbiamo versato in ogni pentolino un cucchiaio abbondante di zucchero (ca. 20gr) per migliorare l'estrazione dei aromi.
Arrivati in bollitura abbiamo unito le spezie e spento il gas. Le tisane sono state lasciare raffreddare a temperatura ambiente. 
Una volta raffreddate le abbiamo filtrare con un colino in acciaio inox direttamente nel fermentatore. Insieme abbiamo inserito anche il Citra, il luppolo utilizzato come DH.
Dopo parecchie cotte con spezie abbiamo capito che non bisogna esagerare, meglio niente che troppo. Le spezie nelle birre sono un'arma a doppio taglio, e bisogna utilizzarle con coscienza sapendo che non si possono buttare spezie a caso e che alcuni stili li prediligono, per altre sono a discrezione, ma per molti non sono indicate.
Gli aromi non devono essere così forti da coprire gli aromi rotondi di una birra cioè il gusto di malto e l'aroma del luppolo, ma essere di complemento, di abbraccio e nulla più.
Come già scritto nel post della cotta,  potrete vedere tutte fasi del Dry Hopping nel video girato durante lo svolgimento del travaso e andrà in onda il prossimo sabato.




sabato 27 ottobre 2018

Video Birra - Saison in BIAB elettrico

Continuiamo con i video dedicati al pastorizzatore elettrico della Silvercrest. In questo 5° video ci dedichiamo alla seconda cotta di stagione, una cotta di prova per verificare la modifica al sensore.
Il risultato è stato buono nel complesso. Certamente non è la stessa bollitura del gas ma a differenza della prima cotta almeno ha bollito, piano ma a bollito.
Confermiamo le sensazioni positive della prima cotta. Una buona pentola sopratutto per fare Kit o come pentola di sparge per l'AG ma senza modifica è dura farla bollire.
Per la cotta è andato tutto bene, nessun intoppo tutto è filato liscio per questa Saison.
A complemento del video era uscito martedì l'articolo sul blog dove potrete trovare la ricetta qui: https://signormalto.blogspot.com/2018/10/saison-in-biab-elettrico.html
Sabato prossimo uscirà un video un pò diverso dal solito faremo vedere come abbiamo fatto un Dry Hopping un pò particolare utilizzando delle spezie.
Buona Visione.


martedì 23 ottobre 2018

Saison in BIAB elettrico

Dopo la modifica della pentola non vedevamo l'ora di provarla. L'occasione si è presentata per questa seconda cotta di stagione, una Saison ricca di profumi e spezie.
E' stata la cotta perfetta tutto è filato alla perfezione, la pentola ha fatto il suo dovere anche in bollittura e siamo riusciti a ridurre di 2 ore rispetto alla cotta di prova.
6 ore sono ancora troppe dobbiamo trovare il modo di abbassare la prossima volta di un'altra ora.
La ricetta deriva dalla ormai datata 6 Figlio prodotto 3 anni fà in BIAB. 
Vediamo insieme la ricetta:
6 Figlio Saison BIAB-E
lt mash :22 lt
OG preboil:1030
Min bollitura:60 min
Litri in fermentatore :15 min
OG :1043
ABV :4.3 %
Plato :10.8
IBU :36.0
BU/GU :0.84
EBC : 9

Malti e Fermentabili
Pilsner 2400 gr 61 %
Wheat 800 gr 20 %
CaraBelge 500 gr 13 %
Fiocchi di Orzo 150 gr 4 %
Crystal 80L 100 gr 3 %

Luppoli
Pilgrim (AA 10) 15 gr60 minPellet
Saaz (AA 4) 15 gr30 minPellet
Saaz (AA 4) 15 gr10 minPellet
Citra (AA 12) 25 gr DH

Spezie
Mosto d'Uva 200 gr 15 min
Coriandolo 7 gr 15 min
Buccia Bergamotto 7 gr 15 min
Buccia di Arancia 7 gr 15 min

Mix Dhy Hopping
Tisane di: 15 gr Coriandolo + 20 gr di zucchero, 25 gr Bergamotto + 20 gr di zucchero,  25 gr Arancia Amara + 20 gr di zucchero.

Lieviti
SafBrew Specialty Ale T-58 Fermentis

Profilo Mash
Mash In 50 °C 20 min
Beta-amilasi 63 °C 60 min
Alpha-amilasi 72 °C 25 min
Mash Out78 °C 10 min

Fermentazione: 22°C
Priming : 7 gr

Le modifiche rispetto alla ricetta originale sono state molte. L'utilizzo del Carabelge al posto del Carapils, l'assenza di fiocchi di frumento e l'utilizzo di frumento maltato al posto di quello non maltato, l'utilizzo di Pilgrim al posto del Chinok come luppolo da amaro e il Saaz al posto del EKG.  
La modifica che farà discutere è l'utilizzo del T-58 lievito belga secco della fermentis. In realtà la fermentis ha un lievito specifico per lo stile il BE-134.
Il T-58 è un lievito speciale selezionato per gli aromi pepati e speziati che produce a seconda delle temperature di fermentazione.
Una cosa molto bella di questo lievito e che forma un bel sedimento solido in bottiglia durante la carbonazione, lasciando la birra bella limpida.
Sinceramente non sono molto affezionato, non mi piacciono certo aromi pepati che rilascia, ma tra quelli che avevamo a disposizione ci sembrava quello più adatto allo stile. 
Per il mash abbiamo modificato un pò le temperature togliendo un paio di gradi sia al protein rest sia per la sosta di beta amilasi.
Tutto è andato bene, la pentola a risposto bene alla modifica, e con volumi così ridotti è una gioia birrificare.
L'unica cosa che da fastidio dopo tante cotte in AG è la torbicità del mosto, oltre ai parecchi agglomerati proteici.
Abbiamo raffreddato sempre con la serpentina dell'Easy Grain in 30 minuti.
Il lievito è stato inoculato intorno ai 22°C. 
La fermentazione è stata molto meno tumultuosa della cotta precedente. La temperatura non è salita molto (il lievito era un pò datato) e nonostante un quantitativo generoso con 11,5 gr per 15 litri con un OG bassina di 1043. La fase tumultuosa è durata 3 giorni poi il gorgogliatore si è quietato. 
Rispetto alla IGA abbiamo effettuato il travaso per il Dry Hopping. Un DH un pò particolare perchè sono state aggiunte le tisane delle 3 spezie utilizzate più il Citra per aumentare un pò l'aroma aggrumato.
Essendo un DH diverso dal solito è stato eseguito un video che illustra le fase del DH per permette a tutti di provarlo. Il video uscirà in Novembre, mentre quello della Saison uscirà questo sabato.
Dopo 7 giorni la densità è scesa fino a 1012, e non pensiamo che scenderà ancora molto max un paio di punti.
Ora attenderemo altri 7 giorni poi cominceremo  a misurare la densità per verificare l'avvenuta trasformazione di tutti gli zuccheri, prima di imbottigliare. 
Per la prossima cotta rispolvereremo l'Easy Grain, visto che vorremmo provare ad utilizzare la macchina nella sua ambientazione naturale casalinga. In programma una American Stout, una nera dai sapori decisi di luppolo. Riproporremo una vecchia ricetta del BIAB la Terranova.
L'impianto sarà utilizzato con il metodo BIAB, cioè senza risciacquo delle trebbie.
Nel frattempo il pastorizzatore subirà ulteriori modifiche, sia per il camino sia per la coibentazione e torneremo ad utilizzarlo per la cotta seguente.  
Ma questa è un'altra storia.

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