sabato 9 febbraio 2019

Video Birra - Blanche Easy Grain metodo BIAB

Dopo una serie di video del Gruppo Birrario Signormalto, ritorniamo con un video dedicato all'ultima cotta, una Blanche classica birra belga ricca di profumi ed aromi.
La cotta è stata eseguita con impianto All in One Easy Grain utilizzato il metodo BIAB più idoneo per piccole cotte, per evitare problemi sia di mescolamento che di inerzia termica durante gli step.
Andate a rileggervi la cronaca e la ricetta sul blog uscita martedì scorso qui:
Sabato prossimo torna a trovarci il GBS con un nuovo video, questa volta tocca a Corrado con un video girato presso la Malteria del Monferrato, un video decisamente diverso dai soliti, a mio avviso da non perdere. Corrado ha inviato anche un piccolo video di circa un minuto dove ci fa vedere come aprire un sacco di malto. Quanti di Voi hanno tirato qualche bestemmia ad aprire questi sacchi!!
La settimana successiva avremo il video di Stefano che ci farà vedere il suo impianto, in modo da illustrare il funzionamento dell'impianto automatico che ha creato allacciandosi così ai 3 post usciti nelle settimane precedenti.

Buona Cotta e Buona Visione


martedì 5 febbraio 2019

Blanche - Easy Grain BIAB

Frumento
L'anno nuovo è iniziato e le abitudini restano invariate, parola d'ordine brassare!
La prima cotta dell'anno è stata una Blanche. La birra doveva essere brassata alla fine dello scorso anno brassicolo, ma le temperature alte di fine Giugno ci avevamo fatto desistere, decidendo di spostare il tutto ad inizio della nuova stagione.
La stagione è iniziata da qualche mese ma non avevamo ancora trovato l'occasione di produrla. Siamo ormai agli ultimi grani e c'è sembrato il momento buono per utilizzare il frumento.
Questa volta al contrario dell'ultima cotta eseguita con l'Easy Grain con sparge, dove a causa del basso volume del mosto in fase di mash, le temperature erano schizzate fuori dai range stabiliti, siamo tornati, per questa nuova cotta, ad utilizzare il metodo BIAB e nel contempo abbassare la resistenza a 2500W in fase di mash. 
E' decisamente una birra diversa vuoi per gli ingredienti, vuoi per il metodo utilizzato, vuoi per la pulitura maniacale della polvere dai grani prima e dopo la macinazione. Si perché oltre alla polvere presente (soprattutto nei sacchetti da 5 Kg) all'interno dei grani abbiamo asportato anche la farina che si forma durante la macinazione. Naturalmente questo ha portato ad una diminuzione di peso che abbiamo integrato con altri grani macinati e setacciati a loro volta per raggiungere il peso previsto.
Purtroppo non è stata una buona idea. Lo avevamo immaginato ma abbiamo voluto provare. Togliendo la farina inevitabilmente abbiamo perso una parte di amidi già disponibili e alla fine abbiamo pagato con una densità finale più bassa.
La ricetta deriva direttamente dalla splendida Rosaura la Blanche che avevamo fatto con il metodo BIAB un pò di anni fà. Da tempo le nostre donne ci chiedono "la birra fatta con il grano" finalmente abbiamo esaudito il loro desiderio.
Vediamo la ricetta:

Rosaura Blanche Easy Grain BIAB
lt acqua mash :25 lt
lt acqua sparge: 0 lt
OG preboil:1025
Min bollitura:70 min
Litri in fermentatore :15 lt
OG :1040
ABV :4.0 %
Plato :10
IBU :13.9
BU/GU :0.39
EBC : 4

Malti e Fermentabili
Pilsner 1800 gr 50 %
Frumento non maltato 1600 gr 44 %
Fiocchi di Orzo 100 gr 3 %
Lolla di riso 100 gr 3 %
Totale 3600 gr

Luppoli
Citra (AA 12.5) 4 gr 60 min Pellet
Hallertauer Mittelfrueh (AA 4) 6 gr 30 min Pellet
Aramis (AA 7.1) 6 gr 10 min Pellet
Citra (AA 12) 25 gr DH
Totale 36 gr

Spezie
Buccia di Arancia 15 gr 15 min
Buccia Bergamotto 15 gr 15 min
Coriandolo 15 gr 15 min
Coriandolo 7 gr DH
Buccia di Arancia 7 gr DH

Lieviti
SafBrew Specialty Ale S-33 11.5 gr

Profilo Mash
Acid Rest 42 °C 10 min
Step 1 47 °C 1 min
Protein Rest 48 °C 15 min
Step 2 60 °C 1 min
Beta-amilasi 61 °C 60 min
Step 3 69 °C 1 min
Alpha-amilasi 70 °C 15 min
Mash Out 77 °C 10 min

Fermentazione 20°C
Priming : 8 gr

Easy Grain

La ricetta è molto simile alla sua originale, con il solo cambiamento del luppolo Hersbrucker con il Mittlefrueh. Per il resto non ci sono i fiocchi d'avena ma di orzo.
Questo perchè abbiamo, per pura combinazione, a disposizione quasi gli tutti gli ingredienti della ricetta originale.
Infatti spesso siamo costretti a modificare ricette già consolidate perchè non abbiamo gli ingredienti. Molto spesso fare birre in stile BJCP rimane sempre comunque difficile realizzarle a fine stagione.
La cotta è andata bene nessun intoppo. Il quantitativo di più acqua iniziare che ci offre il metodo BIAB ci ha permesso di mescolare fin da subito bene prima il frumento e successivamente gli altri grani, ottenendo cosi una birra limpidissima e una filtrazione perfetta. 
Le sorprese sono arrivate alla fine quando misurando la densità ci siamo accorti di essere un pò più bassi di quello che avevamo stabilito fermando il densimetro a 1040 invece dei 1048 della ricetta. Parte della mancanza deriva dal fatto che questa volta ci siamo dimenticati di aggiungere il succo di limone per acidificare l'acqua e quindi i grani hanno all'inizio lavorato con un acqua a 7,2 pH decisamente alto.
Mash
La birra ha già compiuto una prima fase di fermentazione sui 20°C con pochissima CO2 espulsa ma decisamente un bel cappello compatto di schiuma classico del S-33. 
Dopo 10 giorni è arrivata a 1010. La misurazione l'abbiamo presa durante l'aggiunta in Dry Hopping oltre che 25 grammi di Citra per rafforzare quel suo gusto aggrumato la birra e dalle tisane di arancia bergamotto e coriandolo (come avete visto recentemente un video sul nostro canale video. Per chi se le perso lo puo rivedere qui: https://youtu.be/7aDbTe1KtTo )
Abbiamo atteso altri 10 giorni prima di controllare da densità. S-33 è un lievito un pò particolare che ha il brutto vizio di simulare una fine fermentazione bloccandosi per poi ripartire dopo qualche giorno.
Ci ha messo quasi un mese a stabilizzare la densità, terminando la fermentazione con una FG di 1006 niente male come attenuazione.
Abbiamo ancora due birre da fare con gli ultimi avanzi poi faremo l'ordine per le birre della nuova stagione.
Con le nuove birre torneremo in garage e al metodo classico. Non abbiamo ancora deciso se utilizzare le nostre pentole o inserire l'easy grain come pentola di mash.
Ma questa è un'altra storia.









sabato 2 febbraio 2019

Importare una ricetta da Brewfather a Grainfather - Il Video

Questo sabato Michele ci presenta la seconda parte del video dedicato al controller bluetooth del Grainfather. 
Questa seconda parte tratta di come importare una ricetta all'interno del controller con app bluetooth. Il video presenta una prima parte dedicata alla creazione di una ricetta che successivamente tramite l'app del Grainfather ed infine importata all'interno del controller della macchina.
Buona Visione



Link diretto al video qui: https://youtu.be/nK-wnkMNl6o

mercoledì 30 gennaio 2019

Due chiacchiere con la Malteria del Monferrato

Come mio solito sono stato alla Malteria del Monferrato per fare incetta di malto base, Pils e Pale Ale.
Ho colto l’occasione per fare due chiacchiere con Davide, titolare dell’attività.
Durante i mesi di convalescenza, dopo un infortunio al ginocchio di Davide, nel 2015 nasce la malteria del Monferrato. Davide mi spiega che il processo di maltificazione lo ha sempre affascinato e durante quei mesi si è documentato meglio e ha preso la decisione di avviare questa attività.
Il percorso non è stato immediato, prima di attivarsi in Italia ha sostenuto diversi stage ed approfondimenti in varie parti del mondo, Canada, Stati Uniti, Germania ecc. da dove ha appreso spunti e “trucchetti” per la produzione del malto.
Una volta rientrato in Italia, e dopo aver preso contatti con il CERB, nell’estate del 2017 parte il progetto Malteria del Monferrato.
Un percorso non immediato in quanto si sono dovute individuare le aziende locali che fossero interessate a produrre l’orzo secondo un rigido capitolato tecnico.
Al momento una quindicina di aziende hanno aderito al progetto e producono orzo distico che, con le sue sapienti conoscenze, Davide lavora per grandi e piccoli produttori di birra.
Al momento la lavorazione avviene con appositi macchinari, ma il sogno e quello di realizzare parte del prodotto direttamente a terra come si faceva una volta.
Bene adesso che conosciamo l’azienda è giunto il momento di carpire anche noi qualche “segreto” del malto. 
Esiste la macinazione perfetta?
No, o meglio non credo. Ogni macinazione deve essere regolata in funzione del produttore da cui si compra il prodotto e dai diversi lotti. In ogni caso il chicco deve avere dimensioni minime di 2,5mm e quindi tarando il mulino, considerando questo valore, bene o male i chicchi vengono aperti. Ricordo di non esagerare per non polverizzarlo.

Meglio macinare a umido o a secco?
Ma guarda tutte e due le procedure hanno dei pro e dei contro. La macinatura ad umido ha una migliore reazione nello spezzamento ma va da se che una volta bagnato il malto deve essere utilizzato. Mentre a secco hai maggiori problemi di polverizzazione ma riesci a conservarlo meglio una volta macinato.

Perfetto, una volta macinato, a secco, il malto quanto si conserva e come?
Una volta macinato il malto deve essere conservato ben chiuso ed in un locale fresco ed asciutto, e comunque entro 48 ore deve essere utilizzato per evitare che si ossidi.

Come possiamo conservare in modo corretto il malto a casa Nostra?
Il grado di umidità del malto deve essere mantenuto tra il 4 e il 5%. Per fare ciò i birrifici hanno dei locali con temperatura e grado di umidità costantemente controllati. Capisco che in casa questo non sia possibile ma è sufficiente tenere sempre ben chiusa la confezione e ricoverare il prodotto in un locale fresco e asciutto. Nel caso in cui il malto dovesse prendere eccessiva umidità, tra il 6 e l’8%, si potrebbe avere una resa inferiore alle aspettative. Oltre cercate un parente con le galline.

Sicuramente queste due righe non possono essere esaustive sul mondo del malto, ma spero di aver chiarito alcuni dei dubbi che avevo anche io.

a cura di:

Corrado Angeloni 49 anni, professione progettista di impianti elettrici. Nel novembre 2017 organizzatore della manifestazione torinese Birrafacendo. Dal 2018 birrifica con il metodo classico 3 pentole. Si occupa della produzione di birra casalinga.

lunedì 28 gennaio 2019

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 3)

Disclaimer
In questo articolo vediamo come è possibile automatizzare un impianto di birra. Sono richieste competenze elettriche e si usa la corrente a 220 Volt, è molto pericoloso, fatelo soltanto se siete elettricisti o se siete assistiti da personale competente! 
SignorMalto non si prende nessuna responsabilità in caso di incidenti domestici.

Automatizzare il processo di birrificazione (Parte 3)

Entriamo ora nella terza ed ultima parte di questo processo di automazione ossia nell’implementazione di un software che possa leggere le temperature della nostra sonda e che possa leggere e scrivere sui nostri relè. Ovviamente in questa fase è necessaria una conoscenza di un qualsiasi linguaggio di programmazione e la scelta del linguaggio va un attimo pensata e ponderata. Io programmo da circa 30 anni (mamma mia come passano gli anni) e ho sempre avuto la convinzione che un linguaggio vale l’altro, l’importante è che il software faccia il compito per il quale è nato, tuttavia questa volta non è proprio cosi…
Vi riporto alcuni pensieri che ho fatto sulle diverse tecnologie, ovviamente sono pareri personali dove altri informatici potrebbero non essere d’accordo con me. 
  • Interfaccia WEB: oggi vanno molto di moda e molti sanno programmare per il web, tuttavia una soluzione del genere richiede l’installazione di un server web su un raspberry. Tecnicamente la cosa è possibile, sul raspberry è possibile un server LAMP (Linux Apache MySQL PHP) però pretendere che con l’hardware limitato che ha, abbia anche delle buone prestazioni sarebbe chiedere troppo. Dall’altra parte se per leggere la temperatura, valutare se spegnere la resistenza elettrica e successivamente spegnere la resistenza elettrica richiedesse del tempo di latenza alto, pensiamo anche solo 6 secondi (che sono 2 secondi per attività) per lo scopo che abbiamo potrebbe essere troppo. 
  • Python : E’ un linguaggio di programmazione molto usato in questi anni grazie alla sua semplicità, tuttavia ho scartato questa opzione perchè non ha la possibilità in maniera nativa di creare interfacce grafiche (a meno di non fare salti pirotecnici creando interfacce WEB ma si torna al punto precedente), altro vincolo, questo linguaggio rientra nella categoria dei linguaggi interpretati che richiede un framework per girare quindi anche in questo caso non è il massimo come performance. 
  • Linguaggi compilati: Cadono in questa categoria tutti quei linguaggi che una volta compilati generano codice macchina (i file .exe per Windows o binari per Linux). Sono linguaggi compilati linguaggi come il C/C++, Pascal etc. Va da sé che da un punto di vista delle performance questa sia la soluzione migliore. 
La mia scelta è caduta sull’uso del Pascal (che non è più il vecchio Pascal degli anni ‘90) appunto perchè è un linguaggio compilato e perchè ho usato questo linguaggio a livelli professionali per anni quindi lo conosco molto bene.
Per il mondo Linux (quindi per il raspberry) esiste un progetto open source clone del più famoso Delphi che si chiama Lazarus (link : https://www.lazarus-ide.org/) è un progetto maturo ed io lo uso tuttora al lavoro perchè mi permette di creare interfacce grafiche con estrema facilità e la libertà di programmare in Pascal. Un’altra alternativa valida potrebbe essere la programmazione C/C++, ma questa l’ho scartata perchè non ho esperienza nella creazione di interfacce grafiche con questo linguaggio. 

Entriamo nel merito dell’interfaccia grafica, all’avvio del software viene selezionata la ricetta (precedentemente inserita) e verranno visualizzati i vari step di Mash


nell’esempio, la mia Weiss esegue i seguenti step di mash: 
  • 5 minuti a 54 gradi 
  • 30 minuti a 63 gradi 
  • 30 minuti a 68 gradi 
  • 10 minuti a 78 gradi
La temperatura dell’acqua di sparge è settata a 78 gradi e il tempo di bollitura è 60 minuti.
Una volta che sono stati settati i parametri apparirà la seconda videata, quella della cotta


Nella parte superiore è visibile la temperatura dell’acqua o del mosto con il relativo valore settato. Cliccando il tasto a destra “Start Mash” inizierà la fase di mash portando la temperatura al valore settato (nell’esempio 54 gradi). Durante tutta la fase di Mash e bollitura verrà graficato la temperatura, questo è molto utile perchè si vedrà se ci sono dei cali termici
Non mancano ovviamente alcuni tasti fondamentali, come il tasto di emergenza dove si spengono tutte le resistenze, o pulsanti per accendere o spegnere la singola resistenza.
Altra caratteristica utile è la visualizzazione del tempo impiegato nella cotta, dal momento che si preme il tasto Start Mash fino alla fine del fase di bollitura. Io faccio cotte da 15 litri e ci metto 3 ore e 20 minuti, naturalmente poi va aggiunto il tempo di raffreddamento mosto e travaso nel fermentatore.

Codice
Mostrare e spiegare tutto il codice in un singolo articolo è una impresa impossibile, ad ogni modo per chi fosse curioso o volesse collaborare alla stesura di questo progetto mi può contattare privatamente, al momento attuale il codice è eternamente “work in progress” tuttavia ho una versione stabile e una in sviluppo che conta ormai oltre 1200 righe di istruzioni. Le parti fondamentali sono leggere la temperatura della sonda e scrivere il valore 0 o 1 sui relè (con 0 si apre il circuito quindi si spegne la resistenza con 1 l’opposto). Vediamo qualche pezzo di codice che reputo interessante al fine della birrificazione.
Per quanto riguarda la temperatura, io ho fatto una sola funzione che prende come input la sonda alla quale siamo interessati di leggere il valore, questo comporta che quando si chiama la funziona bisogna sapere quale pin della GPIO (trattato nel precedente articolo) vogliamo leggere.



In maniera analoga, quando vogliamo spegnere una resistenza ho implementato una funzione che prende in input la resistenza e il suo valore (OFF)








Caso diverso invece quando vogliamo accendere una resistenza, in un caso siffatto prima è necessario spegnere tutte le altre resistenza (ad esclusione della pompa), diversamente si supera il voltaggio che ho a disposizione in casa e questo mi farebbe saltare la corrente. 



Infine questo codice mostra come viene eseguito il controllo in fase di Mash, se la temperatura corrente è uguale o maggiore di quella impostata allora viene spenta la resistenza di Mash. Qua va tenuto presente un aspetto che forse migliorerà in futuro, al momento attuale ogni 20 secondi leggo la temperatura e valuto il da farsi, questo comporta che la resistenza potrebbe essere stata accesa per 19 secondi oltre la temperatura impostata, da aggiungere che al suo spegnimento esiste comunque un aumento della temperatura dovuto al fatto che la resistenza resta calda per un certo arco temporale. Al momento mi regolo ad occhio, se voglio impostare 53 gradi, io setto 52 o 51. 


Conclusioni
E’ una passione e un bellissimo passatempo, da soddisfazione vedere la produzione di birra in modo automatizzato e sapere di aver creato il tutto da zero. Come dicevo il software cambia di cotta in cotta e per testarlo, evitando di usare pentole e litri di acqua, alla presa attacco 4 lampadine che si accendono e spengono (simulando di fatto l’accensione o lo spegnimento delle resistenze). Per testarlo in tempi celeri, ho una cotta di test dove gli step di Mash sono solo 2 entrambi di un minuto e le temperature sono di 20 e 25 gradi (velocemente raggiungibili da una lampadina) e il boil è settato a 30 gradi dalla durata di un minuto. In questo modo la cotta di test dura 4 o 5 minuti e so se il software funziona o meno. Inutile nascondere che un po’ di agitazione il giorno della cotta c’è.

a cura di:
Stefano cresciuto in un paesino della provincia bergamasca, nella vita si occupa di Sicurezza Informatica ed ha voluto unire le sue competenze professionali con il suo hobby di Homebrewing. Birrifica dal 2017 con metodo All Grain classico con i tre tini. Da questa passione ha scoperto la bontà delle birre ambrate.
Ha un sito internet. http://www.stefanolorenzi.org/site/ 
Si occupa, all'interno del Gruppo, della parte informatica del processo di produzione e gestione della fermentazione con spiegazioni di programmazione e sviluppo di app.






In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...