domenica 26 gennaio 2014

Oro Travaso

Anche oggi ci siamo dedicati a coccolare il nostro nettare, la nuova fatta domenica scorsa, Oro la bionda.
Dopo 6-7 giorni si rende necessario effettuare un travaso per "pulire" il mosto dal deposito di lieviti esausti, farine e proteine, e anche, se previsti dallo stile, per inserire la luppolatura a freddo con, questa volta, il formato pellets. Siccome utilizzando i soliti sacchi di cotone, avendo una trama larga, che una volta assorbito il mosto, tenderebbe a farlo fuori uscire ed espandersi libero nel mosto.
E' stato così utilizzato un filtro, sempre di cotone, ma a trama finissima, che viene utilizzato normalmente per filtrare le tisane, dove trattiene anche la polvere.


Bisogna semplicemente sfilarlo dal supporto in metallo e poi con una spilla da balia inserire uno spago alimentare, per poi chiudere il sacchetto.


Naturalmente, per evitare eventuali presenze di contaminanti, che potrebbero creare infezioni e preferibile sterilizzarlo in acqua bollente facendolo bollire qualche minuto.


Come sempre si inizia cominciando a sanificare tutto, il fermentatore, il rubinetto, e il gorgogliatore, oltre alla gomma che provvederà al passaggio tra i due fermentatori, con bisolfito, 4 cucchiaini rasi in 1 litro di acqua fredda. Sconsiglio l'acqua calda per evitare di inalare vapori dannosi e irritanti.


Nel frattempo si preleva un campione di mosto per verificare la densità, e magari anche un assaggio, per capire un pò che gusti e aromi si potrebbero trovare più avanti, un anteprima a cui non si può rinunciare.


Come potete vedere, i lieviti hanno praticamente già compiuto il proprio compito, anche se si nota una certa torbicita causata da lieviti in sospensione, infatti il gorgogliatore ancora "cantava", causato probabilmente da anidride carbonica in quantità abbondante nel mosto, infatti il campione prelevato presentava una buona effervescenza. 
Il gusto rilevava un certa caramellosità, e un corpo deciso, piacevole, anche se speravo una maggiore presenza di luppolo e di più dall'aroma, è presente un lieve amarognolo in gola alla declutizione.


La ricetta prevedeva un FG di 1016, ma come vedete dalla foto siamo già a 1012, probabilmente dovuto all'aumento del tempo di mash, che ha trasformato maggiormente gli amidi in maltosio più fermentabile, creando una birra più secca.
Una volta sanificato tutto, ci si accinge a collegare i due fermentatori con il tubo tra i due rubinetti.


E da evitare un apertura brusca del rubinetto, per non tirarsi giù i lieviti intorno alla parte interna del rubinetto, ma aprire delicatamente, per evitare di creare una depressione eccessiva, e trasportare meno torbicita. 
Intanto prepariamo il luppolo in pellets, la scelta è caduta sul Nelson Sauvin in pellets, cogliendo anche l'occasione di utilizzare un sacchetto di luppolo in pellets aperto un pò di tempo fa.


Questa volta il sacchetto non è stato fissato, perchè il pellets, anche se all'inizio tende a galleggiare, con il passare delle ore tende ad affondare naturalmente, inzuppandosi maggiormente dei coni che sono più leggeri.


Qui potete vedere il lento fluire del mosto nel nuovo fermentatore, e il sacchetto legato con il luppolo in pellets.


Qui si vede molto bene il sacchetto a galla, bisogna anche ricordare che il luppolo era nel congelatore e quindi bisogna attendere che si scongeli.


A operazioni terminate la temperatura era di 20°C e si procedere ad inserire il gorgogliatore con liquido per lasciare il fermentatore isolato dall'atmosfera esterna e si procede anche ad inserire liquido nel rubinetto per evitare che il malto presente nel rubinetto di secchi, possibile causa di attacchi di batteri e funghi e a volte anche di bloccare la rotazione del rubinetto.



Normalmente si può utilizzare il bisolfito utilizzato per la sanificazione della attrezzatura, ma abbiamo anche usato grappa o alcool.


Una volta terminato rimane solo il lavoro più noioso, la pulizia del fermentatore svuotato, dove si può vedere il fondo lasciato dai lieviti esausti.


Il fondo è risultato compatto, con la presenza di coaguli di proteine che durante il travaso tendono a salire dal fondo.


Qui potete vedere quanto era compatto il fondo, addirittura rimane il segno passando il dito. Sul bordo del fermentatore era presente un bordo di schiuma indurito residui delle fermentazione.


Qui potete vedere anche i coaguli di proteine attaccati alle pareti, e anche affiorare dal fondo.
Ora il prossimo passo sarà l'imbottigliamento, che di solito effettuiamo dopo una settimana. Purtroppo complice alcuni impegni e la presenza della luna nuova a fine settimana dovremmo far slittare di una settimana l'imbottigliamento, speriamo che almeno così la luppolatura a freddo possa agire maggiormente.

2 commenti:

  1. Complimenti per il blog! molto simpatico e divertente! Facci sapere come è venuta questa bionda con questi aromi intriganti!

    Menny

    RispondiElimina
  2. Ti ringrazio era nostra intenzione di fare le cose bene, ma senza prenderci troppo sul serio, nella rete c'è già pieni di Mastri. Non mancheremo di farvi sapere come procede la maturazione.

    RispondiElimina

Commenti Disattivati

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...