martedì 31 ottobre 2017

BIRRAFACENDO La fiera dell'Homebrewing a Torino

Da Ven 24 a Dom 26  Novembre si svolgerà a Torino la prima edizione della fiera dell'Homebrewing.
Birrafacendo si tiene a Lingotto Fiere, polo multifunzionale e flessibile, a pochi minuti dal centro città, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, situato all’interno di una location storica – gli ex-stabilimenti Fiat. Il padiglione 1 offre una superficie espositiva netta di 5590 mq.
La fiera Birrafacendo è un appuntamento culturale che apre le porte di Torino ai partecipanti e offre la possibilità di visitare piazze, musei ed edifici storici per tutta la durata della manifestazione.
Birrafacendo è la prima fiera dell’Homebrewing a Torino. La manifestazione si pone l’obiettivo di diventare il punto di incontro tra coloro che operano nel settore del Homebrewing e chi condivide la passione per la produzione della birra fatta in casa, oltre a far crescere il livello di produzione della birra artigianale nella Città di Torino e nella Regione Piemonte.
All'interno della fiera si troverà tutto per l’homebrewing, fornitori di attrezzature per la birrificazione, prodotti per la pulizia, prodotti per la sanificazione, di materie prime come acqua, malto di orzo e altri cereali, luppolo, lievito, ecc…, fornitori di kit preparati e completi per la birrificazione, prodotti per l’imbottigliamento e la consumazione, libri e manuali sulla birrificazione casalinga, bacheca dell’usato.
Vi chiederete come mai ve ne do notizia, sapete che il blog non si interessa di eventi che non siamo legati al mondo del Signormalto, soprattutto per la complessità degli eventi e del numero sempre crescente, che renderebbe impossibile dare un informazione completa.
Il motivo è che questa manifestazione fa parte del mondo Signormalto. Infatti nei giorni della manifestazione saremo presenti con il nostro stand per proporre ai visitatori un percorso dimostrativo, per illustrare i nostri metodi di produzione con 4 dimostrazioni brassicole.
Il percorso dimostrativo ha come interpretazione il sogno, il sogno di realizzare una birra in casa. Infatti si chiamerà "Da un Kit ad un Sogno".
Ai visitatori sarà consegnato un pieghevole con la nostra presentazione, la nostra storia e la nostra missione. Inoltre ci sarà un cenno sulle metodologie utilizzate e infine il programma dettagliato. Insieme sarà consegnato anche un libretto di una ventina di pagine a riassunto delle giornate, con argomenti specifici su:
Introduzione al mondo della birra casalinga;
L'attrezzatura necessaria;
Le metodologie;
Gli ingredienti necessari ;
I processi produttivi;
e una ultima parte con ricette da kit agli impianti automatici.
Una piccola guida per lasciare nelle mani dei partecipanti, quel sogno che ognuno di noi rincorre, quando brassiamo una birra.
Il programma prevede:
Programma delle dimostrazioni 
Venerdì 24 Novembre 2017
Ore 10
Presentazione del percorso dimostrativo a cura di Birrafacendo
Ore 10,10
Presentazioni Signormalto
Chi Siamo
La nostra Storia
Ore 10,30
Presentazione del metodo Kit Classico
Attrezzatura necessaria
Dimostrazione pratica di una cotta di Kit Classico
Ore 12
Riflessioni finali
Ore 12,30
Pausa
Ore 14,30
Presentazione del metodo kit Elaborato
Attrezzatura necessaria
Dimostrazione pratica di una cotta di Kit Elaborato
16,30
Riflessioni finali

Sabato 25 Novembre 2017
Ore 10
Presentazioni Signormalto
Chi Siamo
La nostra Storia
Ore 10,10
Presentazione del metodo BIAB
Attrezzatura necessaria
Ore 10,30
Dimostrazione pratica di un cotta All Grain con il metodo australiano BIAB
Ore 12,30
Pausa
Ore 13,30
Ripresa dei lavori
Ore 17
Riflessioni finali

Domenica 26 Novembre 2017
Ore 10
Presentazioni Signormalto in compagnia di Alessandro Simonetta
Chi Siamo
La nostra Storia
Ore 10,10
Presentazione dell'impianto automatico Braumeister a cura di Alessandro Simonetta
Ore 10,30
Dimostrazione pratica di un cotta con Braumeister a cura di Alessandro Simonetta
Ore 13
Pausa
Ore 14
Ripresa Lavori
Ore 17
Riflessioni finali
Ore 17,30
Saluti e ringraziamenti

Gli orari sono indicativi e possono variare a seconda le esigenze dell'organizzazione.

Non mi rimane che invitarvi a visitare la fiera e a venirci a trovare vi aspettiamo anche per conoscerci di persona e scambiarci qualche parola per creare nuove amicizie.  
Rimanete sintonizzati seguiranno aggiornamenti.


  


venerdì 27 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 5ª Parte

Siamo giunti alla fine di questo percorso che vi ha tenuto compagnia per 5 settimane. Un laboratorio dedicato alla tecnica All Grain con il metodo australiano BIAB. 
In questa ultima parte ci dedichiamo alle parti finali della cotta sistemazione del mosto nel fermentatore, inoculo e sistemazione in cella riscaldante. 
Siamo molto contenti, il laboratorio ha avuto un buon successo di pubblico, sia qui sul blog che sul canale video, riscontrato molti feedback positivi.
Ma il laboratorio non finisce qui, il prossimo sabato andrà in onda, come tradizione vuole, un gustosissimo fuori onda con i tagli migliori. Devo dire che c'era tanto materiale che poi alla fine ho dovuto tagliare pure i tagli, lasciando solo il cuore dei momenti più esilaranti. 
Tra due sabati andrà in onda la prima parte della dimostrazione con Braumeister tenuta dall'amico Alessandro Simonetta. Un preludio sul laboratorio sulle macchine automatiche che si dovrebbe tenere a Febbraio.
Non vi resta che gustarvi questa ultima parte e ci si rivede sabato prossimo. 



Buona Visione.

sabato 21 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 4° Parte

Le settimane passano inesorabili e stiamo giungendo alla conclusione del Laboratorio BIAB, siamo arrivati alla 4ª parte. In questo episodio parliamo delle fasi finali bollitura e luppolatura. 
Il video si occupa soprattutto dei luppoli, descrivendo le varietà utilizzate e le caratteristiche.



Il prossimo sabato 5ª e ultima parte.
Buona visione.


martedì 17 ottobre 2017

Braumeister dimostrazione di una cotta

Dopo i laboratori di Maggio sul tema All Grain Classico e quello di Settembre sul sistema australiano BIAB, torniamo con una dimostrazione.
Questa volta è toccato ad un impianto automatico il Braumeister da 20 Litri.
Alessandro Simonetta
La dimostrazione è stata tenuta dall'amico Alessandro Simonetta, conosciuto ai più  con il nick di Alesim. Alessandro una persona preparata, vera e disponibile è stato gentilissimo ad offrirsi per questa dimostrazione, per far conoscere a chi ci segue il mondo degli impianti automatici.
L'impianto che non avevamo mai visto dal vero, una macchina splendida di costruzione robusta, molto curata nei particolari.
Composta da una pentola con rubinetto, una centralina automatica e una pompa situata sotto la pentola. All'interno sul fondo della pentola c'è il foro della pompa e al centro il perno con le tacche graduate per il litraggio dell'acqua dove viene inserito il pipe malt o cestello. Nel pipe malt viene inserito un filtro inferiore e poi una volta aggiunto i grani un filtro superiore.
Schema dell'impianto
Il cestello ha due fori per il sollevamento dove viene inserito il gancio e all'esterno al centro del pipe malt i perni di supporto per appoggiare il cestello sulla staffa di supporto. All'interno sul fondo della pentola si trova la resistenza da 2000W. Il funzionamento della macchina simula un impianto BIAB.
Per mettere alla prova il Braumeister abbiamo deciso di replicare la ricetta dei laboratori All Grain e BIAB, la ORO Original.
Andrea, Angelo, Alessandro e io. Dietro al foto DJ500
Il metodo di funzionamento del Braumeister ha costretto Alessandro ad impostare delle modifiche alla ricetta originale per mantenere il più possibile le caratteristica della ricetta originale. Le modifiche sono dovute principalmente alle differenze del quantitativo di acqua presente all'interno della pentola e al funzionamento della macchina stessa. 
Della dimostrazione è stato girato un video che uscirà dopo lo speciale del laboratorio BIAB tra 4 settimane.
La mattinata è iniziata presto, Alessandro è arrivato armato del suo prezioso congegno, corredata all'attrezzatura di serie del BM (abbreviazione del Braumeister ndr) compresa la serpentina di raffreddamento. 
Lo abbiamo aiutato a sistemare l'impianto sopra il  nostro supporto e gli abbiamo chiesto mentre si scaldava l'acqua di esporci un po' in dettaglio l'impianto. E stato molto preciso e competente nell'esporre con dedizione tutti i particolari soffermandosi soprattutto sul funzionamento e sul cuore elettronico che controlla le varie fasi di brassatura dell'impianto.

Vediamo la ricetta modificata

ORO Original APA Braumeister
Litri in macchina :29.2
OG preboil:1034
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :21.5
OG :1043
ABV :4.3 %
Plato :10.8
IBU :27.7
BU/GU :0.65
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale Ale 3400 gr 93 %
Fiocchi di Orzo 200 gr 5 %
Biscuit 50 gr 1 %
Totale 3650 gr

Luppoli
Simcoe (AA 12.3) 7 gr 30 min
Amarilllo (AA 9) 7 gr 20 min
Galaxy (AA 16.7) 7 gr 15 min
Galaxy (AA 16.7) 7 gr 10 min
Amarillo (AA 9) 20 gr 5 min
Galaxy (AA 16.7) 65 gr Dry-Hop
Totale 113 gr

Lieviti
SafAle US 05 DryUS-05 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50°C 15 min
Beta-amilasi 65 °C 55 min
Alpha-amilasi 72 °C 25 min
Mash Out 78 °C 10 min

Fermentazione 19°C

Il Pipe Malt
Come tutti gli impianti automatici le fasi di mash proseguono in automatico permettendoci di poter utilizzare Alessandro per avere tutte le informazioni necessarie per esaudire le nostre curiosità sul BM.
Terminato il mash, il BM non prevede lo sparge e abbiamo semplicemente sollevato il pipe malt e appoggiato sulla sua staffa di supporto per far sgocciolare il mosto all'interno della pentola. Qui Alessandro ci hai illustrato la possibilità di eseguire una fase di risciacquo trebbie, anche se poi ha preferito non eseguirla.
Sull'effettiva efficacia di un sistema elettrico di portare il mosto ad una bollitura vigorosa, ho sempre avuto dei dubbi, ma mi sono dovuto ricredere.
Alessandro ha progettato una cappa artigianale per aiutare ad alzare la temperatura sopra la pentola, e quindi aumentare il vigore della bollitura.
La cappa è stata creata con una bastardina acquistata con pochi euro in un grande magazzino che ha poi forato creando un buco di 10 centimetri.
Nell'attesa che partisse ed iniziasse la fase di bollitura e in seguito di aggiungere i luppoli, abbiamo fatto una pausa per pranzare. Sono questi i momenti fondamentali per cementare nuove amicizie e per diventare anche un pò complici di momenti vissuti condividendo anche qualche confidenza.
E qual'è il collante che rafforza le amicizie? Ma la birra!
Cotta finita
E così insieme ad un pasto fugace abbiamo assaggiato un pò di ottime birre portate da Alessandro, ripassando tecniche e ricette.
Purtroppo quando si sta bene il tempo passa velocemente e dopo 60 minuti di bollitura siamo passati alla fase di luppolatura. Abbiamo inserito l'hop basket all'interno dell'asta e dopo qualche minuto è iniziata la serie delle gettate.
Terminata la fase di bollitura, il BM ha finito il suo compito e non ci è rimasto che iniziare la fase di raffreddamento. Per raffreddare il mosto Alessandro ha utilizzato una serpentina in acciaio inox. Il display del BM ci confermava con estrema velocità il continuo ed inesorabile abbassamento di temperatura. Le nottate fredde di questo inizio di ottobre hanno portato la temperatura dell'acqua sotto i 15 gradi velocizzando l'ultima fase di questa cotta automatica.
In poco meno di mezz'ora abbiamo raggiunto i 20 gradi. Abbiamo aperto il rubinetto e raccolto il prezioso nettare dorato nel fermentatore. Qui abbiamo seguito la nostra solita prassi di inoculo nel lievito US-05 e di trasporto in cella riscaldante.
La macchina ha effettuato egregiamente il suo lavoro, lasciando un mosto limpido, di un colore dorato paglierino molto chiaro, dal gusto equilibrato e dal profumo resinoso.
Possiamo dire che il Braumeister ci ha felicemente stupito, facendoci capire il suo valore.
Nelle prossime settimane continueremo a postare i video del laboratorio BIAB e il video girato per il BM. Nel blog invece è probabile un rallentamento degli articoli per riprendere poi a pieno regime in Dicembre quando probabilmente ricominceranno gli incontri. Sono molte le cotte che ci aspetteranno soprattutto con l'anno nuovo. Questo perchè ci aspetta davanti a noi un periodo davvero intenso. Da metà di Ottobre e il successivo mese di Novembre saremo occupati nella preparazione di un grosso evento a cui parteciperemo. Un periodo che ci terrà occupati per qualche giorno fuori sede.
Ma questa è un'altra storia. 
  

venerdì 13 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 3° Parte

Terzo video della saga del Laboratorio BIAB. Questa volta parliamo della fase di strizzatura post mash. Rispetto ai due video precedenti questa terza parte è più incentrata sul dialogo tra domande e risposte poste dai partecipanti. La parte più tecnica riguarda la fase di post mash out, quindi tutta la parte di sollevamento sacca e strizzatura per il recupero degli zuccheri. Inoltre c'è anche un parte dedicata alla tecnica di pressatura della sacca per estrarre la maggior parte del mosto dalle trebbie.


A sabato prossimo per la quarta parte.
Vi auguro una buona visione.

martedì 10 ottobre 2017

5 Anni di passione e amore

Ricordo come fosse oggi il giorno del ventunesimo compleanno di Andrea. Gli amici gli regalarono un kit completo per fare la birra in casa. Il kit comprendeva anche un baratolo di malto preparato la Draught della Cooper, la nostra prima birra.
Non avevamo idea in quale casino ci stavamo ficcando!
Sono passati 5 anni esatti da quel 10 Ottobre 2012 il giorno della nostra prima birra.
Proprio per commemorare l'avvenimento è stato deciso di coniare un nuovo simbolo, e scrivere due righe per ravvivare qualche ricordo sbiadito. 
Anniversary Five Years Eaglolf Beer

Non sembra possibile che sia passato così tanto tempo e quanta strada abbiamo fatto in soli 5 anni.
La prima birra il Kit Draught Coopers
All'inizio Andrea non sembrava molto interessato, quando il suo amico Alby gli spiegò le cose fondamentali, aveva capito fin da subito che era un cosa che necessitava di un po' di impegno, ma non si pensava così tanto.
Mi offrii di aiutarlo a reperire qualche informazione e mano a mano che avessi scoperto qualcosa lo avrei tenuto informato finchè non avremmo cominciato a mettere in pratica ciò che avrei appreso.
Neanche io mi resi conto che più il tempo passava più rimanevo invischiato tra le spire di quella che sembrava un innocua passione.
E così la scimmietta che era uscita dalla scatola del kit si impossesso di me.
I primi tempi furono duri, trovavo con difficoltà informazioni. Il web era pieno di false notizie propinate da falsi dei, che si ergevano a detentori della verità. Notizie contraddittorie che portavano solo confusione. 
Le prime birre
Comprai qualche libro, e cominciai a leggere, e a comunicare con altri homebrewer attraverso i forum che reputo il mezzo migliore per scambiarsi esperienze e stringere amicizie.
Nel mucchio conobbi delle persone che non avevano problemi a condividere le loro esperienze e ci diedero una mano a capire le prime cose fondamentali.
Sono persone la cui stima non è mai mutata anzi accresciuta negli anni, e le ringraziamo soprattutto per esserci stati vicini sempre anche nei momenti difficili.
Il tempo passava e la passione cresceva, le birre miglioravano ogni volta scoprivano nuovi ingredienti.
Ma più il tempo passava più i kit cominciavano a non soddisfarci più come all'inizio.
Decidemmo di fare un salto di qualità e di provare a passare all'All Grain.
Tutto da rifare o quasi. Qui non si trattava più di sciogliere qualche polverina insieme ad un concentrato appiccicoso, ma di creare una vera e propria birra, una vera e propria ricetta, macinando grani e aggiungendo luppoli verdi e inebrianti.
Il laboratorio BIAB tenuto da Roberto 
Fu in quel periodo che partecipammo ad un laboratorio homebrewer organizzato da Roberto, un nostro amico proprietario di un beershop a Savona e visto il luogo e lo spazio a disposizione non poteva fare altro che una birra con la tecnica australiana BIAB.
Fu una folgorazione! Si poteva fare birra seriamente senza dover acquistare l'universo!
Io che fino allora ero rimasto prigioniero delle mie paure nell'affrontare una metodologia che pensavo complicata, capii che forse avremmo potuto fare qualcosa di un po' più complesso senza complicarci eccessivamente la vita e che ci avrebbe ripagato con una birra migliore.
Cominciai a mettermi in contatto con nuovi amici che ci diedero la spinta e il coraggio per affrontare i primi passi.
Ci indirizzarono su acquisti del materiale e ci diedero i primi consigli su come iniziare.
La nostra prima pentola da 50 litri
Così nacque il nostro primo impianto. Chiamarlo impianto forse è troppo, ma fu una semplice pentola e una sacca autocostruita che ci permise di fare la nostra prima birra in all grain con la scorciatoia del BIAB.
Se penso con quanti dubbi abbiamo affrontato quella prima cotta in all grain, mi vengono i brividi.
In pratica non sapevamo molto, e fu fatta con i suggerimenti di amici.
Il risultato fu strabiliante. Lo stupore fu forse per la differenza qualitativa. Fino ad allora avevamo bevuto birre fatte con Kit, buone si ma questa birra fatta con il BIAB non aveva niente a che spartire.
Quello fu il momento più impegnativo, complicato e forse più bello, cominciare a creare le prime ricette. Le birre crescevano e con loro la qualità. Ma insieme cresceva uno strano sentimento di rincorsa, una rincorsa a continuare a fare birre sempre più buone. Li perdemmo di vista la realtà casalinga e cominciammo a comprare, comprare e comprare con l'illusione che più avremmo speso più avremmo migliorato le nostre birre. Niente di più falso.
Cominciammo con un piccola pompa, una sacca più performance, un fornellone più potente. 
Impianto 1.1
Poi si susseguirono ulteriori acquisti fino ad arrivare al RIMS. 
Al quel punto, grazie ad un Grande Amico che ci fece riflettere, ci svegliammo come da un lungo sonno, da un incantesimo. 
Decidemmo di prendere la strada opposta, cominciammo a levare invece di aggiungere. E con l'attrezzatura decidemmo di tagliare anche qualche consiglio non adatto al nostro misero impianto.
Cominciammo a usare la testa, facendo birre su birre, sbagliando e riprovando, e provando ancora e risvegliando ancora. Modificando convinzioni fino ad allora salde come dogmi, semplificando   le tecniche e metodologie, eliminando additivi ed acidificanti, arrivando a fare oltre 650 litri in una stagione, che ci permisero di fare esperienze per crescere e migliorare. 
Il desiderio di provare sempre cose nuove ci portò ad un passo successivo, alla tecnica classica.
Così negli ultimi due anni siamo arrivati al'All Grain Classico, a torto ritenuto troppo costoso e complicato e decidemmo di dimostrare che era possibile fare AGC anche con l'attrezzatura BIAB. Nell'anno precedente, convinti di diradare le cotte, avevamo acquistato una pentola da 100 litri. La utilizzammo un paio di volte, poi fini del dimenticatoio. Troppo sbattimento nel tentativo di raddoppiare i volumi triplicammo le fatiche. Tornammo sui nostri passi con la vecchia cara pentola da 50 litri. Ma quella pentola ci permise di fare AG Classico.
La massima evoluzione del nostro impianto con RIMS
Siccome nella tecnica classica sono necessarie tre pentole, dovevamo trovare un'altra pentola. Alla fine decidemmo di utilizzare la pentola che normalmente usiamo per fare la passata di pomodoro. 
Avevamo le tre pentole, per il filtraggio utilizzammo la sacca BIAB e per lo sparge decidemmo di fare Fly ed utilizzare un colino in acciaio inox per rompere il flusso dell'acqua. Così siamo partiti e così abbiamo proseguito.
Come cresceva la nostra birra cresceva il desiderio di condividere le nostre esperienze con nuovi amici.
In tutti questi anni abbiamo cercato tramite il blog prima e i video poi di condividere tutto, a volte anche mettendo in piazza cose private, ma per far capire il più possibile. La nostra convinzione è sempre stata quella della condivisione per poter aiutare gli altri a superare le prime difficoltà e incoraggiare i "giovani" birraioli casalinghi a continuare questo percorso di crescita che esula anche dalla stessa birra. E dai feedback ricevuti riteniamo di aver svolto anche noi la nostra parte. Tutto qua.
Questa è la nostra storia, un po' condensata. Ma oggi possiamo ritenerci soddisfatti degli obbiettivi raggiunti e di quello che abbiamo e che continuano a fare anche attraverso il web.
L'impianto All Grain .... di oggi.
Chi ci conosce sa che non ci fermiamo mai e che il nostro cervello e i nostri pensieri sono sempre in movimento alla ricerca di stimoli che ci facciano sentire vivi. 
Adesso davanti a noi ci aspettano altre sfide.
Il consolidamento della tecnica classica sempre però mantenendo la semplicità e contenendo le spese e poi guardiamo avanti, dove potremmo trovare altre strade.
Una cosa che sta catturando la nostra attenzione negli ultimi tempi sono gli impianti automatici, sia per la semplicità d'uso, sia per il ridotto spazio occupato, nel tentativo di replicare qualche ricetta, impossibile con il nostro impianto di oggi. Certo ci sono alcune differenze che andranno limate nel tempo con pazienza e sperimentazione, provare e riprovare per trovare la quadra delle ricette e per scoprire ogni giorno come migliorarsi, ma sentiamo che potrebbe essere un nuovo orizzonte, una nuova sfida.
Ma questa è un'altra storia.




sabato 7 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 2° Parte

Secondo capitolo del laboratorio BIAB del 24 Settembre. Questa volta parliamo di mash. 
Mi devo scusare anticipatamente, ma il video risente molto del mio stato febbrile e ci sono delle imprecisioni.
Durante la spiegazioni delle fasi di mash, ho dato per scontato che le informazioni erano riferite alla cotta in corso, ma dal video non si capisce.
Ho così preferito inserire delle scritte in due punti sopra al video per essere più preciso, dove spiego meglio la cosa.
Me ne scuso ma al momento del laboratorio non mi sono accorto di nulla. Solo durante la fase di montaggio del video ho scoperto che alcune parti potevano essere fraintese. Spero che la cosa non vi dia troppo fastidio e che riescano a chiarire eventuali dubbi.



A sabato prossimo per la terza parte.
Vi auguro una buona visione.


lunedì 2 ottobre 2017

Ricette per la nuova stagione 2017-2018

La nuova stagione brassicola è alle porte. Dopo il laboratorio BIAB, che ha dato il via alla stagione proseguiremo con un incontro un pò particolare, la dimostrazione del funzionamento di Braumeister Speidel 20 litri con cotta dimostrativa.
La dimostrazione si terrà in Ottobre ma non è stata fissata ancora una data precisa. La ricetta scelta sarà la ORO Original, così da avere un panorama completo avendola eseguita sia tramite tecnica All Grain Classica, BIAB e con macchina automatica.
Braumeister Spiedel 20L
La ricetta è ormai consolidata, ma per il BM (abbreviazione Braumeister ndr) saranno necessarie alcune modifiche da fare proprio per il funzionamento stesso della macchina. Il BM a tutti gli effetti è un BIAB e necessità di parametri tutti suoi: tempi più lunghi, quantitativi di acqua diversi che ci costringeranno a modificare la ricetta originale per mantenere le stesse caratteristiche.
Vediamo insieme la ricetta:

Oro Original APA Braumeister
Litri in macchina :31.4
OG preboil:1024
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :20
OG :1037
ABV :3.8 %
Plato :9.3
IBU :35.5
BU/GU :0.96
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale Ale 3500 gr 91 %
Fiocchi di Orzo 250 gr 7 %
Biscuit 80 gr 2 %
Totale 3830 gr

Luppoli
Simcoe (AA 12.3) 8 gr 30 min
Amarilllo (AA 9) 8 gr 20 min
Galaxy (AA 16.7) 8 gr 15 min
Galaxy (AA 16.7) 8 gr 10 min
Amarillo (AA 9) 25 gr 5 min
Galaxy (AA 16.7) 65 gr Dry-Hop
Totale 122 gr

Lieviti
SafAle US 05 DryUS-05 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50°C 15 min
Beta-amilasi 65 °C 55 min
Alpha-amilasi 72 °C 25 min
Mash Out 78 °C 10 min

Fermentazione 19°C

Come potete vedere sono stati diminuiti il quantitativo dei grani, dei luppoli e modificato le soste del mash, in parte per il funzionamento stesso dell'impianto, in parte per il quantitativo finale del mosto dovuto alla capacità della macchina.
Le 6 cotte divise
La partenza vera e propria della stagione avverrà soltanto in Novembre con una Kölsch una birra semplice per un inizio soft. Vediamo la ricetta:

Kölsch All Grain
lt mash :21.2
lt sparge:21.2
Litri in pentola :21
OG preboil:1033
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :25
OG :1050
ABV :5.0 %
Plato :12.4
IBU :28.3
BU/GU :0.57
EBC :2

Malti e Fermentabili
Pilsner 5000 gr 91 %
Vienna 300 gr 5%
Fiocchi di Frumento 200 gr 4 %
Totale 5500 gr

Luppoli
Hallertauer Mittelfrueh (AA 4.4) 50 gr 60 min Pellet
Hallertauer Hersbrucker (AA 3.2) 30 gr 30 min Pellet
Strisslespalt (AA 2.4) 30 gr 5 min Pellet
Totale 120 gr

Lieviti
SafAle German Ale K-97 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50°C 15 min
Beta-amilasi 63 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 18°C

Uva Fragola Argentina Bianca e relativo mosto
Dopo la Kölsch utilizzeremo il nostro mosto d'uva congelato, che sta aspettando di essere impiegato per produrre una birra particolare dai profumi e i gusti unici una Italian Grape Ale.
Ricetta:

Foglie Secche Italian Grape Ale All Grain
lt mash : 17.6
lt sparge: 20.9
Litri in pentola : 18
OG preboil: 1037
Min bollitura: 60
Litri in fermentatore : 25
OG : 1050
ABV : 5.0 %
Plato : 12.4
IBU : 23.4
BU/GU : 0.47

Malti e Fermentabili 
Pilsner 4000 gr 73 %
Wheat Malt 1000 gr 18 %
Biscuit 300 gr 5 %
Fiocchi di Orzo 200 gr 4 %
Totale 5500 gr

Luppoli
Hallertauer Mittelfrueh (AA 4.4) 30 gr 60 min Pellet
Hallertauer Hersbrucker (AA 3.6) 30 gr 30 min Pellet
Strisslespalt (AA 2.4) 20 gr 15 min Pellet
Mosto D'Uva Fragola 3 litri a 15 min
Strisslespalt (AA 2.4) 50 gr 5 min Pellet
Totale130 gr

Lieviti
Safale US-05 Dry 23 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 15 min
Beta-amilasi 63 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 20°C

I nuovi grani
Poi sarà la volta di una nuova nascita la versione della ORO la cosiddetta Heavy, un versione spinta della ORO. Una American Indian Pale Ale dal gusto deciso e luppolata, decisamente estrema. La ricetta deriva dalla precedente Joe Alba 120 la Extreme Pale Ale.
Vediamo la Ricetta:

Oro Heavy American IPA 
lt mash : 23
lt sparge: 23
Litri in pentola : 23
OG preboil: 1039
Min bollitura: 90
Litri in fermentatore : 25
OG : 1062
ABV : 6.2 %
Plato : 15.2 
IBU : 125.6
BU/GU : 2.03

Malti e Fermentabili
Pale 4600 gr 64 %
Munich 1000 gr 14 %
CaraVienna 500 gr 7 %
Vienna 500 gr 7 %
Fiocchi di Orzo 300 gr4 %
CaraPils 300 gr4 %
Totale7200 gr

Luppoli
Chinook (AA 11.6) 15 gr 20 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 15 gr 20 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 15 gr 20 min Pellet
Chinook (AA 11.6) 25 gr 15 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 25 gr 15 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 25 gr 15 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 35 gr 10 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 35 gr 10 min Pellet
Galaxy (AA 16.7) 35 gr 10 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 50 gr 5 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 50 gr 5 min Pellet
Galaxy (AA 16.7) 50 gr 5 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 50 gr 2 min Pellet
Galaxy (AA 16.7) 50 gr 1 min Pellet
Citra (AA 12.8) 100 gr Dry-Hop Pellet
Totale 575 gr

Lieviti
Safale US-05 Dry 23 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 30 min
Alpha-amilasi 68 °C 20 min
Sosta per Schiuma 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 18°C 

I Luppoli
La quinta cotta della nuova stagione sarà, finalmente, una scura una Porter, una nuova ricetta nata dalle passate esperienze. 
Questa cotta avrà una particolarità. I malti scuri saranno uniti al mash out, per estrarre colore ed aromi cercando di evitare di portare aromi astringenti. Il mash sarà fatto esclusivamente con Maris Otter, Wheat Torrifield e Brown.
Ricetta:

Raven Porter All Grain 
lt mash : 20.8
lt sparge: 20.8
Litri in pentola : 21
OG preboil: 1038
Min bollitura: 60
Litri in fermentatore : 25
OG : 1054
ABV : 5.4 %
Plato : 13.4
IBU : 30.3
BU/GU : 0.56

Malti Fermentabili
Maris Otter 4300 gr 68 %
Special B 700 gr 11 %
Wheat Torrified 600 gr 10 %
Brown Malt 400 gr 6 %
Chocolate 200 gr 3 %
Roasted 100 gr 2 %
Totale 6300 gr

Luppoli
Target (AA 11) 30 gr 60 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 10 min Pellet
Totale 40 gr

Lieviti
New world strong ale M42 20 gr

Profilo Mash
Beta-amilasi 68 °C 60 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 19°C

Il Campo di Battaglia
Infine l'ultima cotta di stagione sarà una Tripel, una birra belga dal carattere deciso.
Ricetta:

Abjs Tripel All Grain
lt mash : 23.4
lt sparge: 23.4
Litri in pentola : 23
OG preboil: 1048
Min bollitura: 90
Litri in fermentatore : 25
OG : 1076
ABV : 7.7 %
Plato : 18.4
IBU : 36.5
BU/GU : 0.48

Malti Fermentabili
Pilsner 5000 gr 57 %
CaraVienna 1000 gr 11 %
Wheat Malt 1000 gr 11 %
Zucchero Candito Bruno1000 gr 11 %
Crystal 150L 500 gr 6 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 3 %
Totale 8800 gr

Luppoli
Citra (AA 11) 25 gr 60 min Pellet
Citra (AA 11) 25 gr 30 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 10 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 5 min Pellet
Citra (AA 12) 50 gr Dry-Hop Pellet

Spezie
Buccia Bergamotto 50 gr 15 min
Buccia di Arancia 50 gr 15 min 

Lieviti
SafBrew Ale S-33 23 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 15 min
Beta-amilasi 64 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 20°C

Queste sono le prime ricette che ci terranno compagnia in questo inizio di stagione. Durante la nuova stagione ci saranno nuovi incontri con laboratori e presentazioni di impianti automatici con relative cotte dimostrative. Una stagione ricca di avvenimenti sempre all'insegna della condivisione. 
Ma queste saranno altre storie.

sabato 30 settembre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 1° Parte

Cari Amici torniamo sul canale video con una nuova serie di video dedicati alla produzione di birra casalinga. Questa volta il laboratorio riguarda il metodo australiano BIAB.
Il laboratorio si è tenuto Domenica 24 Settembre qui da noi a Pallare.
Le riprese video dell'incontro è stato diviso, come per il precedente laboratorio, in 5 parti più uno speciale davvero divertente. Forse la parte migliore è proprio lo speciale..... 
Il montaggio è stato particolarmente impegnativo, soprattutto perchè ci sono stati molti tagli e spostamenti cronologici. 
Il laboratorio è stato influenzato notevolmente dalle mie condizioni fisiche, come già riportato nel post di martedì, che ha in parte inficiato a tratti i video. Soprattutto nel secondo episodio in cui ho dovuto soprapporte dei sottotitoli perchè le cose non erano spiegate bene, per una convinzione sbagliata che chi vede e ascolta capisca che sto parlando della ricetta, mentre sembra che mi rivolga alla totalità del fare birra. Scusate spero che gli scritti siano comprensibili perchè estremamente stringati.
Comunque per chi preferisce vedere e non sentire, la metodologia di esecuzione è coerente con la tecnica australiana e potrà essere utile per chi sta cercando di prendere una decisione su che tecnica utilizzare per brassare le proprie birre in casa. 
I video usciranno uno ogni sabato partendo da oggi per le prossime 6 settimane per tenervi compagnia per questo inizio di autunno.
Non Vi resta che collegarvi e vedere, magari davanti ad una fresca pinta, il primo capitolo di questa nuova saga.
Buona birra a Tutti.



Buona visione e Buon divertimento!





martedì 26 settembre 2017

2° Laboratorio Homebrewing Signormalto Speciale BIAB

Domenica 24 Settembre si è svolto il 2°Laboratorio Homebrewer del Signormalto. Questa volta abbiamo condiviso la tecnica australiana BIAB.
Gruppo E2M3 di Barge + DJ500 e noi 
Purtroppo ho dovuto effettuare il laboratorio febbricitante, che mi ha portato a commettere  alcune imprecisioni. Sul momento non mi sono accorto, ma da un'analisi dei filmati ho potuto appurare che a volte sono state dette cose meno importanti e altre importanti non sono state approfondite.
Era tutto organizzato e telefonare ai partecipanti per disdire l'incontro il giorno prima non mi sembrava corretto, visto che si erano impegnati a venire. 
La cosa invece che più ci ha fatto male è stato il fatto che delle 8 persone che si dovevano presentarsi, ne sono arrivate la metà.
Soltanto una ha avvertito e quindi era giustificato, mentre gli altri non si sono degnati neanche di fare una telefonata. E visto l'impegno che ci mettiamo per poter, gratuitamente, dedicare il nostro tempo libero alla condivisione di questa meravigliosa passione, vedere che per molti la parola data è semplicemente un opzional, fa male. 
Ma non solo, visto il numero chiuso, hanno di fatto negato la possibilità ad altre persone di partecipare al loro posto.  
Ma venivamo invece alle moltissime note positive di questo laboratorio, eseguito con estrema rilassatezza, anche perchè ci sono stati momenti di assoluta anarchia birraria dove ognuno a contribuito alla cotta.
Preparativi per il laboratorio
Il laboratorio è stato fatto principalmente in compagnia del gruppo Homebrewer E2M3 di Barge provincia di Cuneo, un gruppo affiatato desideroso al più presto di riuscire a creare qualche birra degna di questo nome, superando i limite del kit e cimentandosi in qualche cotta in All Grain. Purtroppo non ha potuto partecipare al laboratorio Massimo un altro membro del gruppo, a cui mandiamo un saluto e lo aspettiamo la prossima volta.
Del laboratorio, come per il precedente sono state fatte delle riprese che poi condivideremo sul nostro canale YouTube. Le riprese saranno divise in più puntate. Del laboratorio sono state eseguite anche foto, anche se solo di una parte del laboratorio, diciamo un inizio di collaborazione. Ringraziamo quindi DJ 500 per le riprese e Roberto per le foto.
Ma veniamo alla cronaca. La preparazione del laboratorio è iniziata Sabato, con la raccolta dell'acqua alla fonte. Un calvario, ci sono voluti circa 2 ore per riempire le due taniche da 22 litri. La mancanza di precipitazioni importanti da circa 7 mesi sta mettendo a dura prova l'approvvigionamento della zona.
La mattinata è proseguita con la sistemazione di tutta l'attrezzatura, dalla pentola alla macinazione dei grani. Questa volta non abbiamo macinato tutto, ma lasciato un etto di Bisciut da fare al momento per la dimostrazione di macinazione.
Parte delle cibarie 
Ma la parte più impegnativa è stata la preparazione delle cibarie per il gruppo che si pensava folto. 16 pizze, un tortino di sfoglia con spinaci pinoli e farina di ceci, la caponata con le ultime verdure dell'orto, e una splendida frittata senza uova fatta con farina di ceci, amido di mais e come farcitura i primi porri di stagione.
Un tour de force che ci impegnati molto e che visto il numero di  partecipanti poteva essere meno ricco, anche se alla fine è rimasto ben poco!
Alla sera ero esausto complice soprattutto lo stato febbrile che mi ha reso il lavoro ancora più pesante. Ma la passione e l'amore è stato il carburante che mi ha sostenuto per tutta la giornata.
Domenica mattina c'è la siamo presa con comodo. L'arrivo previsto dei partecipanti era per le 10, e ci siamo ritrovati con Andrea, DJ500 e Roberto verso le 9,30. Il tempo necessario per illustrare le fasi del laboratorio per decidere le inquadrature ed sono arrivati gli amici piemontesi. 
Impostazione dei rulli del mulino a metà tra 0,025 e 0,050
Il laboratorio è iniziato con la presentazione dell'attrezzatura, mettendo in evidenza l'utilizzo di una sola pentola invece di tre. Per il resto è tutto molto simile al All Grain Classico.
Terminata la presentazione della tecnica australiana abbiamo macinato l'etto di Bisciut per far vedere la macinatura e abbiamo messo in risalto l'importanza della misura di macinazione, facendo vedere anche la nostra regolazione che riteniamo la più idonea per un ottima estrazione, in relazione all'utilizzo della sacca come filtro. In caso di filtri bazooka e grani liberi, la nostra macinazione risulterebbe troppo fine e le farine rischierebbe di intasare i filtri.
La ricetta è stata leggermente modificata dall'altro laboratorio proprio per adattarla alla tecnica australiana. Vediamo:

Oro Original All Grain BIAB
Litri in pentola 40
OG preboil:1027
Min bollitura:60
Litri in fermentatore :27
OG :1036
ABV :3.6%
Plato :9.1
IBU :30.7
BU/GU :0.85
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale Ale 4000 gr 91 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 7 %
Biscuit 100 gr 2 %
Totale 4400 gr

Luppoli
Simcoe (AA 13.1) 10 gr 30 min
Amarillo (AA 9.0) 10 gr 20 min
Equanot (AA 16.1) 10 gr 15 min
Equanot (AA 16.1) 10 gr 10 min
Amarillo (AA 9.0) 30 gr 5 min
Equanot (AA 16.1) 80 gr Dry-Hop
Totale 150 gr

Lieviti
SafAle US 05 Dry 11.5 gr

Profilo Mash
Beta-amilasi 66 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 19°C

Questa è la ricetta finale con le modifiche risultanti. 
Oggi nonostante le mie condizioni di salute non siano ottime, vedendo la ricetta comprendo il banale errore di calcolo che ha portato alla fine ad un birra completamente diversa.
L'errore è stato nel calcolo della quantità di acqua da utilizzare all'inizio, decisamente troppa, ma sarebbe potuto essere corretto facendo bollire semplicemente per 90 minuti invece che 60, come tra l'altro era successo per la ricetta dell'altro laboratorio.
Pensate che alla fine abbiamo dovuto gettare oltre 2 litri di mosto che non hanno trovato spazio nel fermentatore e un ulteriore paio di litri di fondo. Con 90 minuti di bollitura avremo dovuto raggiungere il progetto iniziale con una densità di 1042.
Fase di mash
Niente di irreparabile ma certo per una semplice distrazione cambia di molto il risultato.
Terminato le fasi di preparazione, con la sistemazione del fondo e della sacca, l'inserimento del succo di un limone per abbassare l'acidità dell'acqua abbiamo acceso e portato l'acqua in temperatura.
Anche qui ci siamo leggermente distratti, ma quando si parla e non si è concentrati si possono commettere degli errori. 
Normalmente si sa che l'aggiunta di materiali più freddi, come i grani macinati, in un liquido caldo faccia scendere la temperatura complessiva del composto. Ma i grani non era tanti e non così freddi visto che la temperatura ambientale era di circa 23°C. Così l'acqua arrivata ad oltre 67°C una volta aggiunti i grani non siamo riusciti a portarla sui 65°C previsti. 
Alla fine la temperatura del mash è stata di 66°C. 
Anche se non c'è da farne un dramma, rimane il fatto che una temperatura più alta ha comunque modificato le condizioni per lo sviluppo degli enzimi di beta amilasi, rimanendo più vicini al limite degli alfa. 
In attesa che terminassero i 45 minuti per il raggiungimento del primo step di mash, il laboratorio è proseguito con la solita chiacchierata con qualche domanda. 
Dopo 25 minuti abbiamo controllato la temperatura e dato una mescolata. Temperatura a 65.3.
Alla fine del mash la temperature si è assestata sui 64 gradi. Abbiamo riacceso e sia andati in rampa per raggiungere i 72°C per la fase di alfa amilasi di 15 minuti.
Terminato il mash abbiamo eseguito la prova della tintura di iodio, verificando che tutti gli amidi si erano trasformati in zuccheri e abbiamo riacceso per arrivare al mash out.
Seconda fase di pressatura della sacca su bacinella forata
Qui abbiamo fatto alcune precisazione sul fatto che noi eseguiamo il mash out anche con la tecnica australiana, dove non è assolutamente necessario, visto che arrivati alla fine del mash si può tranquillamente risparmiare ulteriore tempo, andando direttamente in bollitura, visto che non c'è lo sparge. 
Voglio ribadire che l'ulteriore ascesa a 78°C serve esclusivamente per redente il mosto più fluido e poter, durante la fase di strizzatura della sacca, recuperare maggiore mosto intrappolato nelle trebbie.
Qui è stato fatto tutto un discorso sulla temperatura di mash out, portando la nostra esperienza di sperimentazioni di temperatura oltre gli 80 gradi non riscontrando problematiche di estrazioni di aromi indesiderati.
Giunti a 78°C, ci siamo preparati per il sollevamento della sacca e la successiva fase di strizzatura, che abbiamo divisa in due parti. La prima direttamente sopra la pentola e la seconda posando la sacca su una bacinella forata e successivamente pressata fino a far uscire il maggior quantitativo di mosto dalle trebbie. La tecnica utilizzata di pressatura è un invenzione di Andrea che utilizza il peso del corpo per comprime la sacca.
Una volta recuperato quasi tutto il mosto abbiamo misurato i litri preboil verificando oltre 39 litri. In poche parole abbiamo avuto un assorbimento minore di 200 ml per chilo di grani.
Abbiamo quindi accesso per andare in bollitura.
Si mangia....e si beve.
Qui la compagnia si è un pò disgregata. In verità si era già un pò sbracata dopo una colazione a base di focaccia ai formaggi con prosciutto innondata da fiumi di birra senza glutine proseguita poi con l'assaggio prolungato della birra fatta all'altro laboratorio... ogni altro commento è superfluo.
Come vi dicevo in attesa di andare in bollitura abbiamo cominciato a mangiare e naturalmente bere. Fa veramente piacere vedere gli amici mangiare e bere di gusto quello che si è preparato con tanta fatica, ripaga di tutto il lavoro svolto.
Prima di arrivare in bollitura ho fatto notare agli amici piemontesi quante proteine vengono a galla durante la salita della temperatura rispetto alla tecnica classica. In BIAB è obbligatorio schiumare le proteine per evitare poi di trovarsi una birra torbida e ridurre l'effetto Chill Haze (la birra diventa torbida una volta messa in frigo). Arrivati in bollitura ci siamo occupati del luppolo. Rispetto alla ricetta del laboratorio All Grain Classico abbiamo dovuto modificare sia i tipi di luppolo sia la quantità vista l'alta percentuale di alfa acidi dei nuovi luppoli acquistati. I luppoli sono stati modificati perchè non abbiamo più trovato le varietà della volta scorsa. Questo è un pò il problema di tutti, i luppoli più ambiti di solito non si trovano mai o quasi.
E' qui che avremmo potuto rimediare all'errore del calcolo dell'acqua, allungando la bollitura di altri 30 minuti. Ma non sono stato lucido.
A 30 minuti dalla fine della bollitura abbiamo iniziato a gettare i luppoli. Io sono sempre stato un sostenitore dei coni, perchè questi creano un letto in fondo alla pentola che funziona anche da filtro per le farine libere nel mosto. Andrea invece non ha mai sopportato i coni, lui è sempre stato un fautore del pellets e de anche per questo che abbiamo acquistato l'hop basket. Un filtro eccezionale per evitare che la polvere di luppolo in pellets finiscano nel mosto. Veramente un ottimo prodotto.  
Oro Liquido
Finito di bollire abbiamo aperto l'acqua e cominciato la fase di raffreddamento che è durata quasi un ora.
Arrivati a 22°C abbiamo tolto la serpentina, e creato un whirlpool o mulinello, per concentrare i residui delle farine dei malti  e dei luppoli al centro della pentola. Abbiamo poi atteso una decina di minuti che tutto si depositasse sul fondo e abbiamo aperto il rubinetto.
Come potete vedere dalla foto l'apertura della valvola è minima, in modo da evitare di creare un vortice che trascini i residui sul fondo.
Durante la fase di versamento del fermentatore abbiamo inoculato il lievito direttamente nel mosto un pò alla volta in modo che si reidratasse direttamente all'interno del fermentatore.
Naturalmente abbiamo raccolto un campione per la misura della densità. E' qui che ho cominciato a capire che era successo qualcosa. Il densimetro si è fermato a 1036.
Ero sfinito, giacevo stravaccato sulla sedia davanti alla pentola quando mi sono accorto che arrivati a 25 litri, il mosto che fuoriusciva era ancora splendidamente limpido, ho capito subito che nella pentola c'era ancora troppo mosto.  
Mi alzo guardo dentro la pentola e non riuscivo a scorgere i filtri bazooka, ho capito tutto. Ormai era tardi per intervenire. 
Abbiamo atteso che ci fosse la massima quantità possibile all'interno del fermentatore, 27 litri e poi abbiamo chiuso il rubinetto, con un pò di tristezza ho alzato il coperchio e pensato a quelle 4 - 5 bottiglie che non saranno bevute da nessuno.
Non ci è rimasto che portare il fermentatore in cantina ed inserirlo nella cella riscaldate impostata a 19 gradi. Anche questo laboratorio è terminato.
Foto ricordo
A parte le difficoltà causate dalla mia condizione febbricitante, che andava e veniva, devo dire che ci appassiona moltissimo questo tipo di incontri, dove puoi avere un interazione vera con persone vere che hanno la tua stessa passione.
E' stata sicuramente un'esperienza unica, dove questa volta ho cercato di fare tesoro del precedente laboratorio e non esagerare con i termini scientifici ma di rimanere il più possibile semplice nelle spiegazioni anche se mi sono incartato diverse volte. Non è semplice spiegare le cose in modo semplice!
Alla fine ci siamo salutati, dandoci appuntamento al prossimo incontro che verrà in terra piemontese, magari girando un video da loro e potremo così finalmente fare da spettatori anche noi per una volta.
Ma questa è un'altra storia.







lunedì 18 settembre 2017

Italian Grape Ale - Preparazione della cotta.

Settembre è il mese della raccolta dell'uva e quindi anche di produrre una birra caratteristica, una Italian Grape Ale.
Stile inserito negli ultimi anni nella tabella degli stili riconosciuti dall'organo Statunitense BJCP che raggruppa in un documento le linee guida di tutti gli stili, per indicare le caratteristica che devono avere le birre per rientrare negli stili definiti.
Uva Fragola Argentina
Lo scorso anno, complici le birre senza glutine, decidemmo di utilizzare l'uva del nostro orto, un'uva fragola argentina bianca, dal profumo intenso, dal gusto fortemente aromatico e dolce. L'intuizione della combinazione degli aromi con il Sorgo, pseudocereale senza glutine, che potete trovare in  estratto liquido nei negozi online, ha dato origine ad una birra molto aromatica e decisamente fuori dai soliti schemi.
Così ci siamo detti "il prossimo anno la facciamo con i grani maltati vediamo cosa esce fuori".
L'anno è passato e siamo pronti per questa nuova avventura.
Abbiamo iniziato con la raccolta di una decina di chili di grappoli succosi e maturi al punto giusto. Si capisce subito quando è pronta per la raccolta. Nell'aria circostante si spande una aroma intenso dolce caratteristico di questo tipo di uva. Non bisogna attendere molto, quando comincia a virare verso il giallo e già tardi e la nota aromatica scompare e rimane soltanto un dolce intenso. Come potete vedere dalla foto in alto, già alcuni acini cominciavano a cambiare colore, momento esatto.
Gli acini lavati
Acini su griglie
Conosco qualcuno che ha preferito mettere i grappoli in luogo asciutto ad appassire per aumentare ancora la concentrazione di zuccheri e avere aromi più intensi.
I grappoli sono sistemati su griglie e si lasciano appassire. Le condizioni ambientali migliori per una buona riuscita sono rappresentate da una temperatura intorno ai 10°C, umidità del 45% e un importante ricambio d'aria. Dopo circa sei settimane, il peso degli acini dovrebbe scendere del 40%, mentre la concentrazione di zuccheri dovrebbe aumentare del 70%. 
Siamo passati poi all'estrazione del mosto, che abbiamo ottenuto tramite una spremitura con un estrattore. Prima abbiamo lavato gli acini in acqua fredda e li abbiamo lasciati sgocciolare su panni di carta assorbente.
Asciugatura acini
Durante questa operazione si selezionano gli acini, togliendo quelli che presentano macchie, o risultano attaccati da marciumi e ammaccature. 
E' facile trovare all'interno di grappoli anche insetti che si nutrono dei succhi dolci. 
Bisogna armarsi di pazienza e calma, per selezionare gli acini migliori, belli sodi e dal colore giusto, ne troppo gialli ne troppo verdi.
Dopo aver lasciato gli acini perdere l'acqua in eccesso, come vi dicevo lasciandoli qualche minuto su carta assorbente, si passa alla fase vera e propria di spremitura.
Estrazione Mosto
Per la spremitura abbiamo utilizzato un estrattore a basso numero di giri, per mantenere intatte le sostanze e gli aromi.
Le spremiture ottenute da un estrattore a bassi giri conservano tutta una serie di caratteristiche che risulteranno vitali per il risultato finale. Quindi non soltanto gli aromi della polpa ma anche le principali caratteristiche delle bucce e dei semi, per non perdere niente.
Della raccolta iniziale di circa 10 kg abbiamo estratto oltre 6 litri di mosto fresco, dolce e inebriante. Durante la fase di spremitura ci siamo lasciati attrarre e abbiamo assaggiato il mosto ottenuto e bisogna dire che il sapore così intenso ti fa capire perchè da secoli le bevande a base di uva sono sempre state associate agli dei. 
La tecnica è semplice basta inserire gli acini all'interno dell'estrattore che preme gli acini su un cestello che funge da filtro e separa la parte solida dalla parte liquida. A seconda della dimensione dei fori del filtro si ha il passaggio anche di piccole particelle di polpa.
Il mosto ottenuto
In questo modo non c'è un riscaldamento del succo e rimangono inalterate anche gli aromi volatili, quelli che daranno il contributo maggiore alla nostra birra.
Esiste comunque un problema grave, ed è sempre il solito, l'ossigeno. La molecola che ci tiene in vita, contribuisce ad ossidare i composti, dando inizio immediatamente ad un deterioramento.
In questo caso l'unico modo per fare in modo che il processo di ossidazione abbia poco tempo a disposizione è quello di utilizzare il prezioso liquido più presto possibile, in una cotta. Purtroppo non è sempre possibile, e tra la raccolta, la pulizia e la spremitura si perdere un po' di tempo che inevitabilmente si aggiunge ai tempi della brassatura. 
Il mosto finale
Bastano poche ore per distruggere più del 50% degli aromi. Il mosto inevitabilmente comincia perdere le sue caratteristiche, a deperire e si colora di marrone. 
Quindi bisogna trovare il modo di rallentare l'ossidazione del mosto. 
Come per l'altra birra fatta con il mosto d'uva Le Foglie Secche, anche questa volta non abbiamo potuto brassare la IGA subito  e siamo costretti a conservarlo fino al momento di brassare la nuova IGA.
Alla fine abbiamo inserito il mosto ottenuto in vasi di vetro e sistemati nel congelatore, così da ridurre notevolmente il tempo di ossidazione.
Il succo congelato sarà usato in Novembre per la nuova IGA la cui ricetta è già pronta.

Foglie Secche Italian Grape Ale All Grain
lt mash : 17
lt sparge: 20
OG preboil: 1039
Min bollitura: 60
Litri in fermentatore : 25
OG : 1050
ABV : 5 %
Plato : 12.4
IBU : 25.8
BU/GU : 0.52
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pilsner 4000 gr 73 %
Wheat 1000 gr 18 %
Biscuit 300 gr 5 %
Fiocchi d'orzo 200 gr 4%
Totale 5300 gr

Mosto d'uva fragola argentina bianca
3 litri inseriti a 15 min fine bollitura

Luppoli
Hallertauer Hersbrucker 50 gr 60 min
Strisslespalt 25 gr 15 min
Strisslespalt 50 gr 5 min
Totale 125 gr 

Lieviti
Safale US-05
Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 15 min
Beta-amilasi 63 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

L'inserimento dei 3 litri di mosto a 15 minuti dalla fine devono essere calcolati nel volume generale e sottratti dal calcolo dei litri iniziali  per il mantenimento del volume finale.
L'inserimento del mosto a 15 minuti dovrebbero essere sufficienti a disattivare i lieviti e batteri, non perdendo però troppi aromi.

In linea di massima la ricetta sarà questa, ma non garantiamo che nei prossimi due mesi ci possano essere delle modifiche, riguardanti probabilmente i luppoli utilizzati e il lievito. Per i fermentabili invece dovrebbero essere quelli definitivi.
Ma questa sarà un'altra avventura.


In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...