sabato 11 novembre 2017

Video Birra - Anteprima Birrafacendo

Cari Amici birraioli casalinghi, in previsione di Birrafacendo, manifestazione che si terrà in Torino del 24-25-26 Novembre, la scaletta dei video ha subito una modifica.
Invece di pubblicare la prima parte del video dimostrativo con Alessandro Simonetta sulla cotta fatta con il Braumeister 20L, abbiamo pensato di pubblicare un piccolo video per ricordare a tutti la manifestazione.
Il video vuole essere un semplice invito a tutti gli amici che ci seguono sul canale video, a venirci a trovare alla fiera dell'homebrewing.
Nel video è presentato anche il programma dei tre giorni di dimostrazioni. 
Per chi può condivida il video in modo da raggiungere più amici possibili dando così la possibilità a tutti di poter essere informati e presenti. 
Grazie.



martedì 7 novembre 2017

Una Chiacchierata con ..... Lorenzo Farfarelli Speciale Porter

Cari Amici, ritorniamo con la rubrica più seguita di sempre “Una Chiacchierata Con…”. 
E' tornato a trovarci Lorenzo Farfarelli, con lui affronteremo un argomento dei più spinosi ed ostici una chiacchierata sulle birre scure e a dipanare qualche dubbio.
Un intervista monotematica, che toccherà diversi argomenti specifici in modo più approfondito.

Romano, anni quarantuno. Lavora nel settore del trasporto aereo... Divide la sua vita tra mille hobby, dall’homebrewing alla lotta, passando per la fotografia, la lettura, scrittura e autoproduzioni varie …
Lorenzo Farfarelli


Caro Lorenzo, finalmente ritorni a trovarci. Con Te oggi vorremmo affrontare in modo specifico l’argomento delle birre scure. Ho scelto Te perché so quanto sei preciso e scrupoloso nella ricerca di un risultato eccellente nello studio, nella progettazione, e nella realizzazione di una passione comune, le birre scure. 
Gli anni che hai dedicato alla ricerca di ricette, dei malti, dei luppoli e dei lieviti utili per creare quel nettare nero, dal gusto amaro e dagli aromi tostati e particolari e la Tua costante ricerca di informazione Ti avrà portato a conoscere anche la storia e le origini, condividile con noi. 
L: Innanzi tutto sai quanto ho tentennato prima di decidere di rispondere a questa intervista. Questa mia ritrosia è dovuta alla complessità dell’argomento e alla consapevolezza di essere solo un umile homebrewer con tutti i limiti e le mancanze del caso. Non sono un professionista nè uno storico della birra. 
Passiamo a brevissimi cenni storici, assumendo che questa è materia complessissima e circoscrivendo l’argomento alle birre scure dell’area anglosassone per cui stout porter e tutti i sotto stili derivati, altrimenti non se ne esce vivi. 
Ho letto molto, ma diciamo che la storia delle scure in inghilterra si perde nelle crepe del tempo. Siamo nel diciottesimo secolo, Londra, e lì troviamo i primi cenni di birre scure brassate con varie gradazioni alcoliche e quantitativi di luppolo. Qui poco prima, i primi cenni di una birra chiamata porter, doveva essere molto alcolica in teoria e non del tutto scura come oggi noi la conosciamo. Negli anni a venire, per circa due secoli in rapporto ai gusti delle persone, congiunzioni economiche, guerre varie sono state birrificate infinite declinazioni di birre scure, la differenziazione tra porter e stout diventa impossibile da stabilire, essendo queste due parole usate per indicare vari tipi di birra, anche molto diversi fra loro. I primi esempi di porter erano probabilmente blend di due o più birre, una porter e una old ale. Con il termine stout si indicavano porter molto più alcoliche. 
Semplificando possiamo assumere che il termine porter compare prima del termine stout, che la colorazione di queste birre è incerta, poiché si assume che mentre la tostatura dei grani era qualcosa di comune a livello casalingo e di caffetteria non era ancora una conquista su scala industriale, che erano brassate con qualcosa si simile ad un brown malt che nel corso del tempo prenderà sempre più colore e tostatura fino a diventare black. 
Arrivando con fatica ai giorni nostri e continuando a semplificare possiamo chiamare una stout una birra nera impenetrabile, porter qualcosa di più “chiaro”, ma in verità i due termini si confondono nello spazio e nel tempo e operare una vera e propria differenziazione dei due stili praticamente impossibile. 

L’universo delle birre scure è quasi infinito, quali sono gli stili che le raggruppano? 
L: I due stili principali sono stout e porter (tenendo presente la terribile confusione che questi nomi generano) e i loro sottostili. 
Anche qui la materia è magmatica e opinabile, volendo volare basso e semplificando al massimo faccio un elenco parziale dei vari sotto stili, i valori numerici sono presi dal BJCP non me ne vogliano i detrattori di tale libello, ma lo trovo molto utile quando si vogliono avere riferimenti numerici e avere dei punti fermi per intavolare una discussione : 
Porter 
Magnitudo dieci 2.0
Brown porter: il nome ci indica una scura ma non troppo, diciamo da marrone a marrone scuro. Deve avere una buona maltosità e poco sentore tostato, la luppolatura deve essere strettamente da amaro non da aroma e non invasiva, diciamo sbilanciata verso il dolce. Corpo medio. Malti inglesi, Maris, Brown e ovviamente tostati in quantità minori rispetto alle altre cugine per garantire una colorazione meno spinta. Lieviti da ale anche un leggero fruttato è tollerabile. Alcolicità nella media, carbonazione non troppo spinta. 
Vital Statistics: OG: 1.040 – 1.052 IBUs: 18 – 35 FG: 1.008 – 1.014 SRM: 20 – 30A BV: 4 – 5.4% 
Robust porter: qui alziamo leggermente l’asticella, colore marrone scuro fino a nero. Malto meno in evidenza, qui si devono sentire di più i tostati, luppolatura da aroma quasi assente, si lavora con luppolature da amaro. Il corpo può essere medio alto, una buona pastosità non guasta. Malto base inglese, e un utilizzo dei tostati più spinto, su tutti lieviti da ale neutri. Alcolicità medio alta, carbonazione non troppo spinta. 
Vital Statistics: OG: 1.048 – 1.065 IBUs: 25 – 50 FG: 1.012 – 1.016 SRM: 22 – 35 ABV: 4.8 – 6.5%
Baltic porter: questo è uno stile che non ho mai approcciato, motivo il lievito a bassa fermentazione usato e la sua dolcezza e maltosità che la rendono poco appetibile al mio palato. Stile in uso nelle regioni baltiche, derivato dallo stile inglese e modificato nel tempo secondo le inclinazioni di quelle zone. Qui il grado alcolico sale avvicinandole quasi ad una imperial stout. Colore dal rosso scuro al marrone scuro, maltosità ai massimi livelli e luppolo in ombra, squilibrato verso il dolce. Non dovrebbero sentirsi sentori tostati e questo tipo di malti dovrebbe rimanere sullo sfondo, lasciando spazio a sentori di frutta rossa e spesso una certa vinosità. In caso non si abbia la possibilità di fare bassa fermentazione si può optare per un lievito neutro usato al range di temperatura più basso. 
Vital Statistics: OG: 1.060 – 1.090 IBUs: 20 – 40 FG: 1.016 – 1.024 SRM: 17 – 30 ABV: 5.5 – 9.5% 

Stout 
Dry Stout: la stout irlandese è lo stile che ha reso famoso questo tipo di birra (vedi Guinness). Colore nero impenetrabile e basso contenuto d’alcol, qui orzi e malti tostati caratterizzano lo stile. Amaro ben bilanciato, aroma da luppolo nullo, corpo medio, finale secco, talvolta la birra presenta una buona pastosità. Accettata anche una leggera acidità. Non deve mancare il roast barley nella ricetta, vanno bene fiocchi d’orzo per aggiungere pastosità e schiuma. 
Vital Statistics: OG: 1.036 – 1.044 IBUs: 25 – 45 FG: 1.007 – 1.011 SRM: 25 – 40 ABV: 4.0 – 4.5% 
Sweet/milk Stout: Mmmm….non è uno stile di stout che mi appassiona, comunque parliamo di una birra nera impenetrabile, con un buon corpo e una grande cremosità. Mash sbilanciati verso le alfa amilasi garantiscono la sopravvivenza di malto destrine non gradite ai nostri amici lieviti, questo unito ad un uso meno spregiudicato del luppolo dovrebbero sbilanciare la birra verso il dolce. Spesso, con mio sommo rammarico, si aggiunge lattosio o zuccheri non fermentabili per accentuare questa caratteristica della birra. Il carattere tostato deve essere molto attenuato rispetto alle sue sorelle. Gli ingredienti sono i classici di una stout con tutti gli accorgimenti descritti sopra. 
Vital Statistics: OG: 1.044 – 1.060 IBUs: 20 – 40 FG: 1.012 – 1.024 SRM: 30 – 40 ABV: 4.0 – 6.0% 
Oatmeal Stout: Qualcosa a metà strada tra una dry e una sweet, come da nome la oatmeal è caretterizzata dall’uso dell’avena, che dona caretteristiche particolari allo stile, una sensazione di corpo pieno, una grande cremosità quasi oleosa e un aroma di nocciola sullo sfondo. Nera impenetrabile, birra dal corpo medio alto e un bilanciamento dell’amaro che va verso il dolce, non come una sweet. L’utilizzo dell’avena deve essere cospicuo, si può osare fino ad un 15/20% del grist, malto base inglese, d’obbligo caramel e Roast. Mash sbilanciato veso le destrine per assicurarsi una pienezza di corpo, lievito da ale inglese. 
Vital Statistics: OG: 1.045 – 1.065 IBUs: 25 – 40 FG: 1.010 – 1.018 SRM: 22 – 40 ABV: 4.2 – 5.9% 
Foreign Extra Stout: uno dei miei sotto stili preferiti, penso che la guinness foreign extra stuot sia un esempio perfetto per descrivere una scura che si fa austera, non per tutti i palati. Nera impenetrabile, schiuma persistente e amaro in evidenza. I sapori tostati qui sono i protagonisti, caffè cioccolato e una idea di bruciato sullo sfondo. 
Può aver un bel grado alcolico ma più basso di una imperial una bella sensazione di pienezza e pastosità in bocca. Soliti ingredienti, roast non deve mancare lieviti inglesi neutri. 
Vital Statistics: OG: 1.056 – 1.075 IBUs: 50 – 70 FG: 1.010 – 1.018 SRM: 30 – 40 ABV: 6.3 – 8.0% 
Russian Imperial Stout: la regina della scure, birra d’impatto con moltissime declinazioni e interpretazioni. 
Pastosa, nera impenetrabile, schiuma persistente e fine. Si ricerca una certa complessità di sapori e aromi, dal torreffatto al cioccolato passando per il caffè e i frutti scuri e addirittura in alcune versioni il piccante del peperoncino. Alcol evidente, deve essere una birra possente da freddo inverno. Difficile dare delle linee guida perchè è uno stile che lascia molto liberi di creare. Birra da invecchiamento il grado alcolico da la possibilità a questo tipo di birre di sopportare ottimamnente la prova del tempo. Utilizzo del luppolo da amaro cospicuo per bilanciare bene il quantitativo di malto utilizzato. La lista dei malti da utilizzare qui si fa imbarazzante, ho visto ricette con una lista da far impallidere il più smaliziato HB. Malto base inglese, caramel, tutti i tostati che vi vengono in mente. Io amo aggiungere anche una buona dose di wheat. 
Vital Statistics: OG: 1.075 – 1.115 IBUs: 50 – 90 FG: 1.018 – 1.030 SRM: 30 – 40 ABV: 8.0 – 12.0%  

Illustraci le caratteristiche, gli aromi e le particolarità di queste deliziose birre. 
L: Sono stili meravigliosi che hanno uno spettro di colori che vanno dal marrone scuro fino al nero impenetrabile. Anche la gradazione alcolica ha un range enorme, si va dalla Guinness con i suoi 4 gradi circa a imperial stout che hanno gradazioni alcoliche considerevoli. 
La schiuma assume varie colorazioni, dal cappuccino fino al marrone cupo, si assume che siano stili che necessitano di un bel cappello fine e in questo i scuri ci aiutano. Gli aromi che andremo a cercare si collocano in quel range di profumi che ci parlano di tostature, di caffè cioccolato biscotto e perchè no anche di affumicato, frutta secca e frutta scura. 
Possono essere birre dissetanti o birre austere di grande spessore adatte per fredde serate invernali. 

Dopo qualche notizia generale, cerchiamo di scendere più nei particolari, cercando di “rubarTi” qualcosa dalla Tua esperienza e condividerla con tutti. 
Secondo la Tua esperienza qual’è il metodo migliore e quali tecniche sono più adatte per brassare una birra scura? 
L: Posso solo dire che in generale per avere il totale controllo del processo parliamo di all grain in qualsiasi sua forma ed emanazione. 
Detto questo si dice che alcuni dei stili scuri siano riproducibili con ottimi risultati anche in E+G. Io non ho mai fatto E+G, mai assaggiate scure preparate con questa tecnica. Ma per mia opinione se si vogliono fare le cose fatte per bene sempre all’all grain dobbiamo guardare. 

Quali sono le fasi del mash necessarie per esaltare i sapori e gli aromi dei malti tostati? 
L: Beh, più che di step mash in questo caso parlerei di grist, viene da se che parlando di birre scure è lì che si decide gran parte dell’aroma e del sapore della birra ma anche i malti base e gli speciali non tostati hanno una importanza cruciale, si rischia altrimenti di preparare birre mono dimensionali, i malti scuri se alla spalle non hanno sostanza alla fine possono stancare e rendere le birre piatte. Quindi una ricetta bilanciata, probabilmente un singolo step all’inglese è più che sufficiente per portare a casa una buona scura. Ovvio che si aggiungono ingredienti non maltati i step di mash possono aumentare in funzione della disgregazione degli amidi. 

I malti tostati sono malti che non necessitano di mash, a causa delle alte temperature che distruggono quasi completamente le proteine e gli amidi e rimane ben poco da convertire, e anche vero che apportano un pò di astringenza, portata dalla buccia del chicco, e possibile migliorare questo neo con la tecnica della infusione a freddo o cold steeping, quale il Tuo pensiero su questa tecnica e l’hai mai utilizzata e con quali risultati? 
L: Ci sono vari modi di evitare astringenza il più semplice e sicuro è quello di utilizzare i malti speciali e i roast alla fine del mash, portare a casa la completa conversione dei zuccheri e solo al mash out aggiungere tutti gli scuri. Questa tecnica fa sì che i grani speciali vengano stressati di meno e che si limiti l’estrazione di sostanze astringenti. 
Questo metodo risulta a me molto utile quando sto brassando imperial stout e la pentola di ammostamento sta esplodendo di malti: togliendo dal mash i tostati e gli speciali si ha un ammostamento più comodo, si conserva altresì acqua utile per un buono sparge. 
Altra tecnica è quella come da te anticipato dello steeping, isoliamo almeno tre modi diversi di utilizzare questa tecnica: 
Infuso caldo: grani macinati, infusi in acqua a 74°c lasciati per cinque minuti, separati poi dall'acqua. Il mosto può essere aggiunto anche prima di imbottigliare ovviamente previo raffreddamento 
Infuso freddo: stesse modalità di cui sopra, ma questa volta con acqua a temperatura ambiente. I grani dovranno quindi sostare per circa 24 ore poi separati dal mosto. Aggiunto al mosto principale come sopra. 
Infuso freddo in boil: come sopra solo che l'infuso ottenuto va aggiunto gli ultimi cinque minuti dalla bollitura. Se si vuole mettere gli infusi direttamente nel fermentatore consiglio di farlo solo con birre di alta gradazione alcolica, dagli otto in su, in due casi ho avuto problemi di gushing rispetto ad una fermentazione lineare e pulita. 
Per questo preferisco inserire l’infuso a fine bollitura. Solo nel caso di possenti imperial cui voglio aggiungere complessità e carattere mi azzardo ad usare lo steeping a fine fermentazione confidando nel potere preservativo dell’alcool. La cosa bella di questa tecnica è che alla fine con alcune accortezze si può correggere in corso d’opera una birra aggiungendo scuri durante la fermentazione. Vale la pena provare per salvare un prodotto che risulta slavato o un prodotto sperimentale con tutte le precauzioni che si devono utilizzare quando si mette mano ad un mosto in fermentazione. 

Impianto

I malti scuri tendono ad abbassare il pH, come Ti regoli per evitare che scenda troppo, e ritieni importante mantenere il pH in certi limiti per ottenere la migliore estrazione degli zuccheri? 
Ancora molte birre scure utilizzando acque particolari, oltre che per migliorare la birra, anche per creare un effetto tampone ed evitare di abbassare troppo il pH. Tu utilizzi delle acque particolari o modifichi in qualche modo l’acqua, dacci qualche consiglio. 
L: La teoria vuole che il ph sia una variabile importante nell’economia del mash. Gli enzimi lavorano al meglio entro certe temperature e certi livelli di ph. E’ buona cosa quindi buttarci un occhio. 
Io di solito preparo la mia acqua di mash e di sparge correggendola ad un ph di 5.5, in questo modo non ho mai dovuto modificare il ph durante la fase di ammostamento. Diverso quando brasso una scura, lì correggo l’acqua di mash a un valore di circa 6, i malti scuri poi mi stabilizzano il ph ai livelli desiderati. 
Quello dell’acqua è un discorso complesso, per me il più noioso di tutti e non l’ho mai veramente approfondito. Non posso parlarne con cognizione di causa. Basti sapere che partendo da un acqua demineralizzata aggiungendo sali si possono clonare i profili di acqua di qualsiasi luogo. 
Non fa per me: io vivo a Roma, abbiamo un'acqua molto buona ma molto dura, troppo spesso si sente il classico sapore di cloro. Per essere sicuro di avere una buona acqua di solito la preparo qualche giorno prima in taniche di vetro e la lascio decantare per addolcirla un poco e per essere sicuro che tutto il cloro sia evaporato. 
Correggo come descritto sopra il ph e non mi faccio più pensieri. Sono dell’idea che io debba tirare fuori il meglio dalle mie birre adattandomi rispetto all’acqua che ho a disposizione, il tempo e l’esperienza mi permetteranno di adattare le mie ricette alla mia acqua. 
Per chi volesse veramente approfondire l’argomento consiglio il libro dedicato del grande John Palmer tradotto ora in italiano. 

Parliamo di lieviti, sappiamo molto bene come il lievito alla fine influenzi notevolmente il gusto e l’aroma delle nostre birre, quali sono i lieviti più adatti? 
L: Parlo per gusto personale: non voglio sentire lievito nelle mie scure, per cui la tendenza è di usare lieviti neutri al range di temperatura più bassa. Quello che deve emergere da queste birre sono i malti. Dunque lieviti inglesi, neutri, non amo usare US04 tira fuori il suo classico fruttato che sulle scure non amo sentire. Per le birre di media gradazione alcolica utilizzo US05, per scure di alta gradazione mi affido al London ale 1028 (al range di temperatura più basso) e al Mangrove M42 un lievito che sto scoprendo ora e che trovo portentoso, probabilmente lo utilizzerò su tutte le mie scure nel prossimo futuro. 

Come prepari i tuoi lieviti e come li utilizzi? 
L: Se uso lieviti secchi allora compro più bustine e reidrato prima dell’inoculo. Se devo brassare una imperial stout e utilizzare il liquido allora mi preparo con uno starter di solito a step per avere una bella bestia da utilizzare per una buona attenuazione. 
In rete si trovano mille programmi per calcolare rispetto al tipo lievito e alla og di partenza il numero di cellule necessarie per portare avanti una sana fermentazione. Questi numeri mi annoiano, ho sviluppato una sorta di esperienza per cui decido io senza fare nessun calcolo quanto lievito utilizzare o come procedere con lo starter, partendo dal presupposto che tendo a un over pitching per non avere problemi di stallo del lievito. 
Secondo me basilare e spesso sottovalutata dalle nuove leve è l’ossigenazione del mosto. Io uso un trapano e una frusta in acciaio, da quando utilizzo questo metodo poco ortodosso noto un lag time molto ridotto e delle ottime attenuazioni. 
Inoltre per dare una marcia in più ai nostri esserini non manco mai di aggiungere a fine bollitura nutrienti specifici per i lieviti. 

Normalmente con le birre scure non viene utilizzato molto luppolo, a parte qualche stile americano, ci puoi elencare per ogni stile i luppoli più adatti e le loro caratteristiche, insomma quali sono i luppoli più idonei a incontrare i malti tostati? 
L:E’ una domanda complessa nella quale entra molto il gusto personale. Diciamo che per quanto mi riguarda non amo sentire sapore e aroma di luppolo abbinato con i classici sapori e profumi tostati tipici delle scure, per cui mi limito ad una sola gittata da amaro senza gittate da aroma. 
Da dire che amo le birre amare e penso che questi stili vengano esaltati da un bell’amaro per cui non lesino con la gittata a 60”. 
Per cui di solito mi limito a scegliere il luppolo con un bel numero di AA e al minor costo, lo uso in amaro e non ci penso più, visto che l’altro mio amore sono le ipa e li ci investo cifre considerevoli in luppolature sempre più folli e stravaganti. 
Volendo essere precisi si possono utilizzare ovviamente luppoli inglesi ed Europei che hanno aromi più tenui e delicati, su tutti il Fuggle mi sembra essere un tipo di luppolo che per il suo aroma si abbini meglio alle scure. 

Spesso vengono utilizzati grani particolari come l’avena, fiocchi e spezie. Qual è la tua esperienza rispetto a questi ingredienti, l’hai utilizzati e come? 
L: Ben vengano, danno corpo sapore e aiutano molto la formazione della schiuma. 
Si utilizzano ovviamente nel mash e se si superano determinate quantità è sempre utile aggiungere un protein rest. 
Amo molto il torrefied wheat e lo uso in abbondanza nelle mie scure, per cui prevedo un profilo di mash che ingloba anche un protein, di solito entro a 52/55, lascio stabilizzare pochi minuti e poi salgo dolcemente in rampa verso lo step principale. In questo modo ho avuto sempre birre con una bella schiuma fine e persistente. 
Le spezie non le amo e non le uso, mai nelle scure anche se potrebbe essere uno studio interessante. Ancora una volta si seguano le proprie inclinazioni e ci si senta liberi di fare cose folli, non dobbiamo vendere la nostra birra. Al massimo la condivideremo con i nostri amici, una birra sperimentale con una buona storia alle spalle da raccontare a volte vale molto di più di una bottiglia di un birrificio blasonato. 

Domanda dei secoli, qual’è il segreto per ottenere una ottima birra scura ricca di gusti tostati, aromi di liquirizia e caffè e completare questo capolavoro umano con un cappello di schiuma soffice e cremoso? 
L: Leggi tutto quello scritto fino a qui. Studio del grist e del mash, un lavoro di pazienza sulla ricetta in combinazione con una disamina spietata di quello che si è prodotto. 
Solo essendo capaci di analizzare in maniera severa le proprie birre, correggere il tiro lavorando sulla ricetta ci permetterà di progredire come birrai. 

Siamo quasi alla fine, ti chiediamo ancora un ultimo sforzo e regalarci una ricetta che possa riassumere in parte la Tua esperienza sull’argomento. 
L: Posto questa ricetta, spero piaccia, è figlia di vari esperimenti e tentativi. 
Imperial stout, ricetta piuttosto semplice nel grist. Come detto poco sopra amo molto il frumento torrefatto, dona una schiuma fine e persistente e un bel corpo. 
Visto la quantità ho previsto un breve step a 55° altrimenti inutile. 
Se si vuole tutti i speciali possono essere inseriti al mash out, vedi il discorso su l'astringenza. 
Per la luppolatura utilizzate quello che volete, io in questi casi uso il magnum che utilizzo solo con una gittata da amaro a 60”. Anche qui le regole rispondono solamente ai propri gusti personali. 
In questa birra ho cercato il bilanciamento tra il suo corpo e l’amaro, se volete un mosto più dolce o una luppolatura più aggressiva...chi ve lo vieta? 
Lievito utilizzato il mangrove 42, lievito dalla buona flocculazione, neutro e dalla eccellente resistenza all’alcol da utilizzare nel range di temperatura più basso. Prevedete di mettere nutriente per lievito durante la bollitura, ossigenate in maniere vigorosa (ognuno utilizzi la propria tecnica, io frusta e trapano) e inoculate con coraggio e possibilmente in over pitching! Se si teme una bassa attenuazione si può togliere un po’ di Maris (3-5%) e utilizzare zucchero di canna per dare maggiore fermentabilità al mosto. 
In questo caso si aggiunga lo zucchero (più grezzo è meglio è, ultimamente sto utilizzando la panela) a fine bollitura, se si vuole anche durante l’ultima fase della fermentazione, diluito in poca acqua e bollito per pochi minuti. 
Per l’imbottigliamento prevedete di utilizzare il lievito specifico per rifermentazione se avete paura che la birra non carboni. Io non lo utilizzo, anche perchè questa è una stout che deve invecchiare un poco (diciamo di provarla dopo vari mesi dall’imbottigliamento) e il lievito avrà tempo di rifermentare con comodo. Io la amo non troppo rifermentata, io qui non do indicazioni perché le mie ale le adoro quasi ferme. 

SRM: 91,6 EBC 
IBU: 59,0 IBUs Tinseth 
Est Pre_Boil Gravity: 1,081 
OG: 1,097 SG 
FG: 1,017 SG 
BU:GU: 0,608 
Calories: 427,1 kcal/l 
Est ABV: 10,7 % 
BT: 60 Mins 

Ingredienti: 
Pale Malt, Maris Otter 71,0 % 
Wheat, Torrified 15,0 % 
Caramel/Crystal Malt -120L 5,0 % 
Roasted Barley 5,0 % 
Black Malt 2,0 %
Chocolate Malt 2,0 % 

Schema ammostamento: 
Protein Rest 55° 5 min fate mash in per assestarvi sui 55° tenete per 5 min poi salite dolcemente a: 
Saccharification 66° 60 min 
Mash Out 78° 10 min 

Un'ultima domanda che mi frulla da anni in testa, ma qual’è la differenza tra una Porter e una Stout? 
L: Eheheheheheh vorrei conoscerla anche io...diciamo che al giorno d’oggi possiamo caratterizzare una porter con l’utilizzo del malto brown, che è un malto poco utilizzato e molto interessante, le stout con l’utilizzo del roast barley. 
Ma è una differenziazione moderna. Nelle stout ricerchiamo un colore nero impenetrabile, nelle porter la tonalità virerà verso un marrone scuro. Ma insomma, parliamo di questioni di lana caprina, in verità non c’è differenza.. 

Abbiamo finito Lorenzo, è stata davvero una maratona, penso che sia stata la chiacchierata più complessa ma anche quella più soddisfacente, davvero utile per tutti.
E’ stato un vero piacere poterTi ritrovare e passare qualche momento insieme anche se virtualmente e averci concesso l’onore di “rubare” un pezzetto della Tua vita birraria. 
Ti ringrazio moltissimo per la Tua disponibilità e ti aspettiamo ancora qui con noi prossimamente.
Ancora grazie Lollo. 
L: Grazie a te e felice di vedere di nuovo movimento nel tuo bel blog. 
Ultima considerazione in merito a questa intervista che mi ha messo molto in difficoltà non mi sento affatto titolato per parlare con cognizione di causa di uno stile così complesso, e di uno stile in generale. 
Non me ne abbiano hb molto più preparati di me che storceranno il naso leggendo le mie risposte. Sono i benvenuti a implementare, correggere e insultarmi ove necessario, non mi tiro mai indietro. Grazie Bec, continua così.

sabato 4 novembre 2017

Video Birra - Lo Speciale del Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto

Siamo proprio arrivati alla fine di questo laboratorio BIAB. Rimane sempre un po' di tristezza quando qualcosa finisce. Tutti quei momenti rimarranno con noi grazie ai video e potranno essere visti e rivisti ogni volta che lo vorrete, magari per rivedere un passaggio, una tecnica. In queste settimane abbiamo provato a trasmettervi la tecnica australiana e speriamo di esserci riusciti e che sia servito un po' a tutti; sia ai neofiti per prendere la decisione di scegliere una strada più semplice per iniziare il percorso AG, sia agli esperti per conoscere un nuovo metodo di birrificazione, perchè nella vita c'è sempre qualcosa di nuovo da vedere; ma soprattutto a tutti per conoscere e meglio apprezzare il BIAB.
Questa ultima parte è lo speciale che tanto e tanti aspettavano. Un intero video dedicato alle parti più goliardiche, 15 minuti di estrema verità e spontaneità. Il video è il risultato di oltre 40 minuti di materiale selezionato. Un omaggio a tutti per tutti.
Prossimi sabato la prima parte del video della cotta con il Braumeister
Buon divertimento.


martedì 31 ottobre 2017

BIRRAFACENDO La fiera dell'Homebrewing a Torino

Da Ven 24 a Dom 26  Novembre si svolgerà a Torino la prima edizione della fiera dell'Homebrewing.
Birrafacendo si tiene a Lingotto Fiere, polo multifunzionale e flessibile, a pochi minuti dal centro città, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, situato all’interno di una location storica – gli ex-stabilimenti Fiat. Il padiglione 1 offre una superficie espositiva netta di 5590 mq.
La fiera Birrafacendo è un appuntamento culturale che apre le porte di Torino ai partecipanti e offre la possibilità di visitare piazze, musei ed edifici storici per tutta la durata della manifestazione.
Birrafacendo è la prima fiera dell’Homebrewing a Torino. La manifestazione si pone l’obiettivo di diventare il punto di incontro tra coloro che operano nel settore del Homebrewing e chi condivide la passione per la produzione della birra fatta in casa, oltre a far crescere il livello di produzione della birra artigianale nella Città di Torino e nella Regione Piemonte.
All'interno della fiera si troverà tutto per l’homebrewing, fornitori di attrezzature per la birrificazione, prodotti per la pulizia, prodotti per la sanificazione, di materie prime come acqua, malto di orzo e altri cereali, luppolo, lievito, ecc…, fornitori di kit preparati e completi per la birrificazione, prodotti per l’imbottigliamento e la consumazione, libri e manuali sulla birrificazione casalinga, bacheca dell’usato.
Vi chiederete come mai ve ne do notizia, sapete che il blog non si interessa di eventi che non siamo legati al mondo del Signormalto, soprattutto per la complessità degli eventi e del numero sempre crescente, che renderebbe impossibile dare un informazione completa.
Il motivo è che questa manifestazione fa parte del mondo Signormalto. Infatti nei giorni della manifestazione saremo presenti con il nostro stand per proporre ai visitatori un percorso dimostrativo, per illustrare i nostri metodi di produzione con 4 dimostrazioni brassicole.
Il percorso dimostrativo ha come interpretazione il sogno, il sogno di realizzare una birra in casa. Infatti si chiamerà "Da un Kit ad un Sogno".
Ai visitatori sarà consegnato un pieghevole con la nostra presentazione, la nostra storia e la nostra missione. Inoltre ci sarà un cenno sulle metodologie utilizzate e infine il programma dettagliato. Insieme sarà consegnato anche un libretto di una ventina di pagine a riassunto delle giornate, con argomenti specifici su:
Introduzione al mondo della birra casalinga;
L'attrezzatura necessaria;
Le metodologie;
Gli ingredienti necessari ;
I processi produttivi;
e una ultima parte con ricette da kit agli impianti automatici.
Una piccola guida per lasciare nelle mani dei partecipanti, quel sogno che ognuno di noi rincorre, quando brassiamo una birra.
Il programma prevede:
Programma delle dimostrazioni 
Venerdì 24 Novembre 2017
Ore 10
Presentazione del percorso dimostrativo a cura di Birrafacendo
Ore 10,10
Presentazioni Signormalto
Chi Siamo
La nostra Storia
Ore 10,30
Presentazione del metodo Kit Classico
Attrezzatura necessaria
Dimostrazione pratica di una cotta di Kit Classico
Ore 12
Riflessioni finali
Ore 12,30
Pausa
Ore 14,30
Presentazione del metodo kit Elaborato
Attrezzatura necessaria
Dimostrazione pratica di una cotta di Kit Elaborato
16,30
Riflessioni finali

Sabato 25 Novembre 2017
Ore 10
Presentazioni Signormalto
Chi Siamo
La nostra Storia
Ore 10,10
Presentazione del metodo BIAB
Attrezzatura necessaria
Ore 10,30
Dimostrazione pratica di un cotta All Grain con il metodo australiano BIAB
Ore 12,30
Pausa
Ore 13,30
Ripresa dei lavori
Ore 17
Riflessioni finali

Domenica 26 Novembre 2017
Ore 10
Presentazioni Signormalto in compagnia di Alessandro Simonetta
Chi Siamo
La nostra Storia
Ore 10,10
Presentazione dell'impianto automatico Braumeister a cura di Alessandro Simonetta
Ore 10,30
Dimostrazione pratica di un cotta con Braumeister a cura di Alessandro Simonetta
Ore 13
Pausa
Ore 14
Ripresa Lavori
Ore 17
Riflessioni finali
Ore 17,30
Saluti e ringraziamenti

Gli orari sono indicativi e possono variare a seconda le esigenze dell'organizzazione.

Non mi rimane che invitarvi a visitare la fiera e a venirci a trovare vi aspettiamo anche per conoscerci di persona e scambiarci qualche parola per creare nuove amicizie.  
Rimanete sintonizzati seguiranno aggiornamenti.


  


venerdì 27 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 5ª Parte

Siamo giunti alla fine di questo percorso che vi ha tenuto compagnia per 5 settimane. Un laboratorio dedicato alla tecnica All Grain con il metodo australiano BIAB. 
In questa ultima parte ci dedichiamo alle parti finali della cotta sistemazione del mosto nel fermentatore, inoculo e sistemazione in cella riscaldante. 
Siamo molto contenti, il laboratorio ha avuto un buon successo di pubblico, sia qui sul blog che sul canale video, riscontrato molti feedback positivi.
Ma il laboratorio non finisce qui, il prossimo sabato andrà in onda, come tradizione vuole, un gustosissimo fuori onda con i tagli migliori. Devo dire che c'era tanto materiale che poi alla fine ho dovuto tagliare pure i tagli, lasciando solo il cuore dei momenti più esilaranti. 
Tra due sabati andrà in onda la prima parte della dimostrazione con Braumeister tenuta dall'amico Alessandro Simonetta. Un preludio sul laboratorio sulle macchine automatiche che si dovrebbe tenere a Febbraio.
Non vi resta che gustarvi questa ultima parte e ci si rivede sabato prossimo. 



Buona Visione.

sabato 21 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 4° Parte

Le settimane passano inesorabili e stiamo giungendo alla conclusione del Laboratorio BIAB, siamo arrivati alla 4ª parte. In questo episodio parliamo delle fasi finali bollitura e luppolatura. 
Il video si occupa soprattutto dei luppoli, descrivendo le varietà utilizzate e le caratteristiche.



Il prossimo sabato 5ª e ultima parte.
Buona visione.


martedì 17 ottobre 2017

Braumeister dimostrazione di una cotta

Dopo i laboratori di Maggio sul tema All Grain Classico e quello di Settembre sul sistema australiano BIAB, torniamo con una dimostrazione.
Questa volta è toccato ad un impianto automatico il Braumeister da 20 Litri.
Alessandro Simonetta
La dimostrazione è stata tenuta dall'amico Alessandro Simonetta, conosciuto ai più  con il nick di Alesim. Alessandro una persona preparata, vera e disponibile è stato gentilissimo ad offrirsi per questa dimostrazione, per far conoscere a chi ci segue il mondo degli impianti automatici.
L'impianto che non avevamo mai visto dal vero, una macchina splendida di costruzione robusta, molto curata nei particolari.
Composta da una pentola con rubinetto, una centralina automatica e una pompa situata sotto la pentola. All'interno sul fondo della pentola c'è il foro della pompa e al centro il perno con le tacche graduate per il litraggio dell'acqua dove viene inserito il pipe malt o cestello. Nel pipe malt viene inserito un filtro inferiore e poi una volta aggiunto i grani un filtro superiore.
Schema dell'impianto
Il cestello ha due fori per il sollevamento dove viene inserito il gancio e all'esterno al centro del pipe malt i perni di supporto per appoggiare il cestello sulla staffa di supporto. All'interno sul fondo della pentola si trova la resistenza da 2000W. Il funzionamento della macchina simula un impianto BIAB.
Per mettere alla prova il Braumeister abbiamo deciso di replicare la ricetta dei laboratori All Grain e BIAB, la ORO Original.
Andrea, Angelo, Alessandro e io. Dietro al foto DJ500
Il metodo di funzionamento del Braumeister ha costretto Alessandro ad impostare delle modifiche alla ricetta originale per mantenere il più possibile le caratteristica della ricetta originale. Le modifiche sono dovute principalmente alle differenze del quantitativo di acqua presente all'interno della pentola e al funzionamento della macchina stessa. 
Della dimostrazione è stato girato un video che uscirà dopo lo speciale del laboratorio BIAB tra 4 settimane.
La mattinata è iniziata presto, Alessandro è arrivato armato del suo prezioso congegno, corredata all'attrezzatura di serie del BM (abbreviazione del Braumeister ndr) compresa la serpentina di raffreddamento. 
Lo abbiamo aiutato a sistemare l'impianto sopra il  nostro supporto e gli abbiamo chiesto mentre si scaldava l'acqua di esporci un po' in dettaglio l'impianto. E stato molto preciso e competente nell'esporre con dedizione tutti i particolari soffermandosi soprattutto sul funzionamento e sul cuore elettronico che controlla le varie fasi di brassatura dell'impianto.

Vediamo la ricetta modificata

ORO Original APA Braumeister
Litri in macchina :29.2
OG preboil:1034
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :21.5
OG :1043
ABV :4.3 %
Plato :10.8
IBU :27.7
BU/GU :0.65
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale Ale 3400 gr 93 %
Fiocchi di Orzo 200 gr 5 %
Biscuit 50 gr 1 %
Totale 3650 gr

Luppoli
Simcoe (AA 12.3) 7 gr 30 min
Amarilllo (AA 9) 7 gr 20 min
Galaxy (AA 16.7) 7 gr 15 min
Galaxy (AA 16.7) 7 gr 10 min
Amarillo (AA 9) 20 gr 5 min
Galaxy (AA 16.7) 65 gr Dry-Hop
Totale 113 gr

Lieviti
SafAle US 05 DryUS-05 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50°C 15 min
Beta-amilasi 65 °C 55 min
Alpha-amilasi 72 °C 25 min
Mash Out 78 °C 10 min

Fermentazione 19°C

Il Pipe Malt
Come tutti gli impianti automatici le fasi di mash proseguono in automatico permettendoci di poter utilizzare Alessandro per avere tutte le informazioni necessarie per esaudire le nostre curiosità sul BM.
Terminato il mash, il BM non prevede lo sparge e abbiamo semplicemente sollevato il pipe malt e appoggiato sulla sua staffa di supporto per far sgocciolare il mosto all'interno della pentola. Qui Alessandro ci hai illustrato la possibilità di eseguire una fase di risciacquo trebbie, anche se poi ha preferito non eseguirla.
Sull'effettiva efficacia di un sistema elettrico di portare il mosto ad una bollitura vigorosa, ho sempre avuto dei dubbi, ma mi sono dovuto ricredere.
Alessandro ha progettato una cappa artigianale per aiutare ad alzare la temperatura sopra la pentola, e quindi aumentare il vigore della bollitura.
La cappa è stata creata con una bastardina acquistata con pochi euro in un grande magazzino che ha poi forato creando un buco di 10 centimetri.
Nell'attesa che partisse ed iniziasse la fase di bollitura e in seguito di aggiungere i luppoli, abbiamo fatto una pausa per pranzare. Sono questi i momenti fondamentali per cementare nuove amicizie e per diventare anche un pò complici di momenti vissuti condividendo anche qualche confidenza.
E qual'è il collante che rafforza le amicizie? Ma la birra!
Cotta finita
E così insieme ad un pasto fugace abbiamo assaggiato un pò di ottime birre portate da Alessandro, ripassando tecniche e ricette.
Purtroppo quando si sta bene il tempo passa velocemente e dopo 60 minuti di bollitura siamo passati alla fase di luppolatura. Abbiamo inserito l'hop basket all'interno dell'asta e dopo qualche minuto è iniziata la serie delle gettate.
Terminata la fase di bollitura, il BM ha finito il suo compito e non ci è rimasto che iniziare la fase di raffreddamento. Per raffreddare il mosto Alessandro ha utilizzato una serpentina in acciaio inox. Il display del BM ci confermava con estrema velocità il continuo ed inesorabile abbassamento di temperatura. Le nottate fredde di questo inizio di ottobre hanno portato la temperatura dell'acqua sotto i 15 gradi velocizzando l'ultima fase di questa cotta automatica.
In poco meno di mezz'ora abbiamo raggiunto i 20 gradi. Abbiamo aperto il rubinetto e raccolto il prezioso nettare dorato nel fermentatore. Qui abbiamo seguito la nostra solita prassi di inoculo nel lievito US-05 e di trasporto in cella riscaldante.
La macchina ha effettuato egregiamente il suo lavoro, lasciando un mosto limpido, di un colore dorato paglierino molto chiaro, dal gusto equilibrato e dal profumo resinoso.
Possiamo dire che il Braumeister ci ha felicemente stupito, facendoci capire il suo valore.
Nelle prossime settimane continueremo a postare i video del laboratorio BIAB e il video girato per il BM. Nel blog invece è probabile un rallentamento degli articoli per riprendere poi a pieno regime in Dicembre quando probabilmente ricominceranno gli incontri. Sono molte le cotte che ci aspetteranno soprattutto con l'anno nuovo. Questo perchè ci aspetta davanti a noi un periodo davvero intenso. Da metà di Ottobre e il successivo mese di Novembre saremo occupati nella preparazione di un grosso evento a cui parteciperemo. Un periodo che ci terrà occupati per qualche giorno fuori sede.
Ma questa è un'altra storia. 
  

venerdì 13 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 3° Parte

Terzo video della saga del Laboratorio BIAB. Questa volta parliamo della fase di strizzatura post mash. Rispetto ai due video precedenti questa terza parte è più incentrata sul dialogo tra domande e risposte poste dai partecipanti. La parte più tecnica riguarda la fase di post mash out, quindi tutta la parte di sollevamento sacca e strizzatura per il recupero degli zuccheri. Inoltre c'è anche un parte dedicata alla tecnica di pressatura della sacca per estrarre la maggior parte del mosto dalle trebbie.


A sabato prossimo per la quarta parte.
Vi auguro una buona visione.

martedì 10 ottobre 2017

5 Anni di passione e amore

Ricordo come fosse oggi il giorno del ventunesimo compleanno di Andrea. Gli amici gli regalarono un kit completo per fare la birra in casa. Il kit comprendeva anche un baratolo di malto preparato la Draught della Cooper, la nostra prima birra.
Non avevamo idea in quale casino ci stavamo ficcando!
Sono passati 5 anni esatti da quel 10 Ottobre 2012 il giorno della nostra prima birra.
Proprio per commemorare l'avvenimento è stato deciso di coniare un nuovo simbolo, e scrivere due righe per ravvivare qualche ricordo sbiadito. 
Anniversary Five Years Eaglolf Beer

Non sembra possibile che sia passato così tanto tempo e quanta strada abbiamo fatto in soli 5 anni.
La prima birra il Kit Draught Coopers
All'inizio Andrea non sembrava molto interessato, quando il suo amico Alby gli spiegò le cose fondamentali, aveva capito fin da subito che era un cosa che necessitava di un po' di impegno, ma non si pensava così tanto.
Mi offrii di aiutarlo a reperire qualche informazione e mano a mano che avessi scoperto qualcosa lo avrei tenuto informato finchè non avremmo cominciato a mettere in pratica ciò che avrei appreso.
Neanche io mi resi conto che più il tempo passava più rimanevo invischiato tra le spire di quella che sembrava un innocua passione.
E così la scimmietta che era uscita dalla scatola del kit si impossesso di me.
I primi tempi furono duri, trovavo con difficoltà informazioni. Il web era pieno di false notizie propinate da falsi dei, che si ergevano a detentori della verità. Notizie contraddittorie che portavano solo confusione. 
Le prime birre
Comprai qualche libro, e cominciai a leggere, e a comunicare con altri homebrewer attraverso i forum che reputo il mezzo migliore per scambiarsi esperienze e stringere amicizie.
Nel mucchio conobbi delle persone che non avevano problemi a condividere le loro esperienze e ci diedero una mano a capire le prime cose fondamentali.
Sono persone la cui stima non è mai mutata anzi accresciuta negli anni, e le ringraziamo soprattutto per esserci stati vicini sempre anche nei momenti difficili.
Il tempo passava e la passione cresceva, le birre miglioravano ogni volta scoprivano nuovi ingredienti.
Ma più il tempo passava più i kit cominciavano a non soddisfarci più come all'inizio.
Decidemmo di fare un salto di qualità e di provare a passare all'All Grain.
Tutto da rifare o quasi. Qui non si trattava più di sciogliere qualche polverina insieme ad un concentrato appiccicoso, ma di creare una vera e propria birra, una vera e propria ricetta, macinando grani e aggiungendo luppoli verdi e inebrianti.
Il laboratorio BIAB tenuto da Roberto 
Fu in quel periodo che partecipammo ad un laboratorio homebrewer organizzato da Roberto, un nostro amico proprietario di un beershop a Savona e visto il luogo e lo spazio a disposizione non poteva fare altro che una birra con la tecnica australiana BIAB.
Fu una folgorazione! Si poteva fare birra seriamente senza dover acquistare l'universo!
Io che fino allora ero rimasto prigioniero delle mie paure nell'affrontare una metodologia che pensavo complicata, capii che forse avremmo potuto fare qualcosa di un po' più complesso senza complicarci eccessivamente la vita e che ci avrebbe ripagato con una birra migliore.
Cominciai a mettermi in contatto con nuovi amici che ci diedero la spinta e il coraggio per affrontare i primi passi.
Ci indirizzarono su acquisti del materiale e ci diedero i primi consigli su come iniziare.
La nostra prima pentola da 50 litri
Così nacque il nostro primo impianto. Chiamarlo impianto forse è troppo, ma fu una semplice pentola e una sacca autocostruita che ci permise di fare la nostra prima birra in all grain con la scorciatoia del BIAB.
Se penso con quanti dubbi abbiamo affrontato quella prima cotta in all grain, mi vengono i brividi.
In pratica non sapevamo molto, e fu fatta con i suggerimenti di amici.
Il risultato fu strabiliante. Lo stupore fu forse per la differenza qualitativa. Fino ad allora avevamo bevuto birre fatte con Kit, buone si ma questa birra fatta con il BIAB non aveva niente a che spartire.
Quello fu il momento più impegnativo, complicato e forse più bello, cominciare a creare le prime ricette. Le birre crescevano e con loro la qualità. Ma insieme cresceva uno strano sentimento di rincorsa, una rincorsa a continuare a fare birre sempre più buone. Li perdemmo di vista la realtà casalinga e cominciammo a comprare, comprare e comprare con l'illusione che più avremmo speso più avremmo migliorato le nostre birre. Niente di più falso.
Cominciammo con un piccola pompa, una sacca più performance, un fornellone più potente. 
Impianto 1.1
Poi si susseguirono ulteriori acquisti fino ad arrivare al RIMS. 
Al quel punto, grazie ad un Grande Amico che ci fece riflettere, ci svegliammo come da un lungo sonno, da un incantesimo. 
Decidemmo di prendere la strada opposta, cominciammo a levare invece di aggiungere. E con l'attrezzatura decidemmo di tagliare anche qualche consiglio non adatto al nostro misero impianto.
Cominciammo a usare la testa, facendo birre su birre, sbagliando e riprovando, e provando ancora e risvegliando ancora. Modificando convinzioni fino ad allora salde come dogmi, semplificando   le tecniche e metodologie, eliminando additivi ed acidificanti, arrivando a fare oltre 650 litri in una stagione, che ci permisero di fare esperienze per crescere e migliorare. 
Il desiderio di provare sempre cose nuove ci portò ad un passo successivo, alla tecnica classica.
Così negli ultimi due anni siamo arrivati al'All Grain Classico, a torto ritenuto troppo costoso e complicato e decidemmo di dimostrare che era possibile fare AGC anche con l'attrezzatura BIAB. Nell'anno precedente, convinti di diradare le cotte, avevamo acquistato una pentola da 100 litri. La utilizzammo un paio di volte, poi fini del dimenticatoio. Troppo sbattimento nel tentativo di raddoppiare i volumi triplicammo le fatiche. Tornammo sui nostri passi con la vecchia cara pentola da 50 litri. Ma quella pentola ci permise di fare AG Classico.
La massima evoluzione del nostro impianto con RIMS
Siccome nella tecnica classica sono necessarie tre pentole, dovevamo trovare un'altra pentola. Alla fine decidemmo di utilizzare la pentola che normalmente usiamo per fare la passata di pomodoro. 
Avevamo le tre pentole, per il filtraggio utilizzammo la sacca BIAB e per lo sparge decidemmo di fare Fly ed utilizzare un colino in acciaio inox per rompere il flusso dell'acqua. Così siamo partiti e così abbiamo proseguito.
Come cresceva la nostra birra cresceva il desiderio di condividere le nostre esperienze con nuovi amici.
In tutti questi anni abbiamo cercato tramite il blog prima e i video poi di condividere tutto, a volte anche mettendo in piazza cose private, ma per far capire il più possibile. La nostra convinzione è sempre stata quella della condivisione per poter aiutare gli altri a superare le prime difficoltà e incoraggiare i "giovani" birraioli casalinghi a continuare questo percorso di crescita che esula anche dalla stessa birra. E dai feedback ricevuti riteniamo di aver svolto anche noi la nostra parte. Tutto qua.
Questa è la nostra storia, un po' condensata. Ma oggi possiamo ritenerci soddisfatti degli obbiettivi raggiunti e di quello che abbiamo e che continuano a fare anche attraverso il web.
L'impianto All Grain .... di oggi.
Chi ci conosce sa che non ci fermiamo mai e che il nostro cervello e i nostri pensieri sono sempre in movimento alla ricerca di stimoli che ci facciano sentire vivi. 
Adesso davanti a noi ci aspettano altre sfide.
Il consolidamento della tecnica classica sempre però mantenendo la semplicità e contenendo le spese e poi guardiamo avanti, dove potremmo trovare altre strade.
Una cosa che sta catturando la nostra attenzione negli ultimi tempi sono gli impianti automatici, sia per la semplicità d'uso, sia per il ridotto spazio occupato, nel tentativo di replicare qualche ricetta, impossibile con il nostro impianto di oggi. Certo ci sono alcune differenze che andranno limate nel tempo con pazienza e sperimentazione, provare e riprovare per trovare la quadra delle ricette e per scoprire ogni giorno come migliorarsi, ma sentiamo che potrebbe essere un nuovo orizzonte, una nuova sfida.
Ma questa è un'altra storia.




sabato 7 ottobre 2017

Video Birra - 2° Laboratorio BIAB Homebrewing Signormalto 2° Parte

Secondo capitolo del laboratorio BIAB del 24 Settembre. Questa volta parliamo di mash. 
Mi devo scusare anticipatamente, ma il video risente molto del mio stato febbrile e ci sono delle imprecisioni.
Durante la spiegazioni delle fasi di mash, ho dato per scontato che le informazioni erano riferite alla cotta in corso, ma dal video non si capisce.
Ho così preferito inserire delle scritte in due punti sopra al video per essere più preciso, dove spiego meglio la cosa.
Me ne scuso ma al momento del laboratorio non mi sono accorto di nulla. Solo durante la fase di montaggio del video ho scoperto che alcune parti potevano essere fraintese. Spero che la cosa non vi dia troppo fastidio e che riescano a chiarire eventuali dubbi.



A sabato prossimo per la terza parte.
Vi auguro una buona visione.


lunedì 2 ottobre 2017

Ricette per la nuova stagione 2017-2018

La nuova stagione brassicola è alle porte. Dopo il laboratorio BIAB, che ha dato il via alla stagione proseguiremo con un incontro un pò particolare, la dimostrazione del funzionamento di Braumeister Speidel 20 litri con cotta dimostrativa.
La dimostrazione si terrà in Ottobre ma non è stata fissata ancora una data precisa. La ricetta scelta sarà la ORO Original, così da avere un panorama completo avendola eseguita sia tramite tecnica All Grain Classica, BIAB e con macchina automatica.
Braumeister Spiedel 20L
La ricetta è ormai consolidata, ma per il BM (abbreviazione Braumeister ndr) saranno necessarie alcune modifiche da fare proprio per il funzionamento stesso della macchina. Il BM a tutti gli effetti è un BIAB e necessità di parametri tutti suoi: tempi più lunghi, quantitativi di acqua diversi che ci costringeranno a modificare la ricetta originale per mantenere le stesse caratteristiche.
Vediamo insieme la ricetta:

Oro Original APA Braumeister
Litri in macchina :31.4
OG preboil:1024
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :20
OG :1037
ABV :3.8 %
Plato :9.3
IBU :35.5
BU/GU :0.96
EBC : 3

Malti e Fermentabili
Pale Ale 3500 gr 91 %
Fiocchi di Orzo 250 gr 7 %
Biscuit 80 gr 2 %
Totale 3830 gr

Luppoli
Simcoe (AA 12.3) 8 gr 30 min
Amarilllo (AA 9) 8 gr 20 min
Galaxy (AA 16.7) 8 gr 15 min
Galaxy (AA 16.7) 8 gr 10 min
Amarillo (AA 9) 25 gr 5 min
Galaxy (AA 16.7) 65 gr Dry-Hop
Totale 122 gr

Lieviti
SafAle US 05 DryUS-05 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50°C 15 min
Beta-amilasi 65 °C 55 min
Alpha-amilasi 72 °C 25 min
Mash Out 78 °C 10 min

Fermentazione 19°C

Come potete vedere sono stati diminuiti il quantitativo dei grani, dei luppoli e modificato le soste del mash, in parte per il funzionamento stesso dell'impianto, in parte per il quantitativo finale del mosto dovuto alla capacità della macchina.
Le 6 cotte divise
La partenza vera e propria della stagione avverrà soltanto in Novembre con una Kölsch una birra semplice per un inizio soft. Vediamo la ricetta:

Kölsch All Grain
lt mash :21.2
lt sparge:21.2
Litri in pentola :21
OG preboil:1033
Min bollitura:90
Litri in fermentatore :25
OG :1050
ABV :5.0 %
Plato :12.4
IBU :28.3
BU/GU :0.57
EBC :2

Malti e Fermentabili
Pilsner 5000 gr 91 %
Vienna 300 gr 5%
Fiocchi di Frumento 200 gr 4 %
Totale 5500 gr

Luppoli
Hallertauer Mittelfrueh (AA 4.4) 50 gr 60 min Pellet
Hallertauer Hersbrucker (AA 3.2) 30 gr 30 min Pellet
Strisslespalt (AA 2.4) 30 gr 5 min Pellet
Totale 120 gr

Lieviti
SafAle German Ale K-97 11.5 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50°C 15 min
Beta-amilasi 63 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 18°C

Uva Fragola Argentina Bianca e relativo mosto
Dopo la Kölsch utilizzeremo il nostro mosto d'uva congelato, che sta aspettando di essere impiegato per produrre una birra particolare dai profumi e i gusti unici una Italian Grape Ale.
Ricetta:

Foglie Secche Italian Grape Ale All Grain
lt mash : 17.6
lt sparge: 20.9
Litri in pentola : 18
OG preboil: 1037
Min bollitura: 60
Litri in fermentatore : 25
OG : 1050
ABV : 5.0 %
Plato : 12.4
IBU : 23.4
BU/GU : 0.47

Malti e Fermentabili 
Pilsner 4000 gr 73 %
Wheat Malt 1000 gr 18 %
Biscuit 300 gr 5 %
Fiocchi di Orzo 200 gr 4 %
Totale 5500 gr

Luppoli
Hallertauer Mittelfrueh (AA 4.4) 30 gr 60 min Pellet
Hallertauer Hersbrucker (AA 3.6) 30 gr 30 min Pellet
Strisslespalt (AA 2.4) 20 gr 15 min Pellet
Mosto D'Uva Fragola 3 litri a 15 min
Strisslespalt (AA 2.4) 50 gr 5 min Pellet
Totale130 gr

Lieviti
Safale US-05 Dry 23 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 15 min
Beta-amilasi 63 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 20°C

I nuovi grani
Poi sarà la volta di una nuova nascita la versione della ORO la cosiddetta Heavy, un versione spinta della ORO. Una American Indian Pale Ale dal gusto deciso e luppolata, decisamente estrema. La ricetta deriva dalla precedente Joe Alba 120 la Extreme Pale Ale.
Vediamo la Ricetta:

Oro Heavy American IPA 
lt mash : 23
lt sparge: 23
Litri in pentola : 23
OG preboil: 1039
Min bollitura: 90
Litri in fermentatore : 25
OG : 1062
ABV : 6.2 %
Plato : 15.2 
IBU : 125.6
BU/GU : 2.03

Malti e Fermentabili
Pale 4600 gr 64 %
Munich 1000 gr 14 %
CaraVienna 500 gr 7 %
Vienna 500 gr 7 %
Fiocchi di Orzo 300 gr4 %
CaraPils 300 gr4 %
Totale7200 gr

Luppoli
Chinook (AA 11.6) 15 gr 20 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 15 gr 20 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 15 gr 20 min Pellet
Chinook (AA 11.6) 25 gr 15 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 25 gr 15 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 25 gr 15 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 35 gr 10 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 35 gr 10 min Pellet
Galaxy (AA 16.7) 35 gr 10 min Pellet
Amarillo Gold (AA 9) 50 gr 5 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 50 gr 5 min Pellet
Galaxy (AA 16.7) 50 gr 5 min Pellet
Centennial (AA 9.7) 50 gr 2 min Pellet
Galaxy (AA 16.7) 50 gr 1 min Pellet
Citra (AA 12.8) 100 gr Dry-Hop Pellet
Totale 575 gr

Lieviti
Safale US-05 Dry 23 gr.

Profilo Mash
Beta-amilasi 63 °C 30 min
Alpha-amilasi 68 °C 20 min
Sosta per Schiuma 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 18°C 

I Luppoli
La quinta cotta della nuova stagione sarà, finalmente, una scura una Porter, una nuova ricetta nata dalle passate esperienze. 
Questa cotta avrà una particolarità. I malti scuri saranno uniti al mash out, per estrarre colore ed aromi cercando di evitare di portare aromi astringenti. Il mash sarà fatto esclusivamente con Maris Otter, Wheat Torrifield e Brown.
Ricetta:

Raven Porter All Grain 
lt mash : 20.8
lt sparge: 20.8
Litri in pentola : 21
OG preboil: 1038
Min bollitura: 60
Litri in fermentatore : 25
OG : 1054
ABV : 5.4 %
Plato : 13.4
IBU : 30.3
BU/GU : 0.56

Malti Fermentabili
Maris Otter 4300 gr 68 %
Special B 700 gr 11 %
Wheat Torrified 600 gr 10 %
Brown Malt 400 gr 6 %
Chocolate 200 gr 3 %
Roasted 100 gr 2 %
Totale 6300 gr

Luppoli
Target (AA 11) 30 gr 60 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 10 min Pellet
Totale 40 gr

Lieviti
New world strong ale M42 20 gr

Profilo Mash
Beta-amilasi 68 °C 60 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 19°C

Il Campo di Battaglia
Infine l'ultima cotta di stagione sarà una Tripel, una birra belga dal carattere deciso.
Ricetta:

Abjs Tripel All Grain
lt mash : 23.4
lt sparge: 23.4
Litri in pentola : 23
OG preboil: 1048
Min bollitura: 90
Litri in fermentatore : 25
OG : 1076
ABV : 7.7 %
Plato : 18.4
IBU : 36.5
BU/GU : 0.48

Malti Fermentabili
Pilsner 5000 gr 57 %
CaraVienna 1000 gr 11 %
Wheat Malt 1000 gr 11 %
Zucchero Candito Bruno1000 gr 11 %
Crystal 150L 500 gr 6 %
Fiocchi di Orzo 300 gr 3 %
Totale 8800 gr

Luppoli
Citra (AA 11) 25 gr 60 min Pellet
Citra (AA 11) 25 gr 30 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 10 min Pellet
Saaz (AA 4) 10 gr 5 min Pellet
Citra (AA 12) 50 gr Dry-Hop Pellet

Spezie
Buccia Bergamotto 50 gr 15 min
Buccia di Arancia 50 gr 15 min 

Lieviti
SafBrew Ale S-33 23 gr

Profilo Mash
Protein Rest 50 °C 15 min
Beta-amilasi 64 °C 45 min
Alpha-amilasi 72 °C 15 min
Mash Out 78 °C 15 min

Fermentazione 20°C

Queste sono le prime ricette che ci terranno compagnia in questo inizio di stagione. Durante la nuova stagione ci saranno nuovi incontri con laboratori e presentazioni di impianti automatici con relative cotte dimostrative. Una stagione ricca di avvenimenti sempre all'insegna della condivisione. 
Ma queste saranno altre storie.

In Primo Piano

Nelle nuvole di Venere

Non ricordo esattamente quando, ma direi mesi chissà anni che sono qui davanti a questa pagina bianca per enunciare grandi birre e magari pu...